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Final Fantasy XVI segna l’arrivo di un cambio epocale nella leggendaria saga di Square Enix!
Come avete già visto più volte, raramente succede che compaia sulle nostre pagine la recensione “leggermente” in ritardo di qualche gioco, rispetto alla sua pubblicazione sul mercato. In termini temporali, stavolta la forbice tra lancio e recensione sulle nostre pagine è stata di diciassette mesi. Tantino onestamente, ma come abbiamo ripetuto più volte, in quanto testata online indipendente dobbiamo lavorare il doppio per ottenere la metà rispetto ai nostri competitor, ergo può succedere che in occasione del lancio non rimangano più codici disponibili. Poco male comunque, visto che sempre in relazione all’essere indipendenti, possiamo giostrarci questi articoli tardivi come meglio preferiamo, senza oneri di spesa (paghiamo noi questi giochi, e dopo tanto tempo riusciamo ad acquistarli a prezzi stracciati) embargo, date di uscita, ed altre beghe legal/burocratiche con cui dobbiamo lottare quotidianamente per le altre pubblicazioni che ci vengono affidate dalle varie Case, Software House ed Agenzie Stampa.
Oggi nello specifico, andremo ad esaminare un titolo che ricadeva in toto nelle variabili sopramenzionate: alta richiesta, limitata disponibilità di codici disponibili, et les jeux son faits: rien ne va plus, monsieurs. Final Fantasy, si sa, è da sempre una serie che fa gola a chiunque, e nonostante PW83 collabori e sia in ottimi rapporti con dozzine di Agenzie Stampa, alle volte può succedere che qualcosa non ci venga assegnato. Poco male.
Final Fantasy, dicevamo, e nello specifico il sedicesimo capitolo cardinale: un numero già impressionante di per sè, ma che cresce esponenzialmente se si vanno ad includere le dozzine di spin-off, sequel, e curiosità pubblicate negli anni. Un titolo tra l’altro decisamente molto importante perchè come vedremo, andrà a sovvertire diverse tra le linee guida che hanno reso famosa la serie. Andiamo a vedere perchè.

Innanzitutto, facciamo un po’ di chiarezza. I giochi della serie Final Fantasy sono così chiamati perché il primo capitolo doveva essere il canto del cigno di Square, la sua ultima uscita prima di andare in bancarotta. Un altro modo di spiegare quel titolo trionfalmente ironico è che ogni Final Fantasy riguarda un viaggio all’ombra di quella che può essere considerata la vera fantasia finale: l’apocalisse. Essendo storie sul salvataggio del mondo, ogni gioco vi chiede anche di trascorrere innumerevoli ore nel suo mondo vivendo con la prospettiva della sua fine. Ognuno di questi giochi esplora come le persone cedono o si ritrovano quando sono costrette a vivere in un clima di ansia pervasiva. Siamo dell’idea che questa atmosfera di crisi incombente, con i suoi abbondanti parallelismi col mondo reale, abbia giocato un ruolo non riconosciuto nell’attrattiva di Final Fantasy nel corso degli anni. Ed è questa atmosfera, crediamo, che lega davvero insieme una serie celebrata per essersi costantemente reinventata, dal combattimento a turni allo spettacolo del rhythm game fino, nel caso di questo Final Fantasy 16, a un hack-and-slash conflittuale ma piacevole con una scrittura coinvolgente, splendide seppur un po’ anonime location e un bel po’ di andirivieni.
Final Fantasy 16 riprende la strada imboccata da FF14 e continua a far tornare la serie sullo stile dell’high/dark fantasy, prendendo più di un po’ di ispirazione da Game of Thrones lungo il percorso. La sua trama abbraccia infatti decenni di storia nel regno di Valisthea, una terra che trabocca sia di bellezza che di morte, mentre una piaga incombente costringe i regni vicini a combattere per risorse incontaminate.
Normalmente i Final Fantasy raccontano le loro storie dal punto di vista della generazione più giovane, che si trova spesso a lottare contro un regime corrotto di tiranni, oppure contro Dei o aspiranti tali. Nel caso di FF16, interpreterete Clive Rosfield, il figlio maggiore e decisamente burbero del Duca dello sperduto regno di Rosaria, il cui fratello minore Joshua si scopre essere un Dominante, uno dei pochi privilegiati che possono incanalare il potere degli Eikon, mostri mistici ispirati alle evocazioni dei giochi precedenti. La storia di Clive e Joshua inizia con un’ignobile scaramuccia di confine per il controllo di un Madrecristallo, una pietra preziosa grande quanto una montagna i cui frammenti conferiscono poteri magici, l’ultima delle metafore di Final Fantasy per il combustibile fossile (non ci avevate mai fatto caso, vero?).

