Di Redazione PW83
-Codice Review fornito da Nihon Falcom, NIS America
-Versione Testata: PlayStation 5
-Disponibile per: PlayStation 4, PlayStation 5, Nintendo Switch, PC (Steam)
Il sequel diretto di uno dei migliori JRPG del 2024 è pronto a farvi vivere nuove, incredibili, avventure!
A costo di sembrare un disco rotto, lo ripeteremo ancora una volta: ogni volta che ci viene data conferma che dovremo recensire un nuovo JRPG prodotto dai maestri di Nihon Falcom, in redazione si respira aria di festa. A maggior ragione quando, come in questo caso, è il sequel diretto di uno dei migliori JRPG che ci sia capitato di giocare l’anno passato, un gioco che si è piazzato all’ottavo posto complessivo della nostra top-ten per eleggere il GOTY (e prima che pensiate qualunque cosa, non è una posizione bassa: l’anno scorso abbiamo recensito qualcosa come 200 titoli. Fate i vostri calcoli. NdR) e che, soprattutto, fa parte di una delle migliori saghe nippo-ruolistiche di tutti i tempi. Signori e signore, date il benvenuto a The Legend of Heroes: Trails through Daybreak 2!

Guardiamo la trama. Diversi mesi dopo gli eventi di Trails through Daybreak, Van continua a lavorare come capo della Arkride Solutions mentre ci spostiamo nell’anno 1209. A febbraio di quell’anno, Elaine Auclair, la Bracer di rango A nonchè amica d’infanzia di Van, chiede il suo aiuto per indagare su un misterioso Grendel cremisi che è stato ripreso dalle telecamere mentre massacrava una squadra della forza speciale Hercules dell’esercito di Calvard.
Come ci si aspetterebbe da un sequel diretto, Van e i suoi soci avranno nuovi misteri da scoprire e nuove minacce da affrontare. Ma a differenza dei precedenti giochi della serie Trails, a volte le cose finiscono per essere semplicemente troppo difficili da gestire per loro, il che porta alla premessa principale di Daybreak II. Nel corso della narrazione, una serie di incidenti e crisi provocheranno la morte (spesso raccapricciante) del gruppo o di civili innocenti. In tali eventi, i dispositivi Genesis recuperati dalla Arkride Solutions durante gli eventi di Daybreak danno inizio a un nuovo fenomeno: il poter riavvolgere il tempo, consentendo alle parti coinvolte di conservare vaghi ricordi dell’imminente vicolo cieco in modo da poter cambiare il futuro.
Nonostante l’uso del viaggio nel tempo per evitare molte potenziali morti, Daybreak II mantiene comunque un tono molto cupo, affrontando temi e argomenti politici decisamente attuali. Il ritmo è anche molto più veloce rispetto alla maggior parte dei precedenti titoli della serie, tanto che a volte sembrerà che il povero Van e i suoi amici non riescano proprio a prendersi una pausa. Narrativamente comunque, Daybreak II è decisamente un gioco della serie Trails, con un’eccellente scrittura dei personaggi, una narrazione avvincente piena di colpi di scena e momenti emozionanti che vi toccheranno il cuore. Nonostante i misteri dell’arco di Calvard non trovino molta risoluzione (probabilmente perché sarà il focus del prossimo Daybreak III), Daybreak II rimane un’esperienza imperdibile per come continui a sviluppare in maniera costante e definita personaggi, tradizioni e mondo di gioco.

In termini di gameplay, Daybreak II ripropone il nuovo sistema di combattimento introdotto nel suo predecessore. Continuerete a combattere nemici normali sia in modalità azione che a turni, anche se entrambe presenteranno alcune modifiche e aggiunte. Innanzitutto, la prima Arte elencata in ogni Arts Driver può ora essere lanciata sul campo come Arte rapida, offrendovi opzioni AoE e a distanza in combattimento. Le Arti rapide vengono anche utilizzate per attivare alcuni dispositivi dei dungeon, anche se onestamente non si farà poi molto con questa meccanica. Le schivate opportunamente sincronizzate ora daranno anche l’opportunità di proseguire passando a un altro personaggio e usando immediatamente un attacco caricato con la pressione di un singolo pulsante; così facendo, si aumenta il danno inflitto nel combattimento d’azione per un breve periodo.
Le aggiunte al combattimento d’azione, tuttavia, non aggiungono molta profondità e il combattimento a turni è ancora il vero cuore pulsante di Daybreak II. Qui, la maggior parte delle modifiche riguarda una prospettiva di usabilità e bilanciamento. Per cominciare, gli S-Craft ora possono essere utilizzati solo una volta per S-Boost. Poiché in questo capitolo costano 100 CP fissi, un personaggio nel primo Daybreak che era vicino o a 200 CP poteva utilizzare due S-Craft uno dopo l’altro, e questo è stato risolto costringendoli ad aspettare che S-Boost scadesse e iniziassero un altro S-Boost per scatenare un altro S-Craft. Anche l’interfaccia utente dell’indicatore di turno è stata semplificata per essere più facile da capire e rubare i bonus di turno ora funziona in maniera similare ai Trails precedenti.
Gli utilizzatori di magia trarranno vantaggio anche dall’introduzione delle Dual Arts, essenzialmente incantesimi che usano due elementi contemporaneamente. Ciò fornisce loro una maggiore copertura elementale con cui lavorare e alcune delle nuove Arts sono, tra l’altro, incredibilmente potenti.

