Di Pierre Coppi
-Codice Review fornito da Konami
-Testato su Xbox Series X

Nell’anno del 35esimo anniversario della serie, Konami e il leggendario “restauratore” di videogiochi M2 portano sulle nostre console la seconda raccolta antologica dedicata al mitico Castlevania. Tutti i segreti di Advance Collection nella nostra recensione!
Ci sono alcune serie (o saghe, o franchise, o intellectual properties come tanto va di moda chiamarle ora) passate alla storia per una infinità di motivi, come abbiamo già fatto notare in diverse recensioni. Una di queste, senza ombra di dubbio, è quella di Castlevania, l’epica saga della famiglia Belmont da sempre impegnata nella lotta contro l’Oscuro Signore, Dracula. Il motivo è presto detto: conoscete il genere Metroidvania, vero? Di norma attribuito a platform 2D con mappe esplorabili, backtracking, pizzichi di RPG… Bene, avrete intuito che la seconda parte del nome deriva proprio dalla serie che andremo a prendere in esame (la prima parte é, in maniera piuttosto lampante, dedicata a Metroid di Nintendo). Orbene, la saga degli ammazza-vampiri è da sempre sinonimo di qualità, al punto tale da venire considerata tra le migliori mai create. Ora Konami, lo storico sviluppatore dietro alla saga, per la celebrazione del 35esimo anniversario si affida ancora una volta al leggendario “restauratore di videogiochi” giapponese, M2, per offrirci una nuova raccolta antologica dedicata a Castlevania: benvenuti alla recensione di Castlevania Advance Collection!
Prima di addentrarci nella recensione vera e propria, spendiamo un po’ di parole per spiegare ai lettori cosa aspettarsi da questa compilation. Innanzitutto va detto che saranno inclusi i titoli pubblicati originariamente per Game Boy Advance, ovvero Castlevania: Circle of the Moon, Castlevania: Harmony of Dissonance, e Castlevania: Aria of Sorrow. Non solo, sarà presente un quarto titolo bonus, ovvero Castlevania: Vampire’s Kiss (conosciuto negli USA come “Dracula X”). Il perché di questa inclusione ci ha fatto alzare un sopracciglio, ma ne parleremo più avanti. Sia ben chiaro, lungi da noi lamentarci di un gioco in più, specialmente se si parla di Castlevania. Non é finita qui. In Castlevania Advance Collection (CAC, da ora) saranno presenti anche una fantastica modalità Gallery dove poter ammirare concept art, varie versioni delle edizioni fisiche, manuali e una infinità di altri bonus, ed una modalità Music Player dove potrete gustarvi tutte le tracce disponibili (sono ben 71 e sono state rimasterizzate da quei geniacci di M2). Infine, sappiate che sarà possibile giocare i 4 giochi inclusi in ogni loro incarnazione (EU, JP, USA). All’apparenza una feature di poco conto, ma i veri fan di Castlevania sanno che ogni versione differisce dalle altre, seppur in minima parte.

Per prima cosa, Castlevania Advance Collection è una raccolta remaster realizzata da M2, la migliore del settore quando si tratta di trasferire vecchi giochi su nuovo hardware. Quasi sempre in grado di creare remaster che si trasformano fondamentalmente nel modo definitivo di giocare a tali titoli, il tutto aggiungendo tonnellate di extra, come concept art, stati di salvataggio, controlli completamente personalizzabili e un test del suono. In questo caso particolare, hanno anche aggiunto un bestiario e un glossario degli oggetti a ciascuno dei tre giochi principali della raccolta (ciò sarà particolarmente utile su Circle of Moon, poiché evidenzierà da quali mostri si potranno ottenere carte DSS). La cosa difficile della rimasterizzazione di questi giochi in particolare è il fatto che stiamo parlando del Game Boy Advance. Non fraintendeteci, adoriamo il GBA. Dobbiamo però ammettere che, a livello di hardware, non era affatto buono. Molti dei suoi giochi dovevano presentare sprite estremamente luminosi per compensare la mancanza di uno schermo retroilluminato (almeno fino all’arrivo del Game Boy Advance SP), e le sue capacità sonore erano atroci. M2 ha svolto un compito erculeo durante la rimasterizzazione delle immagini e delle colonne sonore di questi giochi, con risultati altalenanti attribuibili però al materiale originale, non alla loro capacità di sviluppatori retrò.
Andiamo ora a esaminare un po’ più nel dettaglio i titoli componenti la collection.
1. Castlevania Circle of the Moon

