Di Redazione PW83

-Codice Review fornito da Square Enix
-Versione Testata: Xbox Series X
-Disponibile per: Xbox Series X|S, PlayStation 5, Nintendo Switch, PC (Steam)

Square Enix porta sui nostri schermi il remake di uno dei migliori JRPG di tutti i tempi, in una sontuosa versione HD-2D!

Ci sono giochi che, senza tante mezze misure, hanno scritto la storia di interi generi. L’originale Dragon Quest III (conosciuto in Giappone come “Doragon Kuesuto III soshite densetsu e …”, mentre sul suolo americano venne ribattezzato in Dragon Warrior III) fu senza dubbio uno di questi. Oggi, in occasione del trentacinquesimo anniversario della serie, Square Enix fa tornare sui nostri schermi quello che, senza tanti giri di parole, può essere considerato come parte dell’alta nobiltà dei Giochi di Ruolo Giapponesi.

Lo capirete probabilmente da soli poche ore dopo aver avviato il titolo, ma Dragon Quest III HD-2D Remake è un titolo fantastico e, come valore aggiunto, il miglior punto di ingresso in assoluto per quelli che non hanno mai giocato un titolo DQ. Se vi state chiedendo il motivo, visto e considerato che questo è il terzo capitolo della trilogia originale (i remake di DQ 1 & 2 arriveranno nel 2025) è perchè DQ3 funge da prequel per quella che viene considerata la “Trilogia di Erdrick”. In maniera molto intelligente quindi, Square Enix ha deciso di pubblicare i remake non tanto in ordine cardinale, bensì cronologico, e noi non possiamo che apprezzare.

Guardiamo la trama che farà da sfondo alle vostre avventure. Dragon Quest III è ambientato molti anni prima dell’originale Dragon Warrior in un mondo separato dai primi due giochi. Un malvagio demone di nome Baramos minaccia di distruggere il mondo. La storia ruota attorno all’Eroe, figlio o figlia (il giocatore può scegliere di essere maschio o femmina, con poche modifiche al gameplay) del leggendario guerriero Ortega. Nel giorno del suo sedicesimo compleanno, l’Eroe viene convocato al castello e riceve dal Re di Aliahan la sfida di liberare il mondo dal malvagio arcidiavolo Baramos, impresa che Ortega aveva tentato in passato ma che apparentemente era sfumata con la morte di Ortega in un vulcano. Deciso a vendicare il padre, l’Eroe quindi parte per quest’impresa, e la prima cosa che farà sarà recarsi nella locanda cittadina, dove sarà in grado di reclutare fino a tre compagni di viaggio per aiutarlo a combattere Baramos. Da quel momento, rimboccatevi le maniche, perché partirete per salvare il mondo. Attenzione, però: siamo sicuri sia solo uno?

Naturalmente, Dragon Quest III non è nell’ Olimpo dei JRPG solamente per la sua narrativa, per quanto bella e rivoluzionaria. No, la sua presenza è dovuta al suo sistema di combattimento ed al sistema di classi (o vocazioni). Il combattimento è come sempre al 100% “Dragon Quest”, con battaglie a turni in cui selezionerete tutte le azioni all’inizio del turno, e poi il round si svolge. Vorrete comunque tenere d’occhio buff, debuff ed effetti di stato; se avete familiarità con la serie, vi sentirete subito a casa, e se non siete giocatori “di primo pelo”, i semplici ritmi del combattimento rimarranno confortanti in tutta la loro semplicità retrò. Le nuove animazioni e la grafica delle battaglie sono eccellenti. Come abbiamo scritto sopra, sarà possibile reclutare un gruppo per aiutarvi, ed è qui che entrano in gioco le vocazioni. All’inizio del vostro viaggio, vi recherete alla taverna locale e sceglierete altri tre membri del gruppo, ognuno con il proprio “lavoro”. Più avanti nell’ avventura, potrete fermarvi ad Alltrades Abbey e cambiare la vocazione dei membri del gruppo se hanno raggiunto il livello 20, riportandoli sì al livello 1, ma mantenendo metà delle loro statistiche originali insieme a tutte le loro abilità e incantesimi. Quindi, potrete ad esempio sviluppare un Guerriero con alcuni incantesimi di guarigione da un Guaritore, o un Mago con alta agilità dopo averli cambiati da un Ladro. E’ un sistema versatile e divertentissimo, oggi come allora.

Come dicevamo poc’anzi, per l’epoca il sistema di vocazioni era rivoluzionario. A spanne, rimane grossomodo lo stesso delle versioni precedenti di Dragon Quest III (forse non lo sapete, ma questo HD-2D Remake non è la prima “rinascita” di DQ3), comprese le personalità che potrete modificare che aiutano a determinare la crescita delle statistiche quando salirete di livello, persino fino ai requisiti oscenamente difficili richiesti per ottenere la potente classe Sage. L’artista marziale picchia ancora come un fabbro e il danno del guerriero è ancora un po’ carente anche se la sua difesa compensa. Ora però, ogni vocazione ottiene alcune abilità anche se non le aveva nelle iterazioni precedenti, come un’abilità di colpo critico automatico che l’artista marziale ottiene durante l’avventura, o vocazioni che avevano già un certo numero di incantesimi e abilità come l’ Eroe che ottiene qualche strumento in più nel suo arsenale.

