Di Redazione PW83
-Codice Review fornito da 11 Bit Studios
-Versione Testata: Xbox Series X
-Disponibile per: Xbox Series X, PlayStation 5, PC (Windows)
Sviluppato da Odd Meter e pubblicato da 11 Bit Studios, INDIKA é una storia di contraddizioni tenute assieme da una costante: l’essere un gioco fantastico
INDIKA é un gioco fantastico, in grado di stupirvi e cogliervi alla sprovvista in mille modi differenti. Sembra un gioco horror, ma non è spaventoso, almeno non nel senso convenzionale. Funziona come un puzzle game in terza persona, ma la maggior parte degli enigmi non richiede molta riflessione. Ciò che Indika è sicuramente, tuttavia, è un affascinante esame psicologico di fede e dubbio, supportato da immagini straordinarie e da una scrittura matura.

Nel gioco vestirete i panni di Indika, una giovane suora tormentata da una voce demoniaca nella sua testa, mentre viaggia attraverso un’interpretazione da incubo della Russia del XIX secolo per consegnare una lettera. La maggior parte del gioco consisterà nel viaggiare dal punto A al punto B, risolvere alcuni enigmi e guardare filmati, ma all’interno di questi compiti apparentemente mondani ci saranno momenti di introspezione e scoperta di sé. Lungo la strada, ad esempio, incontrerete un detenuto evaso di nome Ilya che afferma che Dio gli parla. Ciò che ne consegue è un’esplorazione sfumata dei concetti di fede e dubbio, amore e odio, piacere e sofferenza. Entrambi i personaggi credono nello stesso Dio; piuttosto che contrapporre un credente a un non credente, INDIKA esplora lo spazio che esiste tra due interpretazioni della stessa fede. Questa specificità ha consentito a Odd Meter di approfondire diverse sfumature del cristianesimo ed esaminare come gli stessi testi, rituali e preghiere possano essere piegati ed interpretati per accertare significati diversi, un concetto che, e questa é una cosa affascinante, si può applicare anche alla visione della Fede nel mondo reale.

Questi frequenti scambi filosofici avrebbero potuto facilmente sembrare eccessivi o autoindulgenti, ma tutte queste riflessioni sono al servizio dei personaggi e del loro sviluppo nel corso della storia. Ad esempio, Indika dice a Ilya che si è unita al convento di sua spontanea volontà, ma poiché la sua decisione è stata alimentata da emozioni ed esperienze fuori dal suo controllo, può davvero dire di essere diventata suora di sua spontanea volontà? Ilya sfida questa nozione e dichiara che il libero arbitrio è il modo in cui ci eleviamo al di sopra delle nostre disposizioni biologiche. Conversazioni riflessive come queste sono fondamentali per il carattere di Indika mentre è alle prese con la sua fede e cerca di dare un senso alla sua vita.

Senza dubbio, é d’aiuto il fatto che Indika sia interpretata dalla fantastica Isabella Inchbald e Louis Boyer incarni Ilya con uguale sicurezza. C’è una cruda autenticità e convinzione nelle loro interpretazioni che danno vita a entrambi i personaggi. Potrete sentire la paura e il dubbio nella voce di Indika e la disperazione e la speranza in quella di Ilya. Nel frattempo, il ritratto del diavolo di Silas Carson è divertente, sadico e cordiale nel suo comportamento mentre racconta abilmente l’azione. Sebbene la scrittura e la recitazione siano fantastiche, a volte sono indebolite da animazioni non proprio allo stesso livello. A volte l’azione sembrerà un po’ troppo robotica, oppure i dialoghi non si sincronizzeranno perfettamente con la bocca del personaggio, ma nel complesso si tratta di problemi minori.

