Di Redazione PW83
-Codice Review fornito da Deep Silver / PLAION
-Versione Testata: Xbox Series X
-Disponibile per: PlayStation 5, Xbox Series X|S, PC (Steam)
Si ritorna nella Boemia medievale con l’ultimo capitolo della saga creata da Warhorse Studios!
Kingdom Come Deliverance, il primo capitolo, fu uno di quei giochi in grado di incuriosirci sin dalla sua pubblicazione nel 2018 ma che, per un motivo o per l’altro (ad esempio il dover gestire le mille sfaccettature della gestione di un sito indipendente) non fummo mai in grado di giocare, né a livello giornalistico, né in quello prettamente ludico/personale. Onestamente, come dicevamo, ci aveva sempre incuriosito, ma era sempre rimasto ai bordi della nostra “vista periferica”, per tanti motivi. Il voler essere improntato ad una premessa medievale, ad esempio, scevra però di qualsivoglia elemento fantasy o fantastico in generale. Una sorta di “simulatore di vita nel quindicesimo secolo”, se vogliamo. Ebbene, grazie a Deep Silver, PLAION e WarHorse siamo in grado, finalmente, di toccare con mano quel gioco per noi così elusivo ed affascinante, e per di più nella sua ultima versione. Benvenuti, lorsignori, alla recensione di Kingdom Come Deliverance 2!

Non perdiamo tempo ed andiamo ad esaminare immediatamente la trama. Questa tragica storia riprende quasi immediatamente da dove si era interrotto Kingdom Come: Deliverance nel 2018, anche se non pensiamo che sia necessario aver giocato al primo per mettersi al passo, grazie alla trama principale relativamente facile da seguire e alla maggior parte dei richiami ben spiegati man mano che accadono. Noi, ad esempio, non abbiamo giocato KCD1 e non abbiamo avuto il minimo problema a capire cosa stesse succedendo. In soldoni, Henry, figlio di un fabbro trasformatosi in improbabile guerriero, viene catapultato nel mezzo degli intrighi di una politica dinastica e di spargimenti di sangue messi in scena da un cast eterogeneo e complesso, tra cui il chiassoso figlio fallito di un signorotto locale e alcune comparsate davvero memorabili da parte di personaggi storici reali che non vogliamo rovinare.
La vera star dello show, comunque, non è tanto la pur gradevolissima e ben scritta trama, bensì il mondo di gioco, e nello specifico la città di Kuttenberg. Non possiamo parlare di questo posto in termini meno lusinghieri che dire che potrebbe essere una delle meraviglie del mondo moderno dei giochi di ruolo. Non crediamo di aver mai camminato per le strade di una città medievale virtuale che sembrasse così grande, dettagliata e, soprattutto, viva. La disposizione si basa in gran parte sulla città vera e propria che esiste ancora oggi, con parti che seguono quasi esattamente la griglia stradale moderna. È un posto meraviglioso in cui potrete perdere ore semplicemente gironzolando e scoprendo ogni sorta di avventura urbana, dalla risoluzione di una disputa tra due scuole di spada rivali alla caccia a un macabro serial killer. Certo, alcuni dei PNG condividono ovviamente lo stesso doppiatore e altri condividono lo stesso volto, persino personaggi secondari importanti, il che può essere particolarmente stridente. Ma è difficile fissarsi troppo su questi dettagli in un posto come questo. Quando siamo arrivati qui per la prima volta, avevo già più di 35 ore nel nostro salvataggio, e abbiamo trascorso diversi giorni di gioco ciondolando allegramente, facendo shopping per i vestiti più belli e le migliori armature che potessimo permetterci. E se vi fermate a ragionarci sopra un secondo, questo è proprio quello che dovrebbe succedere quando si mette piede per la prima volta nella capitale di un enorme mondo videoludico. Non trovate?
Un’altra cosa che ci ha colpito è stata la varietà delle missioni, e non intendiamo solo quelle relative alla città di Kuttenburg. Molto raramente verrete semplicemente mandati a uccidere dei banditi o a portare un pacco alla città successiva, e quelle poche volte in cui succederà sarà comunque presente un qualche tipo di svolta interessante, un momento di tumulto emotivo o una decisione incorporata. KCD2 è composto da circa 100 missioni in totale e, avendole completate quasi tutte, praticamente ognuna di esse è stata abbastanza memorabile da distinguersi. Certo, alcune erano leggermente migliori nel concetto che nell’esecuzione. Una in cui ci siamo imbattuti completamente per caso ci ha portato nelle profondità della terra e ha trasformato la nostra avventura in una specie di film dell’orrore, ma si è rivelata troppo breve per spaventare davvero. Tuttavia, non abbiamo mai avuto la sensazione che fare missioni secondarie diventasse un compito, perché sapevamo che ognuna sarebbe stata piena di scrittura di qualità e obiettivi unici. È qualcosa di estremamente raro oggigiorno. Per capirci, nemmeno titoli di alto livello come The Witcher 3, Skyrim, Cyberpunk 2077 o come il nostro adorato Dragon’s Dogma 2 sono in grado di sfoggiare una qualità simile in termini di consistenza narrativa; forse solamente Metaphor: ReFantazio è paragonabile.

