-Codice Review fornito da Wired Production
-Versione Testata: Xbox Series X
-Disponibile per: Xbox Series X|S, PlayStation 5, PC (Steam, GOG)
-Sviluppatore: Pollard Studio
-Publisher: Wired Production
Un intrigante horror psicologico ispirato da maestri del calibro di Hideo Kojima, David Lynch e Christopher Nolan!
Nel vasto oceano del genere horror, ci sono titoli che puntano al puro spavento, con jump scare a ripetizione, e poi ci sono giochi che scelgono la strada più difficile e, spesso, più gratificante: quella dell’orrore psicologico. KARMA: The Dark World, l’ambizioso debutto dello studio cinese Pollard Studio, si inserisce a pieno titolo in questa seconda categoria. È un’esperienza che non cerca di farci saltare dalla sedia con mostri improvvisi, ma che si insinua nella nostra mente, scava nei nostri pensieri più oscuri e ci costringe a mettere in discussione la realtà stessa. Un titolo che promette una discesa negli abissi della psiche e che, pur con qualche scivolone, riesce a mantenere la sua promessa.

Un viaggio distopico e angosciante
La trama di KARMA: The Dark World ci catapulta in un universo distopico e surreale, fortemente ispirato a capolavori letterari come 1984 di George Orwell e al cinema onirico e disturbante di David Lynch. Vestiamo i panni di un investigatore di nome Daniel, un agente al servizio di una misteriosa e onnipresente corporazione chiamata Leviathan Corporation. Il nostro compito, che presto si trasforma in un incubo, è quello di “entrare” nella mente dei criminali e dei sospettati per raccogliere informazioni e prove.
Il vero fulcro narrativo, però, non è tanto l’indagine quanto la nostra discesa nella follia. Fin da subito, la linea tra ciò che è reale e ciò che è una semplice allucinazione si assottiglia in maniera pericolosa, e ci troviamo a vagare in una realtà distorta che riflette le paure, i ricordi e le colpe del protagonista. Il world-building è magnifico, con una lore ricca di dettagli e un’estetica che mischia il brutalismo industriale con un surrealismo da incubo. Ogni angolo, ogni manifesto di propaganda, ogni rumore, serve a costruire un’atmosfera di ansia e disagio che ci accompagna per tutta l’avventura. La narrazione è frammentata e misteriosa, richiedendoci di mettere insieme i pezzi del puzzle per comprendere appieno ciò che sta accadendo, sia nel mondo esterno che nella mente di Daniel.

Gameplay: Esplorazione, enigmi e un’inquietante cinepresa
A livello di gameplay, KARMA: The Dark World è, per sua natura, un walking simulator con una forte componente di puzzle-solving. Non ci sono combattimenti, non ci sono armi, e la nostra unica speranza di sopravvivere risiede nell’esplorazione attenta e nella risoluzione degli enigmi ambientali. Questa scelta di design contribuisce notevolmente al senso di vulnerabilità e impotenza, che è un elemento chiave dell’horror psicologico. Il gioco si basa principalmente sul farci sentire costantemente in pericolo, ma senza darci la possibilità di reagire fisicamente.
L’elemento di gioco più interessante e distintivo è l’uso di una speciale cinepresa. Con questo strumento, possiamo interagire con il mondo circostante in modi unici, ad esempio rivelando elementi nascosti, ricostruendo scene del passato o influenzando l’ambiente per sbloccare nuovi percorsi. L’uso della cinepresa è un’idea brillante che lega il gameplay alla narrativa, trasformando un semplice strumento in una metafora della nostra ricerca della verità.
Tuttavia, dobbiamo ammettere che alcuni degli enigmi, pur essendo ben integrati nella trama, possono risultare un po’ ripetitivi o, in alcuni casi, poco chiari. Ci sono momenti in cui il gioco sembra volerci guidare per mano, e altri in cui ci lascia completamente nel buio, creando una frustrazione che spezza leggermente l’immersione. Nonostante questo, la maggior parte dei puzzle sono intelligenti e ci regalano un senso di profonda soddisfazione una volta risolti.

Un tripudio visivo e sonoro
La direzione artistica di KARMA: The Dark World è senza dubbio il suo punto di forza principale. Sviluppato con Unreal Engine 5, il gioco sfoggia una grafica semplicemente sbalorditiva, con una cura per i dettagli che lascia a bocca aperta. Gli ambienti sono un mix di fotorealismo inquietante e di distorsioni surreali che riflettono lo stato mentale del protagonista. La gestione dell’illuminazione e delle ombre crea un’atmosfera claustrofobica e opprimente che ci tiene costantemente con il fiato sospeso. I modelli dei personaggi, pur essendo pochi, sono realizzati in modo eccellente, e il performance capture facciale contribuisce a rendere le loro espressioni incredibilmente realistiche.
Ma l’horror non sarebbe nulla senza il suo comparto sonoro. Il sound design è una lezione di come creare tensione: il fruscio di un passo in lontananza, il suono metallico di una porta che si chiude, i bisbigli incomprensibili e le distorsioni della musica ci accompagnano costantemente, alimentando la nostra ansia. La colonna sonora, che si fa sentire nei momenti più intensi, è un capolavoro di orchestrazione che amplifica la sensazione di un incubo dal quale non possiamo svegliarci.

Un’esperienza imperfetta ma indimenticabile
Alla fine della nostra avventura in KARMA: The Dark World, ci siamo trovati a riflettere a lungo su ciò che avevamo appena vissuto. Il gioco non è perfetto, e i suoi difetti, come i controlli talvolta un po’ legnosi e la ripetitività di alcune meccaniche, sono innegabili. Ci sono momenti in cui la nostra voglia di scoprire i segreti del mondo viene messa alla prova dalla frustrazione, e la mancanza di una vera e propria meccanica di survival potrebbe non soddisfare i puristi del genere.
Tuttavia, i suoi pregi sono di gran lunga superiori. KARMA: The Dark World è un’esperienza narrativa profonda e coraggiosa, che non ha paura di osare e di esplorare temi maturi e complessi. Il suo design visivo e sonoro è di prim’ordine, e l’atmosfera che riesce a creare è indimenticabile. È un titolo che vi consigliamo se siete amanti dell’horror psicologico e se cercate un’avventura che vi lasci con il fiato sospeso fino all’ultimo, anche senza jump scare.
Tirando le somme, in un mercato in cui molti giochi horror si limitano a ripetere formule già viste, KARMA: The Dark World è un raggio di luce nel buio, un gioco che dimostra come un team di sviluppo talentuoso, pur senza un budget milionario, possa creare un’opera d’arte videoludica.
POWER RATING:
8.0/10
“KARMA: THE DARK WORLD è un’affascinante e inquietante esperienza psicologica che ci immerge in un mondo distopico e surreale. Un capolavoro di atmosfera che, pur con qualche difetto, si posiziona tra i migliori del suo genere.”
PRO:
- Atmosfera e tensione eccezionali
- Direzione artistica e grafica mozzafiato
- Trama profonda e ricca di simbolismo
- Colonna sonora e sound design da brivido
- Meccanica della cinepresa originale e ben integrata
CONTRO:
- Alcuni enigmi possono risultare ripetitivi
- Controlli a volte un po’ legnosi
- Mancanza di una vera e propria meccanica di survival (per i puristi)
- Trama frammentata che potrebbe confondere alcuni giocatori





Lascia un commento