Al di là di quello, INDIKA è uno dei giochi visivamente più accattivanti in circolazione. Lo sviluppatore Odd Meter utilizza l’inquadratura, il colore e l’illuminazione per ottenere un aspetto che raramente si vede nei giochi. Le riprese grandangolari spesso distorcono i lineamenti del viso di Indika e deformano lo sfondo per dare all’esperienza una sensazione surreale e voyeuristica. L’inquadratura, nel frattempo, impressiona costantemente poiché accentua l’azione e il mondo. In una sezione, dopo essere stata inseguita da un lupo grande quanto un camion, la bestia cade e si incastra in una ruota idraulica. Ciò che segue è una conversazione sommessa tra Indika, Ilya e il diavolo nella testa della ragazza sul fatto che una bestia possa o meno essere peccaminosa, data la sua natura mossa dall’ istinto, mentre la telecamera segue il lupo morto trascinato sott’acqua dalla ruota idraulica. È una scena macabra considerato solo il contesto, ma le scelte stilistiche consentono al tono di adattarsi al momento in modo più efficace di quanto farebbe una conversazione “filmata” in modo classico. Attenzione però: queste scelte stilistiche non sono messe in piedi solo per lo spettacolo. Sono decisioni creative audaci e talvolta stridenti che riflettono il tumulto interiore di Indika mentre viaggia attraverso la Russia. Ci sono sezioni in cui il mondo, almeno dal punto di vista di Indika, è diviso in due. Quando ciò accade, entra in gioco un sintetizzatore opprimente e discordante mentre una luce rossa infernale inonda la scena. Attraverso la preghiera, Indika può riforgiare il mondo intorno a lei e sopprimere il caos. Per progredire, dovrete fare a pezzi e fondere il suo mondo alternando l’inferno cacofonico di Indika e la sua tranquilla realtà. Sebbene rari, questi momenti danno peso e significato al gameplay di Indika poiché sfruttano i temi di fede e dubbio della ragazza.

Andando ad esaminare il gameplay, lo stesso non si può sempre dire per gli enigmi del gioco. La maggior parte saranno semplici e banali: spostate alcune scatole, manipolate una gru e allineate strategicamente ascensori e montacarichi. Enigmi come questi hanno senso nelle prime ore del gioco, poiché il gioco vuole farvi familiarizzare con Indika e la sua vita umile. Ma man mano che il suo mondo si espande, questi blandi enigmi iniziano a sembrare incongrui dal punto di vista tonale e narrativo mentre Indika lotta con la sua fede, specialmente quando alcuni di questi puzzle vi permetteranno letteralmente di fare a pezzi il mondo, mentre altri vi faranno spingere una scatola in giro per lo scenario.

Ora, tenendo presenti queste critiche, potrebbe sembrare che questa storia sarebbe meglio raccontata attraverso altri medium, come un film o un libro. Ciò che è affascinante, però, è che INDIKA comprende chiaramente il mezzo in cui vive. Sfrutta sfacciatamente i cliché dei videogiochi per elevare i suoi temi. Guadagnerete punti per atti di fede, come eseguire il segno della croce nei momenti cruciali, illuminare altari e raccogliere testi religiosi. Potrete quindi utilizzare questi punti per sbloccare abilità che andranno ad aumentare la quantità di punti che Indika può guadagnare. Il punto cruciale, però, è che questi punti non fanno nulla. Non hanno la benché minima utilità. Addirittura le schermate di caricamento vi diranno che sono inutili. Non hanno alcun valore riconoscibile e sono semplicemente un modo superficiale per misurare la fede di Indika, un modo forse cinico e sarcastico per far intendere che, forse, anche quello che certa gente fa in relazione alla propria fede é fine a sé stesso, inutile, e mosso solo dall’autoconvinzione e dall’autocompiacimento?

Tirando le somme, INDIKA é un gioco intelligente che tratta temi importanti ed in egual misura scomodi in maniera squisitamente brillante. Odd Meter ha fatto un lavoro egregio nello sviluppare questa perla, e 11 Bit Studios ci ha visto lungo. Certo, alcune delle parti più spiccatamente “da videogioco” si perdono un po’ per strada, ma ciò non toglie che INDIKA sia uno dei migliori giochi che ci sia capitato di provare quest’anno.
POWER RATING:
8.5/10
“INDIKA é un gioco fantastico, in grado di incantare i giocatori con una realizzazione tecnica impeccabile, una tematica affascinante, e personaggi profondi e complessi. Bravissimi, Odd Meter!”
PRO:
+ Visivamente ed artisticamente spettacolare
+ Scritto in maniera egregia
+ Interpretazione sublime da parte degli attori principali
+ Tecnicamente ottimo
CONTRO:
– Puzzle poco ispirati





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