Nulla di tutto questo avrebbe senso se, come già detto, il mondo di gioco fosse anonimo e poco ispirato. Lungo il percorso troverete paesaggi estesi e mozzafiato, distribuiti su due mappe open-world, entrambe piene di dettagli meticolosamente studiati sulla vita boema del tardo medioevo. Si potrebbe obiettare che queste due mappe manchino di “varietà geografica”: per la maggior parte saranno solo colline e prati boscosi. Il punto però è che quella regione, anche oggigiorno (ovvero 500 e spicci anni dopo) è realmente così. È abbastanza grande da potercisi perdere e il contrasto tra villaggi e natura selvaggia riesce a mantenere il tutto decisamente variegato. Una cosa però ci ha fatto storcere il naso, ovvero il non poter visitare la maggior parte delle chiese. Bizzarro, se si considera il periodo storico, non trovate?
Se le missioni secondarie sono equiparabili ad episodi di una serie TV, la missione principale è un film di guerra per il grande schermo con tutti i crismi: nella sua ambizione, nei dialoghi e nella gamma emotiva. Alcune parti vi faranno fatto esultare. Altre parti vi faranno commuovere. E la nemesi suprema di Henry ci ha colpito in un modo che i cattivi dei videogiochi raramente fanno, facendoci ripensare a tutto quello che avevamo fatto fino a quel momento in quello che potrebbe essere uno degli incontri finali più memorabili a cui ci sia capitato di giocare. È un personaggio maturo senza essere caricaturale, trasuda autenticità storica e pone quesiti interessanti riguardo alla sottile linea di demarcazione tra l’essere (o il voler fare) l’eroe o l’essere mossi da intenzioni più malvagie.
Veniamo al gameplay, iniziando dalle varie meccaniche. Ogni azione che intraprenderete andrà ad alimentare il robusto sistema di progressione del gioco, in cui fondamentalmente diventerete sempre più bravi in ogni disciplina ogni volta che la userete: funziona grossomodo come lo skill-system di Oblivion, ma decisamente meglio ed in maniera più stabile. Studiare libri specifici per alcune ore potrà accelerare il processo, ma la vostra competenza con una spada migliorerà principalmente impugnandone una in battaglia, sia in schermaglie all’ultimo sangue che in duelli di allenamento amichevoli. Saranno presenti quattro statistiche principali da far salire di livello (forza, agilità, vitalità e parola), ma anche numerose abilità da padroneggiare, dalla sopravvivenza al furto, dall’artigianato all’ equitazione. Man mano che il livello delle vostre statistiche e abilità aumenta, otterrete accesso a una miriade di vantaggi che miglioreranno ulteriormente le vostre capacità. Potrebbe trattarsi di qualcosa di semplice, come schivate in combattimento che costano il 40% in meno di resistenza, o qualcosa di più significativo, come la capacità di mettere furtivamente KO le persone prendendole per il collo e soffocandole. Alcune di queste abilità potranno però essere apprese solo da alcuni personaggi in grado di insegnarvele, come un ladro esperto che vi svelerà i segreti del borseggio, e lo stesso varrà per le combo relative ai vari tipi di armi che potrete equipaggiare. Ciò crea un senso di progressione intuitivo e tattile in cui il miglioramento non si basa semplicemente sul guardare i numeri aumentare, ma imparando e agendo.

Questo concetto è ben dimostrato dall’arte della persuasione. Potrete risolvere anche le situazioni più terribili usando il dono della parlantina di Henry e tentare così di ragionare con l’altra parte. A seconda della persona a cui vi rivolgerete, ci saranno numerosi modi per provare a risolvere le questioni, come mezzi pacifici, minacce, bugie e così via. Sebbene la parlantina sia una statistica che potrete aumentare di livello come qualsiasi altra, è anche influenzata da una serie di fattori aggiuntivi, come il vostro aspetto e la vostra reputazione. Se state cercando di apparire come un eroe e protettore dei deboli, vorrete indossare un’armatura per riuscirci in modo convincente. Indossare abiti nobili accentuerà il vostro carisma, a patto di non essere coperti da sangue e sporcizia. Fortunatamente, potrete salvare fino a tre abiti diversi, cambiandoli rapidamente a seconda della situazione. Il vostro abbigliamento potrà poi essere vantaggioso o svantaggioso anche quando si tratta di furtività. Indossare abiti scuri sarà preferibile quando ci si muove furtivamente di notte, mentre sarà sconsigliabile indossare piastre di armatura a causa del tintinnio e dello sferragliare prodotto ad ogni passo.
