Di Redazione PW83
-Codice Review fornito da Team 17
-Versione Testata: PlayStation 5
-Disponibile per: Xbox One, Xbox Series X|S, PlayStation 4, PlayStation 5, Nintendo Switch, PC
Catchweight Studio e Team 17 ci pongono un terrificante quesito: E se il vero, unico, mostro fosse… l’uomo?
I survival horror, una volta, venivano sviluppati seguendo dei criteri ben precisi. Dovevano ovviamente includere l’elemento survival, che si traduceva in risicatissime opzioni difensive come poche armi e ancor meno munizioni, pochissime opzioni curative (medikit, fialette per rimpinguare la vitalità dei personaggi, etc.) e, soprattutto, nel porre i giocatori contro minacce e nemici decisamente al di sopra delle loro capacità. Normalmente, questo si potrebbe tradurre nella presenza dei “mostri”, creature orrorifiche in grado di eliminare il giocatore con pochi colpi. Chiaramente negli anni, unitamente alla “apertura” del genere verso il pubblico più mainstream, tutti questi concetti si sono espansi, ed oggigiorno il concetto di survival horror é decisamente più di ampia portata. Sono arrivati gli horror psicologici, gli horror multiplayer, gli horror in formato visual novel ed altro ancora.

Anche il concetto relativo ai nemici, i “mostri” menzionati poco sopra, é cambiato, ed é qui che vogliamo arrivare. Conscript, il survival horror che andremo a esaminare quest’oggi, mette il giocatore contro un “mostro” che sfortunatamente conosciamo fin troppo bene: noi stessi, il genere umano, e più in particolare quella sua versione folle che popolava gli anni della Prima Guerra Mondiale. Siamo nel 1916 e André, un adolescente della Francia provinciale, è stato trasportato in camion a Verdun insieme al fratello Pierre (immediatamente diventato il nostro preferito. NdR) per sacrificarsi per il bene comune sul fronte in lenta decadenza. La prolungata situazione di stallo, in una battaglia originariamente concepita dai tedeschi come tritacarne per la resistenza locale, si è trasformata in un incubo senza fine.
I soldati che soffrono la fame e la mancanza di sonno si rannicchiano nelle trincee per ripararsi dai bombardamenti costanti, fiancheggiati dai corpi dei loro commilitoni morti. A peggiorare le cose, André ha promesso alla madre malata che avrebbe tenuto al sicuro Pierre, ma il fratello ferito è stato catturato durante l’ultima offensiva tedesca. Il compito di salvarlo dà inizio a una serie di prove che portano tutti i tratti distintivi del survival horror vecchia scuola, rese ancora più cupe dal fatto che nulla di ciò a cui assisterà il nostro eroe sarebbe fuori posto in un libro di storia.

Il problema, tuttavia, è che Conscript non è per niente spaventoso. Per niente. Certamente ci prova: la musica d’ambiente è inquietante, gli ambienti sono bui e sporchi e si possono vedere soldati che si contorcono in preda all’agonia o che si tengono la testa in preda alla disperazione più totale. È tutto molto suggestivo, ma quando i vostri nemici sono solo umani che si aggirano nei corridoi, roteando le loro mazze o che mirano lentamente verso il mirino di un fucile, è dura provare un senso di minaccia dopo aver affrontato per decenni creature infernali misteriose e misteriose. Anche la resa tecnica non aiuta: un altro survival horror recensito su queste pagine non tanto tempo fa, Signalis (CLICCATE QUI per la review) sfoggiava lo stesso comparto tecnico, ma unitamente a diversi accorgimenti grafici, riusciva a mettere incredibilmente più a disagio.
Nonostante questo, più giocavamo, più ci innamoravamo di tutto il resto. Conscript é senza ombra di dubbio una lettera d’amore al classico Resident Evil in molti modi. Troverete porte chiuse a chiave, enigmi intriganti, gestione dell’inventario, accoglienti stanze di salvataggio e persino un mercante che aprirà il suo negozio per voi in vari luoghi. Le sigarette fungeranno da valuta e potrete anche raccogliere parti di armi per potenziare il vostro arsenale. C’è una confortante familiarità in questo, e ancora una volta, non vi nascondiamo che l’abbiamo adorato. Quindi, anche se non è spaventoso, Conscript ha tutto ciò che le persone che amano il classico survival horror desiderano.

Anche tecnicamente, é decisamente ben fatto. Lo sviluppatore ha ovviamente studiato in modo approfondito il periodo storico e sembra che la ricerca lo abbia influenzato a un livello più profondo rispetto al semplice informarsi su una manciata di decisioni di progettazione. L’impegno di Catchweight Studio per l’accuratezza storica genera uno strato di autenticità che fa risaltare il suo lavoro tra gli approcci più tradizionali al genere. Inoltre, esalta l’umore inesorabilmente oppressivo di Conscript; ogni aspetto del gioco sembra meticolosamente realizzato per trasmettere l’assurdità e la depravazione della guerra. La tavolozza, composta quasi interamente da marroni malaticci e grigi monotoni, non lascia intravedere alcun barlume di speranza in quel mondo in disintegrazione, mentre gli sfondi completano l’impressione con immagini di morte e decadenza: cadaveri ammucchiati, chiese in rovina, frutteti appassiti. In termini di presentazione, la grafica pixel-art fa un ottimo lavoro nel trasmettere piccoli dettagli e atmosfera; il design dei personaggi in particolare è squisito e ci è piaciuto vedere le animazioni di ricarica su misura e il respiro sottile che emana dalla bocca di André.
Il paesaggio sonoro è ugualmente angosciante con i semplici effetti di piedi calzati di stivali sulla ghiaia e metallo arrugginito su fragili crani tedeschi che suggeriscono una sorta di isolamento paranoico. A un livello più astratto, il rumore ambientale degli spari di artiglieria, le urla dei feriti e l’occasionale suono di un sintetizzatore minaccioso vi alieneranno ulteriormente da qualsiasi parvenza di umanità. E’ qui, quando si prendono in esame queste cose, che Conscript diventa un survival horror con tutti i crismi.

Tirando le somme, i dettami del classico survival horror sono un gusto acquisito e probabilmente saprete già se siete tra coloro che amano quelle più classiche o le odiano e sono in cerca di qualcosa di nuovo. Magari Conscript non farà paura quanto un Resident Evil o un Silent Hill (o un Signalis, tanto per tornare sul concetto. NdR) relativamente a shock e spaventi improvvisi, ma riesce senza dubbio a catturare il tormento che l’umanità può autoinfliggersi. E questo, in sé, é senza dubbio terrificante.
POWER RATING:
8.0/10
“Dotato di meccaniche ottimamente implementate e soprattutto di una atmosfera non comune, Conscript é una ottima interpretazione del concetto di survival horror old-school.”
PRO:
+Ambientazione storica ricreata con cura
+Atmosfera fantastica
+Implementazione delle meccaniche survival horror
+Realizzazione simil-PS1 ben fatta
CONTRO:
-Non spaventa
-Un paio di enigmi vagamente ottusi
-Un po’ troppo lungo





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