Ebbene, la loro storia presto si estende fino a comprendere l’intero regno di Valisthea, un continente quasi medievale minacciato da un lato da dinastie in guerra e dai loro Dominanti, e dall’altro da una Piaga dilagante che rende la terra invivibile. Come in molti Final Fantasy, l’apocalisse di questo mondo è intrecciata con una sciocca interpretazione di ingiustizia sistematica. Le persone in grado di lanciare magie senza usare cristalli sono oggetto di paura e invidia: vengono marchiate alla nascita come Portatori e trattate come schiavi. Inoltre, come in molti Final Fantasy, c’è una minaccia metafisica più grande che attende dietro le quinte.
Toccherà quindi al cupo e muscoloso Clive dare un senso alla follia, una fetchquest alla volta. Dopo un generoso prologo e alcuni tragici colpi di scena, vi stabilirete nel bel mezzo del mondo, uscendo da un nascondiglio centrale dotato di negozi e attrezzature per il crafting per muovervi in sezioni caricate separatamente. Queste consisteranno in insediamenti elegantemente vivaci e pianure moderatamente aperte e punteggiate di oggetti da collezione, collegate da sentieri e canyon rigogliosi, dove chiacchiererete con le persone per missioni che vi vedranno quasi sempre camminare verso un waypoint e combattere qualcosa.
Ora, per quanto dotato di una presenza scenica notevole Clive è, in una certa misura, il diretto contraltare a una pantomima di mercanti, contadini, nobili e vari tipi di persone a caso, scritti e interpretati in modo affascinante, con localizzazione in lingua inglese e doppiaggio tratto da tutte le isole britanniche. Il suo ruolo nel dramma è quello di massacrare le cose molto duramente in modo che la trama possa accadere. Ma Final Fantasy 16 riguarda anche il dare un senso a lui nello specifico, non solo alla sua angosciata storia familiare quindi, ma anche al suo status di ennesimo protagonista Prescelto, e a come questo mondo esista semplicemente per dargli potere. Come avrete capito, non è il “classico protagonista di Final Fantasy”, e a noi questa cosa è piaciuta molto. Anche il resto del cast è eccellente. Jill è l’amica d’infanzia di Clive e si comporta come una compagna meravigliosa che capisce e si immedesima in Clive a un livello profondo ed emotivo, e le scene tenere tra loro sono sempre un momento clou man mano che la loro relazione cresce. In più, e sappiamo che per tanti potrebbe suonare come un’ eresia, Jill potrebbe essere la nostra nuova co-protagonista femminile preferita, scalzando la waifu-per-eccellenza, Tifa Lockhart di FFVII, dal gradino più alto del podio. Il Cid di Final Fantasy XVI poi, è probabilmente uno dei nostri nuovi personaggi preferiti nell’intera serie di Final Fantasy. È un leader naturale, pieno di carisma e fascino e, senza entrare nei dettagli, la sua causa è una di quelle che è stato molto facile sostenere e che ci ha resi entusiasti di seguire lui e la sua banda di fuorilegge.

