Il mondo dell’indie si sta muovendo sempre di più con nuovi e interessanti progetti, giorno dopo giorno. Abbiamo deciso di intervistare Fortuna Imperatore, neo-indie-developer, per la particolarità del suo titolo: Freud’s Bones, un “simulatore di vita” che strizza l’occhio sia alle leggendarie avventure grafiche del passato, sia al mondo dei gestionali. La peculiarità di tutto questo? Il giocatore impersonerà nientemeno che Sigmund Freud!

Pierre Coppi: Buongiorno e benvenuta su PowerWave, Fortuna!

Fortuna Imperatore: Buongiorno a voi e grazie per avermi invitata!

PC: E’ un piacere. Fortuna, parlaci un po’ di te.

FI: Io sono una ragazza piuttosto complessa, mi sono sempre barcamenata nel settore delle pulizie sin da quando avevo 20 anni, una esperienza iniziata per avere una sorta di svolta…fondamentalmente dovevo fare qualcosa, e trovare una mia indipendenza. All’università… beh, compagni che sentivo poco vicini nonchè un ambiente molto di facciata non erano quello che avevo in mente. Mi sono comunque laureata in Psicologia. Dopodichè un master in Consulenza Filosofica e Antropologia Esistenziale mi ha aiutato a trovare un “senso” ed aiutarmi in un periodo difficile. Successivamente ho realizzato una tesi di laurea sui videogiochi, interlacciata con la filosofia applicata.

PC: Quanti anni hai, cosa giochi, giochi preferiti in assoluto, quando hai iniziato a giocare e con cosa?

FI: Ho 28 anni, e sono di Napoli! Ho iniziato a giocare penso a … sei, sette anni? Il primo gioco che ricordo? Sicuramente Tomba!, che da noi si chiamava Tombi!, è stato veramente il primo gioco che mi ha ossessionato, ci pensavo la notte, mi aveva completamente assorbita. Poi arrivò Broken Sword, e anche quello ebbe un grosso impatto su di me, mi rubava pomeriggi interi. Gioco preferito in assoluto? No, è come chiedere a qualcuno riguardo al libro preferito, non so proprio rispondere. Facciamo così: in una ipotetica “top 3” ci andrebbero sicuramente Red Dead Redemption 2, poi vediamo… Life is Strange, che ha avuto un impatto molto forte sulla mia vita, Detroit: Become Human, e mi è piaciuto molto come sono stati caratterizzati i personaggi di FarCry 5. Principalmente gioco a Tripla-A, raramente ho tempo per dedicarmi ai titoli indipendenti. Ah, anche Heavy Rain… ad ogni modo, titoli in cui le mie scelte condizionano lo svolgimento del gioco, dilemmi morali, etici… cose del genere. Ah, ho sforato, sono più di 3 giochi! [ride]

PC: Non preoccuparti. Allora, come è nato il progetto Freud’s Bones, e qual’è stata la scintilla che ti ha fatto venir voglia di iniziare il progetto?

FI: Un giorno, giocando a Farcry Primal, ho pensato di voler diventare consulente per lo sviluppo di videogiochi. Mi sono posta domande sulla falsariga di “ma a questo gioco devono averci lavorato degli antropologi, c’è uno studio dietro” e sono rimasta affascinata da tutto il mondo “nascosto” che c’era dietro un videogioco, il lavoro di ricerca, di studio… Più avanti, vidi per la prima volta l’ E3, e mi sconvolse l’idea che tutta questa gente avesse la mia stessa passione. Questa fu forse la scintilla che diede il “la” al mio voler creare un videogioco da zero. Dopodichè iniziai i primi esperimenti con Blender, e con l’ Unreal Engine. Creai una sorta di walking simulator, creai delle stanze ma… vedendo che forse non era nelle mie capacità, ho deciso di abbandonare il discorso 3D. Scaricai RPG Maker, che mi affascinava molto per la possibilità di creare qualcosa, ma sentivo come se allo stesso tempo, in un qualche modo, mi stesse limitando. Mi stavano stretti gli asset “pre-confezionati”, non mi piaceva il dovere ridurmi ad utilizzare un qualcosa di già “pronto all’uso”.

PC: E di questo Freud’s Bones cosa ci puoi raccontare?

FI: Beh, innanzitutto che ho dovuto imparare tutto da zero! Sono autodidatta al 100%, e forse proprio per questo ho sovvertito tutte le regole basilari del concetto del videogioco. Ti faccio un esempio: normalmente, in un gioco si viene premiati per l’eliminazione di un nemico, no?

PC: Si, in linea di massima direi di si.

