Di Redazione PW83
-Codice Review fornito da Forever Entertainment
-Versione Testata: Nintendo Switch
-Disponibile per: Nintendo Switch, Nintendo Switch 2
-Sviluppatore: MegaPixel Studio
-Publisher: Forever Entertainment
“Il desiderio genera follia. La follia sfocia in disastro. L’umanità non impara mai.”
Sapete, per noi è veramente difficile quantificare le ore di gioco spese con l’originale Front Mission 3. Decine? Sicuramente? Centinaia? Altrettanto probabile. Il punto è che Front Mission 3, originariamente pubblicato da SquareSoft nel lontano Agosto del 2000, era e rimane una delle migliori esperienze strategiche mai pubblicate. Lo abbiamo giocato, lo abbiamo spolpato e ora abbiamo per le mani il remake di quel titolo leggendario grazie ai ragazzi di Forever Entertainment e MegaPixel Studio, già responsabili dei precedenti remake dedicati a Front Mission 1st e Front Mission 2. Qui però la posta in gioco è molto più alta, perchè se è vero che FM1 e FM2 furono bei giochi, fu FM3 a fare entrare l’intera serie nell’Olimpo dei giochi strategici.

“La prova del 9”, la chiamano, e per noi sarà sicuramente così. Il motivo è molto semplice. Front Mission 3 fu il primo della serie ad essere importato sul suolo europeo, diventando giocoforza il punto di ingresso alla serie per migliaia di giocatori (noi inclusi) che ne rimasero immediatamente folgorati. Non solo, fu per tanti anche l’unico punto di contatto con la serie, visto che esattamente come per FM1 e FM2, anche il sequel, Front Mission 4 (o “Fourth, in Giappone), venne ancora una volta destinato ai soli mercati Giapponesi e Statunitensi, ritenendo quello Europeo non “adatto” a titoli simili per chissà quale motivo. Ad ogni modo, bizzarrie commerciali a parte, rimbocchiamoci le maniche e sediamoci al posto di comando del nostro Wanzer, perchè di cose di cui parlare ce ne sono davvero tante.
Iniziamo dalla premessa alla base del tutto: ambientata nell’ottobre del 2112, la storia di Front Mission 3 si svolge nel Sud-est asiatico, incentrata sulla guerra fredda tra l’Unione Cooperativa dell’Oceania (OCU) e la Repubblica Popolare di Da Han Zhong (DHZ). Da quando la Repubblica Popolare di Alordesh ha ottenuto l’indipendenza dall’OCU nel 2102, gli stati membri dell’unione hanno formato i propri movimenti separatisti. Paesi come Indonesia e Singapore hanno iniziato a esprimere i propri sentimenti anti-OCU, sia con mezzi pacifici che non pacifici. Nel 2106, le forze filo-nazionaliste nelle Filippine dichiarano guerra al governo e ai loro responsabili dell’OCU. Nel disperato tentativo di mantenere la stabilità nella regione, il Parlamento Centrale dell’OCU consente agli Stati Uniti del Nuovo Continente (USN) di inviare forze di peacekeeping per risolvere questi conflitti. Infine, l’unione sovranazionale raggiunge il punto di rottura nel 2112, quando una misteriosa esplosione avviene in una base delle Forze di Difesa Giapponesi (JDF) in Giappone. Nulla da dire, il worldbuilding della serie era e sarà sempre qualcosa di incredibile.

