Di Redazione PW83

-Codice Review fornito da Sometimes You
-Versione Testata: PlayStation 5

-Disponibile per: Xbox One, Xbox Series X|S, PlayStation 4, PlayStation 5, Nintendo Switch, PC
-Sviluppatore: Sometimes You
-Publisher: Sometimes You

Una piacevole sorpresa basata su una delle pietre miliari della narrativa horror

Il catalogo di Sometimes You è noto per la sua audacia nel pubblicare titoli indipendenti che spesso esplorano generi di nicchia o stili artistici non convenzionali. Con The Nameless City, lo studio si lancia in un territorio familiare agli amanti dell’horror, ma difficile da padroneggiare: l’adattamento dei racconti di H.P. Lovecraft. Il gioco, ispirato all’omonimo racconto breve del 1921, promette un’esperienza immersiva e inquietante, ma riesce a soddisfare le alte aspettative dei puristi del terrore cosmico? Abbiamo affrontato le sue profondità per scoprirlo, ripercorrendo la genesi di un terrore che non ha nome e che Lovecraft stesso ha reso celebre.

Il racconto originale narra del viaggio di un esploratore che, spinto dalla curiosità, si addentra nel cuore del deserto arabo per scoprire una città che la leggenda vuole più antica dell’umanità stessa. L’esploratore, analizzando geroglifici e incisioni, scopre che la città fu costruita da una razza di creature rettiliane che vissero sulla Terra prima dell’uomo. L’orrore di Lovecraft non è mai palese, ma si insinua lentamente, attraverso la scoperta di una conoscenza aliena e l’intuizione di un’antichità che sfugge alla comprensione umana. È una storia di terrore cosmico, dove il protagonista non affronta un nemico, ma la consapevolezza della sua stessa insignificanza di fronte all’universo.

Fin dal primo istante, The Nameless City si distingue per la sua capacità di calare il giocatore in un’atmosfera opprimente. Il gioco ci mette nei panni di un esploratore solitario, le cui uniche armi sono la torcia e la curiosità, in un deserto arabo dove sorge una città le cui rovine sono più antiche dell’umanità stessa. L’intera narrazione si basa sulla progressione del protagonista, che, passo dopo passo, si addentra in questo luogo maledetto, leggendo iscrizioni e scoprendo i segreti di una razza dimenticata. Il ritmo è lento e meditato, una scelta voluta per far sedimentare la tensione e il senso di impotenza. Il gioco fa un lavoro eccezionale nel ricreare il sentimento di terrore che deriva dalla consapevolezza di ciò che non si può comprendere.

Il gameplay di The Nameless City è, per sua natura, minimalista e al servizio della storia. Si tratta di un’avventura in prima persona che si concentra sull’esplorazione e sulla risoluzione di enigmi ambientali. Il giocatore si muove attraverso le rovine, interagendo con glifi e simboli, e utilizzando la luce della torcia per svelare i passaggi nascosti. Gli enigmi sono per lo più lineari e non eccessivamente complessi, e il gioco è volutamente breve, quasi come un racconto interattivo pensato per essere completato in una sola seduta. Questa scelta, se da un lato preserva l’immersione, dall’altro potrebbe deludere chi cerca un’esperienza più profonda. In una delle sezioni più frustranti, il giocatore si ritrova in un labirinto quasi infinito che, per essere superato, richiede la risoluzione di un complesso enigma legato ai cristalli. Sebbene sia una sfida interessante, per alcuni potrebbe risultare noiosa e poco appagante.

A livello di comparto tecnico, il gioco abbraccia uno stile visivo che richiama l’estetica a bassa fedeltà delle console PSX degli anni ’90. I modelli poligonali sono semplici, ma la direzione artistica compensa ampiamente, utilizzando schemi cromatici audaci e giochi di luce e ombra per creare un’atmosfera unica e inquietante. Il sound design è il vero fiore all’occhiello: l’assenza quasi totale di musiche e la presenza costante di suoni ambientali, come il vento nel deserto e i misteriosi echi che provengono dalle profondità della città, contribuiscono a generare una tensione costante. La narrazione, affidata a una voce che recita parti del racconto originale, è ben eseguita e aggiunge un ulteriore livello di immersione.

In conclusione, The Nameless City è un’esperienza molto specifica. È un’immersione di un’ora in un mondo lovecraftiano, che cattura perfettamente il senso di terrore cosmico e la sensazione di essere un intruso in un luogo dove non si dovrebbe essere. Sebbene il gameplay sia essenziale e la durata molto breve, il gioco riesce a creare un’atmosfera indimenticabile e a offrire un’esperienza di terrore genuino e cerebrale. È un titolo per i puristi, per coloro che non cercano azione, ma una storia che li consumerà dall’interno.

POWER RATING:
7.5/10
Un’esperienza breve ma intensa e dall’atmosfera impeccabile. Pur con un gameplay minimalista, cattura l’essenza del terrore lovecraftiano, offrendo un’immersione profonda e inquietante.

PRO:

  • Atmosfera e sound design eccezionali
  • Fedele allo spirito del racconto di Lovecraft
  • Stile grafico a bassa fedeltà affascinante
  • Breve e intenso, perfetto per una singola sessione

CONTRO:

  • Gameplay minimalista
  • Durata molto limitata
  • Alcuni enigmi possono risultare frustranti

Lascia un commento

In voga