Ed ora, veniamo alla parte cruciale della recensione di Final Fantasy XVI: il sistema di combattimento. Non ci crederete (non ci avremmo creduto nemmeno noi, onestamente), ma una parte significativa di ciò che ci ha fatto invaghire di FFXVI è il suo elegante sistema di combattimento, poiché è strettamente legato all’identità del gioco. Final Fantasy si è allontanato sempre di più dalle sue radici di gioco di ruolo a turni ormai da molto tempo, e con Final Fantasy 16, sembra che una metamorfosi in gestazione da anni sia finalmente completa. Il combattimento di Final Fantasy 16 è un gioco d’azione puro, fine della storia. Gli appassionati più hardcore potrebbero non apprezzare questi cambiamenti drastici, ma abbiamo trovato questo approccio molto più “sensato” rispetto al sistema di combattimento ibrido di FFXV e forse addirittura più piacevole rispetto all’ approccio unico adottato in Final Fantasy VII Remake e Rebirth.
Per quanto sia possibile controllare solo Clive durante il gioco, il suo elenco di abilità derivanti dagli Eikon si fonde ed intreccia insieme agli eventi della storia, e la struttura delle sue battaglie più grandi funziona magistralmente, perché vi darà l’impressione di controllare uno spadaccino agile, determinato ed elegante, dotato di una serie di poteri fighissimi che potrà sfoderare e mettere insieme in qualsiasi momento. La cosa paradossale è che FFXVI riesce a mantenere vagamente i principi di progettazione di un gioco di ruolo classico, con alberi delle abilità, un sistema di livellamento, equipaggiamento potenziabile e statistiche, che lavorano in sinergia e creano un senso di progressione. Ma quando sarete in combattimento, la vostra gestione delle capacità tecniche di Clive e dei poteri Eikon saranno ciò che vincerà la battaglia.
Potrete equipaggiare tre Eikon e scambiarli al volo in battaglia: ognuno avrà accesso a due poteri in cooldown e una mossa di utilità unica che potrete eseguire in qualsiasi momento. Personalizzare e mappare le varie abilità Eikon sarà fondamentale; da affrontare come se steste creando equipaggiamenti o composizioni del party in altri giochi. E poiché tutte queste abilità hanno proprietà come lancio, esecuzione a mezz’aria, carica o danno ad area, potrete sbizzarrirvi con delle fantastiche combo. Come potete immaginare, sono tutte meccaniche che noi di PW83 siamo abituati a vedere mentre giochiamo ai nostri amati Fighting Games, e ne siamo rimasti folgorati.

FFXVI non è un gioco complesso, in quanto la sua struttura di base è piuttosto semplice. Come già detto, avrete una base chiamata The Hideaway (Il Nascondiglio) e aree hub inizialmente scarsamente popolate per ogni regione che si apriranno gradualmente man mano che farete progressi, con missioni secondarie che appariranno mano a mano che farete progressi in queste aree per dare corpo al mondo. Una volta ottenuto l’accesso alla Hunt Board (un classico di FF, e nello specifico FFXII), troverete combattimenti con i boss opzionali che vi ricompenseranno con una sfida soddisfacente, un mucchio di XP e materiali per un equipaggiamento migliore. Ma la missione principale sarà principalmente guidata da scenari distinti incentrati sul combattimento simili a un dungeon lineare in cui orde di nemici sono intervallate da una manciata di combattimenti con i boss. Non solo contengono alcuni dei migliori momenti della storia e delle migliori cinematiche, ma è anche dove il gameplay trova il suo ritmo, raggiungendo una piacevole cadenza di combattimenti spettacolari.
A tal proposito, dove FFXVI mostra maggiormente i muscoli sarà nelle battaglie Eikon contro Eikon: momenti cruciali in cui i Dominanti completamente trasformati mettono tutto in gioco e combattono con tutto ciò che hanno. Non ci saranno molti di questi combattimenti contro i boss, ma quelli da circa metà gioco fino alla fine sono tra gli spettacoli più selvaggi e impressionanti che ci sia mai capitato di vedere. Nuovi poteri specifici per queste battaglie si apriranno man mano che il gioco procede, quindi non si tratterà solamente di eventi quick time o furiose sessioni di button-mashing. E anche quando si basano sui QTE, verrà mostrata una ridicola dimostrazione di forza in grado di far ammutolire giochi basati sullo spettacolo come Asura’s Wrath. Per rendere l’idea, ormai non ci lasciamo facilmente sedurre da filmati elaborati o da una fedeltà visiva super elevata, ma FFXVI è uno di quei casi in cui quella prodezza tecnica accentua la grande scala di questi momenti genuinamente sorprendenti e sbalorditivi. Siamo sicuri che raramente vi succederà di vedere qualcosa di simile, fidatevi.

