Di Redazione PW83
-Codice Review fornito da Anima Publishing
-Versione Testata: PlayStation 5
-Disponibile per: Xbox Series X|S, PlayStation 5, PC
-Sviluppatore: Anima Project
-Publisher: Anima Publishing
Uno dei più famosi action/RPG independenti vive una seconda giovinezza in questa edizione rimasterizzata
L’uscita di Anima: Gate of Memories I & II Remaster rappresenta un’operazione di restauro cruciale per una saga Action-RPG che, pur avendo un core gameplay solido e una tradizione (la lore) intrigante basata sull’ambientazione del gioco di ruolo da tavolo Anima: Beyond Fantasy, soffriva di una realizzazione tecnica e di un level design datati che ne limitavano la fruizione. Questa collezione, che include il titolo originale del 2016 e il companion piece del 2018, The Nameless Chronicles, mira a risolvere gran parte di queste criticità attraverso una revisione tecnica profonda. L’obiettivo non è stato un remake totale, ma una pulizia estensiva del codice e degli asset, concentrandosi sul migliorare l’esperienza di combattimento e l’impatto visivo. Il risultato è un pacchetto che è senza dubbio la versione definitiva per affrontare la complessa storia de La Portatrice di Calamità (The Bearer) e de Il Senza Nome (The Nameless). Tuttavia, è imperativo stabilire un contesto di valutazione chiaro: nonostante il lodevole lavoro di remastering, il prodotto finale eredita una struttura di gioco e difetti di presentazione che, nel panorama dei titoli Action-RPG, non possono superare una certa soglia qualitativa. Il Remaster eleva l’esperienza indie originale, ma non la trasforma in un prodotto all’altezza dei massimi livelli tecnici.
L’operazione Remaster è particolarmente significativa perché certifica l’importanza di questo franchise derivato. Anima: Beyond Fantasy, il sistema di gioco di ruolo spagnolo, ha goduto di una popolarità di nicchia grazie al suo complesso world-building e alla sua mitologia che fonde high fantasy, elementi steampunk e un’estetica ispirata al manga e agli anime classici. Il trasferimento di questa tradizione in un formato Action-RPG tridimensionale è sempre stata la grande ambizione degli sviluppatori. I limiti di budget e di esperienza tecnica si erano fatti sentire nelle uscite originali del 2016. Il Remaster offre ai veterani del GDR cartaceo l’opportunità di vivere i luoghi e i personaggi più iconici di Gaia con una fedeltà visiva e una fluidità di gameplay inimmaginabili all’epoca. L’esperienza di gioco è stata raffinata, trasformando un cult imperfetto in un titolo Action-RPG solido e dignitoso sotto quasi ogni punto di vista tecnico. La narrazione di questa duplice avventura si svolge interamente all’interno della misteriosa Torre di Arcane, un hub dimensionale che catalizza incontri, battaglie e rivelazioni, fornendo il palcoscenico ideale per le dinamiche e le scelte morali che definiscono entrambi i capitoli. La coesione di entrambi i titoli in un unico pacchetto omogeneo eleva la qualità complessiva dell’offerta ludica, ma il giudizio deve rimanere ancorato alla consapevolezza dei suoi limiti di origine.

