
Così come alla fine della precedente, anche stavolta Naughty Dog si prepara all’avvento della nuova generazione con quello che potenzialmente potrebbe essere l’ultimo grande capolavoro per PS4.
Nota Editoriale: La trama di The Last of Us 2 è uno dei punti cardine dell’esperienza. Lasceremo quindi alcune sezioni volutamente vaghe, per non andare a intaccare quanto costruito da Naughty Dog. Grazie per la comprensione. Spike & Yuneko.
The Last of Us, l’originale per PS3 (successivamente rimasterizzato in maniera sopraffina per PS4) fu, come da cappello introduttivo, l’ultimo grande tripla-A rilasciato per PS3. Un gioco superbo, scritto magistralmente e con una trama incredibilmente più adulta, cupa e melodrammatica rispetto all’altro cavallo di battaglia di Naughty Dog, la serie di Uncharted. Laddove le avventure di Nathan Drake, Sully, e compagnia giocavano un po’ la carta dell’avventura “alla Indiana Jones”, spesso frivola e da prendersi a cuor leggero (escluso il quarto e conclusivo capitolo della serie, “A Thief’s End” dove i toni dello stesso venivano pennellati con tinte leggermente più opache. NdSpike), The Last of Us era agli antipodi di tutto ciò. Una storia basata su un mondo di gioco brutale, violento, a tratti senza speranza, e dove per gli stessi personaggi valeva l’ormai celebre “tutto è lecito” coniato da un’altra famosissima serie videoludica, mentre cercavano di sopravvivere sino al sorgere del sole del giorno seguente con ogni mezzo necessario, spesso e (mal) volentieri ricorrendo a gesti di dubbia moralità. Tutto questo però era bilanciato, seppure solamente in parte, da una sorta di tenerezza di fondo, una intimità e una delicatezza raramente viste in altre produzioni a tematica horror. Un mondo crudele dicevamo, ma con un flebile raggio di speranza: Ellie, la compagna di viaggio di Joel Miller, entrambi protagonisti in egual misura di uno dei più incredibili “viaggi” che un giocatore abbia mai intrapreso con un joypad in mano.

Uno dei punti di forza del titolo originale fu senza dubbio la trama. Non tanto per l’effettiva “storia” dietro al titolo, quanto per i personaggi che la popolavano e gli avvenimenti durante lo svolgimento. Nel 2013, una epidemia di Cordyceps (un fungo simbiota realmente esistente che trasforma gli ospiti/vittime, rendendoli simili a “zombie” assumendo il controllo delle funzioni motorie e cerebrali dei soggetti colpiti) annichilisce gli Stati Uniti, uccidendo o trasformando chiunque ne venga infettato. La società collassa. Si formano quindi gruppi di sopravvissuti, piccole cittadine improvvisate, bande di sciacalli. I “più fortunati” vengono tratti in salvo dalla FEDRA (Federal Disaster Response Agency), una sorta di istituto governativo che tenta di mantenere viva una parvenza di normalità. Qui incontriamo il già citato Joel, contrabbandiere, ed Ellie, inizialmente il “pacco” da trasportare in quanto immune al virus. Avanti veloce, e dopo mille peripezie e diversi colpi di scena, ci ritroviamo nel mondo di The Last of Us Parte 2 (TLOU2, da ora).

Sono passati 5 anni dagli eventi del primo capitolo, e Joel ed Ellie vivono a Jackson, l’insediamento fondato dallo stesso fratello di Joel, Tommy. Non fosse per le mura che circondano l’insediamento, si potrebbe dire che i due protagonisti vivono una vita quasi normale. E’ durante una delle normali ronde fuori dai confini cittadini in cui tutto va a rotoli e, da qui in poi, parte quella che sarà una trama che vi prenderà a pugni nello stomaco per l’intera durata del gioco, una montagna russa emotiva in grado di farvi provare rabbia, disperazione, tristezza e quasi ogni sfaccettatura dello spettro emotivo. TLOU2 è crudo, violento, diretto, delicato, intimo, brutale in qualunque ottica lo si esamini. Così come lo fu il primo. Potrete amare o odiare questo aspetto di gioco durante l’esperienza, ma è innegabile il lavoro svolto da Naughty Dog nell’infondere, se possibile, ancora più personalità a un prodotto che già originariamente, sapeva distinguersi per scelte stilistico/narrative di spessore e decisamente coraggiose. In questo sequel Naughty Dog (ND da ora) ha riversato tutto il suo ormai immenso know-how narrativo, giocando le carte del coraggio e della contemporaneità, assieme a quella, forse, della non-conformità, del volere osare, del volere sfondare le barriere della canonicità. Il risultato? Come avrete già intuito, TLOU2 farà parlare di sé. Indipendentemente da tutto questo però, i livelli di produzione, cura, e attenzioni riversati nella narrativa del gioco sono e rimangono di assoluta eccellenza, così come per il resto del gioco.

