Di Redazione PW83
-Codice Review fornito da Rainy Frog
-Versione Testata: Nintendo Switch
-Disponibile per: Nintendo Switch, PC
-Sviluppatore: Rainy Night Creations
-Publisher: Rainy Frog
Rainy Night Creations ci regala una avventura stealth retro/moderna ispirata ad uno dei più grandi capolavori della storia videoludica
Siamo stati immediatamente colpiti da questo Spy Drops, ultima realizzazione di Rainy Night Creations, e con immediatamente lo intendiamo in termini letterali: ci è bastato vedere il comunicato stampa ed il conseguente trailer per farci alzare le orecchie. Allo stesso tempo però, diversi campanelli d’allarme hanno iniziato a suonare, mettendoci nella condizione di chiederci: “Dov’è che finisce il tributo, ed inizia il plagio?“
Allo stesso tempo, un certo Oscar Wilde disse: “L’imitazione è la forma più sincera di adulazione che la mediocrità può pagare alla grandezza.” Non mettiamo in dubbio infatti che i ragazzi di Rainy Night abbiano messo anima e corpo in questa produzione, ma va considerata anche la seconda metà dell’aforisma, quella legata al fatto che un prodotto mediocre non raggiungerà mai i livelli di qualcosa di grandioso. Questo qualcosa, nello specifico, è il leggendario Metal Gear Solid per PSOne, capolavoro seminale di Hideo Kojima, amato e tutt’ora riverito come una delle più grandi produzioni videoludiche di tutti i tempi.

Per tutti voi che, come noi, siete cresciuti con la leggendaria colonna sonora di “Metal Gear Solid” in sottofondo e avete sognato di strisciare tra le ombre in un mondo fatto di pixel e poligoni spigolosi, l’annuncio di Spy Drops su Nintendo Switch avrà sicuramente acceso una scintilla di speranza. Il team di Rainy Night Creations si è prefisso un obiettivo nobile e ambizioso: riportare in vita il fascino inconfondibile dello stealth game di un’epoca che fu, quella della prima PlayStation. La promessa è quella di un’immersione totale in un’operazione segreta, con l’estetica e le sensazioni di vent’anni fa. Una premessa intrigante, un biglietto da visita che fa sognare voi puristi del genere. Ma, come spesso accade nelle complesse missioni sotto copertura, non tutto va sempre secondo i piani, e le buone intenzioni non bastano sempre a garantire il successo dell’operazione.
Fin dai primi passi, Spy Drops cerca disperatamente di farvi sentire a casa. L’impatto visivo è, senza dubbio, il suo punto di forza più evidente per voi che avete quel tipo di nostalgia nel cuore. I modelli low-poly dei personaggi e degli ambienti, le texture volutamente grezze, tutto grida “PS1”. È un vero tuffo nel passato, un esercizio di stile che, per voi fan, è un piccolo piacere per gli occhi. Il gioco tenta anche di integrare effetti più moderni, come un sistema di illuminazione e ombre dinamico, nel tentativo di dare un tocco di attualità a un’estetica volutamente datata. A volte questa fusione funziona, creando suggestioni interessanti, altre volte, però, la coesistenza non è perfetta e il contrasto tra il nuovo e il vecchio può risultare un po’ stridente, quasi come un glitch visivo in un’esperienza che dovrebbe essere omogenea. Non si ha mai quella sensazione di un mondo completamente coeso, ma più di elementi giustapposti. Anche il comparto audio, con un doppiaggio generalmente professionale (anche se con il sospetto, a volte fondato, dell’uso di voci generate da intelligenza artificiale, che può togliere un po’ di autenticità), cerca di contribuire all’atmosfera, sebbene le musiche di sottofondo, pur essendo in tema spionistico, fatichino a lasciare un segno indelebile.

