Di Redazione PW83

-Codice Review fornito da Gunfire Games
-Versione Testata: Xbox Series X
-Disponibile per: Xbox Series X|S, PlayStation 5, PC

Gunfire Games ritorna con il sequel dell’acclamato Remnant: From the Ashes con un sequel fatto ad opera d’arte, che migliora ed espande i concetti del capitolo originale in ogni settore

Iniziamo la recensione con una delle nostre ormai famose affermazioni: Se vi è piaciuto il primo Remnant, lasciate perdere questa recensione, andate a comprare il sequel, e divertitevi. Il nuovo lavoro di Gunfire Games infatti, migliora a tal punto la formula introdotta con From The Ashes da renderlo virtualmente imperdibile per ogni giocatore appassionato di shooter, looter-shooter in stile Destiny, e fan dei Soulslike. Non stiamo scherzando, è veramente un miglioramento massivo sotto ogni comparto si vada ad analizzare. Per tutti gli altri ancora in dubbio sulla validità del prodotto, mettetevi comodi, e benvenuti alla review di Remnant 2.

Iniziamo di consueto parlando della trama che farà da pretesto per le vostre avventure nel mondo (no, nei mondi, come vedremo tra poco) di Remnant 2. Proprio come il suo predecessore, la storia surreale vi vedrà interpretare un sopravvissuto senza nome in una Terra post-apocalittica in cui una razza di alberi malvagi chiamata The Root sta tentando di conquistare il multiverso. Super strano, vero? Questa premessa è principalmente usata per giustificare il vostro andirivieni tra realtà diverse per sparare a tutto quello che si muove e salvare il mondo (i mondi, pardon), ma diventerà solo leggermente più interessante di quella premessa iniziale. Potrete chattare con personaggi nuovi e di ritorno nella vostra base, il Ward 13, (la maggior parte dei quali ha molto da dire pur fornendovi il minor numero possibile di informazioni effettive), saperne di più su The Root e cosa sta succedendo con la guerra multiversale, e alla fine arriverete ad una conclusione drammatica che verrà immediatamente annullata in modo da poter continuare a giocare senza affrontare le conseguenze del finale. Non è che la sceneggiatura sia scritta male o altro, anzi è abbastanza buona e ci sono sicuramente alcuni concetti interessanti in ballo su cui la comunità senza dubbio elaborerà teorie nelle settimane e nei mesi a venire, è solo che ben poco ha un impatto su quella tabula rasa di personaggio che impersonerete, ed è tutto così distaccato e di alto concetto che spesso non si sposa con un’avventura così focalizzata sullo sparare ad aragoste aliene, blocchi di granito con le gambe o altre… cose ancor più strane.

Veniamo ora al dunque, il vero motivo per cui abbiamo fatto così tanta fatica a staccarci dal gioco per venire a scrivere questo articolo. Il gameplay. In estrema sintesi, ogni secondo del suo impegnativo gunplay è assolutamente fantastico. Ogni nuova area è una danza drammatica di spari, schivate, usi strategici delle abilità e fare del vostro meglio per non essere sopraffatti da qualunque nemico implacabile stia facendo del suo meglio per disintegrarvi. Quello che inizia come una arsenale/repertorio relativamente limitato contenente un’arma primaria e secondaria, qualcosa di affilato da usare nel combattimento in mischia e una singola abilità archetipo si trasforma rapidamente in un tesoro di armi, armature, classi di personaggi altamente personalizzabili e mod che continuava ad espandersi e stupirci per ore ed ore.

Una parte fondamentale di ciò che riesce a mantenere il combattimento continuamente così fresco è che continuerete a saltare tra mondi diversi nel multiverso, ognuno con il proprio aspetto distinto e nuovi nemici da combattere. Uno di questi, N’erud, è una realtà fantascientifica piena di robot violenti, strani accrocchi elettronici e pistole laser apparentemente uscita dalla mente di H.R.Giger, mentre Losomn è un regno fantasy con elfi che indossano cappelli a bombetta che si danno fuoco mentre cercano di tagliarvi la gola. I mondi sono così nettamente distinti che a volte non riuscivamo a credere di essere ancora nello stesso gioco a cui avevamo giocato pochi minuti prima. È abbastanza sconcertante, nel miglior senso del termine, passare dal combattere tozzi golem di pietra in un labirinto multiversale al cacciare bestie in una foresta lussureggiante e primordiale e, lasciatecelo dire, non vi stancherete mai di questa cosa. Aiuta certamente che ogni area sia piena di missioni opzionali da affrontare, aree segrete da esplorare e addirittura enigmi da risolvere. Dovessimo trovare un difetto, magari la varietà dei nemici non è altissima, ma anche qui stiamo facendo i puntigliosi, perché tutto è bilanciato dai fantastici boss con cui vi scontrerete alla fine di ognuno dei biomi che compongono il multiverso di Remnant 2.

