Di Redazione PW83
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-Versione Testata: PlayStation 5
-Disponibile per: Nintendo Switch, PlayStation 4, PlayStation 5, PC (Steam)
Sviluppato da una sola persona ed ispirato a classici come Garou e Third Strike, un nuovo Fighting Game arriva sulle nostre console!
Vogliamo essere onesti: non ci ricordiamo nemmeno quand’è stata la prima volta che abbiamo sentito parlare di Blazing Strike, un nuovo, oggettivamente interessante progetto che prometteva di ispirarsi ai grandi classici come Garou: Mark of the Wolves e Street Fighter III Third Strike. Quando sarà stato? 2019? Forse. Ad ogni modo, dopo quell’annuncio iniziale, è stato rimandato un numero spropositato di volte. Prima nel 2020, poi c’è stato un trailer che lo annunciava per il 2021, e nel 2021 un trailer che lo dava in uscita nel 2023. Peccato però che il gioco vero e proprio sia stato ulteriormente rimandato, fino ad essere pubblicato ufficialmente alla fine del 2024. Capiamo che per un gioco indipendente e per di più sviluppato da una sola persona i problemi siano sempre dietro l’angolo, ma da qui a far passare quasi 5 anni vuol dire che al di là della mole di lavoro, ci sono sicuramente sotto altre problematiche.

Avete capito bene, ad ogni modo. Mark Minkyu Chung è uno sviluppatore di giochi solitario. Conosciuto come Rarebreed, siamo andati a guardare i titoli di coda di Blazing Strike per sincerarci di quello che, sulla carta, sembrava impossibile. E, sorprendentemente, sembra aver fatto praticamente tutto da solo, dalla programmazione alla direzione artistica, all’implementazione del rollback netcode e al suono. Dove ha ricevuto aiuto, si parla al massimo di due individui per cose come l’animazione, il design dei personaggi e dell’ambiente. A conti fatti, sembra che la stragrande maggioranza di Blazing Strike sia in effetti lo sforzo di un solo uomo, un’impresa da capogiro considerando la natura del prodotto finale.

Un fighting game si basa al 90% sui suoi personaggi e al loro sistema di combattimento, e Blazing Strike ha un’interpretazione piuttosto unica. È chiaro come l’attenzione sia stata rivolta al volerlo renderlo facile da padroneggiare per i giocatori occasionali, poiché gli input sono facili da eseguire e saranno presenti solo quattro pulsanti di attacco di cui preoccuparsi, esattamente come i giochi arcade SNK da cui è ispirato. Saranno disponibili 14 eroi tra cui scegliere inizialmente, con due sbloccabili disponibili una volta superate le modalità Arcade e Storia. Il roster rappresenta archetipi di combattimento familiari, ma ha alcune scelte di design davvero eccezionali.
Alexander è l’enorme grappler che non può mancare in nessun gioco di combattimento, Pink è una punk sfacciata, irriverente e potenziata ciberneticamente che utilizza un’arma a lama lunga e Jake e Shinsuke sono gli equivalenti di Blazing Strike degli shoto di Street Fighter (Ryu e Ken, per chi non l’avesse capito), senza per questo sembrare delle copie carbone. L’animazione è fluida e visivamente impressionante e abbiamo adorato gli enormi sprite dei personaggi e il loro carisma. Anche gli sfondi sono in linea di massima piuttosto buoni, anche se alcuni hanno delle scelte di design strane, quasi sciocche, con oggetti e sprite che spesso bloccano la vista.

A tal proposito, veniamo alle note davvero negative. Per quanto possano essere ben progettati, i combattenti non hanno abbastanza attacchi speciali o unici, e persino le “Super” non danno l’idea di essere abbastanza potenti o soddisfacenti. Come sapete, giochiamo a tantissimi fighting game: abbiamo giocato un sacco a KOF XV, Tekken 8 e Street Fighter 6 di recente, e ancora non ci sentiamo di essere nemmeno vicini, in termini di apprendimento, all’aver compreso tutte le possibilità di attacco dei loro personaggi. Non stiamo chiedendo un livello di complessità che rivaleggi con quei capolavori, tuttavia Blazing Strike fa fatica anche rispetto ai giochi usciti trent’anni fa a cui si ispira, ed è semplicemente troppo basico nel suo svolgimento.
Non è finita: nella modalità Arcade, ad esempio, ci sono ostacoli di livello che interferiranno con il gioco, come mulinelli di vento nello stage del deserto che vi risucchieranno verso di loro o, in un altro stage, ganci di gru che cadono dall’alto per farvi perdere il ritmo. E’ vero, queste cose non uccidono completamente il gioco, ma non siamo riusciti a trovare alcuna opzione per disattivarli e alcuni possono essere incredibilmente fastidiosi. Uno dei peggiori è il livello della prigione, dove, se venite sbattuti contro il bordo dello schermo, i detenuti vi afferreranno temporaneamente, lasciandovi alla mercè del vostro avversario. Potete capire da soli come questa cosa possa essere sorvolabile nel caso di match contro la CPU o un amico, all’essere intollerabile nel caso del multiplayer competitivo. Per finire, piccoli aspetti dell’arte usata per gli sfondi, come alcuni personaggi che osservano, spaziano dall’essere veramente eccellenti al borderline inguardabili, e la musica è altalenante dal superbo all’essere piuttosto sbrigativa.

Prima di passare alle conclusioni, vogliamo spendere due parole su quello che sulla carta voleva (doveva? poteva?) differenziare Blazing Strike dalla concorrenza: una funzione di corsa, in cui tenendo premuto il grilletto destro si poteva avanzare velocemente o ritirarvi a ritmo, qualcosa che poteva essere usato per aggiungere un po’ di pepe a combo e mosse specifiche e per schivare gli attacchi. Il problema è che esaurirete la barra associata a questa meccanica piuttosto rapidamente e, una volta esaurita, il vostro personaggio verrà penalizzato con uno stato di confusione che richiederà un movimento del joystick per scomparire, ma poi la barra verrà immediatamente ripristinata per intero. Non aggiunge abbastanza rischio/ricompensa al sistema di combattimento (già piuttosto limitato) per essere un’inclusione degna di nota e in tutta onestà, ci ha ricordato una funzione simile in Mortal Kombat 3, funzione che tra l’altro venne ampiamente criticata all’epoca.
C’è poi il discorso del prezzo, un argomento sul quale solitamente non mettiamo becco e di cui non vogliamo nemmeno parlare. Il punto però è che Blazing Strike è venduto a quasi Quaranta Euro, una cifra discretamente fuori dal mondo per un gioco indie. Capiamo le difficoltà monetarie dovute allo sviluppo di un gioco in solitaria, ma un SRP simile sarà il primo fattore che farà allontanare i giocatori casual dal prodotto. Bizzarro, se si considera che proprio in virtù delle meccaniche di gioco, proprio loro sono il target principale.

Tirando le somme, Blazing Strike ci ha lasciato in bocca il sapore aspro dell’occasione sprecata. Il problema maggiore è che a conti fatti, non è un gioco oggettivamente brutto, ingiocabile, sgradevole o quant’altro. Fosse stato così, scrivere questa recensione sarebbe stato enormemente più facile: no, Blazing Strike ha potenziale, ma si perde ed inciampa in sciocchezze. Un errore abbastanza grave, considerato che i giochi a cui si ispira, ormai con trenta primavere sulle spalle, non soffrivano di questi problemi.





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