Pubblicato nel 2001, Circle of the Moon venne da subito riconosciuto come un ottimo titolo della saga. La storia narra le vicende di Nathan Graves, figlio di genitori vittime del Conte Dracula, successivamente allevato ed allenato per diventare un cacciatore di vampiri da Morris Baldwin, che gli affida la “hunter whip” (frusta del cacciatore) con grande dispiacere di Hugh Baldwin, figlio di Morris. Il gioco, basato sul concept introdotto con il leggendario Symphony of the Night introduce il DSS (Dual-Set up-System) un sistema basato su carte magiche trovate nel gioco a loro volta suddivise in due categorie: Azione e Attributo. Ognuna delle dieci carte Azione prende il nome da una divinità della mitologia romana e determina il tipo di magia che viene eseguita, mentre le dieci carte Attributo prendono il nome da creature della mitologia greca e romana e aggiungono un effetto alla magia. Per produrre un effetto magico, il giocatore combina una carta di ciascuna delle due categorie, per un totale di cento combinazioni diverse. Molto divertente! Circle of the Moon supera agilmente questi 20 anni dalla sua uscita originaria, mantenendosi un titolo estremamente appagante e divertente, con un gameplay a metà tra Symphony e i classici Castlevania (dash e backdash sono presenti, ma verranno sbloccati durante l’avventura) e una esplorazione, come da tradizione della seconda generazione di Castlevania, assolutamente impeccabile. Nota finale, é senza dubbio il titolo più difficile presente nella collection.

2. Castlevania Harmony of Dissonance

Castlevania HoD (2002) é quella che potrebbe essere considerata la pecora nera dell’intera collection. Attenzione, lungi da noi dire che Dissonance sia un brutto gioco, tutt’altro, é solo che porta in dote un tentativo di aggirare le limitazioni dell’hardware (ovvero la mancanza di uno schermo retroilluminato) con risultati… altalenanti, come vedremo in seguito. Prima di tutto però, la trama: Harmony of Dissonance si svolge nel 1748, cinquant’anni dopo che Simon Belmont pose fine alla maledizione di Dracula. Controlleremo Juste Belmont, nuovo erede del clan Belmont ed attuale possessore della Vampire Killer (la mitica frusta originale). Il male si è risvegliato ed ancora una volta toccherà a noi porvi rimedio. Il gameplay di HoD, seppur ricalcando anch’esso i dettami di Symphony of the Night, é piuttosto diverso da quello di Circle of the Moon: Nessuna meccanica particolare come il DSS visto in Circle of the Moon, più metodico, più orientato alla dinamicità (con dash/backdash disponibili da subito) e sempre meraviglioso nel comparto esplorativo, Dissonance venne però criticato all’epoca per essere troppo… colorato. Esatto, rispetto ai precedenti titoli, per ovviare alla mancanza di retroilluminazione dello schermo del GBA, in Konami pensarono che usare una palette con colori forti e dalle tinte chiare fosse una buona idea, dimenticandosi forse che Castlevania ruota attorno a vampiri, scheletri, zombie e più in generale, ad una atmosfera decisamente gotica. Fortunatamente questo è l’unico difetto del gioco e ad essere onesti, si potrebbe anche non considerarlo un difetto. Un gioco tanto bello quanto strano, Dissonance, decisamente.