Abbiamo parlato di furtività perchè nel caso veniate sorpresi a entrare con la forza, verrete accolto dal duro braccio della legge: il sistema criminale completo di KCD2. Il “bello” è che non dovrete nemmeno essere colti in flagrante per finire nei guai. Se un oggetto di valore scompare o qualcuno viene assassinato nel sonno e siete stati visti gironzolare nella zona in precedenza, i PNG sono abbastanza intelligenti da dedurre che potreste aver avuto qualcosa a che fare con la cosa. Potrete quindi provare a parlare per uscire da queste situazioni, scegliere di pagare una multa, accettare la vostra punizione o provare a scappare. A seconda della gravità del crimine poi, ci saranno quattro possibili punizioni a portata di mano, dal trascorrere alcuni giorni alla gogna all’essere dolorosamente marchiato sul lato del collo. Ogni forma di punizione renderà difficile conversare con le persone finché l’effetto non svanisce o finché non deciderete di intraprendere un pellegrinaggio (sul serio!) per espiare i vostri peccati. Queste conseguenze sono impattanti e assicurano che ogni serratura scassinata e ogni violazione di domicilio siano carichi di tensione, in particolare perché Kingdom Come Deliverance 2 porta in dote uno dei più punitivi sistemi di salvataggio della storia dei videogiochi.
Potrete salvare i vostri progressi solamente consumando una particolare pozione o dormendo in un letto di vostra proprietà o che avete affittato per la notte. Si, sono presenti dei salvataggi automatici durante le missioni ed avrete la possibilità di salvare e uscire, ma sarete comunque limitati sul quando e sul quanto spesso potrete salvare il gioco. La pozione menzionata sopra può essere trovata in giro, acquistata o preparata, ma se non avete più nemmeno un goccio, semplicemente non potrete salvare. L’idea alla base di questa scelta decisamente divisoria è di eliminare il save scumming, costringendovi a vivere con le conseguenze delle vostre azioni. Onestamente, a noi non è piaciuto nemmeno un po’: ok, capiamo il ragionamento dietro questa scelta, ma considerando che in KCD2 non è nemmeno possibile scegliere il livello di difficoltà, siamo dell’idea che avrebbe potuto essere implementata diversamente. Ad esempio inserendo appunto una scala di difficoltà selezionabile, e successivamente limitare sì i salvataggi, ma solamente ai livelli più alti.

Passando oltre, veniamo al combattimento vero e proprio, quello più viscerale. Dopo esserci informati a riguardo, possiamo dire che rispetto al primo capitolo, il combattimento è stato semplificato ma non è meno complesso. È significativamente più fluido e accessibile, cosa che tra l’altro ha anche un senso dal punto di vista della storia, poiché ci si aspetterebbe che Henry abbia una migliore comprensione della guerra. Il combattimento funziona fondamentalmente come quello del For Honor di Ubisoft. Sarà presente una rosetta che vi consentirà di attaccare da tre o quattro direzioni, a seconda del tipo di arma che state utilizzando. Potrete tagliare da sinistra, da destra e dall’alto, mentre spade, alabarde e simili saranno anche in grado di eseguire affondi. Bloccare gli attacchi è semplice come tenere premuto un pulsante, a patto che abbiate abbastanza resistenza, ma se bloccate al momento giusto, potrete eseguire un blocco perfetto e interrompere l’attacco dell’ avversario, consentendovi di seguire con una risposta.
Queste sono le basi del combattimento, ma nemici più formidabili richiederanno più competenza per essere sconfitti. Le combo sono un modo soddisfacente per sfondare la dura difesa di un avversario, ma è il colpo da maestro che si rivelerà spesso il più efficace. Questa è una tecnica avanzata che potrete imparare in seguito, che utilizza lo stesso tempismo di un blocco perfetto. Invece di deviare semplicemente un attacco in arrivo, tuttavia, i colpi da maestro seguono con un attacco non bloccabile in un unico movimento fluido, sfruttando qualsiasi debolezza nell’armatura del vostro avversario. Per eseguire un colpo da maestro, dovrete attaccare nella direzione opposta alla guardia del vostro avversario, sfidandovi a leggere i suoi movimenti e reagire di conseguenza. Se attacca da sinistra, devi contrattaccare da destra. Se tenta un affondo, dovrete rispondere con un colpo dall’alto. Dovrete però anche stare attenti ai soldati nemici che contrastano i vostri attacchi con i loro colpi da maestro, creando una delicata danza composta da attacchi e risposte.
