Di Redazione PW83
-Codice Review fornito da SelectaPlay
-Versione Testata: Xbox Series X
-Disponibile per: PlayStation 5, Xbox Series X|S, PC
-Sviluppatore: Broken Bird Games
-Publisher: SelectaPlay
Da Broken Bird Games e SelectaPlay arriva LUTO, un Horror Psicologico sulla depressione e la perdita delle persone amate
Affermare che P.T., il playable teaser di quello che sarebbe dovuto diventare Silent Hills diretto da Hideo Kojima, non si sia lasciato dietro una sfilza di cuori infranti sarebbe come dire che la finale dei Mondiali di Calcio é una partitella di quartiere. C’erano aspettative enormi dietro quel titolo, e la cancellazione dell’intero progetto da parte di Konami ha creato onde, anzi, intere mareggiate di disappunto, sia tra i giocatori che, insospettabilmente, gli sviluppatori stessi. Alcuni di loro hanno colto la palla al balzo e hanno deciso che, visto che un P.T. vero e proprio non ci sarà mai, tanto vale farselo da soli.
Un paio di anni fa ci venne data l’occasione di giocare in anteprima la demo di uno dei sequel spirituali di P.T., LUTO. Sviluppato dal piccolo studio indipendente Broken Bird Games, di stanza sull’ isola di Gran Canaria in Spagna, LUTO (“lutto” in spagnolo. NdP) prometteva di colmare quel vuoto bruciante che gli appassionati di giochi horror continuano a sentire nel petto ormai da 9 anni a questa parte. Ora, finalmente, abbiamo potuto testare il prodotto finito.

In Luto, interpreterete Sam, un personaggio bloccato in un circolo emotivo vizioso e, letteralmente, in un loop. Svegliandosi con uno specchio del bagno in frantumi, Sam esce in un corridoio a L, supera alcune porte chiuse a chiave, scende le scale ed esce dalla porta principale. Il giorno dopo, Sam si sveglia con uno specchio del bagno in frantumi, esce in un corridoio a L, supera alcune porte chiuse a chiave, scende le scale ed esce dalla porta principale. Il giorno dopo… Un loop, come dicevamo, letteralmente. Ma mentre molti giochi faticano a prendere le distanze dal progetto originale di Kojima, Luto prende questo nucleo di un’idea e lo espande in modi creativi, e a volte meravigliosi.
Visivamente, perlomeno ad una prima occhiata superficiale, il gioco farà ben poco per distinguersi, il che potrebbe portarlo a perdersi tra la marea di titoli dall’aspetto simile come il già citato P.T., o Layers of Fear. Nonostante ciò, non fate l’errore di fermarvi alle prime impressioni, perché LUTO ha un ambiente dall’aspetto fantastico, oscuro e cupo, senza essere visivamente insipido. Il colore risalta davvero dove viene utilizzato, come ad esempio nella cameretta dei bambini e nei vari disegni in cui incapperete durante l’avventura. Anche l’architettura degli ambienti di gioco è incredibilmente… distinta. Esplorare la casa porterà ad alcune strane scoperte, come un soffitto infinitamente alto, corridoi incredibilmente lunghi e scantinati grigi e squallidi con pozzi infiniti. Ciò si estenderà anche ad alcune stanze e porte che conducono a luoghi del tutto impossibili, il che rende l’esplorazione qualcosa di assolutamente unico.
LUTO utilizza quasi esclusivamente la narrazione ambientale, raccontando una storia misteriosa ma lasciando abbastanza spazio alla mente per teorizzazioni, voli pindarici e idee, che come ben sapete se ci leggete da tempo, é una cosa che adoriamo alla follia. Questo, combinato con la grafica del gioco e il fantastico sound design, crea un’atmosfera straordinariamente intensa. La costante tensione accumulata porta a spaventi incredibilmente ben realizzati. Sebbene il gioco non sia oggettivamente terrificante e visivamente esplicito come un Resident Evil, riesce sicuramente a mettere a disagio.