Nelle precedenti iterazioni di Dragon Quest III sembrava che ci fossero una o due combinazioni di gruppo che erano chiaramente le migliori (o “OP”, come dicono i giovani), e nonostante qualche affinamento è ancora vero, ma persino il Gadabout (o pagliaccio, una classe che detestiamo) possiede alcune mosse che potrebbero rivelarsi utili nel corso del gioco. Sebbene la nostra esperienza con le precedenti iterazioni del gioco ci abbia dato una base su cui lavorare in merito al sistema di classi, ci siamo divertiti come pazzi a sperimentare con tutte le vocazioni per vedere cosa poteva succedere, apprezzando al contempo il fatto che Square Enix abbia mantenuto il nucleo del gioco fedele all’esperienza originale.

Ora, Square Enix ha aggiunto una nuova classe al sistema di vocazioni, il Monster Wrangler, che vi darà accesso a diverse abilità usate dai mostri e possiede una mossa che si potenzia mano a mano che ne reclutate di nuovi. Ebbene, il Monster Wrangler è una potenza. Non vi vogliamo rovinare la sorpresa, ma sappiate che con un minimo di studio e pianificazione, un team composto dall’ Eroe e da 3 Monster Wrangler potrebbe essere la soluzione a buona parte dei vostri problemi. In più, potranno aiutare a radunare Slime e Golem per partecipare alle nuove e divertentissime battaglie dell’Arena dei Mostri. Non male!

Ma le novità non finiscono qui. Oltre alle numerose funzionalità di qualità della vita introdotte, ci saranno indicatori di missione, impostazioni di difficoltà, regolazioni della velocità di battaglia e la possibilità di viaggiare rapidamente nei dungeon. Potrete persino “ritentare” le battaglie senza essere rimandati dal sacerdote con metà del vostro oro perso. E se per caso cercaste un’esperienza più pura? Nessun problema; ognuna di queste funzionalità può essere disattivata. In una certa misura queste modifiche renderanno l’esperienza più lineare e guidata, tuttavia, nelle parti centrali del gioco, il mondo si apre e dovrete ancora esplorare, ascoltare diversi PNG e forse anche assicurarvi che sia l’ora giusta per capire come accedere a determinate città o ottenere l’oggetto di cui avete bisogno per progredire.

Anche con gli indicatori di missione, dovrete comunque prestare attenzione ed esplorare, proprio come sempre. Ci sono ancora missioni secondarie sparse qua e là che non sono “richieste”, nuovi punti segreti pieni di tesori e mostri reclutabili e oggetti scintillanti che vi incoraggeranno a curiosare. C’è già molto per rendere questa un’esperienza di Dragon Quest più pura, inclusa la necessità di tornare in una chiesa per far rivivere i membri caduti del gruppo o salvare i vostri progressi. Per noi, era ancora Dragon Quest III nonostante gli aiuti aggiuntivi attivati, e certamente abbasserà la barriera d’ingresso per i giocatori più giovani.

Eppure, nonostante i vari aggiornamenti, non si può negare il fatto che questo remake sia stato costruito sulle ossa di un gioco per Famicom della fine degli anni ’80. È un JRPG innegabilmente “puro”, ma può sembrare piuttosto semplicistico se confrontato con altri RPG moderni o addirittura i suoi discendenti moderni, come Dragon Quest XI. Questo non significa che sia una brutta esperienza, ma se siete il tipo di fan dei JRPG a cui piace interagire con cose come alberi delle abilità, minigiochi opzionali e sistemi di creazione, Dragon Quest III è quanto di più lontano possibile da tutto ciò.

Veniamo al lato tecnico. L’aggiunta più notevole (ovviamente) è l’aspetto. È interessante notare però che questo non è lo stesso stile di HD-2D visto ad esempio nei due Octopath Traveler. Certo, gli splendidi design dei personaggi e dei mostri tratteggiati da Akira Toriyama sono ancora resi con la pixel art, ma invece di utilizzare gli ambienti 3D quasi “sfocati” visti in Octopath Traveler, che creano un effetto di profondità di campo unico, qui le cose sembrano universalmente più nitide e luminose. Non è un miglioramento o un passo avanti nello stile, ma piuttosto una direzione leggermente diversa, e funziona assolutamente per Dragon Quest. Se avete tempo e voglia, confrontate le immagini dei primi dungeon nell’originale NES, o anche nei precedenti remake, e confrontateli con questo. È chiaro quanta cura, attenzione ai dettagli e bellezza siano state messe nella presentazione mantenendo però il “feeling” di quelle location originali. Anche a livello sonoro siamo di fronte ad un lavoro impeccabile, con tracce audio iconiche e per di più registrate ex-novo sulla base di quelle del Dragon Quest III Symphonic Suite del 2005 (un concerto, per chi non lo sapesse) e dirette da Koichi Sugiyama.

Tirando le somme, Dragon Quest III HD-2D Remake è niente di meno che un successo. Porta avanti il feeling dell’opera originale, modernizzandola però con aggiunte divenute standard nel panorama moderno. Tecnicamente sublime e dotato di meccaniche versatili e divertenti, non possiamo che elogiare il lavoro di Square Enix.

POWER RATING:
9.0/10
“Dragon Quest III HD-2D Remake è un titolo realizzato in maniera impeccabile, un successo su tutti i fronti. Artisticamente, musicalmente, e meccanicamente, il lavoro di Square Enix nel riportare in auge questo titolo è niente di meno che esemplare.”

PRO:
-Tecnicamente sontuoso e dotato di una caratterizzazione fortissima
-Gameplay fenomenale, versatile e profondo
-La nuova classe è divertentissima
-Un cast di personaggi di prim’ordine
-Colonna sonora, doppiaggio e localizzazione esemplari

CONTRO:
-E’ pur sempre il remake di un gioco del 1988. Per alcuni sarà fin troppo “puro” rispetto ai competitors attuali
-Le vocazioni sono versatili, ma sappiate che richiederanno un bel po’ di tempo per essere sviluppate

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