Di Redazione PW83

-Codice Review fornito da Limited Run Games
-Versione Testata: PlayStation 5

-Disponibile per: Xbox One, Xbox Series X|S, PlayStation 4, PlayStation 5, Nintendo Switch, PC (GOG)

Una delle peggiori esperienze videoludiche di tutti i tempi é finalmente (?) disponibile per console moderne!

Ci sono videogiochi che entrano nella storia per svariati motivi. Alcuni sono vere e proprie opere d’arte, capolavori senza tempo che si lasceranno giocare divinamente oggi, come allora, come fra 50 anni (Tetris? Street Fighter 2?). Altri invece, sono l’esatto opposto di tutto questo, sono progetti così terribili, marci, senza senso e borderline ingiocabili da… beh, da entrare nella storia. Plumbers don’t wear ties, originariamente pubblicato per Panasonic 3DO, é senza dubbio tra questi.

Conoscevamo già a grandi linee il titolo, esattamente come lo hanno conosciuto tutti: Non possedendo un Panasonic 3DO all’epoca della pubblicazione (diciamoci la verità: NESSUNO possedeva un 3DO), imparammo a conoscere il titolo con la disamina propinata dall’ Angry Videogame Nerd (James Rolfe) su Youtube. Esattamente come l’AVGN, ne rimanemmo in egual misura disgustati, intrigati, confusi ed ammaliati. Che diavolo era Plumbers don’t wear ties?

Oggi Limited Run Games ci ha finalmente (?) dato la possibilità di scoprirlo, con una edizione definitiva che aggiunge diversi contenuti all’originale. Abbiamo visto, e vi abbiamo fatto leggere, tantissime raccolte di vecchi videogiochi in queste pagine, tasselli fondamentali nel progetto di preservazione videodulica. Ed é questo che ci lascia perplessi. I giochi contenuti in quelle collection erano tutti assolutamente meritevoli di essere giocati: Plumbers don’t wear ties é l’esatto opposto. E’ terribile, può a malapena essere considerato un videogioco, ha una recitazione atroce… perché?

Una risposta potrebbe essere “per farvi toccare con mano quanto fosse pessimo”, ovvero per darvi la possibilità di capire quanto fossero sperimentali le creazioni videoludiche degli anni ’90. Onestamente facciamo fatica a capirlo, siamo seriamente in difficoltà. Ad ogni modo, proviamoci: Plumbers Don’t Wear Ties racconta la storia di due attraenti scansafatiche, John (Edward J. Foster) e Jane (Jeanne Basone), che si incontrano per caso in un parcheggio. Le scelte che farete durante il gioco determineranno se la coppia vivrà felice e contenta, ma non prima che Jane si confronti con un capo losco che le offre un lavoro in cambio di favori sessuali. A differenza dei videogiochi full-motion (FMV) dell’epoca, Plumbers è raccontato esclusivamente attraverso fotografie, narrazione fuori campo e musica. All’epoca venne stroncato per la sua narrazione sconnessa e per una sceneggiatura piena di buchi di trama e, soprattutto, stereotipi offensivi.

A onor del vero, anche queste fantomatiche decisioni da fare saranno borderline inesistenti, con la prima che arriverà a circa 30 minuti dall’inizio del gioco. Quando vi verranno proposte, non solo saranno sottili come il ghiaccio, ma anche incredibilmente mal recitate. Il gioco vi avverte che è un prodotto del suo tempo, ma anche per gli standard degli anni ’90, era pessimo. Diventa anche sempre più assurdo, e potrete capire quando hanno in un certo senso rinunciato o esaurito la vera storia su cui fare un gioco. È morbosamente affascinante quanto un progetto possa essere fallimentare.

Limited Run si é messa d’impegno nel tentativo di competere con gli altri publisher e le loro collection. Sebbene si appoggi molto al suo slogan di “il peggior gioco mai realizzato”, rimane comunque uno sforzo solido. Le interviste e i commenti offrono alcuni spunti interessanti sulla realizzazione di Plumbers. Contiene persino alcuni degli unici contenuti onesti e non recitati di James Rolfe degli ultimi cinque anni.

E gli extra? In Plumbers Don’t Wear Ties, i documentari necessiteranno di essere sbloccati. Dovrete accedere alla modalità Plumb the Depths. Qui dovrete navigare in un labirinto 3D primitivo e sparare con gli sturalavandino al boss viscido di Plumbers. Nascoste all’interno ci saranno le ambite interviste, così come immagini e tracce di commento. Questa modalità è sciocca e riuscirete a trovare tutti i suoi sbloccabili in poche sessioni rapide. In tutta onestà sembra il modo di fare soldi a poco prezzo che avrebbe onorato il 3DO, una cosa che sotto una certa ottica potrebbe aver senso. Tuttavia, seppellire le interviste video (il vero valore del gioco), non è un granché. Ha solo aggiunto una ulteriore scrollata di spalle alla nostra fase di testing del gioco.

Tirando le somme, fortunatamente Plumbers é stato preservato. Ma ne vale la pena? Per i documentari e la storia, sì, assolutamente. Per il gusto di rigiocare Plumbers Don’t Wear Ties? No, neanche per scherzo. Questo è un pezzo di storia, da trattare più come un documentario o uno studio sul genere che altro. È anche affascinante vedere chi sono riusciti a ripescare dalla produzione del gioco originale. Plumber’s Don’t Wear Ties però, rimane in effetti uno dei peggiori giochi mai realizzati. Fa ancora schifo, è spazzatura irrecuperabile. Tuttavia, il trattamento e il rispetto di Limited Run per la conservazione del mezzo sono da elogiare.

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