Prima abbiamo usato il corsivo per evidenziare il fatto che LUTO utilizzi prevalentemente la narrazione ambientale, ma oggi, rispetto alla versione demo giocata all’epoca, c’è una sostanziale differenza: il narratore. La voce di un inglese quasi irritantemente ottimista conferisce al gioco un’atmosfera bizzarra, che suona ancora più strana quando il narratore sembra commentare ciò che state facendo con reattività e quasi onniscienza. All’inizio abbiamo odiato questa aggiunta al gioco. Gli scricchiolii del pavimento nella casa vuota, un tempo così inquietanti nella demo, ora erano sovrastati da un narratore che sembrava quasi forzare la storia. Perché hanno rovinato l’atmosfera tesa con questa aggiunta? Eppure, l’inclusione di questo narratore non tarda a dare i suoi frutti, poiché il suo ruolo contribuisce alla metanarrativa del gioco, che fonde i generi, in modi che sono in definitiva vitali e interessanti. Mentre il loop di Sam inizia a dipanarsi, il narratore assume un ruolo molto diverso (che non vi sveleremo) e il gioco diventa molto più di un corridoio in loop, ribaltando molti degli iniziali paragoni con P.T.
Mentre tantissimi cloni di P.T. sembrino interessati a relegare le loro storie di fantasmi a un’ambientazione tipicamente da casa infestata, mantenendo i ritmi tradizionali del clichè, LUTO cattura al meglio la qualità più essenziale di P.T.: la sua stranezza. LUTO sperimenta regolarmente con il genere, la presentazione e l’atmosfera. A volte si rivolge direttamente al giocatore in modi difficili da comprendere, sebbene la storia prenda forma ben prima che scorrano i titoli di coda.
I giochi horror vivono o muoiono in base alla loro atmosfera, e LUTO è decisamente in ottima forma. La grafica, il sound design e il level design lavorano incredibilmente bene insieme per creare un’atmosfera così densa. Gli spazi illogici che esplorerete, insieme agli effetti sonori ben stratificati (che spesso consistono solo in rumori domestici), riescono a creare un’incredibile quantità di disagio, senza essere del tutto terrificanti. Sarete costretti a vivere molte situazioni spiacevoli, dovendo navigare in ambienti bui e ostili, alcuni dei quali finiranno per spaventare davvero, mentre altri non avranno alcun risultato. I jump scare vengono usati con parsimonia e in modo imprevedibile, rendendo difficile trovare un momento di tregua.

Esplorare l’inquietante abitazione di Sam alla fine lascia spazio a interruzioni nello stile visivo del gioco, a strizzatine d’occhio aggressive alla telecamera e, in uno dei nostri momenti preferiti, a una presentazione completa del seminale film di zombi di Romero, La notte dei morti viventi (con il gioco che vi spiegherà prontamente come non vi ricompenserà guardandolo per intero. NdR). I corridoi diventano caverne nel deserto, gli spazi sicuri si sgretolano come codice errato nelle viscere del gioco, mettendo tutto in mostra affinché voi, il giocatore, possiate interagire con esso in un modo tale da farvi chiedere cosa sia scriptato e cosa sia un vero e proprio bug. Per fortuna, il gioco non sembra essere buggato e tutto ciò che abbiamo visto testandolo su Xbox Series X, non importa quanto strano o pieno di bug, era intenzionale. Per essere un gioco d’esordio di un piccolo studio indie, le oscillazioni artistico/metanarattive di LUTO sono enormi.
Difetti? Qualcuno: sebbene la sua forma sia impressionantemente mutevole, alcune delle sue qualità sono meno sorprendenti. Enigmi ottusi, non dissimili da quelli che vedreste in un Resident Evil classico, a volte richiedono un occhio sbalorditivo per i dettagli. La nostra più grande lamentela riguardo al gioco sono questi enigmi, che a volte ci hanno rallentato al punto che momenti un tempo tesi diventavano frustranti. Ricordiamo uno dei primi enigmi in cui dovevamo trovare una chiave mentre qualcuno (o qualcosa) bussava alla porta di Sam. All’inizio, gli echi nella stanza dai soffitti alti erano intimidatori, ma dopo cinque o dieci minuti di tentativi di risolvere l’enigma, diventarono solo un fastidioso rumore di sottofondo. Non sarebbero mai riusciti a varcare la porta, quindi l’effetto audio (e di conseguenza la tensione) si esaurì nel giro di diversi minuti.
Concentrandosi principalmente sui suoi temi e sul suo messaggio finale più di ogni altra cosa, LUTO non risulta spesso spaventoso dopo i primi momenti. Come molti giochi horror-avventurosi, è chiaro che gran parte di ciò a cui si è esposti in termini di paura è su rotaie. È ovvio che il gioco non ha integrato alcun elemento di combattimento o stealth, quindi qualsiasi incontro con gli spiriti vaganti della casa sarà quello che tradizionalmente si può paragonare a visite nella Casa Infestata dei Luna-Park; possono spaventarvi, ma una volta che vi siete resi conto che non vi prenderanno mai né vi faranno mai del male, può essere difficile sospendere l’incredulità, o almeno è così che ci siamo sentiti. Per fortuna, le sue infestazioni sono piuttosto inquietanti anche sapendo questo, quindi, anche se non vi spaventeranno nel senso letterale del termine, perlomeno vi coinvolgeranno.

Tirando le somme, LUTO è un gioco che abbiamo adorato. La sua narrazione, l’atmosfera e l’esperienza complessiva sono state incredibilmente coinvolgenti. Ha soddisfatto le aspettative che avevamo fin dalla nostra prima esperienza due anni fa, e abbiamo sicuramente trovato che l’attesa valesse la pena, rendendoci davvero ansiosi di scoprire quale sarà il prossimo gioco di Broken Bird.
POWER RATING:
8.5/10
“LUTO è senza dubbio una gemma, con il potenziale di diventare una sorta di underground-classic. Un esempio da manuale in narrazione minimalista e atmosfera. Promosso!”
PRO:
+ Atmosfera superba, condita da una trama inquietante
+ Tecnicamente superbo
+ Sovverte i generi, rendendolo una esperienza unica
CONTRO:
– Alcuni enigmi fin troppo ottusi





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