Di Redazione PW83

-Codice Review fornito da Interactive Stone
-Versione Testata: Xbox Series X

-Disponibile per: Xbox One, Xbox Series X|S, PlayStation 4, PlayStation 5, PC (Steam, Epic Game Store)

Da Interactive Stone, uno dei giochi a tema horror più bizzarri che ci sia capitato di testare!

Speriamo lo abbiate fatto, ma nella malaugurata ipotesi che non sia avvenuto, vi consigliamo di leggere la nostra recensione del superlativo Dragon’s Dogma II (CLICCATE QUI) per almeno due motivi. Il primo é che il gioco é oggettivamente qualcosa di fantastico e potenzialmente già un papabile vincitore del GOTY24, il secondo é per l’approccio che abbiamo tenuto verso quella review, ovvero non tenendo conto dello “schema” che normalmente utilizziamo per recensire i prodotti che ci vengono inviati. Gray Dawn seguirà lo stesso iter.

Il perché è presto detto. Gray Dawn é un gioco horror dalle tinte religiose, il punto é che non si ferma lì, quello é solo il pretesto per mettere in moto una delle esperienze più bizzarre ed assurde che ci sia capitato di giocare in quasi venticinque anni di carriera giornalistica. Andiamo per ordine e guardiamo la descrizione ufficiale del gioco da parte dello sviluppatore: “Gray Dawn è un gioco horror in prima persona che vi coinvolgerà nella terrificante avventura di un prete in cerca di dimostrare la sua innocenza. È un thriller atmosferico che vi terrà col fiato sospeso dall’inizio alla fine… Vigilia di Natale, 1920. Vestirete i panni di Padre Abraham, un prete che cerca di trovare il chierichetto scomparso. Grey Dawn è un thriller psicologico intriso di elementi religiosi visti attraverso mondi meravigliosi e terrificanti… Il vostro obiettivo sarà quello di trovare il ragazzo e assicurarvi di non sentire lo “swoosh” della ghigliottina.” Molto bene. Direttive chiare e semplici. Impersoniamo un prete, dobbiamo trovare un ragazzino e far cadere le accuse che pendono su di noi.

Ebbene, dopo aver testato il gioco, lasciateci reinterpretare la sinossi dello sviluppatore sulla base di quello che noi abbiamo capito dell’intera vicenda dopo aver completato il gioco: Non abbiamo capito quale sia effettivamente la trama di Grey Dawn. È incomprensibile, ottusa, ed ermeticamente convoluta. Lo abbiamo giocato dall’inizio alla fine senza alcuna idea di come le nostre azioni fossero collegate agli obiettivi menzionati dallo sviluppatore, senza alcuna cognizione riguardo al fatto che quello che stavamo vedendo fosse la realtà o no, e senza alcuna idea del motivo per cui il nostro personaggio, Padre Abraham, fosse dove si trovava. Quello che sappiamo è questo: Grey Dawn non parla di un prete che cerca di dimostrare la sua innocenza; non è mai accertato che il protagonista corra il pericolo di essere messo a morte e, soprattutto, Grey Dawn è assolutamente fuori di testa.

Fuori di testa? Lasciateci spiegare. Immaginate che Grey Dawn, come concetto preliminare, sia un pentolone, e dentro questo pentolone vengano gettati al suo interno letteralmente tutti gli ingredienti che vi possono venire in mente, senza seguire alcun tipo di ricetta volta a definire una pietanza specifica, ma solo e semplicemente “perché sì“. E’ vero, nel gioco impersoniamo un prete, ed é altresì vero che saremo alla ricerca di un ragazzino, ma ecco che la trama deraglia e va per i fatti suoi. Onestamente non sappiamo nemmeno da dove iniziare, ma ci proveremo. Ad un certo punto verrà introdotta una sotto-trama che riguarderà il nostro Abraham ed Alexandra, una ragazza con cui il prete ha avuto una storia d’amore galeotta. Tale sotto-trama a sua volta sbanderà fuori controllo, con Alexandra che, letteralmente impazzita d’amore, minaccerà Abraham che, nel caso lui non la metta incinta, andrà a spifferare in giro il passato del prete, un passato di orge, riti satanici, blasfemia ed altre velleità poco consone ad un personaggio della sua levatura. Proseguendo, ad un certo punto il gioco arriverà a collocare il protagonista in una stanza che contiene contemporaneamente un ragazzo che sta avendo violente convulsioni, un trenino con un pentagramma rosso brillante (che, come tutti sappiamo, significa che funziona con il potere del Demonio) e una fornace con le corna, al cui interno brucia un crocifisso, che deve essere aperta girando tre quadranti finché non si leggerà “666”. Tutto questo in una stanza.

Non pensiate per un singolo secondo che sia finita. Ad un certo punto camminerete nella neve, vedendola diventare nera di cenere prima che un vulcano in eruzione si alzi dal nulla. Più avanti, uscirete da una chiesa ed entrerete in un cimitero prima di trovare una slitta trainata da sei renne (e prima che lo chiediate, sì, viaggerete sulla slitta e le renne volano). C’è una stanza contenente lo scheletro di un bambino nato con due teste. Non solo, la stessa stanza contiene anche esattamente 4381 copie (fidatevi, lo abbiamo fatto per voi) dello stesso libro, intitolato “La Morte di Dio”. Proseguendo riuscirete in qualche modo a condurre la fusione del nucleo, creando un piccolo sole all’interno di una chiesa. C’è una nave pirata appoggiata in bilico su una montagna. Ad un certo punto verrà implicato che il bambino che siete stati accusati di aver ucciso sia stato niente di meno che la seconda venuta di Gesù Cristo. C’è un coniglio demone gigante che si materializza dal fuoco dopo aver affermato di appartenere all’anima di un bambino non battezzato, ed ucciderete il suddetto coniglio con una trappola per orsi dorata e tempestata di gemme. Creerete ed userete delle ali come Icaro. Vi giuriamo che non stiamo scherzando, lungi da noi.

A questo punto, vi verrà da pensare che la nostra esperienza con Grey Dawn sia stata come minimo disastrosa, ed é qui che vi sbagliate. La totale schizofrenia del gioco ci ha affascinato sin dai primi momenti di questa avventura, mentre ridevamo delle situazioni astruse in cui ci imbattevamo e crogiolandoci nell’assurdità che ci ha accompagnato per la manciata di ore necessarie per terminarlo. Come gioco horror, inteso in senso lato, è innegabilmente terribile, su questo non ci piove. Non diventerà mai un classico, e in tutta onestà, al netto di un po’ di violenza grafica e qualche tema scomodo, non fa nemmeno paura (più o meno il pilastro di qualunque gioco horror, non credete?). Il punto é che, a nostro avviso, Grey Dawn trascende l’essere limitato ad un solo genere. Grey Dawn é una esperienza, e non possiamo che ringraziare i ragazzi di Interactive Stone per averci dato l’opportunità di farne parte.

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