Di Redazione PW83

-Codice Review fornito da Well Told
-Versione Testata: PlayStation 5

-Disponibile per: PlayStation 5, PSVR 2, Meta Quest 2

Well Told Entertainment mischia horror e western in questo interessante FPS Roguelike!

La realtà virtuale, o VR come viene chiamata dai ragazzini più cool, è ormai una realtà fatta e finita. Fortunatamente però, spesso non viene imposta come unica scelta e come nel caso del gioco che andremo a recensire tra poco, alcuni sviluppatori lasciano al giocatore l’opzione di giocare il titolo come preferiscono. O, meglio ancora, considerati i costi di un kit VR, permettono di godere del titolo anche sulla base della loro volontà (o capacità) di spendere cifre importanti. The Foglands è uno di questi.

Noi, ad esempio, facciamo parte di quest’ultima categoria. Potremmo mettere un PSVR2 in redazione, ma semplicemente non vogliamo, per una moltitudine di ragioni. Non ci interessa particolarmente il mondo VR, giusto per citarne una, specialmente vista la qualità media della stragrande maggioranza delle pubblicazioni per queste piattaforme in rapporto al prezzo d’acquisto di un kit VR. Ora però, bando alle ciance, e andiamo a vedere se questo The Foglands riuscirà a far contenti anche i giocatori più “tradizionali”.

In The Foglands impersonerete “Jim”, su un pianeta in cui gli umani (e altre creature) sono stati costretti a vivere sottoterra a causa di una terribile nebbia che ha avviluppato l’intera superficie rendendola inabitabile. Questo ha portato ad una disperata necessità di trovare qualunque tipo di risorsa utile: essendo quindi impossibile recuperare i vecchi possedimenti, l’unica alternativa era… avventurarsi ancora più in profondità. Ad esplorare le profondità nebbiose sono i Runner, persone abbastanza coraggiose da combattere le bestie nascoste nell’ombra. Jim é un novellino, e durante una delle sue prime missioni, scopre che un colossale Verme sta minacciando di distruggere l’intero ecosistema sotterraneo, ivi compresa la sua città. Salvato in fin di vita da “Lo Straniero”, a Jim viene anche regalata la possibilità di tornare in vita ogni volta che muore. Il motivo? Lo Straniero non fa nulla senza qualcosa in cambio, ma il perché lo scoprirete solo giocando.

In termini di gameplay, nonostante le battute iniziali e il tutorial possano spiegare alcune delle meccaniche del gioco, non spiegano assolutamente nessuno degli elementi roguelike che fanno da contorno all’esperienza. Questo, in tutta onestà, ci ha lasciato un po’ perplessi, vista la sovrabbondanza delle stesse. A onor del vero, nel menu è presente una opzione “tutorial” che spiega come funziona il tutto, ma come nel 99% dei videogiochi che abbiamo testato in più di 20 anni, pensavamo fosse una ripetizione di quanto già visto, non una componente fondamentale nell’istruire il giocatore riguardo l’esperienza. Passando oltre, in ogni run raccoglierete rottami (la valuta di gioco) che potranno essere spesi presso i venditori durante quella partita o rispediti in superficie per essere spesi prima del vostro prossimo tentativo. Troverai anche oggetti chiamati “Chiavi del Runner”, che sbloccheranno carte o stanze speciali che si attiveranno al vostro prossimo tentativo. Queste carte vi daranno potenziamenti speciali che spazieranno dall’ influenzare la vostra salute, all’aumentare i danni da arma da fuoco e da mischia, o magari offrirvi abilità e poteri speciali per rendere ogni run un po’ più semplice. Indipendentemente da ciò, comunque, fate attenzione, perché nel caso doveste lasciarci le penne, uno qualsiasi di quei potenziamenti andrà perso. Giocando, troverete anche una ulteriore valuta chiamata “icore” che potrete usare per potenziare permanentemente le vostre armi, la salute e le varie abilità.

Una volta che avrete capito e studiato le varie meccaniche di gioco, le vostre prime vere run inizieranno ad essere più consistenti. Sfortunatamente, é anche dove inizieranno i primi problemi. In termini di sfida, The Foglands si è raramente dimostrato impegnativo, anche solo utilizzando la pistola base. I nemici non sono brillanti poiché (complice la IA nemica poco brillante) possono quasi tutti essere raggirati in un modo o nell’altro. Avrete a disposizione 4 slot di inventario che sono necessari per le tue armi e oggetti e questo comporterà forzatamente una scelta riguardo a cosa vorrete e potrete trasportare: preferite tenere da parte un medikit, o raccogliere quella nuova e potente arma?

Ora, il punto forte di ogni roguelite é la sua rigiocabilità, e The Foglands… beh, non é esattamente l’esempio migliore in questo campo. Complice anche la difficoltà tendente al basso e soli 3 macro-livelli esplorabili, una volta sconfitti i boss avrete ben pochi incentivi per tornare sul titolo, esclusi forse qualche retroscena sul mondo di gioco o qualcosa legato alla trama. Sfortunatamente, il lavoro di Well Told non é nemmeno lontanamente paragonabile a qualcosa sulla falsariga dello stupendo REMNANT II (CLICCATE QUI per la review), dove ogni singolo livello ed ogni singola area regalava ai giocatori qualcosa di nuovo, misterioso o interessante e li spingeva a continuare sino al completamento e ben oltre. E’ chiaro, la rigiocabilità “sul momento” di The Foglands è ottima per via dei livelli generati proceduralmente (ci mancherebbe altro), ma é sulla lunga distanza che il gioco non convince.

Tecnicamente, siamo di fronte a un gioco che potremmo paragonare all’ Harvey Dent del mondo di Batman, il supervillain conosciuto come Due Facce. Da una parte abbiamo una concettualizzazione ed uno stile grafico decisamente particolare, unitamente ad una ambientazione innegabilmente interessante. Adoriamo queste storie post-apocalittiche e quello che comportano. Dall’altra parte invece, abbiamo però questa resa atmosferica resa un po’ vana da una realizzazione tecnica abbastanza mediocre, con modelli poligonali semplici e poco dettagliati. Peccato. Molto meglio in ambito sonoro, dove la colonna sonora in stile western e soprattutto un doppiaggio (Inglese) estremamente ben fatto innalzano tutto a livelli ben più lusinghieri.

Tirando le somme, siamo di fronte ad un titolo innegabilmente pieno di potenziale, ma che arriva al traguardo senza fiato. Capiamo che sia il titolo d’esordio per il team di sviluppo, ma una ulteriore fase di cura e pulizia avrebbe sicuramente giovato. Ad ogni modo, se siete fan dei roguelike e avete già giocato allo sfinimento l’intero catalogo del genere, dategli una chance. Potrebbe stupirvi.

POWER RATING:
6.0/10
“Il titolo d’esordio del giovane team di Well Told mostra un interessante potenziale, ma viene minato da alcune lacune piuttosto evidenti.”

PRO:
+Atmosfera evocativa
+Le meccaniche roguelike rendono ogni playthrough fresco…

CONTRO:
-…ma c’è poca varietà nei 3 biomi esplorabili
-Sin troppo facile
-Tecnicamente sottotono
-Una volta terminato, saranno pochi gli incentivi per farvi tornare

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