Leggendo fino a questo punto, siamo sicuri che la vostra idea del gioco sia riconducibile a qualcosa sulla falsariga del “Gioco perfetto, 10 su 10, tanti saluti“. Purtroppo non è così, perchè se è vero che FFXVI eccelle in tanti comparti, è altresì vero che inciampa goffamente in altri. Nello specifico, le missioni secondarie sono, sfortunatamente, una delle parti più deboli di FFXVI. In tutta onestà, da giocatori navigati, rimaniamo dell’idea che valga ancora la pena farle per il modo in cui umanizzano la gente di Valisthea. Probabilmente una manciata di esse sono addirittura fondamentali per ottenere il quadro completo dei personaggi chiave e delle loro relazioni. Ma a parte quelle (pochissime) realmente importanti che vi ricompenseranno con scene emotivamente toccanti, la restante totalità sarà per lo più composta da sequenze di dialoghi forzati con obiettivi che raramente sfrutteranno al meglio i punti di forza del gioco. È anche qui che la narrativa, per mancanza di un termine migliore, alle volte cade a terra di faccia, quindi il contrasto di qualità è netto quando la missione principale sfoggia un comparto narrativo di prima classe.
Veniamo al lato tecnico, iniziando per una volta dal comparto audio e nello specifico dalla colonna sonora: e che colonna sonora! Il lavoro svolto da Masayoshi Soken e dal suo team riesce ad accompagnare perfettamente ogni grande scena, che si tratti dei teneri momenti tra Clive e Jill, dei momenti di quiete nel Nascondiglio o delle battaglie assolutamente epiche tra gli Eikon. Non sappiamo se siamo ancora pronti ad affermare che è la migliore colonna sonora di Final Fantasy di tutti i tempi (difficile togliere la corona al Final Fantasy VII originale), ma è sicuramente una delle migliori colonne sonore dell’intera saga. Anche visivamente Final Fantasy 16 è incredibile. Le prestazioni potrebbero non mantenere sempre i 60 FPS costanti, anche con l’impostazione grafica impostata sul dare priorità al frame rate, ma quei piccoli intoppi non gli impediscono di essere comunque uno dei giochi più belli a cui ci sia capitato di giocare.

Tirando le somme, Final Fantasy XVI è stato una sorpresa, o meglio, sapevamo che come ogni singolo Final Fantasy sarebbe stato un prodotto di qualità, ma onestamente non pensavamo di innamorarcene a tal punto. I primi comunicati stampa, dove avevamo letto per la prima volta che sarebbe stato un titolo action, ci avevano fatto storcere il naso, e l’aver giocato alla demo pubblicata prima del lancio non aveva migliorato la situazione. Ora però, dopo aver affondato i denti nel gioco ed averlo vissuto come si confà ad un titolo di tale calibro, abbiamo realizzato che non solo questo gioco ci è piaciuto da impazzire, con il suo tono più adulto, violento e cupo, ma paradossalmente ci è piaciuto anche più di (e questa sarà una cosa che farà schiumare dalla bocca tantissimi “fan”) Final Fantasy VII Remake e Rebirth. FFXVI e FFVIIR sono due giochi diversissimi, certo, ma la differenza maggiore sta nell’approccio adottato. E’ ovvio che nel momento in cui venne annunciato il Remake di uno dei nostri giochi preferiti, le aspettative fossero altissime, e in tutta onestà, dopo aver giocato e completato sia Remake che Rebirth, continuiamo a preferire l’originale del 1997. Discorso diverso per FFXVI invece, dove le nostre aspettative erano pari allo zero (forse meno), e siamo stati piacevolmente sorpresi non solo in relazione al sistema di combattimento, ma anche del comparto narrativo. Complimenti, Square Enix.
POWER RATING:
9.1/10
“Final Fantasy XVI portava sulle spalle il peso del cambiamento. Fortunatamente, il team di Square Enix ha saputo capitalizzare sui punti cardine dell’esperienza, regalando ai fan un gioco intrigante e dal sapore fresco. Imperdibile.”
PRO:
+Sistema di combattimento profondo e ben strutturato
+Visivamente impressionante
+Comparto audio eccellente
+Un mondo di gioco finalmente adulto, cupo e credibile
+Comparto narrativo scritto in maniera impeccabile
CONTRO:
-Le missioni secondarie sono il punto debole dell’intera esperienza
-Qualche indecisione sul lato tecnico





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