Naturalmente, per quanto non sia possibile evitare del tutto il combattimento, Kingdom Come Deliverance 2 offre abbastanza flessibilità da permettervi di avventurarvi spesso in altre vie per raggiungere il successo. Le missioni sono aperte, dandovi più modi per raggiungere una conclusione, con persino il fallimento che funziona come parte integrante dell’esperienza, costringendovi occasionalmente ad affrontare le situazioni in modo diverso. A volte, questo dipenderà dalle vostre scelte. Altre volte, dipenderà da cosa avete a disposizione. Se state cercando di rintracciare una persona scomparsa, potreste scoprire la sua ultima posizione nota e quindi tentare di seguire una scia di sangue o impronte nel fango. Tuttavia, se avete recuperato il fedele compagno canino di Henry, Mutt, potrete fargli annusare i vestiti della persona scomparsa e lui vi aiuterà.

Non solo le opzioni per completarle sono varie, ma lo sono anche le missioni stesse. Potreste scoprirvi sommelier per imparare una ricetta segreta del vino, gareggiare in un torneo come parte di una confraternita di spadaccini, prendere parte in una piccola disputa tra due villaggi vicini, indagare su un omicidio e cercare di catturare un serial killer e molto altro ancora. Queste missioni sono coinvolgenti e uniformemente ben scritte e recitate, con persino personaggi secondari che tendono a essere abbastanza sviluppati. KCD2 è anche genuinamente divertente, iniettando spesso un’irriverenza giocosa nella sua avventura storica. Le missioni secondarie spesso si intrecciano alla storia principale e anche ad altre attività secondarie, ricompensandovi non solo con guadagni materiali ma con una ricompensa narrativa e un tangibile senso del luogo.
In tutta onestà, è ancora un gioco decisamente lento nel suo dipanarsi rispetto ai suoi contemporanei, con alcune missioni che ruotano attorno al trasporto di sacchi di grano e alla creazione di armi martellando gradualmente l’acciaio rovente su un’incudine, ma tutto questo fa parte del suo fascino se sapete apprezzare i momenti placidi al servizio della costruzione del mondo e dell’immersione. L’unica volta in cui questo approccio ci ha fatto infuriare è stato in relazione al funzionamento della vendita di oggetti. La maggior parte dei commercianti non ha i soldi per pagare tutto ciò che volete vendere, quindi dovrete fare più viaggi in vari negozi, spostando gli oggetti avanti e indietro tra il vostro cavallo e il vostro inventario per evitare ingombri eccessivi. Questo è un processo che in genere ripeterete ogni poche ore, e ci ha fondamentalmente mandato in bestia, al punto che spesso, dopo aver esaminato un oggetto, lo scartavamo direttamente, fregandocene altamente dell’eventuale guadagno derivante dalla vendita.
Tirando le somme, per quanto Kingdom Come: Deliverance 2 inciampi ancora in alcuni aspetti legati a un paio delle meccaniche in atto, possiamo affermare che il lavoro di Warhorse sia un successo. Questo è un sequel notevolmente curato in ogni area, con un sistema di combattimento solido e gratificante, un design delle missioni sopraffino e fondamentalmente nessun problemi tecnico. Magari non tutti apprezzeranno il suo approccio lento e spesso borderline noioso, ma coloro che sono disposti ad affrontarlo alle sue condizioni troveranno un avvincente gioco di ruolo open-world che si diletta nell’importanza del giocatore come entità in gioco e nelle conseguenze sue azioni.
POWER RATING:
9.0/10
“Grandioso. Altri aggettivi per Kingdom Come Deliverance 2 non ce ne vengono in mente. Tecnicamente fantastico e scritto in maniera sopraffina, sarà un gioco che vi rapirà per mesi.”
PRO:
+Solido sistema di combattimento
+Le meccaniche di aumento di livello sono ottime
+Tecnicamente ottimo: la Boemia del gioco è spettacolare
+Tantissime ore di contenuti (storia, missioni secondarie, ecc.)
CONTRO:
-Il sistema di salvataggio è terribile
-Vendere le merci è una esperienza tragicamente noiosa





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