Al di fuori del combattimento, le missioni e l’esplorazione generali funzionano come ci si aspetterebbe. Gli atti I e II della storia principale sono divisi in due parti ciascuno e vi verrà data la possibilità di scegliere quale completare prima, ma la storia per il resto rimane piuttosto lineare. In particolare, la maggior parte di Daybreak II si svolge a Edith, il che potrebbe deludere coloro che hanno apprezzato gli ambienti più vari del primo gioco. Gli allineamenti Legge-Grigio-Caos delle missioni secondarie ritornano qui, ma in tutta onestà, non abbiamo capito se abbiano avuto alcun impatto sulla storia principale e la meccanica nel suo complesso sembra ancora più sottoutilizzata di quanto non lo fosse in Daybreak I.
Sorprendentemente, Daybreak II introduce anche alcune meccaniche di gioco che sono note per essere un po’ troppo diffuse nei giochi sviluppati in Occidente: missioni di pedinamento in cui si deve seguire di nascosto le persone, minigiochi di hacking e persino una modalità detective per trovare segreti e prove nascoste. Le missioni di pedinamento sono più o meno semplici, goffe e noiose come ci si aspetterebbe, anche se misericordiosamente brevi. L’interpretazione di Falcom dei minigiochi di hacking è in realtà piuttosto divertente e sembra abbastanza diversa da altre meccaniche di hacking simili nei videogiochi. Per finire l’equivalente di Daybreak II della “modalità detective”, quindi, nota come Shard Search, verrà utilizzata principalmente per seguire tracce di prove, trovare punti di pesca (di ritorno dopo la misteriosa assenza del primo capitolo) e raccogliere Shard Token.
Gli Shard Token si collegano all’altra grande aggiunta di Daybreak II: il Marchen Garden. Questa nuova posizione è uno spazio virtuale che funziona come un dungeon generato proceduralmente. Ogni piano avrà un semplice obiettivo da completare prima di poter passare al successivo e combatterete contro un boss alla fine di ogni sezione del Marchen Garden. Servizi come l’acquisto e la vendita di equipaggiamento, armeggiare con gli slot di quarzo Xipha e curare il gruppo sono tutti presenti anche nel menu principale del Marchen Garden, il che è oggettivamente molto comodo. Il dungeon nel suo insieme serve come un modo per raccogliere risorse e mantenere il vostro team livellato mentre avanzate nella storia. Gli Shard Token possono essere usati per analizzare i Mystic Cubes, che sono essenzialmente lootbox in-game che vi daranno tonnellate di oggetti. Il Marchen Garden vi consente anche di potenziare direttamente i Craft dei personaggi per la prima volta nella serie, con bonus di statistiche per tutti i craft di un personaggio che raggiungono un dato livello di potenziamento.

Veniamo ai difetti, e precisiamo che in tutta onestà, sarebbe meglio considerarli al massimo come “fastidi”. In primis, parlando della narrazione complessiva, alcuni dei vicoli ciechi che vengono evitati con il viaggio nel tempo sembrano un po’ forzati e artificiosi e, in un caso, si basano su un’istanza del cast che improvvisamente non ha la competenza e la lungimiranza che ci si aspetterebbe da un professionista come Van. Inoltre, per quanto i riavvolgimenti siano belli dal punto di vista narrativo, non aggiungono molto al gameplay. Daybreak II è in definitiva ancora una storia lineare e la maggior parte dei riavvolgimenti avviene in punti programmati, con un solo punto possibile per tornare indietro nel tempo in ogni caso. Solo poche istanze consentono al giocatore di intraprendere azioni proattive per impedire che un vicolo cieco si verifichi. Proseguendo, il Marchen Garden è decisamente facile da attraversare velocemente e, con la mole di oggetti ottenibili dai Mystic Cubes, non c’è molto incentivo a restare su un singolo piano a “livellare” quando potrete semplicemente correre verso il boss finale, eliminarlo, ed ottenere molti più Shard Tokens di quelli che otterreste raccogliendoli nel dungeon.
Tecnicamente, per quanto riguarda la presentazione generale del gioco, molto di ciò che abbiamo detto sul primo Daybreak si applica anche al sequel. Anzi, forse è addirittura migliorato. La musica è ancora fantastica e il doppiaggio è ancora eccellente. Da un punto di vista tecnico il gioco ha funzionato senza alcun problema o crash. È un’esperienza solida nel complesso, senza molto altro da aggiungere.

Tirando le somme, nonostante i “fastidi” menzionati poco sopra, Trails through Daybreak II rimane un’esperienza imperdibile per i fan della serie Trails e una seconda uscita più che solida per l’arco narrativo di Calvard e il suo protagonista Van Arkride. Non vediamo l’ora di scoprire cosa riserva il futuro all’eccellente serie di Falcom: Trails through Daybreak III, ti aspettiamo!
POWER RATING:
9.2/10
“Nihon Falcom si conferma maestra del genere JRPG, e Daybreak II ne è l’esempio perfetto. Se avete amato le avventure di Van Arkride, questo sequel è assolutamente imperdibile”
PRO:
-Sistema di combattimento sempre fantastico
-La trama continua ad essere tratteggiata in maniera sopraffina
-Colonna sonora e doppiaggio eccellenti
-Cast di personaggi accattivante, li adorerete
CONTRO:
-Il poter riavvolgere il tempo è interessante, ma troppo “impostato”
-Il Marchen Garden poteva essere strutturato meglio





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