Di Redazione PW83
-Codice Review fornito da KeokeN Interactive
-Versione Testata: Nintendo Switch
-Disponibile per: Xbox One, Xbox Series X|S, PlayStation 4, PlayStation 5, Nintendo Switch, PC (Steam)
Dopo le versioni PC, Sony e Microsoft, anche la piccola console ibrida di Nintendo può gustarsi l’ottimo titolo di KeokeN!
Siamo fan della fantascienza, ormai lo sanno anche i sassi. Quello che non sanno però, é che la amiamo in ogni sua forma, quindi, nel momento in cui si é presentata l’opportunità di recensire Deliver Us the Moon, l’abbiamo colta al volo. Il motivo? Fantascienza, ovviamente, ma di quella che non si vede troppo spesso trasposta nel medium dei videogiochi. Una fantascienza un po’ di nicchia, ispirata e concettualizzata da opere cinematografiche come 2001 Odissea nello Spazio, Interstellar, e perché no, Passengers (stiracchiando un po’ il concetto). Una fantascienza più orientata verso il lato dell’esplorazione spaziale che non verso il cliché degli “alieni cattivi”. Vi abbiamo incuriosito? Ottimo. Indossate la vostra tuta spaziale, e seguiteci.

La storia in sé racconta una solida storia di fantascienza, una parabola ammonitrice sull’insostenibilità del nostro consumo di massa in questo momento. Esatto, è politica. La Terra è stata devastata dall’avidità dell’umanità, ma una soluzione temporanea alla nostra crisi energetica esiste sulla Luna sotto forma di un raro isotopo di elio. Un reattore e una colonia per farlo funzionare vengono rapidamente assemblati, e tutto sembra andare a gonfie vele finché un giorno, l’energia smette di essere inviata al pianeta e i coloni diventano silenziosi. La maggior parte della trama viene svelata attraverso la lettura di e-mail e note e l’ascolto di registrazioni audio. È un metodo di narrazione un po’ banale a questo punto, ma fa il suo sporco lavoro e funziona per rivelare gli eventi più sinistri in corso. Dove Delivery Us The Moon offre qualcosa di nuovo è nell’uso di ologrammi registrati che sostituiscono le cutscene. Sono una bella sostituzione in-game per i flashback e si aggiungono brillantemente all’estetica fantascientifica del gioco.
Anche la narrazione ambientale é di alto livello: ogni area sarà punteggiata da piccoli dettagli sulle persone che vivono sulla stazione spaziale o che lavorano nella colonia. Una piccola chitarra, un telescopio puntato verso una Terra ricoperta di polvere e un tea party fatto di orsacchiotti e caschi, tutti dipingono un quadro delle vite e delle preoccupazioni degli abitanti scomparsi.

L’attrattiva principale di qualsiasi gioco di puzzle sono, ça va sans dire, i suoi puzzle. Per la prima metà del gioco, Deliver Us The Moon contiene una varietà di ostacoli coinvolgenti che introducono nuove meccaniche in modi che non sembrano tutorial, un’impresa ardua per qualsiasi gioco. Da compiti semplici come trovare il codice per una porta chiusa a chiave, a quelli più complessi come leggere i progetti per i controlli dei razzi per lanciarsi in sicurezza nello spazio, percorrono perfettamente la sottile linea tra soddisfazione e frustrazione. Proprio prima di rassegnarvi perché non riuscirete a capire come procedere, qualcosa scatterà, rendendo il completamento dei rompicapo ancora più gratificante. I puzzle saranno poi notevolmente aiutati dalla grafica stilizzata di Deliver Us The Moon e dai frequenti cambi di prospettiva. I pulsanti sono grandi e dai colori vivaci contro gli interni metallici e il passaggio dalla prima alla terza persona contribuirà a mescolare le cose e a tenervi incollati a quanto accadrà su schermo. Ottimo.
Come dicevamo, i puzzle sulla Terra e nello spazio introdurranno tutti qualcosa di nuovo, che si tratti di una meccanica, di uno strumento o semplicemente del puzzle stesso. Sfortunatamente, (e qui potete capire il perché del corsivo nella frase “Per la prima metà del gioco” del capitolo precedente) dopo una o due missioni sulla superficie lunare, le cose inizieranno a sembrare ripetitive. Ad esempio, vi capiterà di dover allineare diverse torri nel corso di due missioni separate, ed in tutta onestà, saranno uno strazio. Ha senso narrativamente e nell’ottica fantascientifica (basata sulla realtà, ergo, un impianto meccanico dovrà funzionare in un modo preciso), ma smetterà rapidamente di essere divertente.

Tecnicamente, la versione Switch funziona decisamente bene. E’ chiaro che non saremo di fronte al nuovo The Callisto Protocol (checché se ne dica, tecnicamente quel gioco era e rimane spettacolare) o al remake di Dead Space, ma Deliver Us the Moon svolge il suo dovere più che dignitosamente, aiutato in maniera massiccia dalla scelta stilistica di non puntare al fotorealismo, ma ad una sorta di visione leggermente stilizzata del tutto. Anche sul piano dell’audio non ci si può lamentare, con ottime performance recitative dal cast.

Tirando le somme, Deliver Us the Moon é un titolo che ogni appassionato di fantascienza (anzi, di un certo tipo di fantascienza, lo stesso che potrebbe amare un gioco come il bellissimo Fort Solis) dovrebbe giocare. La trama é intrigante, la realizzazione tecnica é solida e, al netto di qualche errore di ripetitività, rimane una esperienza decisamente interessante.
POWER RATING:
8.0/10
“Deliver Us the Moon é un gioco che farà la felicità di chiunque ami un certo tipo di fantascienza: tematicamente intrigante, con una trama interessante e tecnicamente solido, non dovete lasciarvelo sfuggire.”
PRO:
+Narrativa e atmosfera ottime
+Tecnicamente solido
+Puzzle interessanti
+Comparto audio eccellente
CONTRO:
-Alcune sezioni decisamente troppo ripetitive





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