Di Redazione PW83
-Codice Review fornito da Nightdive Studios
-Versione Testata: Xbox Series X
-Disponibile per: PlayStation 4, PlayStation 5, Xbox One, Xbox Series X|S, PC (Steam)
-Sviluppatore: Nightdive Studios, Lucasarts
-Publisher: Nightdive Studios
Lucidate la vostra 6 colpi, è ora di tornare nel… 1997?!
Outlaws non è semplicemente un videogioco; è un’icona degli anni ’90, un’opera che ha saputo distinguersi nel panorama degli sparatutto in prima persona (FPS) in un’epoca dominata dal fantasy demoniaco e dalla fantascienza cyberpunk. Pubblicato originariamente da LucasArts nel 1997, il titolo si è ritagliato un posto d’onore grazie al suo coraggioso e, per l’epoca, insolito approccio al genere Western. Questo non era il West patinato delle produzioni Hollywoodiane più rassicuranti, ma un’interpretazione grintosa, carica di polvere e vendetta, che attingeva a piene mani dall’estetica e dalla potenza emotiva dello Spaghetti Western.
Questa edizione Remaster, curata meticolosamente da Nightdive Studios, è un’operazione di conservazione videoludica di altissimo livello. Il lavoro non si è concentrato solo sull’attualizzazione della veste grafica, ma sull’assicurare che l’integrità del gameplay e l’atmosfera originale venissero preservate con assoluta fedeltà. Il pacchetto include non solo la campagna principale, ma anche l’espansione A Handful of Missions e tutte le funzionalità multigiocatore, rendendo questa la versione definitiva per rivivere un pezzo fondamentale della storia di LucasArts. La domanda centrale che una riedizione di questo tipo deve affrontare è se il gameplay di un FPS di quasi trent’anni fa possa ancora reggere il confronto con i canoni moderni. Nel caso di Outlaws, la risposta è un deciso sì, grazie soprattutto alle scelte di design progressiste fatte all’epoca e alla cura tecnica della riedizione.

Trama e Narrazione: Il Dramma del West secondo Anderson
La storia ci introduce a James Anderson, un ex-sceriffo e US Marshal che ha appeso le stelle al chiodo per ritirarsi a una vita tranquilla nel West, dedicandosi alla coltivazione e alla famiglia, composta dalla moglie Anna e dalla figlia Sarah. Questo idillio è destinato a una conclusione brutale e drammatica. Il potente barone ferroviario Bob Graham, un uomo senza scrupoli desideroso di espandere il suo impero, assolda una banda di criminali per costringere Anderson a cedere la sua terra. Il raid dei fuorilegge culmina nell’omicidio di Anna e nel rapimento di Sarah. La narrativa è immediatamente brutale e definisce il tono vendicativo che domina l’intera esperienza.
La trama di Outlaws è essenzialmente un classico cliché da Spaghetti Western, intenzionalmente semplice e diretta, focalizzata sulla vendetta personale: recuperare la figlia e affrontare, uno per uno, i sicari che hanno distrutto la sua vita. L’intera Campagna è una marcia inesorabile attraverso il West, dalle miniere polverose ai treni in corsa, culminando nello scontro finale con Graham.
Ciò che eleva il racconto non è la sua complessità, ma la sua presentazione. La narrazione è gestita attraverso splendide cutscene animate a mano, che al tempo erano un marchio di fabbrica inconfondibile di LucasArts. Questi intermezzi animati, che in questa versione Remaster sono stati portati in alta risoluzione e non sono più compressi, sono il punto culminante della presentazione visiva. Lo stile cartoon vibrante, tipico delle produzioni grafiche dello studio, aggiunge un peso visivo al dramma di Anderson e alle personalità grottesche dei boss che incontreremo. Queste sequenze non sono solo decorative; sono essenziali per definire il ritmo emotivo del gioco, offrendo brevi pause reflective tra una sparatoria frenetica e l’altra. Il doppiaggio in lingua originale è di altissima qualità e contribuisce a rendere i personaggi memorabili, dal protagonista taciturno ai villain macchiettistici.
