Di Redazione PW83
-Codice Review fornito da Duality Games
-Versione Testata: Xbox Series X
-Disponibile per: PlayStation 5, Xbox Series X|S, PC
Duality Games, con il suo ultimo titolo, ci porta in un macabro mondo di terrore e decadenza
Nell’anno domini 2024, inventarsi un gioco horror che non sia una sequela infinita, trita e ritrita, di cliché é senza dubbio un compito ingrato. Dagli albori del genere infatti, si é potuto vedere praticamente qualunque tipo di concetto e variazione: body horror, horror psicologico, comedy horror… fidatevi, qualunque cosa vi stiate immaginando, é sicuramente già stato fatto. Anche nel mondo dei videogiochi la situazione non é tanto più rosea, con dozzine e dozzine di giochi pubblicati. Oggi andremo a valutare Unholy, ultima creazione del team di Duality Games, un gioco che sin da subito ci aveva incuriositi con la sua (doppia) ambientazione e i suoi toni decisamente cupi.

Via il dente, via il dolore: l’orrore di Unholy avrebbe potuto essere molto migliore se non fosse stato frenato da una pessima IA nemica e da controlli scomodi. È frustrante perché la grafica in stile fotorealistico è decisamente impressionante. Giocare nei panni di una donna che decide di abbandonare una setta, solo per vedere il proprio figlio trascinato in un inferno alternativo chiamato Città Eterna era una premessa decisamente valida. Ora, dopo averlo testato e terminato, possiamo dire che sebbene abbia i suoi difetti, ci è comunque piaciuto per la maggior parte, anche con un doppiaggio fastidioso e una transizione brusca tra filmati e gameplay.
La trama, dicevamo. Nei panni di Dorothea, dovrete trovare un modo per riavere vostro figlio. All’inizio, assisterete a una cerimonia in cui vostro figlio, Gabriel, sta per essere sacrificato per il sinistro profeta che sta guidando la cerimonia. La chiesa brucia e Gabriel scompare, lasciando Dorothea come una donna disprezzata, ossessionata a trovare suo figlio a qualunque costo. Dopo aver appreso di un rituale che potrebbe condurla da Gabriel, Dorothea entra nella Città Eterna, una versione decisamente distorta del mondo reale.

La Città Eterna porta in dote somiglianze con la versione da incubo di Silent Hill e il Sottosopra di Stranger Things, ma in linea di massima rimane un mondo incredibilmente malvagio e perverso da esplorare. Il gameplay principale ruoterà attorno all’uso di una fionda mistica che utilizzerete per aprire porte, fornire riparo, ferire i nemici e altro ancora. Non ci é del tutto chiaro perché proprio una fionda sia stata l’arma scelta, ma bene o male funziona, nonostante non sembri particolarmente tosta o minacciosa. Dorothea non è una guerriera, però. È solo una madre a pezzi che vuole trovare suo figlio e farà tutto il necessario per riportarlo indietro.
Le munizioni per la fionda saranno tutte correlate a emozioni diverse come tristezza, paura, rabbia e desiderio. Potranno essere cambiate secondo la bisogna una volta sbloccate per fare un sacco di cose e, sebbene non ci voglia molto per capire cosa usare e quando, è una bella funzionalità che vi aiuterà non poco. Oltre alla fionda, sbloccherete anche diverse maschere che potranno essere utilizzate per sbloccare nuove abilità, come la capacità di vedere parti dell’ambiente con cui è possibile interagire per aiutarvi a far comparire un passaggio o sbloccare una porta.

Ora veniamo alle note negative. Una parte importante per attraversare la Città Eterna sarà la furtività e, sebbene questi vari strumenti possano aiutare, dovrete evitare e scappare dalle guardie del culto e nascondervi nei vari hiding spots nelle vicinanze. L’IA nemica è scarsa, poiché non vi disturberanno nemmeno se vi vedranno mentre entrate in uno di questi nascondigli e, una volta dentro, ci metteranno un po’ ad andarsene. Unholy non é Alien: Isolation, e si vede. Con un’IA così mal implementata, il gioco perde un sacco di tensione, trasformando quelle che dovrebbero essere le fasi più eccitanti in periodi frustranti che bloccano completamente l’immersione.
Non solo. Unholy crolla sotto la sua stessa ambizione, rovinata da alcuni problemi tecnici come il pop-in delle texture a pochi metri di distanza da Dorothea. Le scene di intermezzo passano da un personaggio immobile al vederlo scomparire e da alcune tra le transizioni più brusche che ci sia mai capitato di vedere, quando il gioco entra ed esce dalle sezioni cinematografiche a quelle giocate.

Proseguendo, per quanto gli ambienti siano progettati in modo intricato, alcune delle animazioni dei personaggi sono scadenti, al punto da renderli simili a burattini di legno quando parlano. Anche il doppiaggio è… bizzarro e non riesce mai a trasmettere la paura nella storia. È un peccato perché per quanto sforzandosi sia possibile gestire i problemi tecnici, avere entrambi questi fastidi giocare in tandem ostacola il godimento complessivo di Unholy. E’ onestamente un peccato, perché il design della Città Eterna é semplicemente incredibile, in grado di lasciare a bocca aperta.
Tirando le somme, Unholy avrebbe potuto essere molto di più se tutti i problemi che lo affliggono fossero stati risolti prima dell’uscita. È uscito su PC l’anno scorso, quindi verrebbe da pensare che alcuni di questi problemi siano stati risolti o almeno mitigati. Sfortunatamente non é così. Detto questo, ci è piaciuta la storia e gli ambienti di gioco sono oggettivamente sbalorditivi. Il gameplay cerca di fare qualcosa di diverso e, sebbene la fionda sia uno strumento potente, passare avanti e indietro tra le “munizioni” e cambiare le maschere per determinate situazioni non è l’ideale e molto avrebbe potuto essere fatto meglio. Peccato, perché il titolo di Duality Games aveva un potenziale enorme.





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