3. Castlevania Aria of Sorrow

Ed eccoci giunti ad Aria of Sorrow (2003), probabilmente la star dell’intera collection. Da molti considerato come il secondo miglior Castlevania mai creato (dopo, avete indovinato, Symphony of the Night), il terzo capitolo della saga su Game Boy Advance mantenne anch’egli gli standard dei precedenti, seppur introducendo benvenute novità, questa volte presenti in maggior parte sotto l’aspetto narrativo. Ambientato nel Giappone del 2035 al posto della canonica Europa medievale, vede i giocatori impersonare Soma Cruz, teenager che si ritrova improvvisamente trasportato nel maniero del Conte Dracula. A livello di gameplay, Aria of Sorrow introduce il sistema di abilità Tactical Soul, che permetterà di assorbire le anime dei nemici per ottenere abilità aggiuntive. Salvo poche eccezioni, tutti i tipi di nemici nel gioco possono alla fine produrre un’anima unica che può essere assorbita dal giocatore. Se tutto questo vi suona familiare, è perchè Koji “IGA” Igarashi, director di AoS, lo andrà poi ad implementare in Bloodstained Ritual of the Night dopo la sua separazione da Konami. Non vi è molto altro da aggiungere in merito ad Aria of Sorrow: l’esplorazione è la migliore disponibile in questa collection, il gameplay è solido, la colonna sonora è consistente e tematica, e per finire, tecnicamente è una piccola meraviglia 2D.

4. Castlevania: Dracula X (BONUS)

Ed eccoci giunti all’ultimo titolo disponibile, ovvero Castlevania: Dracula X (1995, conosciuto anche come Castlevania: Vampire Kiss in Europa ed Akumajou Dracula XX in Giappone). L’inclusione di questo titolo nella collection è un mistero per diverse ragioni. In primis è un titolo per SNES/Super Famicom, il che lo avrebbe reso perfetto per l’inclusione nella precedente collection, quella denominata Castlevania Legacy Collection. Il secondo punto è più particolare. Dracula X non è un titolo originale, ma un porting/remake di Castlevania: Rondo of Blood uscito originariamente per PC Engine due anni prima, nel 1993. Per quanto condividano la stessa trama (che vedremo tra poco), utilizza molti degli asset grafici di quel gioco, pur presentando uno stile artistico diverso, livelli ridisegnati ed elementi di gioco alterati (come avere solo due livelli alternativi e Maria come personaggio non giocabile). Bizzarro. La trama ruota attorno a Richter Belmont, diciannovenne membro del clan di ammazzavampiri Belmont a cui viene affidata la Vampire Killer. Richter si reca a Castel Dracula per salvare la sua amata, tale Annette, rapita da Shaft, servo del Signore Oscuro per utilizzarla come esca. Il gameplay di Dracula X è quanto di più classico ci possa essere, dopo l’abbuffata di libertà esplorativa dei precedenti tre titoli. Si procederà per livelli, invece di una gigantesca macro-area, e al termine di ognuno di essi ci si scontrerà con un boss. Sia chiaro, non è assolutamente da vedere come una cosa negativa (siamo i primi ad adorare i Castlevania classici), così come non ci lamentiamo dell’inclusione di Dracula X nella collection. Quello che ci lascia perplessi è: Perchè Dracula X e non il Rondo of Blood originale?


Tirando le somme, come valutare questa Castlevania Advance Collection? In tutta onestà, l’abbiamo adorata. Adoriamo assolutamente che esista e che permetta finalmente di riprodurre questi classici portatili in un modo più economico e comodo nel 2021. Indipendentemente dal fatto che i titoli presenti siano invecchiati male in alcuni aspetti a causa dell’hardware un po’ sottotono del GBA, Castlevania Advance Collection è un assoluto must per gli appassionati del genere metroidvania. Include tre dei migliori giochi della serie, oltre a Dracula X. Non abbiamo ancora capito perché Konami e M2 abbiano deciso di includerlo al posto del Rondo of Blood originale, ma lungi da noi dire di no a un Castlevania in più in una compilation già eccellente.
POWER RATING:
8.5/10
“Una Collection fantastica, con tanti materiali bonus e una ossatura sana e robusta composta da 4 titoli bellissimi.”
PRO:
+Lavoro di retro-remaster impeccabile
+Tantissime nuove opzioni aggiunte
+Modalità Gallery e Music Player
+4 Titoli di indubbia qualità
CONTRO:
-Perché non Rondo of Blood?
-Per quanto talentuosi, gli M2 non possono fare miracoli sul comparto audio originale del GBA
