Di Redazione PW83

-Codice Review fornito da KONAMI
-Versione Testata: PlayStation 5

-Disponibile per: PlayStation 4, PlayStation 5, Xbox One, Xbox Series X|S, Nintendo Switch, PC (Steam)

Konami porta tre titoli iconici dell’era DS sulle console di nuova generazione!

Ci sono cose che, immediatamente, riescono a portare un po’ di gioia nel nostro quotidiano. I criteri variano da individuo ad individuo ovviamente: per qualcuno può essere un nuovo paio di sneakers, per qualcuno una gita fuoriporta, per qualcun altro una cena gustosa o, visto che su queste pagine si parla di videogames, una nuova uscita di una delle serie videoludiche più iconiche di tutti i tempi. Lupus in fabula, ecco arrivare Castlevania Dominus Collection, l’ennesimo promemoria (come se ce ne fosse bisogno) del fatto che le avventure contro Dracula e la sua progenie malvagia sono sempre sinonimo di qualità e, soprattutto, mai abbastanza.

Sembrano passate solo poche settimane da quando, su queste pagine, recensivamo la stupenda Castlevania Advance Collection (a tal proposito, CLICCATE QUI per la review) ed invece sono passati ben tre anni. Verrebbe quasi da pensare che “il tempo vola quando ci si diverte”, in relazione alla qualità media dei titoli facenti parte della saga dei Belmont e di Dracula, e non sarebbero parole scritte invano. Ora, Castlevania Dominus Collection porta tutti e tre i titoli pubblicati per Nintendo DS sulle console moderne in un unico pratico pacchetto, il che significa che i fan avranno accesso a praticamente tutti i giochi di Castlevania (tenendo conto anche della Castlevania Anniversary Collection che purtroppo non abbiamo avuto modo di testare) meritevoli di essere giocati su un unico sistema… certo, continua a mancare il migliore di tutti (e sapete benissimo che stiamo parlando di Symphony of the Night), ma tant’è.

I tre giochi inclusi qui (cinque in realtà, ma ne parleremo più avanti) mantengono lo stesso approccio “Igavania” visto nei precedenti titoli GBA. Il tempo è una cosa buffa, perché nel 2008, quando venne lanciato Order of Ecclesia, il sentimento generale era che lo stile di gioco reso popolare da Symphony of the Night nel 1997 stesse iniziando a puzzare un po’ di stantio (il che, immaginiamo, è in parte il motivo per cui Konami ha virato verso la saga Lords of Shadow più orientata all’azione). Oggi, 16 anni dopo, possiamo affermare con sicurezza che Dawn of Sorrow, Portrait of Ruin e Order of Ecclesia rappresentano il franchise al suo apice assoluto. Aria of Sorrow e Symphony of the Night potrebbero anche essere tenuti in maggiore considerazione, ma a conti fatti, durante l’era DS non ci rendevamo conto di quanto stessimo facendo la bella vita.

Ad ogni modo, ogni gioco funziona meravigliosamente bene anche sulle console attuali (noi li abbiamo testati su PS5). Dawn of Sorrow, il primo dei tre, all’epoca cercò di sfruttare la funzionalità touchscreen del DS senza però calcare eccessivamente la mano. Il risultato? Un successo, senza dubbio. Queste meccaniche, come il sistema “Magic Seal” e la distruzione di determinati blocchi nel mondo di gioco, possono essere eseguite anche oggi tramite l’adattamento che Konami ha introdotto per le versioni PS5 ed Xbox. Su PS5 sarà infatti possibile sopperire alla mancanza di touchscreen scorrendo il dito sul touchpad, oppure tenendo premuto “R2” e muovendo lo stick analogico destro. Il secondo è senza dubbio il nostro metodo preferito, ma entrambi i metodi sono opzioni più che valide.

Portrait of Ruin riduce notevolmente i controlli touchscreen, ma rinfresca il gameplay aggiungendo un personaggio aggiuntivo. Potrete passare dall’uno all’altro in un batter d’occhio, chiamare il vostro alleato per aiutarvi a risolvere gli enigmi e altro ancora. È un piccolo esperimento carino e adoriamo quanto siano fluide le meccaniche; non c’è semplicemente alcun ritardo nel passaggio tra Jonathan e Charlotte. Nel complesso, il gioco non raggiunge le stesse vette di Dawn of Sorrow, purtroppo, in gran parte grazie a un design ambientale e dei nemici… discutibile. Ciondondimeno, Portrait of Ruin rimane uno dei titoli più unici dell’intero franchise, ergo, più che meritevole di essere giocato.