FI: Bene, in Freud sarà l’opposto. Si verrà premiati con punti esperienza se si aiuterà il “nemico”, o meglio il paziente, con trattamenti sempre più efficaci. Proprio parlando di trattamenti e cure, FB sarà incentrato su due diversi tipi di approccio verso la diagnosi: da una parte, quello più metodico, da manuale, ovvero il documentarsi sull’enciclopedia in game…ah, e dovrete studiare sul serio, perchè nulla sarà evidenziato in alcun modo! (ride) L’altro modo invece, sarà quello di entrare più in empatia con il paziente, vertendo più sulle emozioni che non sul trattamento medico.

PC: Interessante! Ma fondamentalmente, Freud’s Bones di cosa parla?

FI: [ride] Di Freud! Ma non solo, tranquillo. Il giocatore impersonerà la coscienza o il demone interiore di Sigmund, e dovrà guidarlo, interagendo con lui, durante uno dei periodi più bui della sua vita, tristemente famosi per l’abuso di droghe, alcool, e per la depressione cronica di cui soffriva. Il concept del gioco può essere descritto come un “simulatore di vita”: Si dovranno curare i pazienti (con un primo incontro, una fase di ricerca, e una diagnosi) e gestire la vità di Freud (i soldi per la famiglia, il tempo libero, gli svaghi…)
Proprio a proposito degli svaghi, ho deciso che il mio gioco sarà assolutamente amorale. Non ci sarà un buono e un cattivo, non ci saranno bianco e nero. Come nella vita, tutto è questione di prospettive, e la cosa si riflette, come ho già detto sopra, nel fatto che il giocatore può impersonare sia la coscienza che il demone interiore del dottore.

PC: FB è autoprodotto su kickstarter, parlacene un po’.

FI: L’idea di Kickstarter è nata facendo ricerche un paio di anni fa, sapevo che c’erano progetti nati con questo incipit, e mi piaceva che fosse una piattaforma molto democratica. In più, in un periodo economico simile, dove non ci si riesce a strutturare, è l’unico modo per riuscire a gestire e investire un minimo di capitale da soli, senza per forza di cose ricorrere ad altri. Inizialmente l’obiettivo (goal) era di cinquemila euro, ora siamo intorno agli undicimila e manca qualche giorno alla fine.

PC: Ah, complimenti! Sapevo che su Kickstarter si va “per gradi”. Come hai strutturato questi stretch-goals?

FI: Ho strutturato gli stretch-goals (obiettivi intermedi) in modo da poter inserire più cose, come ad esempio i pensieri del Cane (di Freud) che il giocatore potrà gestire, portare a passeggio e nutrire… il cane ha un ruolo importante nella vita di Freud perchè assisteva alle sedute e fungeva inoltre da “orologio”: quando il cane si alzava, la seduta era finita. Abbiamo anche raggiunto l’obiettivo legato a Salvador Dalì… che non potrò chiamare così per ovvi motivi… ad ogni modo, è legato al gioco in quanto tutti i suoi quadri sono basati sulla psicanalisi ed era soprattutto appassionato di Freud al punto di tentare di andare in terapia da lui. Sono state sbloccate anche le missioni esterne, che permetteranno al giocatore di visitare altre locations, e ora l’obiettivo finale (15.000 €) è inserire Jung, nemico/amico di Freud, la sua nemesi. Vediamo come va il progetto, a me farebbe piacere perchè in tanti hanno richiesto che venisse inserito.

PC: Beh complimenti allora, l’idea c’è, e la motivazione anche!

FI: Si, a prescindere dal successo o meno, penso che Kickstarter sia una esperienza che… va fatta, da mettere a curriculum. Io ho fatto il primo Goal, quello dei cinquemila, in 36 ore. E’ una cosa… è una cosa importante, ecco. E’ comunque già un successo, di fondo. E oltretutto crei una community, cosa che io non avevo minimamente prima di Freud’s Bones. Tutto quello successo dopo, quindi le interviste e la pubblicità, sono state un effetto collaterale, io non ho mai cercato nessuno, nè giornalisti nè testate, sono sempre stati loro a cercarmi.

PC: [ride] Mi sento stranamente tirato in causa!

FI: [ride] Esatto, esatto. No davvero, adoro Kickstarter, è un’ottima piattaforma per raccogliere fondi, e forse ancora più importante, per “attaccarsi” emotivamente a un progetto. Non rischi di “lasciare le cose a metà”, ti senti legato sia al tuo prodotto che alle persone che ci credono.

PC: Fortuna, non posso che ringraziarti. Sei stata disponibilissima ed estremamente esaustiva, noi di PowerWave ti facciamo i migliori auguri per il lancio di Freud’s Bones!

FI: Grazie a voi per avermi intervistata!

Vi lasciamo di seguito alcuni link utili in caso vogliate saperne di più sul progetto Freud’s Bones, oltre che il link alla campagna Kickstarter:

KICKSTARTER: http://kck.st/3gssI8m

FACEBOOK: https://www.facebook.com/Freudsbones/

TWITTER: https://www.twitter.com/freudsbones

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