
Folle, dissacrante, borderline demenziale: Uno dei capitoli migliori dell’intera saga legata ai Third Street Saints riceve il trattamento Remaster e viene pubblicato per le attuali console. Mossa commerciale, o processo di valorizzazione di uno dei capitoli più amati? Scopriamolo nella nostra review!
Saints Row, come serie, si è evoluta negli anni. Inizialmente concepita come alternativa alla ben più famosa saga di Grand Theft Auto, è con il titolo che andremo ad esaminare che nel 2011 la saga creata da Volition e legata ai Third Street Saints ha acquisito una propria identità. Laddove nei primi due capitoli, peraltro amati da un buon numero di fan, il gioco manteneva un tono serioso, è con Saints Row The Third che finalmente si è deciso di dare uno scossone al prodotto. Tutto venne estremizzato. Sottotrame divertenti nei primi due capitoli? In Saints Row The Third (SR3 da ora. NdSpike) tutto il gioco è una lode al ridicolo, all’assurdo, al politicamente scorretto.

Iniziamo la disamina del titolo partendo, come di consueto, dalla trama. Sono passati 5 anni dagli eventi di Saints Row 2 e dalla sconfitta di Dane Vogel (ex CEO della Ultor: malvagia corporazione nonchè easter-egg verso un’altra serie Volition, Red Faction. NdSpike). I 3rd Streets Saints sono passati da semplice gang a fenomeno mediatico, con linee di abbigliamento, energy drink, mascottes e fan deliranti. Durante una rapina in banca, organizzata per promuovere un film di prossima uscita a loro dedicato, il giocatore, Shaundi e Gat (i due più fidati consiglieri del protagonista) vengono catturati da Forze Speciali sconosciute e successivamente incarcerati. Qui scoprono che tutto era manovrato da Philippe Lauren, boss del conglomerato criminale “Il Sindacato”: dopo aver rifiutato di cedere buona parte dei profitti dei Saints in cambio delle loro vite, è di nuovo guerra aperta tra le gang criminali di Steelport. Spesso, in giochi come questi, la trama è solamente un pretesto per seminare caos e distruzione, ma in SR3, per quanto assurda e assolutamente fuori dagli schemi, vale la pena di veder scorrere i titoli di coda, in virtù di due possibili finali decisamente insospettabili.

Il gameplay di Saints Row The Third ricalca in buona misura quanto già visto in decine di altri titoli dello stesso genere: ci sarà un open-world da esplorare (la città di Steelport), ci saranno missioni e sotto-missioni affidate dai personaggi più disparati, e ci saranno svariati mini-games. Le missioni saranno di ogni tipo: da quelle di scorta, alle “orde” da abbattere, passando per quelle di assassinio, tutto materiale comune nei titoli “alla GTA”. Ma SR3 non è solo questo. A fianco dei clichè, ci saranno missioni assurde come portare svariati VIP a “divertirsi” con prostitute e party a base di droga evitando di essere paparazzati, a veri e propri trip allucinogeni, ci saranno excursus in vari programmi di realtà virtuale così come missioni di volo a bordo di ogni tipo di velivolo: dagli elicotteri da combattimento alle astronavi. Tutto questo senza poi menzionare missioni diventate iconiche per la serie come la riconquista del proprio quartier generale: Paracadutarsi da un elicottero sulle note di Power (Kanye West), per atterrare nella piscina del proprio attico è sempre qualcosa di epico. La varietà è il sale della vita dicono, e se è per questo, allora SR3 è un vero e proprio assalto alla nostra pressione arteriosa. Le meccaniche di combattimento e guida sono due dei cardini di questo genere di giochi, e SR3 non delude: è vero, sparare pecca un po’ a livello di “impatto”, ma ogni arma (e ce ne sono parecchie) ha una propria identità e un suo particolare “timbro vocale”. Molto meglio le meccaniche di guida, dove ogni veicolo è ben discernibile oltre che totalmente personalizzabile.

Uno dei punti di forza di SR3 è sicuramente la longevità, fattore ulteriormente valorizzato in questa versione Remastered, contenente ogni singolo DLC rilasciato per la versione pubblicata per la precedente generazione di console. Non che il gioco originale fosse scarno a livello di contenuti: Decine di missioni, sottomissioni, armi e oggetti per la personalizzazione del personaggio (anche qui altalenanti tra il serio e l’assolutamente fuori di testa), SR3 ha sempre messo tanta carne al fuoco.

Tecnicamente parlando, SR3 Remastered è difficile da inquadrare. Da una parte abbiamo un gioco visibilmente “old-gen” (poche auto nelle strade, poche persone), mentre dall’altra non possiamo che elogiare il lavoro fatto da Sperasoft, con una totale ricostruzione dei modelli poligonali dei personaggi (principali), delle armi, e del mondo di gioco. Anche le texture di buona parte del gioco sono state ridisegnate, così come tantissimi effetti ambientali. SR3 è un gioco quindi, dove solo apparentemente non si noteranno sostanziali differenze con il materiale originale, ma che confrontato fianco a fianco con la versione del 2011 si rivela essere un prodotto confezionato con cura quasi maniacale.

Tirando le somme, adoravamo già Saints Row The Third, e non possiamo che adorare questa versione Remastered. Una versione migliore praticamente in ogni comparto, completa di ogni DLC precedentemente pubblicato, e in grado di divertire tanto oggi nel 2020, quanto nel 2011. Se ci si aggiunge anche il prezzo budget, il rapporto qualità-prezzo del titolo Volition è pressochè imbattibile, rendendolo un must-buy per tutti gli appassionati del genere.
I Saints sono tornati.
POWER RATING:
8.0/10
“Un Remaster fatto ad opera d’arte, su un titolo troppo presto finito nel dimenticatoio. Forse l’apice della saga legata ai Saints.”
PRO:
-Tecnicamente molto curato
-Comico e divertente
-Tante attività e missioni: alcune diventate iconiche
-Comparto sonoro d’eccellenza, dalle tracce audio ai doppiatori
CONTRO:
-Alcuni bug riscontrati
-Ottenere da subito armi e veicoli DLC sbilancia un po’ troppo il gameplay
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-Codice review fornito dal Publisher
-Testato su PS4Pro





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