Di Redazione PW83

-Codice Review fornito da QuByte Interactive
-Versione Testata: PlayStation 5

-Disponibile per: PlayStation 4, PlayStation 5, Xbox One, Xbox Series X|S, Nintendo Switch

Nei panni di un Esorcista 74enne, dovremo sconfiggere il male in quella che, solo all’apparenza, doveva essere una missione quasi triviale

Era inevitabile che uno dei concetti più abusati del mondo della cinematografia horror, ovvero quello del triangolo Prete/Esorcismo/Demonio, venisse prima o poi impiegato per una trasposizione videoludica. L’ingrato compito é stavolta toccato ai ragazzi di Mr.Skull Game Studio coadiuvati dal publisher QuByte Interactive, per una joint-venture tutta brasiliana. Il punto é però un altro: il prodotto risultante sarà in grado di rendere onore ad uno dei capisaldi della cinematografia/letteratura orrorifica?

Detto senza tanti mezzi termini… Ni. Non esattamente, e per alcuni motivi piuttosto lampanti che vedremo in seguito, ma andiamo con ordine e scopriamo quale sarà la trama che farà da pretesto alle nostre avventure demoniache. Impersoneremo tale Padre Aughust Heylel, un prete dotato di capacità medianiche nonché esorcista acclamato dal Vaticano, che si ritroverà immerso in un viaggio impegnativo quando racconta, in una lettera, la missione più terrificante della sua lunga vita: il caso “Roots of Evil” (le radici del male. NdR), che iniziò nel 1984. La sua missione iniziale era quella di indagare su una residenza afflitta da manifestazioni paranormali, ma presto si rese conto che il problema era infinitamente più profondo di quanto le sue previsioni iniziali potessero cogliere. Questo caso intrigante perseguita Aughust da più di 30 anni e ora è arrivato il momento cruciale per risolverlo. E questo, volenti o nolenti, ci porta a dover parlare del gioco.

Definire esattamente questo Devil Inside Us: Roots of Evil non é una cosa immediatissima. Ad una prima occhiata verrebbe da bollarlo come un walking simulator a tinte horror e passare oltre, ma il gioco si spinge un po’ oltre ed implementa tra le sue meccaniche concetti che lo avvicinano più ad una sorta di survival horror in prima persona. Quali sono queste meccaniche? Fate molta attenzione perché ora andremo ad elencarle assieme al motivo per cui, a nostro avviso, tutto questo crolla come un castello di carte. Allora, in primis Aughust si potrà curare tramite i medikit che troverà sparsi per la casa, cosa che non sarebbe affatto male se non fosse per il fatto che capirete di dovervi curare solamente quando sarà troppo tardi, visto che manca una barra dell’energia o qualunque altro sistema per identificare la gravità dei vostri danni. D’accordo, lo schermo si tingerà leggermente di rosso, ma l’effetto é lo stesso di quando venite colpiti, quindi capite bene che nel vivo di uno scontro non sarà proprio chiarissimo distinguere una gragnuola di colpi ricevuti da uno status di morte incombente. Proseguendo, Padre Aughust potrà ricaricare anche la sua barra della stamina tramite bottigliette di caffè (la stamina/resistenza verrà usata per correre… vi ricordiamo che impersonerete un anziano di 74 anni) ed anche qui, assolutamente nessun indicatore a mostrarvi come e quanto state consumando la resistenza del povero vecchio.

Infine, la ciliegina sulla torta. Padre Aughust, come già menzionato, é un Prete investito del ruolo di Esorcista dal Vaticano, e in quanto tale potrà esorcizzare oggetti, demoni, diavoli, e via discorrendo tramite l’utilizzo della sua fidata Croce (…di ordinanza? Come funziona l’equipaggiamento di un Esorcista? Esistono kit che il Vaticano elargisce ai suoi “dipendenti” o ognuno usa quel che vuole? NdR.). Qui fortunatamente esisterà una barra a rappresentare quanta forza “Santa” vi rimane, il problema é tutt’altro ed é serissimo. Fondamentalmente, per esorcizzare qualcosa, così come per combattere e sconfiggere le Legioni infernali, utilizzerete la Croce e la relativa barra, che fortunatamente potrà essere ricaricata tramite l’utilizzo dei vari rosari che troverete sparpagliati per casa. Il problema é che, in fase esplorativa, dovrete andare forzatamente a tentoni, esorcizzando un po’ qui e un po’ là (il gioco indica ed evidenzia che qualcosa di maledetto é presente in una stanza, ma senza essere specifico), cosa che alla lunga prosciugherà la vostra riserva e che, inevitabilmente, vi farà consumare tutti i rosari. Quindi? Che fare una volta terminato tutto? Bella domanda. Nulla, fondamentalmente. Sarete bloccati in una sorta di limbo (per rimanere in ambito religioso) in cui non potrete fare altro se non ricaricare il quicksave precedente. Male, molto male.

Tecnicamente, Devil Inside Us: Roots of Evil funziona. Certo, i modelli poligonali non sono quelli che ritroveremo in produzioni Tripla-A del calibro di Horizon: Forbidden West (CLICCATE QUI per la review) o Armored Core VI: Fires of Rubicon (CLICCATE QUI per la review), ma al netto di una evidente semplicità costruttiva perlomeno rendono l’idea. Dove il gioco ci ha lasciato perplessi é su altre costruzioni poligonali, con un tipo in particolare a svettare su tutte. Non ci era mai capitato di vedere serrature posizionate sugli stipiti, invece che sulla porta stessa. Ora, non sappiamo se in Brasile le porte funzionino diversamente rispetto al resto del mondo, ma in caso contrario, verrebbe da pensare che lo studio di sviluppo non sapesse come implementare l’animazione della chiave nella toppa con il modello poligonale della porta. Al di là di tutto questo, comunque, la rappresentazione visiva del gioco non é affatto male, e a tal proposito, impossibile non menzionare le ottime tavole disegnate che verranno impiegate per narrare lo svolgimento della trama. Davvero belle. Altalenante il comparto audio, con un Aughust credibile ma minato dalle voci decisamente sottotono degli altri personaggi.

Tirando le somme, Devil Inside Us: Roots of Evil é un progetto decisamente ambizioso e dotato di potenziale ma che, a conti fatti, non ci ha convinto. Sono troppi i problemi legati alle meccaniche che il gioco cerca di implementare, ed é un peccato, perché come abbiamo già detto il gioco si presenta visivamente decentemente e, soprattutto, ci ha fatto saltare dalla sedia in un paio di occasioni, una cosa fondamentale per un gioco horror.

POWER RATING:
5.0/10

“Il concetto di questo Devil Inside Us era decisamente intrigante. E’ un peccato vedere che il prodotto finale non riesce, purtroppo, a confermare le aspettative.”

PRO:
+Premessa decisamente affascinante
+Riuscirà a spaventarvi

CONTRO:
-Le meccaniche più spiccatamente survival sono implementate terribilmente
-A conti fatti, l’età del protagonista é irrilevante se non per la trama
-Molti dei costrutti poligonali sono semplicistici
-Comparto audio “altalenante”

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