Di Redazione PW83
-Codice Review fornito da Capcom
-Versione Testata: Xbox Series X
-Disponibile per: Xbox Series X|S, PlayStation 5, Nintendo Switch, PC (Steam, Windows)
-Sviluppatore: Capcom
-Publisher: Capcom
Capcom riesce ancora una volta a scaldare i cuori dei fan di Fighting Game con una collection esemplare!
Capcom ultimamente sta facendo fuoco e fiamme, per quanto concerne le raccolte di giochi dedicate ai Fighting Games. La prima Capcom Fighting Collection ci ha regalato il ritorno sugli schermi dei leggendari titoli dedicati ai DarkStalkers, poi è stata la volta di quel miracolo videoludico/legale della MARVEL Vs Capcom Fighting Collection ed oggi possiamo finalmente rigiocare a capolavori del calibro di Capcom Vs SNK Pro, Capcom Vs SNK 2, Project Justice ed altri ancora grazie alla Capcom Fighting Collection 2. Non perdiamo tempo ed andiamo subito a vedere quali meraviglie conterrà questa nuova release.
Per noi di PowerWave83, letteralmente cresciuti giocando a queste meraviglie, è quasi un sogno poter tornare a realizzare combo e super con giochi di questo calibro. A tal proposito, potremmo iniziare e terminare la recensione scrivendo “La Capcom Fighting Collection 2 è stupenda, fighissima, giocateci e divertitevi. Prego, e ci rileggiamo su queste pagine tra qualche giorno“. Fine. Il punto è che al netto dei capolavori presenti nei giochi disponibili, questa è la prima Collection della trilogia che ci ha fatto porre qualche domanda sulla line-up disponibile. Andiamo con ordine, e vediamo perchè, analizzando i titoli uno ad uno.

Capcom vs SNK: Millennium Fight 2000 Pro
Sebbene non sia stato certamente il crossover originale tra Capcom e SNK, supponiamo che si possa sostenere che Capcom vs. SNK: Millennium Fight 2000 sia il primo ad avere davvero importanza. Presentato qui come parte della sua riedizione Pro ampliata, che aggiunge Dan Hibiki e Joe Higashi al roster, questo gioco del 2001 riunisce il meglio di King of Fighters e Street Fighter Alpha sotto lo stesso tetto. Tra i sistemi di gioco principali figura la meccanica Groove, che altera il funzionamento della barra Super a seconda delle proprie preferenze personali. Include anche un sistema di rapporti leggermente sbilanciato, in cui combattenti modesti come Sakura occupano una posizione e avversari più bestiali come Evil Ryu possono occuparne fino a quattro. Ciò significa che dovrete riflettere attentamente sul modo migliore per comporre la vostra squadra. Tecnicamente, gli sprite sono corposi e ben animati, mentre gli sfondi sono splendidamente illustrati e incorporano elementi 3D che contribuiscono a trasportarli in un’era più moderna. Apprezziamo particolarmente le animazioni di transizione che si attivano tra queste fasi; innovative all’epoca, hanno un fascino che i fan SNK troveranno irresistibile.

Capcom vs. SNK 2: Mark of the Millennium 2001
Tra i migliori picchiaduro basati sugli sprite di sempre, Capcom vs. SNK 2: Mark of the Millennium 2001 migliora praticamente tutto rispetto al suo già apprezzato predecessore, a parte forse le animazioni introduttive dei livelli. Passando da uno schema di controllo a quattro pulsanti in stile SNK a un più familiare sistema a sei pulsanti, questo gioco sfrutta al massimo l’arsenale di tutti i 48 personaggi e incorpora sei diversi stili Groove per elevare la sua varietà verso vette praticamente illimitate. Queste meccaniche “Groove” si ispirano a titoli come Street Fighter 2 e Samurai Shodown e modificano non solo l’indicatore Super, ma anche le meccaniche di combattimento fondamentali. Sfruttando appieno l’hardware NAOMI di SEGA, questo gioco sostituisce gli splendidi sfondi in pixel-art del suo predecessore con livelli 3D completamente renderizzati, simili a quelli di Marvel Vs. Capcom 2: New Age Of Heroes. Personalmente, non crediamo che siano invecchiati bene come il gioco precedente, ma ci sono alcuni Easter egg innegabilmente interessanti e divertenti distrazioni. La nostra unica vera critica a questo gioco, che all’epoca era già stata oggetto di lamentela, è il modo in cui ricicla gli sprite di alcuni modelli di personaggi da vecchie versioni, come Morrigan di DarkStalkers. Rispetto ai nuovi modelli creati appositamente per questa versione, stonano decisamente, ma non al punto da fare scendere questo Capcom Vs SNK 2 dall’Olimpo dei Fighting Games.