Revisione Tecnica e Rinnovamento del Combat System
Il punto di maggiore intervento e la principale giustificazione per l’acquisto di questa Remaster risiedono nelle migliorie apportate al comparto tecnico e al combattimento. Il gioco originale era notoriamente penalizzato da una grafica grezza e un sistema di battaglia con hitbox imprecisi, che unitamente a problemi di frame rate intaccavano seriamente la sua anima da Action-RPG.
Il Remaster introduce un aggiornamento grafico significativo e mirato. L’illuminazione è stata completamente rivista, offrendo giochi di luce e ombra più coerenti con l’atmosfera gotica della Torre di Arcane. I modelli dei personaggi principali e degli asset ambientali hanno ricevuto un notevole aumento di dettaglio e pulizia. Questo polish grafico migliora attivamente la leggibilità dell’azione durante gli scontri più frenetici. Le risoluzioni native su console di nuova generazione (PS5) garantiscono una fluidità costante, una miglioria fondamentale per il genere Action-RPG.
In termini di gameplay, è palpabile il Ribilanciamento del Combattimento. Innanzitutto, è stato corretto l’eccessivo spam di attacchi a distanza e le hitbox, un difetto maggiore nel primo Gate of Memories, sono state calibrate con maggiore precisione. Questa rifinitura garantisce maggiore soddisfazione nei parry e nelle schivate all’ultimo istante, meccaniche essenziali che ora funzionano in modo affidabile e reattivo. Il combat system si basa sulla possibilità di passare istantaneamente tra due protagonisti con moveset e abilità distinti — La Portatrice con la sua magia, e il suo alter ego Ergo con gli attacchi fisici, o lo stile marziale de Il Senza Nome nel secondo capitolo. Questo sistema Dual Character (o change system) è il cuore pulsante del gameplay ed è finalmente godibile, permettendo di creare combo lunghe e soddisfacenti che richiedono timing e strategia.
Inoltre, la navigazione è stata resa meno farraginosa grazie a controlli più reattivi e una telecamera più stabile. Il Remaster aggiunge funzionalità Quality of Life (QoL) e opzioni di accessibilità, come la possibilità di regolare la difficoltà in modo più granulare. Queste rifiniture posizionano il Remaster come l’esperienza più accessibile per i neofiti della saga, che ora possono concentrarsi sulla trama senza la frustrazione tecnica ereditata dal passato.

Level Design e Progressività Ruolistica: Un Compromesso Accettabile
Nonostante i progressi nel combat system, la Remaster non ha potuto stravolgere il Level Design originale, che rimane il tallone d’Achille della produzione. La Torre di Arcane è un’ambientazione suggestiva, ma anche labirintica e ripetitiva. Molte aree, pur essendo esteticamente distinte, condividono una struttura di corridoi e hub che favorisce un fastidioso backtracking non sempre giustificato. Questa sensazione di déjà vu è un difetto ereditato che il giocatore deve accettare come parte della struttura di dungeon crawler ripetitivo tipica di certi Action-RPG.
Tuttavia, la progressione ruolistica è uno degli aspetti più brillanti che viene esaltato dalla maggiore fluidità del gameplay. Il sistema di Skill Tree è vasto e ramificato, permettendo una notevole personalizzazione di ogni personaggio. In Gate of Memories, il giocatore deve bilanciare gli skill point tra le abilità magiche de La Portatrice e quelle fisiche di Ergo. The Nameless Chronicles, offrendo solo Il Senza Nome, si concentra maggiormente sulla specializzazione marziale. È notevole la profondità di personalizzazione che permette di creare build uniche e di adattare i personaggi al proprio stile di gioco.
La personalizzazione è estesa anche all’equipaggiamento. Il sistema di loot incoraggia l’esplorazione e la sperimentazione, poiché armi, armature e artefatti offrono bonus passivi che possono alterare drasticamente l’approccio agli scontri. L’enfasi sul potere delle skill attive e la scelta del build del personaggio assicurano che l’investimento di tempo nel grinding si traduca in un tangibile senso di progressione e mastery. Il piacere di sbloccare una nuova e devastante abilità è mantenuto intatto e rappresenta il meccanismo di dipendenza principale per il giocatore che persevera nel design labirintico del gioco.