Infine, Order of Ecclesia si colloca probabilmente da qualche parte tra Dawn of Sorrow e Portrait of Ruin in termini di pura qualità. Il gameplay qui è sublime, concentrandosi interamente sul nuovo sistema Glyph in cui potete ottenere nuovi oggetti e abilità tramite i Glifi ottenuti nel mondo di gioco e dopo aver sconfitto i nemici. È un titolo decisamente impegnativo e anche uno dei più unici della serie, anche se, bisogna ammetterlo, impiega un po’ di tempo per trovare il suo equilibrio. Molti dei livelli iniziali, in particolare sono completamente lineari, poiché il gioco ha tentato di ampliare i suoi orizzonti in diverse località. È un cambiamento ambizioso rispetto alla norma, ma molte delle location sono inizialmente limitate a corridoi scevri di verticalità e pieni di nemici. Non è un granché, ma l’esperienza migliora enormemente man mano che si procede. Dategli tempo, e lo adorerete.

A differenza della Advance Collection, i tre giochi inclusi qui non supportano la possibilità di modificare la loro grafica tramite filtri o smoothing. Onestamente, sono spettacolari così come sono, quindi non ci siamo preoccupati troppo di questa omissione. Infatti, osiamo dire che sono decisamente migliori degli originali, in particolare per quanto riguarda i dettagli ambientali. Quello che potrete fare, però, è riorganizzare il display a vostro piacimento. Di default, il display principale è a sinistra, la mappa è in alto a destra e ulteriori informazioni come nemici e statistiche sono in basso a destra. Potrete armeggiare con questa feature per rendere alcune schermate più grandi o più piccole e potrete persino replicare il classico layout DS. Oddio, magari non sarà una idea brillante visto che i monitor odierni sono in 16:9, ma è una comunque apprezzabile che sia presente ed é anche genuinamente utilizzabile nel caso abbiate una TV di dimensioni mostruose. Proprio come la Advance Collection, avrete anche accesso a diversi stati di salvataggio e una comoda funzione di riavvolgimento accessibile tramite un menu dedicato indipendente dai giochi stessi.

Naturalmente, non sarebbe una compilation senza qualche bonus extra, e Dominus Collection raccoglie una serie di illustrazioni, manuali, key art e campioni musicali da apprezzare tramite il menu principale. Le illustrazioni, tra l’altro, sono di qualità eccezionale. Sarà anche possibile, dal menu delle impostazioni, scegliere a quale versione regionale dei tre giochi vorrete giocare: Dawn of Sorrow e Portrait of Ruin includono le versioni USA, UE e giapponese, mentre Order of Ecclesia aggiunge un’ulteriore versione coreana oltre alle opzioni sopra menzionate.

L’extra più sorprendente, tuttavia, si presenterà sotto forma di due giochi aggiuntivi. Per cominciare, sarà presente la versione arcade originale di Haunted Castle; una specie di curioso spin-off per sala giochi originariamente pubblicato nel 1987. Grazie alla sua assurda difficoltà e alla sua determinazione nel voler rapinare i giocatori dei loro soldi, è ancora un gioco terribile e borderline ingiocabile, che si erge come uno dei peggiori titoli in assoluto dell’intera serie. Fortunatamente, quindi, Konami ha ritenuto opportuno rivisitare il gioco con l’appropriatamente intitolato Haunted Castle Revisited, ed è apparentemente la cosa più vicina ad un titolo della serie Castlevania nuovo di zecca che potremo mai ottenere. Onestamente, i maestri del restauro digitale di M2 hanno raggiunto l’impossibile con Haunted Castle Revisited: hanno preso un titolo terribile e l’hanno reso buono. Anzi, più che buono, fantastico!

La grafica di Haunted Castle è stata completamente rivista con alcuni effetti di luce sbalorditivi che ci ricordano alcuni dei migliori giochi HD-2D pubblicati in tempi non sospetti, come i due capitoli di Octopath Traveler (CLICCATE QUI). Ma non solo, il gameplay e la difficoltà sono stati ribilanciati in modo da non farvi venire voglia di cavarvi gli occhi dopo pochi secondi dall’inizio del primo livello. HCR si lascerà giocare come un “normale” gioco Castlevania per NES o SNES e, per quanto non sia comunque in competizione con alcuni dei migliori titoli della serie, è incredibile come M2 sia riuscita a trasformare il gioco.

Tirando le somme, Castlevania Dominus Collection è l’ennesima, superlativa, compilation realizzata dal binomio Konami/M2. Presenta tre eccezionali giochi per DS che resistono facilmente alla prova del tempo e offrono lo stesso divertimento che hanno offerto negli anni 2000. Non solo, ma l’impossibile è stato apparentemente raggiunto con la straordinaria aggiunta di Haunted Castle Revisited. Imperdibile.

POWER RATING:
9.0/10
“Konami ed M2 continuano il loro superlativo lavoro di restauro e porting della saga, offrendo ai giocatori in cerca di un po’ di divertimento old-school un pacchetto imperdibile.”

PRO:
+Lavoro di retro-remaster impeccabile
+Tantissime nuove opzioni aggiunte
+Modalità Gallery e Music Player
+4 Titoli di indubbia qualità, in particolar modo Haunted Castle Revisited

CONTRO:
-Haunted Castle (l’ originale) rimane tutt’ora il peggior Castlevania di tutti i tempi

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