Di Redazione PW83
-Codice Review fornito da Konami
-Versione Testata: Xbox Series X
-Disponibile per: Xbox Series X|S, Playstation 4, PlayStation 5, Nintendo Switch, PC (Steam)
Konami ci regala una delle migliori Collection mai realizzate, ricca di contenuti e di giochi che hanno fatto la storia del mondo videoludico: Benvenuti alla MGS Master Collection Vol.1!
Giusto per farvi entrare meglio nell’ottica di quanto amiamo quello che stiamo per recensire, eccovi un piccolo aneddoto. Sulla scrivania della redazione, dietro a questo stesso PC, c’è tutta una collezione di Amiibo (le statuette collezionabili di Nintendo, per quelle tre persone al mondo che non ne fossero a conoscenza) dedicata, principalmente, ai nostri eroi dei Fighting Games: Terry Bogard da Fatal Fury/KOF, Ryu e Ken da Street Fighter 2, Kazuya da Tekken, e via discorrendo. La collezione si espande poi alle icone Nintendo: Mario, Luigi, Kirby, Samus, Link e altri personaggi memorabili. L’unico che “stona” in mezzo a questi personaggi fantastici, in un certo senso, é un soldato barbuto intento ad ascoltare una comunicazione via CODEC. E’ Solid Snake, protagonista della saga che stiamo per prendere in oggetto fra qualche riga, ed é senza dubbio una delle figure più iconiche che siano mai state create per un videogioco.

Considerata la natura di “Collection”, la prima cosa che vi chiederete sarà senza dubbio: “Cosa contiene questa Master Collection Vol. 1?” Tante cose. Tante belle cose. Innanzitutto saranno presenti i tre titoli cardine della saga: Metal Gear Solid, Metal Gear Solid 2: Sons of Liberty e Metal Gear Solid 3: Snake Eater. Questi ultimi due poi, sono nella loro versione migliore, rispettivamente Substance e Subsistence. Anche il primo MGS non sarà nudo e crudo, ma includerà le famose VR Missions e anche le Special Missions. Pensate sia finita qui? Mettetevi comodi, perché MGSMCV1 includerà anche i leggendari capitoli originali della saga, ovvero Metal Gear (sia nella versione per MSX che per NES) e i relativi sequel: Metal Gear 2 per MSX e Snake’s Revenge per NES (sapete che è considerato non-canon, vero?). Quattro giochi classici inclusi oltre ai tre principali, letteralmente le fondamenta dell’intera saga. E il bello è che non è ancora finita, anzi, lungi dall’essere finita. Troveremo anche una colonna sonora digitale che ripercorrerà bene o male l’intera saga, ed entrambe le famose Digital Graphic Novel pubblicate anni fa per Sony PSP e mai convertite. Se volete, CLICCANDO QUI potrete leggere la nostra Retro-Review del primo capitolo. Fine? Non ancora: per i tre titoli principali saranno presenti i Master book e gli Screenplay book: i primi conteranno pagine e pagine di informazioni su ogni gioco della serie, biografie dei personaggi, sinossi delle storie, dettagli sulle varie meccaniche di gioco e così via. Gli Screenplay book, d’altra parte, descrivono in dettaglio tutti i dialoghi di ogni gioco. Prima di chiudere, e soprattutto come se tutto questo ben di Dio non fosse già abbastanza, troveremo anche le due Bandes Dessinèes ufficiali di MGS. Non c’è che dire, Konami ha fatto le cose davvero in grande.

Per la serie “Via il dente, via il dolore”, vogliamo iniziare parlando di quello che, fondamentalmente, si può considerare come l’unico vero difetto, o fastidio più che altro, di questa Collection. Accedere a tutti questi contenuti, infatti, è un po’ complicato perché la raccolta non è riunita in un unico posto. Invece, ogni parte deve essere scaricata separatamente ed esiste come app propria, indipendente dal resto. Bonus come graphic novel e missioni VR devono addirittura anche essere scaricate come DLC gratuiti, cosa presumibilmente fatta per mantenere basse le dimensioni dei file. Questo è positivo in un certo senso, poiché significa che potrete semplicemente scaricare i giochi a cui volete giocare senza che il resto consumi spazio prezioso sul disco rigido, ma sarebbe più facile accedere a tutto se fosse riunito sotto una unica app. Ecco, ora che ve lo abbiamo detto, ci siamo tolti un peso dallo stomaco.