La Forza Inalterata della Mitologia e della Narrazione (I & II)
La vera forza della saga di Anima risiede nella sua narrazione profonda e stratificata e nel world-building derivato dal gioco di ruolo cartaceo. Il Remaster agisce come una tela ripulita per dare maggiore risalto a questa componente, che è epica e densa di mitologia.
Entrambi i titoli sono ambientati principalmente nella maestosa Torre di Arcane, un crocevia di dimensioni e memorie. La narrazione, ricca di dialoghi e descrizioni dettagliate, richiede attenzione e un certo impegno per seguire i concetti della tradizione, ma premia il giocatore con una trama complessa e ramificata.
Il primo capitolo, Gate of Memories (I), introduce la protagonista, La Portatrice di Calamità (The Bearer), che ha perso la memoria, e il suo alter ego Ergo, un’entità intrappolata in un libro parlante. La loro missione esplora i temi della dualità e dell’identità. Il rapporto tra La Portatrice ed Ergo è il fulcro emotivo, con i loro battibecchi che spezzano sapientemente la gravità della trama principale.
Il secondo capitolo, The Nameless Chronicles (II), agisce come una storia parallela che approfondisce la prospettiva de Il Senza Nome (The Nameless), un potente e tormentato spadaccino che era un semi-antagonista nel primo capitolo. Questo cambio di prospettiva arricchisce in modo significativo la mitologia di Gaia, concentrandosi sulla redenzione, il sacrificio e le conseguenze delle azioni passate. Il giocatore può finalmente comprendere le motivazioni e il fardello emotivo de Il Senza Nome.
La narrazione di entrambi i giochi, benché limitata dall’assenza di doppiaggio completo per la maggior parte dei dialoghi, rimane un punto di forza assoluto. Le scelte morali e le azioni del giocatore influenzano direttamente la trama e l’epilogo, garantendo una rigiocabilità che pochi Action-RPG possono vantare.
Colonna Sonora e Aspetti Audio
Un elemento che l’operazione Remaster esalta senza alterarlo è la colonna sonora composta da Fran Calvo. La musica è un ensemble di brani orchestrali e sinfonici che riescono a catturare perfettamente l’atmosfera a cavallo tra gothic fantasy e high fantasy che caratterizza Gaia. Dalle melodie malinconiche che accompagnano l’esplorazione alle tracce epiche che caricano gli scontri contro i boss, la musica è un veicolo emotivo efficace e memorabile. L’integrazione audio con il nuovo motore grafico e la maggiore fedeltà sonora contribuiscono a creare un’esperienza immersiva. L’unico difetto persistente è la già citata mancanza di dialoghi completamente doppiati (sono presenti solo nei momenti chiave), che costringe il giocatore a lunghe sessioni di lettura che rallentano l’azione. Nonostante questo limite, l’impatto emotivo delle scene chiave, in particolare quelle che rivelano il passato de Il Senza Nome, è potenziato dalla forza della composizione musicale.

Conclusioni: La Versione Definitiva di un Cult
Anima: Gate of Memories I & II Remaster riesce pienamente nel suo intento di restauro e perfezionamento del gameplay. Il Remaster trasforma due titoli, che in origine erano consigliati solo ai fan della mitologia a causa delle loro pecche tecniche, in Action-RPG solidi e divertenti. L’affidabilità del sistema di combattimento a switch e la pulizia grafica rendono questa collezione l’esperienza definitiva e l’unica raccomandabile per chi vuole affrontare l’epopea di Gaia.
Tuttavia, il voto finale deve tenere conto del fatto che si tratta di un Remaster di un gioco indie uscito nove anni fa. Le migliorie tecniche non riescono a mascherare completamente le eredità strutturali dell’originale, come il level design a tratti tedioso e un pacing narrativo rallentato. Sebbene il Remaster sia un successo per gli sviluppatori di Anima Project, il suo valore oggettivo nel mercato attuale, valutato in base a ciò che è, si ferma a una piena sufficienza, ma non al massimo dell’eccellenza. È un gioco molto buono per ciò che è, ma la sua natura rimane quella di un cult restaurato.
Per i puristi del franchise, è un aggiornamento essenziale. Per chi cerca un’esperienza Action-RPG con una storia ricca e un sistema di combattimento a switch rapido, questa collezione offre un eccellente rapporto qualità-prezzo.
POWER RATING:
7.0/10
“Un eccellente restauro che onora la complessa mitologia e il core gameplay del cult originale, ma i limiti ereditati dal design dei livelli ne impediscono la piena affermazione.”
PRO
- Notevole miglioramento grafico e dell’illuminazione (specialmente su PS5).
- Ribilanciamento del gameplay che risolve i problemi di hitbox e spam nemico.
- Sistema di combattimento Dual Character ora più fluido e godibile.
- Narrazione complessa e mitologia stratificata derivata da Anima: Beyond Fantasy.
- Pacchetto completo che include entrambi i capitoli, offrendo decine di ore di gioco.
CONTRO
- Il level design labirintico e il backtracking sono ereditati dai titoli originali e permangono.
- Assenza di doppiaggio per gran parte dei dialoghi, che limita l’impatto narrativo.
- Alcuni asset ambientali non sono stati aggiornati con la stessa cura degli asset principali.





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