Di Redazione PW83

-Codice Review fornito da 11 Bit Studios
-Versione Testata: PlayStation 5

-Disponibile per: PlayStation 5, Xbox Series X|S, PC (Windows)

11 Bit Studios e Starward Industries ci portano sul pianeta Regis III, dove scopriremo che forse, dopotutto, non tutto é destinato a noi, e noi non siamo pronti a tutto.

A tanti non piacciono quelli che, andando a ridurli al loro minimo comun denominatore, vengono classificati come “Walking Simulators”. Da una parte possiamo capire il ragionamento che ci sta dietro: la mancanza di azione e conseguentemente l’inesistente grado di abilità richiesto al giocatore, ritmi fin troppo blandi per una generazione di giocatori con la soglia di attenzione di un passerotto e iperattivi… Come abbiamo detto, possiamo capirlo, nei limiti. Noi però, li adoriamo. Vuoi perché con qualche primavera in più sulle spalle, vuoi perché non siamo più costantemente e maniacalmente alla ricerca di una sfida (per quella bastano i nostri amati Fighting Games), noi vediamo questo genere di giochi alla stregua di un buon libro da leggere sotto le coperte prima di andare a letto. Sono giochi da gustare con calma, analizzando ogni singola linea di dialogo, ogni nuova location scoperta, ogni nuovo file raccolto, perché è proprio in quelle cose che questo tipo di giochi da il meglio di sé. E come scoprirete fra poco, anche questo The Invincible segue lo stesso modus operandi.

Basato sul romanzo del 1964 scritto da Stanisław Lem, il libro di The Invincible racconta di una gigantesca navicella spaziale che atterra su un pianeta alieno e fa una scoperta sbalorditiva. Il gioco è raccontato però da un punto di vista diverso, ma tratta in gran parte della stessa trama e degli stessi temi generali: la relazione tra diverse forme di vita e di come qualcosa potrebbe evolversi se lasciato incontrollato. Nel gioco, impersonerete una biologa che lavora con un piccolo equipaggio di ricerca su una nave che non è l’Invincible. Non potete nemmeno sapere se quella nave gigantesca sia presente o meno nel gioco: sapete solamente che anche lei, fra 13 giorni, arriverà su Regis III. Il vostro nome è Yasna e il gioco inizia con voi che vi svegliate inspiegabilmente sulla superficie del pianeta alieno, da soli, chiedendovi come siete arrivati qui dalla vostra nave e dove sia il resto dell’equipaggio. Il viaggio di Yasna per ricordare cosa sta succedendo diventerà quindi il vostro viaggio. In aggiunta a tutto ciò, il fatto di vestire i panni di una biologa e non, ad esempio, un soldato, vi farà capire già da principio cosa farete nel gioco e come lo farete.

In termini di gameplay, The Invincible non è un gioco orientato al combattimento. Né Yasna è superumana nelle sue capacità fisiche. La metterete a dura prova, ma ogni volta che le chiederete di arrampicarsi o di fare uno sprint, vedrete nel dettaglio lo sforzo che esercita nel farlo. Se la farete arrampicare su una sporgenza, vedrete le sue mani posizionate sui vari appigli, le sue gambe alzarsi, il suo corpo oscillare e infine vedrete mentre si issa. Ci sarà il rumore della tela della tuta spaziale che sfrega sulla superficie mentre lo fa, e alcuni grugniti di sforzo. Anche scendere da una sporgenza richiederà uno sforzo. Allo stesso modo, il casco della sua tuta spaziale si appannerà a causa della condensa e sentirete il suo respiro (il vostro respiro?) diventare affannoso se vi metterete a correre in giro. Questo non è un gioco in cui gli ostacoli dell’esplorazione vengono attenuati: è un gioco in cui ogni singolo sforzo effettuato da Yasna verrà rappresentato, e addirittura diventerà parte dell’esperienza complessiva. Rende il tutto molto più realistico, molto più credibile, e ci é piaciuta questa cosa apparentemente di poco conto, perché riesce a contestualizzare nell’universo di gioco sia il personaggio principale che le sue caratteristiche.

Continuando con il gameplay, ma stavolta dal punto di vista delle meccaniche di gioco, The Invincible potrebbe ricordare giochi come lo stupendo Call of the Sea o What Remains of Edith Finch in termini di gioco. Un aspetto fondamentale dell’esperienza sarà passeggiare e commentare le cose che vedrete, il tutto mentre registrate un rapporto sul campo delle vostre scoperte. Quando ciò accade, verranno visualizzate finestre di dialogo (a tempo) che vi consentiranno di inserire ulteriori commenti sulle vostre scoperte. Cosa potrebbe significare per un biologo scoprire della flora su un pianeta alieno? La prospettiva di Yasna entra davvero in primo piano qui, ed è una prospettiva decisamente nuova ed intrigante da esplorare. Avrete anche l’opportunità di aggiungere commenti alle conversazioni che avrete quando, alla fine, troverete qualcuno con cui parlare. Anche i momenti in cui dovrete fare una scelta entro un tempo limite possono presentare scelte più significative. Sacrifichereste un pezzo di equipaggiamento potenzialmente vitale per aiutare qualcuno? Il gioco é pieno zeppo di momenti come questo, che oltre ad offrire scelte difficili e create con cognizione di causa aggiungono rigiocabilità all’intera avventura.