La libertà d’azione è un altro pilastro su cui Spy Drops cerca di costruire la sua esperienza. Voi venite gettati in una serie di missioni clandestine, il cui obiettivo è sventare una minaccia globale. Le situazioni possono essere affrontate in vari modi: aggirare telecamere, hackerarle o distruggerle, mettere fuori combattimento le guardie con discrezione o, se necessario, ricorrere a metodi più… definitivi. Voi sbloccate un arsenale di equipaggiamento che include droni per la ricognizione, visori notturni, taser e fucili di precisione, strumenti che, sulla carta, dovrebbero ampliare le vostre opzioni tattiche e incentivare la vostra creatività. L’idea è quella di offrire molteplici percorsi per ogni sfida, ma nel concreto, la maggior parte delle volte, la differenza tra le varie opzioni non è così marcata. Si finisce spesso per adottare le stesse strategie, perché le alternative non sono altrettanto efficaci o sono rese macchinose da altre problematiche di gameplay. La promessa di missioni generate casualmente, che dovrebbe garantire una rigiocabilità quasi infinita, nel lungo periodo si traduce in una certa ripetitività. I layout dei livelli, pur cambiando, spesso si somigliano, e la struttura degli obiettivi non varia abbastanza da mantenere sempre alta la curiosità e la voglia di continuare. Dopo qualche ora, l’effetto novità svanisce e subentra una sensazione di “già visto”.
Ma veniamo ai veri nodi problematici, quelli che impediscono a Spy Drops di spiccare il volo e lo condannano a un’esperienza altalenante. Il primo, e forse il più grave, è la telecamera. In un gioco stealth, dove la precisione e la consapevolezza dell’ambiente sono tutto, una telecamera ballerina e spesso ingestibile è un peccato capitale. Voi vi ritroverete a combattere con angolazioni scomode, a cercare di inquadrare la situazione, perdendo secondi preziosi che in un contesto di furtività possono fare la differenza tra successo e fallimento. Non si percepisce mai un controllo totale e fluido sulla visuale, e questo rende ogni azione, dal semplice movimento all’osservazione strategica, più faticosa del dovuto. Non importa quanto voi siate esperti del genere, la telecamera vi metterà alla prova e non sempre in modo divertente.

A peggiorare il quadro contribuisce un’intelligenza artificiale nemica che definire “elementare” sarebbe un complimento. I nemici mostrano tempi di reazione estremamente lenti e una percezione dell’ambiente circostante a dir poco limitata. Voi potete camminare quasi davanti a loro, fare rumore in modo evidente, e spesso non vi noteranno. Quando vi individuano, la loro reazione è quasi comica: non c’è coordinazione, non c’è una vera strategia di inseguimento, e a volte sembrano persino ignorare gli allarmi che voi stessi avete attivato. Questa mancanza di sfida da parte dell’IA annulla quasi completamente la tensione che dovrebbe essere il cuore pulsante di un gioco stealth. Se non c’è il brivido di essere scoperti da un avversario astuto, la gratificazione di un’azione furtiva ben riuscita svanisce. I combattimenti a viso aperto, che dovrebbero essere l’ultima risorsa, sono altrettanto basilari e goffi, rendendo l’opzione di affrontare direttamente i nemici spesso più semplice e meno frustrante del tentativo di essere furtivi.
Infine, anche i controlli generali del personaggio non sono sempre fluidi e intuitivi. Il passaggio tra la visuale dall’alto (quasi isometrica) e quella in terza persona può essere brusco, spezzando il ritmo dell’azione. Si ha la sensazione che il personaggio sia un po’ “pesante” o “legnoso”, e questo toglie agilità a un gameplay che dovrebbe essere incentrato sulla precisione e sulla discrezione. Ci sono anche piccoli bug e glitch qua e là che, sebbene non catastrofici, contribuiscono a un senso generale di incompiutezza del prodotto.

Tirando le somme, Spy Drops è un titolo che, nel suo cuore, è animato da una grande passione per i classici del genere stealth. Il suo fascino retrò è innegabile e per voi che avete un debole per quell’epoca, c’è un richiamo sincero. Tuttavia, le sue buone intenzioni si scontrano con una realizzazione tecnica che non riesce a sostenere le ambizioni. Una telecamera frustrante, un’intelligenza artificiale nemica poco stimolante e una certa ripetitività di fondo impediscono a Spy Drops di elevarsi oltre la sufficienza, trasformando un potenziale omaggio in un’esperienza che, pur non essendo disastrosa, fatica a convincere appieno. Potrebbe valere la pena dargli una possibilità se la nostalgia è la vostra guida e voi siete disposti a tollerare le sue mancanze; in caso contrario, il mercato offre alternative più rifinite o, perché no, potete sempre rigiocare i veri maestri che questo titolo, con coraggio ma anche con qualche affanno, cerca di emulare.
POWER RATING: 5.5/10





Lascia un commento