Di Redazione PW83
-Codice Review fornito da Astrolabe Games, Meridiem Games
-Versione Testata: PlayStation 5
-Disponibile per: PlayStation 4, PlayStation 5, Nintendo Switch
La nuova visual novel sviluppata da Space Colony Studios è una perla!
Non dovrebbe sorprendervi ormai, ma appena abbiamo visto il primo comunicato stampa giunto in redazione, ci siamo immediatamente innamorati di Stories from Sol: The Gun-Dog, l’ultima pubblicazione di Meridiem Games sviluppata da Space Colony Studios. I riferimenti agli anime di fine anni ’80/inizio ’90 sono più che evidenti, e chiunque abbia solo sentito nominare o guardato di sfuggita qualche episodio di una qualunque delle saghe di Gundam o della Corazzata Spaziale Yamato (così come Bubblegum Crisis, Ghost in the Shell, Akira, Patlabor, Macross, Cowboy Bebop, e dozzine di altre produzioni parimenti leggendarie) riconoscerà immediatamente lo stile messo in mostra dal gioco. Il bello di tutto questo? Stories from Sol: The Gun-Dog non solo è visivamente stupefacente, ma è accompagnato anche da una stesura narrativa assolutamente accattivante, in grado di tenervi incollati allo schermo per l’intera durata dell’esperienza.

Stories from Sol: The Gun-Dog è ambientato nel lontano futuro del “Planetary Calendar 214”. Nel gioco impersonerete, beh, voi stessi, con la scena di apertura del gioco che vi riporterà indietro nel mezzo degli ultimi giorni della Guerra Solare che infuriò tra le Forze Gioviane di Giove, il Fronte Marziano e i Terrestri della Terra. Inizierete come un pilota Gioviano nella cabina di pilotaggio di un Juno, un mecha gigante legalmente distinto (seppur visivamente molto simile) da uno degli Zaku presenti in Gundam. Durante questo flashback, rivivrete tramite immagini fisse pixelate i momenti di quello che doveva essere il vostro debutto in prima linea, mentre i vostri compagni si lanciano in battaglia e, quando doveva essere il vostro turno, vedere il vostro Juno incepparsi all’ultimo momento. Incapaci di muovervi, attaccare il nemico e addirittura comunicare via radio, resterete seduti impotenti mentre la vostra squadra viene spazzata via uno per uno, lasciandovi come uno dei pochi sopravvissuti. Questo momento traumatico continuerà a perseguitarvi mentre la narrazione centrale del gioco riprenderà quattro anni dopo, quando verrete trasferiti di stanza a bordo della JFS Gun-Dog come agente di sicurezza e dove il gioco vero e proprio avrà inizio.
A questo punto, entrerà in gioco l’interattività del gioco. Come agente di sicurezza, inizierete visitando la Gun-Dog e incontrando il suo piccolo equipaggio di nove persone. Ci sono personaggi di spicco come l’arrogante guardiamarina Hansen Crwys (no, nemmeno noi abbiamo capito come pronunciare il suo cognome, tranquilli), l’unico altro pilota sopravvissuto tra quelli del vostro equipaggio di anni prima, che ora porta rancore al presunto “codardo” che ha lasciato morire la sua squadra. Poi c’è l’interesse romantico principale, il tenente comandante Cassie Quinn, una ufficiale frizzante (anche se un po’ svampita) che gioca sui tropi degli anime in affascinanti momenti di lucidità, mantenendo il tono del gioco divertente e sanamente radicato nelle sue ispirazioni. Il gioco gestisce bene i personaggi detestabili, incitandovi a odiare Hansen e il tenente vice-comandante altezzoso Vanessa Lord. Tuttavia, ci è sembrato che alcuni personaggi ricevano troppa poca attenzione, come il cannoniere Dylan Dees, appena presente, e il pilota Haru Rumney.

Navigherete nelle schermate e nelle stanze del Gun-Dog tramite una serie di comandi sull’HUD di destra: Muoviti, Guarda, Usa, Parla, Oggetto e Funzione (quest’ultimo contenente una mappa della nave, un elenco di obiettivi e un glossario utile a districarvi tra la terminologia di gioco). La presentazione, oltre ai ritratti anime pixelati dei membri dell’equipaggio, è funzionale e, soprattutto, visivamente splendida, chiaro omaggio ai capisaldi dell’animazione giapponese menzionati poco fa. L’artista Kevin Butler ha fatto un lavoro superlativo, specialmente nelle scene finali del gioco. Non è finita però, perchè saranno presenti tre stili grafici tra cui è possibile passare in qualsiasi momento: i pixel completamente colorati della modalità “Vivid”, lo stile Game Boy verdastro della modalità “Studio” e quello “disegnato a mano” della modalità “Doujin”, che farà apparire tutto in una sorta di modalità prototipale. Per non farsi mancare nulla, sarà anche possibile scegliere tra un font retrò e uno moderno.
Non possiamo che continuare a lanciare lodi sperticate agli sviluppatori: le piccole dimensioni (4 persone!) del team di sviluppo di Space Colony Studios sono a volte evidenti, ma è altrettanto evidente il talento assoluto che ciascuno dei quattro sviluppatori principali porta con sé, tra cui l’allegra colonna sonora a 8 bit del compositore Daniel Goodman e la programmazione di Ben Keller, che ha creato un motore di gioco sopraffino.