Ora finalmente possiamo parlare di quello che ci interessa, ovvero le tre meraviglie contenute nella MGS Collection. Abbiamo passato un numero difficilmente quantificabile di ore con ognuno di questi titoli, al punto di ricordarci esattamente i vari dialoghi o, come nel caso di MGS 1, farci quasi commuovere nel momento in cui è partito il Title Theme o quando i nostri occhi hanno visto la grafica del titolo. Attenzione però, la grafica datata non va vista come un punto negativo, anzi, è intrinseca all’esperienza. Forse è nostalgia, ma Metal Gear Solid non ha perso nulla della sua atmosfera nei 25 anni trascorsi dalla sua uscita. Dalla voce di apertura di “The Best is Yet to Come” alla scoperta delle sanguinose conseguenze dell’opera di Gray Fox, MGS è pieno di momenti memorabili che trascendono i limiti del suo hardware originale. È comunque un gioco eccellente da giocare, aiutato in qualche modo dall’uso delle telecamere fisse. Questa decisione non solo contribuisce allo stile cinematografico del gioco, consentendo di inquadrare alcune scene con un occhio alla cinematografia, ma evita anche gli scomodi controlli della telecamera che affliggevano molti dei primi giochi 3D. Nel 1998, gli sviluppatori non avevano ancora capito come gestire il controllo manuale della telecamera perché non tutti i controller avevano due stick. Molti di questi giochi sono troppo complicati da giocare al giorno d’oggi, ma MGS non ha questo problema. E’ vero, magari il combattimento è ancora un po’ complicato perché non esiste una mira manuale e correre e sparare richiede di tenere premuti due pulsanti contemporaneamente, decisamente non l’opzione più intuitiva, ma è comunque tutto gestibile.

C’è poi MGS 2: Sons of Liberty, e non potete nemmeno immaginare le ore spese giocando alla demo ambientata sulla petroliera, sparando alle bottiglie di alcolici dietro il bancone; calciando le porte degli armadietti dai cardini finché non ci schiacciavano; trattenere le guardie con una pistola tranquillante e costringerle a scuotersi per far cadere le loro piastrine; nascondersi in una scatola di cartone nella dispensa per evitare le guardie che irrompevano nella stanza; sparare alla radio di un nemico per impedirgli di chiamare rinforzi. L’attenzione ai dettagli è impressionante e molti di questi sembrano ancora oggi geniali, come allertare un nemico perché Snake non riusciva a trattenere uno starnuto dopo essere stato fuori sotto la pioggia gelata per troppo tempo. Va poi considerato il balzo tecnico che avvenne all’epoca, passando dai 32bit di PlayStation ai (gulp!) 128 di PlayStation 2. L’aggiunta della mira in prima persona ha introdotto la possibilità di sparare con precisione, risolvendo una delle suddette restrizioni del primo gioco. Anche il miglioramento nella fedeltà visiva è sorprendente, sebbene la versione qui inclusa non sia l’originale per PS2 ma piuttosto la superba rimasterizzazione di Bluepoint dalla Metal Gear Solid HD Collection. Giocando su PS5, sia MGS2 che Metal Gear Solid 3: Snake Eater escono a 1080p e girano a 60 fotogrammi al secondo, e includono le funzionalità aggiuntive inizialmente presenti nelle edizioni Substance e Subsistence di ciascun gioco. Ciò significa che potrete scegliere di giocare a Snake Eater con la telecamera fissa originale o con la telecamera potenziata in terza persona, che vi darà il pieno controllo sulla levetta analogica destra. Tornando a MGS2, c’è il vago problema dell’impersonare Raiden invece di Snake quando si arriva su Big Shell, specialmente perché Raiden è tutt’ora qualcosa di insopportabile, ma dopo tutti questi anni possiamo chiudere un occhio.