Il gameplay-loop di TLOU2 è rimasto, concettualmente, molto simile al primo. Il gioco sarà diviso in fasi esplorative, “narrative”, e di combattimento. Analizziamo velocemente queste ultime: I combattimenti a mani nude sono diventati, se possibili, ancora più brutali e viscerali, e l’aggiunta di un tasto dedicato alla schivata (L1), aggiunge una nuova meccanica a quello che, a conti fatti, era un modus-operandi fondamentalmente piuttosto basilare nel titolo originale. Ellie è un personaggio agile e scattante, ben diverso da Joel, e sarà possibile concatenare schivate e “combo” in sequenze dettate da animazioni talmente fluide da sembrare una danza, una “danse macabre” in cui il conduttore sarà colui che rimane vivo. Sempre relativamente al combattimento, saranno ancora presenti le armi da fuoco, sempre migliorabili ai vari banchi da lavoro sparsi per i livelli. Così come per Uncharted e per TLOU1, anche qui il “gunplay” si conferma più che solido. Nota di merito alla personalità delle varie armi, ognuna dotata di una identità tale da dover essere capita e testata, prima di essere sfruttata al 100% del suo potenziale. Proseguendo nella disamina della modalità di combattimento, lo stealth giocherà una parte forse ancora più centrale rispetto al passato. Sarà possibile attraversare ogni area di gioco senza uccidere nessuno (per la maggior parte), lanciando oggetti per distrarre o attirare umani e infetti, o addirittura per farli combattere tra di loro, approfittando del caos per sgattaiolare indisturbati verso l’obiettivo successivo. E’ bene notare come ND abbia migliorato la IA dei nemici, nonostante il prodotto finale non sia ancora paragonabile alle migliori produzioni tra gli stealth-games. In varie occasioni, durante il test, alcuni nemici si sono rivelati assolutamente ignari delle nostre azioni, nonostante fossimo letteralmente nel loro campo visivo. In linea di massima dunque, le meccaniche sono solide, nonostante alcune indecisioni.

Un’area dove abbiamo notato un cambio significativo rispetto al passato è il ritmo di gioco. Laddove in TLOU si dovevano risolvere alcuni enigmi (ambientali) per procedere, in TLOU2 tutto sarà molto più diretto. Ci saranno alcuni (veramente basilari) punti in cui bisognerà spostare il determinato cassonetto dell’immondizia per raggiungere una piattaforma, o lanciare una fune per superare l’ostacolo X nel modo Y per raggiungere il punto Z, ma saranno pochi (in relazione alla durata complessiva del titolo) e veramente, veramente basilari. Anche il fatto che Ellie ora abbia imparato a nuotare fa saltare a piedi pari quello che nel primo titolo era un pretesto per creare una variazione nel gameplay. Non stiamo dicendo che tutto questo sia da vedersi in ottica negativa, sia chiaro, e forse il titolo, data la natura irruenta, diretta e urgente della premessa può godere di tutto ciò, vogliamo solo avvertire i giocatori che una piccola freccia nella faretra di Naughty Dog è andata persa: forse è un bene, forse è un male, starà al giocatore valutarlo. Sappiate però, che se avete amato determinate cose nel primo capitolo, non le ritroverete nel secondo.

Quello che sicuramente non è andato perso nella transizione tra TLOU e TLOU2 è il dettaglio grafico. Possiamo tranquillamente affermare che questo secondo capitolo è assolutamente spaventoso in tutto quello che concerne l’impatto visivo. Già il primo fu qualcosa di incredibile per l’epoca (e lo testimonia il fatto che, con le dovute concessioni, il Remaster di TLOU sembra un titolo nativo per PS4. NdSpike), ma nel secondo Naughty Dog si è semplicemente superata, alzando il livello dell’insieme ancora più in alto rispetto a titoli come Uncharted 4 (già tecnicamente superbo). Le animazioni dei personaggi, le loro espressioni, i livelli di produzione in TLOU2 sono assolutamente incredibili. Quello che però ci ha veramente, assolutamente stupito, sono state le ambientazioni e la cura riposta nella loro creazione. Esplorare un livello di TLOU2 sarà una fonte quasi inesauribile di stupore, ogni cosa, dalla stanza di un teenager in una villetta alla una stanza d’albergo nel centro città di Seattle, sarà costellato di dettagli e environmental-storytelling (pratica in cui, mediante il posizionamento di oggetti e dettagli, si riesce a raccontare una mini-storia nella storia, spesso autoconclusiva. NdSpike). Potrete perdervi nella ricerca di tutte queste minuzie, assaporando il mondo di gioco in maniera ancora più intima e dettagliata che non procedendo spediti verso la conclusione della trama. Oltre a questo, una cura certosina è stata riposta nei dettagli più strettamente esplorativi e “di corredo”: nelle fasi iniziali del gioco, durante l’inverno, toccate un albero e il ramo che avrete toccato si muoverà, facendo cadere la neve che lo ricopriva. Sempre in questa situazione, osservate il modo in cui la neve si sposta e reagisce alla presenza del vostro personaggio, camminando oppure arrampicandovi su una sporgenza. Ancora, provate a effettuare un attacco corpo a corpo (lo abbiamo scoperto per caso, lo ammettiamo. NdSpike/Yuneko) vicino a un letto impolverato, e guardate come la polvere reagirà allo spostamento d’aria della vostra arma. Sempre relativamente agli spostamenti d’aria, fate caso a come si muoveranno e reagiranno le particelle di spore durante l’esplorazione di una zona infetta, mentre il vostro personaggio ci passa attraverso. Assolutamente incredibile.