Se il primo terzo di The Gun-Dog è un tour per familiarizzare con la nave, è anche vero che sarà presente relativamente poco in termini di gameplay in stile avventura fino alla seconda e al terza parte, che presenteranno rispettivamente un’interruzione di corrente e l’indagine su una nave JFS non reattiva, la “O’Brien”. Mentre un mistero extra-gioviano e altri eventi sinistri iniziano a prendere forma, ci saranno enigmi in stile avventura grafica e scelte da fare. Nonostante le scelte, non abbiamo mai incontrato uno stato di errore nel gioco, il che significa che i giocatori saranno inevitabilmente spinti verso la conclusione della storia. In caso di dubbio comunque, vi basterà “Guardare” e “Usare” tutti gli oggetti interattivi nella stanza. Ci saranno anche due enigmi di hacking verso la fine del gioco in cui dovrete far girare delle tessere per completare una catena. A conferma dell’impossibilità al fallimento, vi basterà premere il grilletto posteriore per tornare alle righe di testo precedenti in qualsiasi momento, il che significa che potrete persino sovrascrivere le decisioni chiave immediatamente dopo averne visto l’esito. In combinazione con la possibilità di salvare più file in qualsiasi momento, bastano circa 1,5 partite per vedere tutto ciò che The Gun-Dog ha da offrire. A conti fatti quindi, le vostre scelte cambieranno solo il modo in cui arriverete a determinati punti della narrazione, ma la completezza della scrittura e dell’azione del gioco sarà comunque in grado di rapirvi.
Non ne siamo completamente sicuri, ma potenzialmente questa è stata la visual novel più “romanzesca” a cui ci sia mai capitato di giocare, grazie al direttore creativo e scrittore principale Jonathan Durham. La quantità di dettagli inseriti nella tecnologia a bordo del Gun-Dog va ben oltre qualsiasi manga e anime che l’ha ispirata (escluso forse Neon Genesis Evangelion, ma quell’anime nello specifico è un caso assolutamente unico ed irripetibile, dove ogni singola cosa è pianificata, studiata, ed implementata all’estremo). Per ripristinare l’alimentazione della nave durante il punto medio del gioco, preparatevi a mettere in atto le riparazioni passo dopo passo. Quando i conflitti interni all’equipaggio raggiungono il culmine, preparatevi ad ascoltare attentamente le motivazioni e le argomentazioni delle persone prima di prendere decisioni. Questo approccio dettagliato fa sì che il ritmo in alcuni punti arranchi un po’, così come la meticolosa quantità di dettagli utilizzata nel descrivere l’apertura di un portello o la sostituzione della batteria di una tuta spaziale. Nonostante l’estetica minimalista e il gameplay del gioco, abbiamo adorato che l’esposizione e le descrizioni siano così eccessive: è una visual novel di fantascienza, e chi ama la fantascienza ama certe cose.

Come dicevamo, questa sovrabbondanza di dettagli è assolutamente in linea con il genere, e adoriamo Gun-Dog per questo. Dal punto di vista tonale, però, l’equilibrio tra dramma elevato e umorismo spensierato è perfettamente raggiunto. I traumi passati del vostro personaggio non vengono dimenticati e altri personaggi affrontano problemi come l’alcolismo e l’invidia per la carriera in modi che spingono la trama in avanti piuttosto che impantanarsi nell’auto-serietà o arenarsi nel clichè dell’autocommiserazione come exploit narrativo. Il gioco si svolge quasi interamente nelle sale rigorosamente esplorate della Gun-Dog, ma si riuscirà comunque ad imparare un sacco di cose sul mondo di gioco. La fine del gioco è un po’ un colpo di scena, ma è soddisfacente nel dare corpo agli archi narrativi dei personaggi principali a cui vi affezionerete così tanto.

Difetti? Forse avremmo gradito vedere più scelte narrative, più bivi e più impatto delle scelte del giocatore, più per distinguere il gioco da un romanzo di fantascienza ben scritto. C’è però da tenere in considerazione un ulteriore fattore, ed è impossibile non notarlo visto che è letteralmente nel titolo del gioco: l’essere il “Part 1”. Secondo il sito di Space Colony Studio infatti, Stories from Sol sarà un’antologia di giochi incentrati sulla narrazione, quindi viene da pensare che, nel caso che Gun-Dog abbia successo, ci venga concesso il privilegio di giocare anche altri capitoli. Lo speriamo vivamente, sia come sito di critica videoludica che da giocatori, perché questo è uno dei migliori prodotti che ci sia capitato di testare da qualche anno a questa parte.
POWER RATING:
8.8/10
“Stories from Sol Part 1: The Gun-Dog è senza ombra di dubbio una delle migliori, meglio sviluppate e meglio scritte visual novel attualmente in commercio: una gemma che farà la gioia di ogni amante della sci-fi Anime di fine anni ’80. Fantastico.”
PRO:
+Visivamente ottimo
+Trama accattivante, un dramma spaziale in scala ridotta
+Personaggi accattivanti e caratterizzati divinamente
CONTRO:
-Poche scelte narrative disponibili
-Corto, purtroppo





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