C’è poi Metal Gear Solid 3: Snake Eater, per tanti l’apice della saga diretta da Hideo Kojima. MGS3 fu spiazzante, per usare un eufemismo. Un prequel della saga ambientato negli anni ’60, che implementava un sistema di ferite, di cure, di sostentamento e soprattutto una intera sub-meccanica dedicata alle mimetiche. MGS3 è anche dove la serie di MGS va a rincarare la dose in termini di stranezze concettual/narrative: dall’introduzione in MGS2 di un vampiro apparentemente immortale (che tuttavia si è guadagnato il nome di Vamp perché è bisessuale) ed un cattivo posseduto da… un braccio a un fantasma che per essere sconfitto vi farà camminare lungo un fiume ultraterreno ed essere perseguitati da tutte le persone che avete ucciso e tutta una serie di altri fenomeni da baraccone ognuno dotato di stranezze piuttosto incredibili. Con questa assurdità, la serie è diventata anche molto più prolissa, approfondendo lunghe tangenti espositive, spesso spiegando fin troppo dettagliatamente concetti semplici e virando selvaggiamente tra intrighi politici, fantascienza, melodramma e umorismo. Lo stile eclettico di Kojima fa parte del fascino della serie, ma ci sono momenti in cui é semplicemente un po’ troppo.

Tecnicamente, questa Collection è decisamente solida. E’ vero, magari giochi come il primo Metal Gear Solid o i quattro titoli originali faranno storcere leggermente il naso ai giocatori più giovani, ma provando a cambiare per un secondo la prospettiva, passando quindi da “é bruttino per gli standard odierni” ad un più coerente “per l’epoca erano tecnicamente impressionanti” o addirittura valutando il tutto in termini di preservazione videoludica, ecco che tutto acquista una nuova dimensione, e la Collection funziona come dovrebbe. C’è poi tutto il discorso relativo al comparto artistico di Metal Gear, con le superlative opere di Yoji Shinkawa praticamente ovunque a fare da cornice ai vari menu. Stupendo. Dobbiamo poi parlare delle decine, e leggendarie, tracce audio che compongono la serie?

Tirando le somme, Konami ha comunque messo insieme un pacchetto che vogliamo definire essenziale, includendo cinque giochi fondamentali (assieme a molteplici varianti) di un periodo temporale che abbraccia quasi un quarto di secolo. Ci sono altri modi per giocare a questi giochi, ma la comodità di un bundle come questo é innegabile. Essere in grado di accedere facilmente a tutte queste meraviglie su una console moderna è un importante punto di forza. Per noi della redazione, che abbiamo giocato ogni singolo titolo della serie mai pubblicato, Metal Gear Solid: Master Collection Vol. 1 è indispensabile. Delude un po’ che non ci siano miglioramenti visivi opzionali o materiale dietro le quinte, e la mancanza di un hub centrale da al pacchetto un che di dispersivo, ma i contenuti bonus presenti sono semplicemente la ciliegina sulla torta, e conferiscono all’intero pacchetto un senso di riverenza per una delle serie più importanti nella storia dei videogiochi. Non ve lo nascondiamo, siamo già in trepidazione per il Vol. 2, e ci stiamo già scervellando su cosa potrebbe contenere: i due Metal Gear AC!D? The Twin Snakes? Peace Walker? Guns of the Patriots? MGSV? Non stiamo nella pelle.
POWER RATING:
9.5/10
“Superlativa. Fondamentale. Essenziale. Questi sono i primi tre aggettivi che ci vengono in mente per descrivere questa Metal Gear Solid Master Collection Vol.1, una raccolta assolutamente imperdibile per qualunque giocatore.”
PRO:
+Una selezione dei migliori videogames mai creati
+Tonnellate di contenuti extra che faranno la gioia dei fan (e non!)
+Un esempio perfetto di preservazione videoludica
+Performance ottimali per qualunque gioco
CONTRO:
-Avremmo preferito un launcher unificato invece di questa release frammentata





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