L’ultimo terzo del diagramma a spicchi intitolato “cosa si fa nel gioco” prevede l’utilizzo di gadget. Mentre esplorate Regis III, troverete cose con cui potrete interagire e che potrete toccare e colpire. Non vogliamo dire troppo perché la scoperta è una parte importante del gioco, ma non è uno spoiler dire che la missione di ricerca di cui fate parte ha diverse attrezzature che incontrerete durante il playthrough. Ogni invenzione in The Invincibile sembra provenire da un museo di creazioni fantascientifiche piuttosto pulp (il libro di Lem è tecnicamente una fantascienza hardcore). Ovunque guarderete troverete un tipo di fantascienza grezza e retrò: robustezza, curve e pesantezza del metallo spesso. Anche in termini di design, sono creazioni macchinose, scomode, totalmente analogiche: ma come per tante altre cose in questo gioco e nella sua visione del concetto di fantascienza, è più importante che abbia un bell’aspetto e che sia piacevole da toccare. Il gioco si crogiola in questo. Per fare un parallelismo, se avete amato il design di Alien: Isolation (e ovviamente del film da cui trae ispirazione, l’originale Alien), c’è una buona probabilità che vi innamorerete di quello che troverete in The Invincible. Sono tutte creazioni, come già detto, al 100% analogiche, con quadranti da ruotare, bottoni e superfici da premere, e paratie che vanno fatte scivolare di lato: nessun tipo di ologramma, touch screen o altre diavolerie del genere. E’ oggettivamente fantastico.

Saranno presenti anche alcune “variazioni” in termini di gameplay, come una sorta di sezione action verso la fine (che onestamente abbiamo trovato interessante e per nulla fuori luogo) o qualche puzzle da risolvere. Mettiamo una cosa in chiaro, The Invincible non ha assolutamente nulla in comune con il già citato Call of the Sea in questo senso. Se in quest’ultimo gli enigmi erano parte integrante del gameplay e anche decisamente difficili, qui troveremo rompicapi estremamente basilari, come il provare ad accedere ai registri di una sonda o cercare la scatola nera di un veicolo abbandonato: ed in tutto questo, spesso non dovrete nemmeno scervellarvi più di quel tanto. Come già detto, sono variazioni sul tema. Il problema semmai é nei gadget che abbiamo menzionato poco prima. Saranno presenti, (e Yasna nello specifico é equipaggiata con un rilevatore e uno spettrometro) ma spesso verranno usati solo per brevi sequenze e mai più tirati in ballo, cosa che ci ha lasciato perplessi: ci ha dato la sensazione di essere solo spettatori nel grande schema delle cose, invece che protagonisti. Bizzarro, per un gioco che fa dell’immedesimazione uno dei suoi punti di forza.

Tecnicamente parlando, siamo di fronte a qualcosa di estremamente piacevole, come potrete constatare guardando le immagini legate a questo articolo. I ragazzi di Starward Industries hanno fatto un lavoro magistrale nel creare e caratterizzare Regis III, a tal punto che spesso ci siamo ritrovati a fissare gli scenari di gioco per diversi minuti. Lo stesso dicasi per il design che sono stati in grado di realizzare per il gioco, veramente di alto livello e coerente con il periodo dell’opera cartacea da cui The Invincible trae ispirazione. Dovessimo muovere una critica, potremmo dire che ogni tanto qualche linea audio ci é sembrata stranamente incoerente in termini di missaggio, risultando in linee di dialogo registrate troppo basse o, stranamente, troppo alte. Per il resto comunque, The Invincible è tecnicamente un gioco ben più che solido.

Tirando le somme, esplorare Regis III nei panni della biologa Yasna é stato un viaggio decisamente impressionante. Sarà stata la bontà del materiale d’origine, quel The Invincible scritto da Stanisław Lem nel 1964, sarà stata la cura riposta da Starward Industries nel ricreare un genere di fantascienza decisamente particolare, sarà stata l’avventura in sé, ma The Invincible é un gioco che ci sentiamo di raccomandare a tutti, senza distinzioni. Non ve ne pentirete.

POWER RATING:
8.5/10
“Una avventura spaziale caratterizzata da una premessa interessante e ben studiata, enfatizzata da uno stile fantascientifico decisamente fuori dagli schemi, The Invincible é una avventura che vale la pena di essere vissuta.”

PRO:
+Trama e premessa decisamente intriganti
+Realizzazione tecnico/concettuale solida
+Ottima caratterizzazione dei personaggi

CONTRO:
-Qualche problema di missaggio audio
-A volte da l’impressione di non essere attivamente partecipi

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