Il Gameplay di Base: Innovazione Anacronistica
Il gameplay di Outlaws è ciò che lo distingue ancora oggi. Pur essendo basato sul Jedi Engine modificato, lo stesso motore utilizzato per Star Wars: Dark Forces e altri shooter dell’epoca, il gioco introdusse funzionalità che erano rivoluzionarie per il 1997. Non si tratta del frenetico strafe shooting di Doom o Quake, ma di un approccio più cauto, meditato e tattico alle sparatorie.
Una delle innovazioni fondamentali fu l’introduzione della mira verticale vera e propria. Mentre molti FPS contemporanei simulavano la mira verticale, in Outlaws era possibile guardare su e giù liberamente, un’opzione che costringeva i giocatori a gestire meglio i nemici posizionati in alto o in basso. A questo si aggiungeva la possibilità di utilizzare un rudimentale sistema di zoom tramite il mirino dell’arma a canna lunga, elemento che premiava la precisione a distanza. Il remaster sfrutta appieno queste meccaniche, offrendo un controllo moderno con mouse look preciso e framerate elevati (fino a 120 FPS), rendendo l’esperienza molto più fluida e reattiva di quanto non fosse sull’hardware originale.
Anderson, l’ex-sceriffo, non è un super soldato. La sua salute scende rapidamente, il che rende l’approccio run-and-gun una strategia quasi sempre fallimentare. Il gunplay incoraggia l’uso di coperture, le manovre evasive e, soprattutto, la padronanza dell’arsenale a disposizione. Questo arsenale, composto da otto armi fedeli all’ambientazione Western, è fantastico. Si va dalla fidata pistola a sei colpi (che richiede ricariche tattiche) alla temibile doppietta (il fucile a canne mozze, devastante a corto raggio), fino al fucile di precisione a colpo singolo. Ogni arma ha un proprio feeling e un ruolo specifico nel design dei livelli. L’animazione di ricarica, curata con grande dettaglio e un sound design appagante, non era solo estetica, ma introduceva pause strategiche fondamentali nel ritmo del combattimento.

Level Design, Difficoltà e Progressioni
Il level design di Outlaws è un’altra caratteristica che resiste alla prova del tempo, sebbene non senza qualche frizione. Le mappe sono intricate, ramificate e piene di segreti. Il gioco è un perfetto esempio di design labirintico tipico degli FPS degli anni ’90, dove il progresso è spesso legato alla ricerca di chiavi colorate, all’attivazione di interruttori nascosti o alla risoluzione di semplici puzzle ambientali. Queste sequenze, se da un lato allungano il tempo di gioco e premiano l’esplorazione, dall’altro possono sembrare datate o macchinose per il giocatore moderno abituato a indicatori di direzione chiari e level design più lineare.
La difficoltà del gioco è elevata, anche a livello normale. La natura dei nemici, che spesso attaccano in gruppo, è aggressiva e il danno subito è punitivo. I diversi boss alla fine di ogni livello richiedono strategie specifiche e l’uso intelligente dell’ambiente circostante. La tradizione narrativa di presentare un boss unico per ogni tappa del viaggio di Anderson rende ogni scontro finale un momento culminante, accompagnato, come sempre, da un tema musicale indimenticabile.
Un aspetto del gameplay che il remaster non ha potuto correggere è la goffaggine di Anderson. Sebbene il mouse look sia perfetto per mirare, i movimenti di base, inclusa la corsa e soprattutto il salto, risultano rigidi e poco reattivi, specialmente nelle sezioni di platforming che, pur essendo rare, risultano spesso frustranti a causa dei controlli legnosi.
Remaster e Cura Conservativa
Nightdive Studios, celebre per il restauro di classici come System Shock e Turok, ha trattato Outlaws con il massimo rispetto conservativo. L’obiettivo non era rifare il gioco, ma renderlo accessibile con gli standard moderni.