Per stare al passo contro i nemici sempre più potenti e i combattimenti contro i boss che Remnant 2 ha in serbo, dovrete dedicare molto tempo a ottimizzare e perfezionare la vostra build. La decisione più significativa ed entusiasmante che prenderete, e su cui continuerete a lavorare costantemente, sarà il vostro archetipo (ovvero la vostra classe). All’inizio sceglierete tra quattro archetipi principali, tra cui un medico incentrato sul supporto, un tosto “tank” specializzato nel combattimento a distanza ravvicinata chiamato Challenger, un cecchino e scout a lungo raggio chiamato Hunter e per finire la nostra classe preferita, l’Handler, che vi offrirà l’aiuto di un cane estremamente utile. Il Cacciatore, ad esempio, ha un’abilità che mette in risalto tutti i nemici sul campo di battaglia e un vantaggio passivo che fa sì che i colpi critici prolunghino la durata di tutte le abilità che avete equipaggiato, mentre il Challenger può eseguire un attacco ad area contro i nemici di fronte a sé e la possibilità di rialzarsi automaticamente dopo aver subito danni fatali. L’aumento di livello del vostro archetipo sbloccherà anche nuove possibilità, dai vantaggi che influenzano voi e i vostri compagni di squadra, ai bonus che si attivano per un tempo limitato dopo aver usato la vostra reliquia, ovvero l’oggetto curativo consumabile che è l’equivalente dell’ormai leggendaria Fiaschetta Estus di Dark Souls. Remnant 2 vi consentirà anche di cambiare archetipo a vostro piacimento, dandovi la possibilità di sperimentare e aumentare di livello ogni ruolo su un singolo personaggio invece di ricominciare da capo. Ma il vero divertimento arriva quando sbloccherete la possibilità di equipaggiare contemporaneamente un secondo archetipo nel bel mezzo della campagna; questo apre un intero nuovo mondo di possibilità. Equipaggiare The Handler e The Hunter allo stesso tempo, ad esempio, ha una grande sinergia in cui potrete dirigere il vostro alleato peloso per distrarre e ostacolare il nemico mentre lo abbattete con un preciso colpo di fucile da cecchino a distanza. La versatilità di Remnant 2 è esemplare.

Oltre agli archetipi, ci saranno un sacco di armi, anelli, amuleti e armature per completare la vostra build e una mezza dozzina di modi in cui potrete modificare e potenziare ulteriormente il vostro equipaggiamento a piacimento. È un vero (passateci il francesismo) sogno bagnato di ogni buildcrafter, e con la maggior parte dell’equipaggiamento nascosto per i mondi esplorabili (inclusi molti che sono bloccati dietro oscuri enigmi e missioni segrete) e altri che cadono da potenti nemici, c’è sempre un motivo per tornare là fuori ed esplorare. Tutto questo si combina in alcuni dei combattimenti più affascinanti che sperimenterete in uno sparatutto da molto tempo, e abbiamo passato fin troppe ore a sperimentare diverse permutazioni del nostro equipaggiamento e cercare nuovi strumenti da aggiungere alla collezione. E’ assolutamente glorioso.

Continuando con gli elogi, c’è da menzionare assolutamente come ogni playthrough non sarà mai lo stesso, grazie ai livelli generati proceduralmente: In un playthrough di un regno chiamato Yaesha, abbiamo trascorso quasi tutto il tempo al chiuso a districarci attraverso corridoi bui pieni di cultisti impazziti, mentre in un altro ci siamo ritrovati in fitti boschi con una luna rosso sangue che incombeva su di noi (molto Bloodborne), e in un altro ancora eravamo persi in un labirinto di piattaforme sospese, circondati da alieni fluttuanti che ci hanno bombardato con proiettili al plasma. In una run del mondo fantastico Losomn, abbiamo trascorso tutto il tempo tra i bassifondi e le fogne della classe inferiore di quel mondo, combattendo contro vandali e malfattori; in un altro abbiamo speso la maggior parte del tempo nei palazzi dorati delle élite nobili, combattendo angeli alati e paladini corazzati. Sono quasi completamente diversi e, come abbiamo ormai già ripetuto, è assolutamente fantastico.

Tirando le somme, pensiamo di aver reso abbastanza bene l’idea. Se ancora non siete convinti del messaggio che stiamo cercando di far trasparire, eccolo nero su bianco: Remnant 2 non solo è un passo avanti incredibile rispetto al suo predecessore, ma è anche uno dei migliori Soulslike mai creati, e sarà in grado di divertirvi per mesi e mesi. Chapeau ai ragazzi di Gunfire Game quindi, stavolta hanno realizzato qualcosa di davvero speciale.

POWER RATING:
9.0/10
“Remnant 2 è potenzialmente il sequel perfetto. Prende quanto di buono si poteva trovare nel capitolo precedente e lo migliora e perfeziona fino a creare un nuovo, glorioso, standard. Davvero impressionante, uno dei migliori titoli dell’anno.”

PRO:
+Gunplay ottimizzato
+Tecnicamente e stilisticamente fantastico
+Livelli generati proceduralmente: penserete siano realizzati a mano
+Versatilità di gestione delle build
+Alcune delle boss fight migliori dell’intero genere

CONTRO:
-Un po’ di ripetizione nella varietà dei nemici
-Non si possono potenziare le armature, a differenza del prequel?

3 risposte a “#Review: #REMNANT2 – Più grande, più bello, migliore in tutto”

  1. […] Hero of Nostalgaia, Moonscars, Wo Long Fallen Dinasty, The Last Oricru, Remnant From the Ashes, Remnant 2, Dolmen, Stranger of Paradise Final Fantasy Origin, ELDEN RING, Bloodborne, Star Wars Jedi […]

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  2. […] Told non é nemmeno lontanamente paragonabile a qualcosa sulla falsariga dello stupendo REMNANT II (CLICCATE QUI per la review), dove ogni singolo livello ed ogni singola area regalava ai giocatori qualcosa di […]

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  3. […] dieci ore. Già. Come avrete avuto modo di constatare leggendo la nostra review (che potete trovare CLICCANDO QUI), Remnant 2 é davvero […]

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