A livello sonoro, assolutamente niente da dire. Noi abbiamo giocato il titolo in lingua originale, per godere delle performance di Troy Baker e degli altri attori nella guisa più pura possibile, e come nel primo capitolo, siamo rimasti estasiati dalla naturalezza e dal realismo di come ogni singola linea di dialogo viene recitata. La colonna sonora è realizzata ancora una volta da Gustavo Santaolalla, già composer di TLOU. Così come nel prequel, le melodie pizzicate e sussurrate della sua chitarra acustica faranno da compendio all’azione di gioco, rafforzando le scene più intime e traumatiche che i nostri personaggi dovranno vivere. Veramente ben fatto.
Prima di giungere alle conclusioni, una breve considerazione sulla longevità del titolo. TLOU2 è un gioco più grande dell’originale, e questa cosa può essere vissuta in due maniere molto distanti da loro. Prendendo come concetto di base il fatto che già la trama in sè sarà molto divisiva, unita alla mancanza degli enigmi menzionata poco sopra, il gioco potrà essere vissuto come “ripetitivo” e “noioso” (notare le virgolette) da alcuni giocatori. Fondamentalmente infatti, come dicevamo, il gameplay sarà ridotto al procedere incessantemente da una fase di combattimento all’altra, con l’occasionale ricordo di Ellie o la cutscene del caso a spezzare un po’ il ritmo. Alcuni la troveranno sicuramente un’area migliorata rispetto al primo gioco, più dinamica e più “fluida”, mentre altri sicuramente lamenteranno una eccessiva repetitio-ad-nauseam. Fondamentalmente, per un gioco come The Last of Us, il tutto funzionerà in relazione a quanto vi sentirete immersi nel mondo di gioco e nella storia. Noi di PowerWave onestamente avremmo preferito qualcosa di più simile al primo, con un qualche piccolo diversivo a spezzare l’azione.

BONUS – L’Angolo di Yuneko: “Normalmente, lascio la fase di testing a Spike, è raro che “metta becco” nella recensione di un titolo. Stavolta però, voglio dire la mia, anche perchè tra i due, sono stata la prima a giocarlo, visto che il giorno dell’uscita Spike era impegnato con altri articoli. Adoro TLOU, il primo, l’ho giocato sia su PS3 e successivamente su PS4, e aspettavo questa Parte 2 come una bambina aspetta la Vigilia di Natale. Mi è piaciuto, senza dubbio, nonostante non fossi completamente d’accordo con alcune scelte narrative. Ho adorato, così come nel primo titolo, l’esplorazione, e da amante della musica ho apprezzato tantissimo l’introduzione del mini-game relativo alla chitarra. Ho anche adorato lo sketch-book di Ellie, sia come artista che come mezzo per spezzare l’atmosfera prevalentemente greve del titolo. Ho apprezzato tantissimo le atmosfere, la sensazione di abbandono, così come sono rimasta a bocca aperta guardando alcuni paesaggi, al punto di abbandonare il joypad e perdermi nella contemplazione. Menzione particolare per i flashback di Ellie, che si svolgono tra l’epilogo di TLOU e l’incipit di TLOU2, veramente ben fatti e in grado di catturare l’attenzione. Dovessi menzionare una nota “stonata”, come già detto da Spike, il gameplay-loop alle volte mi è sembrato un po’ ripetitivo. Nell’insieme comunque, penso che TLOU2 sia un titolo qualitativamente in linea con il precedente, e assolutamente meritevole di essere giocato.”

Tirando le somme, inutile girarci attorno. The Last of Us 2 è, così come lo fu il prequel per PS3, una aggiunta fondamentale alla vostra libreria di titoli per PS4. Livelli di produzione cinematografici, una cura certosina riversa in qualunque aspetto del gioco e una trama che, nel bene o nel male saprà stupirvi e lasciarvi senza fiato, fanno di TLOU2 un potenziale candidato a Game of the Year 2020.
POWER RATING:
9.5/10
“Un altro capolavoro di Naughty Dog, un titolo coraggioso che affronta tematiche scomode e complesse con la giusta dose di delicatezza e fermezza di polso. Un sicuro candidato a Gioco dell’Anno 2020.”
PRO:
-Tecnicamente incredibile, cura dei dettagli spaventosa
-Ellie è un personaggio più complicato di quanto si possa pensare
-Tutto il mondo di gioco è costruito con una livello di attenzione maniacale
-Una trama allo stesso tempo più intima e più brutale del precedente, che tratta tematiche “scomode”
CONTRO:
-L’intelligenza artificiale dei nemici spesso non è abbastanza reattiva
-“Ritmo” di gioco sbilanciato, può rischiare di diventare ripetitivo
-Mancanza di enigmi





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