Capcom Fighting Evolution
Dalle stelle alle stalle: l’eredità di Capcom è costellata di classici picchiaduro senza tempo, ma Capcom Fighting Evolution, noto anche come Capcom Fighting Jam, è stato un raro fallimento per l’editore. Rappresenta anche il punto più basso di questa compilation, sebbene riteniamo che l’editore giapponese vada lodato per il coraggio di includerlo, non fosse altro per un discorso di preservazione videoludica. Il gioco è nato come picchiaduro 3D chiamato Capcom Fighting All-Stars: Code Holder, che venne poi cancellato nel 2003. Include personaggi di Street Fighter 2, DarkStalkers, Street Fighter Alpha, Red Earth e Street Fighter 3, nella maggior parte dei casi riciclando letteralmente gli asset e le animazioni originali, sebbene in alcuni casi alcuni frame siano stati inspiegabilmente rimossi. Anche gli sfondi sono assolutamente orribili; un drammatico e sconcertante passo indietro rispetto alle splendide illustrazioni utilizzate nei giochi crossover di SNK. E il sistema di combattimento non funziona proprio, con ogni personaggio legato alle meccaniche distintive della sua serie, il che rende l’esperienza competitiva un vero disastro. Infine, Ingrid, l’unica new-entry in termini di roster, ha un design accattivante, ma rimarrà per sempre legata a questo flop, e lo testimonia il fatto che, nei vari sondaggi, è sempre risultata come uno dei personaggi più detestati di tutti i tempi. Ouch!

Street Fighter Alpha 3 Upper
Se possedete la Street Fighter 30th Anniversary Collection, avrete già una versione di Street Fighter Alpha 3. Ma questa riedizione di Upper, distribuita nelle sale giochi giapponesi nel 2001, include i personaggi aggiuntivi delle versioni originali per console domestiche, tra cui Dee Jay, Fei Long, T Hawk, Guile, Evil Ryu e Shin Akuma. A parte l’ampliamento del roster dei personaggi, il gameplay rimane sostanzialmente invariato. Il sistema principale ruota attorno agli “ism”, con tre diverse barre di potenza che rendono omaggio ai precedenti giochi di Street Fighter, ognuna con diversi punti di forza e di debolezza. Alcune di queste sono dotate di mosse aggiuntive, quindi c’è molto da esplorare e sperimentare. Forse l’unico inconveniente è che questa non è ancora la versione completa del gioco, poiché le successive conversioni per console portatili, tra cui la miracolosa conversione per Game Boy Advance e la versione per PSP, perfetta per le sale giochi, hanno aggiunto ancora più personaggi, tra cui la Ingrid dal già citato Capcom Fighting Evolution. Essendo un’uscita arcade, a questa versione manca anche la celebre campagna per giocatore singolo World Tour, già presente nella versione PS1.

POWER STONE
A differenza di qualsiasi altro gioco in questa compilation, il suo analogo più vicino è forse Super Smash Bros., ma anche in questo caso i suoi campi di battaglia 3D lo rendono completamente unico rispetto al mash-up della mascotte Nintendo. Un altro titolo sviluppato per la scheda arcade NAOMI di SEGA e successivamente portato su Dreamcast, in cui combattenti da tutto il mondo si affrontano in arene del XIX secolo alla ricerca delle mitiche Gemme del Potere. Il gameplay prevede la raccolta di gemme di diversi colori sparse per il livello per sbloccare il proprio arsenale di combattimento, che culmina in devastanti super attacchi. È anche possibile raccogliere armi, dalle spade alle mitragliatrici, rendendo l’esperienza di gioco caotica. Sebbene il titolo originale sia semplice rispetto al suo sequel (ne parleremo più avanti), la sua semplicità ha alcuni vantaggi, in particolare il combattimento più leggibile e il ritmo più costante, senza la distrazione delle battaglie con i boss e delle transizioni di livello del suo sequel.

Power Stone 2
Più grande, migliore, più tosto è il mantra di Power Stone 2, anche se personalmente abbiamo sempre preferito la relativa semplicità del suo predecessore. Il sequel aumenta il numero di giocatori sullo schermo a quattro, creando un caos assoluto. Anche i livelli cambiano nel tempo, quindi potreste ritrovarvi a combattere su una nave da guerra prima di lanciarvi con il paracadute verso terra, creando un senso di dinamismo. Le battaglie tradizionali della modalità arcade sono intervallate da combattimenti contro i boss e minigiochi, come la famigerata battaglia contro il Pharaoh Walker, che vi vede affrontare un gigantesco kaiju egizio. Ci sono anche molte più armi da raccogliere rispetto al predecessore del gioco, che includono di tutto, dai pattini a rotelle alle trappole per orsi. Il caos assoluto è indubbiamente divertente, ma la scelta se preferirlo o meno all’approccio più riservato del gioco originale dipenderà dalle vostre preferenze personali. Una cosa che vorremmo aggiungere è che, trattandosi della versione arcade, l’eccellente modalità Avventura dell’edizione Dreamcast è assente, il che priva l’esperienza di gioco di gran parte della sua longevità per giocatore singolo.