Le migliorie tecniche implementate sono molteplici e toccano diversi aspetti del gioco. Il supporto nativo è stato esteso per gestire risoluzioni fino a 4K e framerate sbloccati che possono raggiungere i 120 FPS, prestazioni essenziali per la reattività del mouse look. Gli sprite bidimensionali dei nemici sono stati migliorati con upscaling AI di qualità, garantendo che, pur rimanendo fedeli all’estetica pixel art, appaiano più definiti e puliti sui display moderni ad alta risoluzione. La modellazione delle armi è stata rifinita, ma conserva l’aspetto originale. L’aspetto più impressionante della riedizione è l’audio. La colonna sonora orchestrale di Clint Bajakian, che si ispira palesemente ai grandi maestri dello Spaghetti Western come Ennio Morricone, è stata riprodotta e rimasterizzata in modo impeccabile. La musica è un personaggio a sé stante che amplifica il dramma, la tensione e l’epicità di ogni momento. Infine, l’introduzione del supporto nativo ai gamepad moderni e, nelle versioni console, l’integrazione di rumble e motion/gyro control, rendono il gioco più accessibile e meno dipendente dalla configurazione tastiera-mouse originale. Questo lavoro di attualizzazione garantisce che la tecnica non sia mai un ostacolo alla fruizione di questo classico.

Longevità e Contenuti Aggiuntivi
Il pacchetto Outlaws + A Handful of Missions vanta una longevità significativa, soprattutto per un single-player shooter di quell’epoca. La campagna principale è corposa, ma l’inclusione di tutti i contenuti extra rende l’offerta straordinariamente completa. L’espansione A Handful of Missions aggiunge quattro ulteriori missioni, che non sono solo filler, ma sono design di livelli complessi e ben orchestrati che espandono l’universo narrativo. Sono inoltre incluse cinque missioni che fungono da flashback sulla vita di Anderson come US Marshal. Queste sezioni sono un modo eccellente per esplorare la mitologia del protagonista e mostrano il suo passato come agente della legge, arricchendo la sua motivazione di vendetta con un senso di dovere fallito. La reintroduzione del Multigiocatore è una gradita sorpresa. La modalità online, che include Deathmatch, Team Play, Capture the Flag e l’iconica e divertentissima modalità Kill The Fool With The Chicken, è pienamente supportata dal cross play. Questo garantisce una base di giocatori ampia e assicura una longevità potenzialmente illimitata per gli appassionati di retro shooter competitivi. In sintesi, l’offerta di contenuti non è solo quantitativa, ma anche qualitativa, fornendo sia la storia completa che gli strumenti per rivivere la sua esperienza online, creando un ponte tra il passato e il presente del gaming.
Giudizio Finale
Outlaws + A Handful of Missions: Remaster è molto più di una semplice operazione nostalgia. È una testimonianza della lungimiranza di LucasArts nel creare un shooter Western con meccaniche distintive (la mira verticale, il focus sul gunplay tattico). Nonostante alcuni aspetti del level design e del movimento ereditati dal gioco del 1997, il gioco brilla per l’atmosfera e per la colonna sonora epica che lo rendono unico. Il lavoro di Nightdive Studios è impeccabile sul piano tecnico, rendendo il gioco fluido, bello da vedere (mantenendo la sua anima pixel art) e comodo da giocare sui sistemi moderni. È un titolo imperdibile per chiunque voglia esplorare un pezzo di storia degli FPS o semplicemente godersi un shooter Western con un’anima profonda e un’estetica indimenticabile.
POWER RATING:
9.0/10
“Una rimasterizzazione eccellente di un classico FPS Western. L’atmosfera, il gunplay tattico e la colonna sonora sono magistrali. Il lavoro di conservazione tecnica è impeccabile, rendendo il gioco l’esperienza definitiva di un titolo storico.”
PRO
- Fedeltà assoluta al gioco originale, potenziata tecnicamente con 4K e 120 FPS.
- Colonna sonora orchestrale ispirata a Ennio Morricone, rimasterizzata in modo impeccabile.
- Inclusione di tutti i contenuti (Campagna, Espansione, Missioni Storiche).
- Multigiocatore cross play che aggiunge longevità significativa e garantisce una community.
- Cutscene animate di LucasArts in alta risoluzione che esaltano la narrazione.
- Gameplay tattico distintivo per l’epoca con mira verticale funzionale.
CONTRO
- Alcuni aspetti del level design (puzzle ambientali, salti) mostrano l’età del design originale (1997).
- Il movimento del protagonista è ereditato dal gioco originale e risulta rigido rispetto agli standard moderni.





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