Project Justice
Project Justice è il secondo (e sfortunatamente ultimo, al momento) gioco della serie Rival Schools, pubblicato originariamente nel 2000 per le sale giochi con la scheda Naomi di SEGA. Il gioco originale girava sulla ZN-2 di Sony, basata su PlayStation, quindi visivamente rappresenta un vero passo avanti. Il combattimento 3D rimane familiare, sebbene evolva le squadre dai due giocatori del predecessore in squadre da tre giocatori, richiamando Marvel vs. Capcom 2: New Age of Heroes. Questo nuovo formato a squadre sblocca nuove opportunità di gioco, includendo ulteriori attacchi Team-Up e il nuovo attacco super potente Party Up, che include tutti e tre i personaggi contemporaneamente. È interessante notare come questo possa essere interrotto dall’avversario, attivando una sorta di meccanismo “a tag”, in cui il primo giocatore a colpire vince il minigioco. Sebbene questa versione non preveda la modalità in stile “gioco da tavolo” presente nell’edizione giapponese del porting per Dreamcast, è comunque possibile scegliere tra la modalità Storia e la modalità Libera dell’edizione arcade, con la prima delle due che vi vincola agli archi narrativi delle scuole specifiche della saga. Queste includono delle bellissime cutscene a fumetti, estremamente divertenti da assimilare, anche da una prospettiva contemporanea. Una menzione speciale va riservata all’originalità del character design di Project Justice e, in generale, della serie Rival Schools. Tra le nuove aggiunte troviamo Momo Karuizawa, una tennista del liceo Gorin, e Yurika Kirishima, che combatte con un violino. L’impegno per il tema del “club scolastico” della serie è ingegnoso e distingue questa serie da altri giochi di combattimento, in cui spesso si controllano esperti di arti marziali e simili. Capcom, a quando un Rival Schools 3?

Plasma Sword: Nightmare of Bilstein
Sebbene sia stato poi convertito per Dreamcast, Plasma Sword: Nightmare of Bilstein è uno dei pochi giochi di questa compilation (insieme al tristemente famoso Capcom Fighting Evolution, di cui abbiamo parlato poco fa) a non utilizzare il chipset NAOMI di SEGA. Curiosamente, è basato invece sullo ZN-2 di Sony, basato su PlayStation. Questo perché il predecessore Star Gladiator – Episode 1: Final Crusade fu realizzato pensando a PS1, in un’epoca in cui picchiaduro 3D come Tekken e Virtua Fighter stavano iniziando a sgomitare per mettersi allo stesso tavolo di Capcom. Il gioco fu accolto negativamente ai suoi tempi, in parte a causa di paragoni sfavorevoli con SoulCalibur, il che è comprensibile considerando che il picchiaduro di Namco si spingeva ben oltre le aspettative di Capcom. Ma sebbene si giochi in modo piuttosto simile al suddetto picchiaduro basato sulle armi di Namco, presenta alcune peculiarità interessanti, in particolare un sorprendente stile anime ispirato a Star Wars e sistemi come il Plasma Field, che permette di consumare un livello della propria barra Super per mettere gli avversari in una sorta di stasi e attivare potenziamenti specifici per ciascun personaggio, come la crescita delle dimensioni o l’arresto del tempo. Sebbene non sia particolarmente tecnico o rilevante in termini di competitività, noi lo adoriamo come abbiamo adorato il suo prequel, e crediamo che ci sia un certo je ne sais quoi nelle arcaiche battaglie poligonali di Plasma Sword. E, se non altro, giocarci vi aiuterà almeno a comprendere le origini di Hayato Kanzaki, uno dei nostri personaggi preferiti di Marvel vs. Capcom 2: New Age of Heroes.

Tirando le somme, ecco un’altra tempestiva conferma che Capcom è regina del suo genere da decenni: Capcom Fighting Collection 2 si immerge superbamente nell’era Dreamcast dell’iconica produzione dell’editore giapponese. Sebbene il suo impegno nelle conversioni arcade significhi la mancanza di alcune delle modalità per giocatore singolo presenti nei vari porting per console domestiche dei titoli inclusi, l’offerta di contenuti di qualità è così ampia che è difficile lamentarsi, con titoli come i due Capcom vs. SNK, Street Fighter Alpha 3 Upper e Project Justice che sfoggiano con orgoglio il loro essere alcuni tra i migliori Fighting Games di tutti i tempi.
POWER RATING:
9.0/10
“Come è ormai consuetudine, questa terza Capcom Fighting Collection si presenta come un prodotto realizzato con impegno e dedizione, che farà scendere una lacrima di nostalgia ai veterani ed allo stesso tempo mostrerà questi capolavori alle nuove generazioni.”
PRO:
+I due Capcom Vs SNK rimangono assolutamente gloriosi
+Project Justice è una gemma
+I due Power Stone sono in egual misura divertenti e caotici
+Plasma Sword: Nightmare of Bilstein è una chicca da intenditori
+ROLLBACK NETCODE!
+Modalità Museo
+Tante opzioni di personalizzazione, training mode, filtri, ecc.
CONTRO:
-Capcom Fighting Jam non è solo l’anello debole della lineup, è oggettivamente terribile
-Manca il crossplay tra console





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