Ora però, veniamo alla trama vera e propria, anzi, alle trame. Front Mission 3 presenta infatti due filoni narrativi distinti, entrambi però incentrati sui piloti collaudatori giapponesi Kazuki Takemura (voi) e Ryogo Kusama. Tramite una decisione presa all’inizio del gioco, il giocatore può scegliere se giocare allo scenario DHZ o a quello USN. Lo scenario DHZ vede come protagonista la scienziata giapponese Aliciana “Alisa” Takemura (vostra sorella), mentre lo scenario USN ruota attorno alla scienziata Emir “Emma” Klamsky. Va fatto notare che, sebbene entrambi gli scenari abbiano personaggi e storie diverse, condividono una serie di eventi e luoghi nel gioco, scelta che all’epoca serviva per circumnavigare i limiti tecnici della PlayStation originale. In soldoni comunque, il giocatore può giocare a due storie; sebbene come già detto condividano eventi e ambienti comuni, le storie sono in gran parte uniche e, in sostanza, sono dei giochi a tutti gli effetti. Chiaramente, questa feature è presente in questo Remake.
Rivolgiamo ora l’attenzione al gameplay, il vero punto di forza dell’esperienza, sia quella originale che in questa edizione. Innanzitutto diciamo subito che il flow di gioco sarà esattamente lo stesso dei precedenti capitoli, ed estremamente lineare: guarderete gli eventi delle cut-scene, completerete le missioni, preparerete i wanzer durante gli intervalli e partirete per la missione successiva. Semplice e funzionale. Il giocatore viaggerà poi verso diversi luoghi indicati su una mappa del mondo e man mano che il giocatore procede nella trama, nuovi luoghi verranno rivelati e aggiunti sulla suddetta mappa. Città e paesi fungono da punti di intervallo dove il giocatore potrà organizzare e preparare le proprie unità per la missione successiva.

Quanto al gameplay vero e proprio, le battaglie presentano lo stesso gameplay collaudato che ci si aspetta da Front Mission 3. Il vostro gruppo di Wanzer può essere modificato prima delle battaglie, equipaggiato con ogni tipo di equipaggiamento, così da eliminare i Wanzer nemici. Quando prenderete di mira un nemico, dei dadi digitali vengono “lanciati” in background per determinare l’efficacia dei vostri attacchi sulle singole parti del mech nemico. I tipi di armi cambiano sia la gittata a cui potrete attaccare sia il numero di parti che andrete potenzialmente a colpire. I fucili a pompa possono diffondere il loro danno a una varietà di parti diverse, mentre un missile ne colpirà solo una, ma decisamente forte. I vostri mech possono ottenere abilità che si attivano casualmente nel vivo della battaglia, volgendo potenzialmente a vostro favore le sorti dell’RNG. Front Mission è sempre stato criticato per la sua dipendenza così forte da questi numeri casuali, ma noi siamo dell’idea che aggiunga molto al caos che si vedrebbe se enormi macchine di morte si facessero guerra tra loro.
Se un Wanzer subisce abbastanza danni, il pilota può essere eiettato. Potrete anche uscire e salire a bordo di mech abbandonati, ma così facendo esporrete i vostri soldati al fuoco nemico. Questa è un’ottima aggiunta alla formula per mantenere il ritmo, dato che cercare di espellere i piloti nemici ed eliminarli prima che possano tornare ai loro mezzi significherà solo che i mech abbandonati saranno vostri alla fine delle battaglie. Potrete poi assegnarli alle unità o smontarli per ottenere componenti utili a potenziare il vostro squadrone.

Dopo aver visto che quello che conta davvero funziona, ossia il gameplay e la fantastica trama, veniamo alle note negative, purtroppo presenti. FM3: Remake non offre molte nuove funzionalità, la maggior parte delle quali sono miglioramenti alla qualità dell’esperienza. Ora sarà possibile saltare o velocizzare le animazioni di combattimento, il che è un vantaggio. Le mappe di combattimento sono completamente ruotabili in 3D, il che può contribuire a rendere più visibili alcuni ambienti e nemici. In generale, la maggior parte delle modifiche riguarda la velocità di gioco, in modo che i giocatori possano muoversi più rapidamente. Sono per lo più buone modifiche, e non possiamo lamentarci, ma non sono nemmeno rivoluzionarie.
Visivamente, Front Mission 3: Remake è un aggiornamento laterale. Sono presenti mappe e ambienti completamente in 3D e modelli ad alta risoluzione rispetto alla versione PS1, ma l’aggiornamento è piuttosto deludente. In alcuni casi, abbiamo preferito il design dei Wanzer della versione PS1 a quello del Remake. Abbiamo anche trovato la mappa un po’ difficile da leggere, poiché i design dei mech nemici a volte si confondevano leggermente con lo sfondo. Su schermi ad alta risoluzione ha un aspetto decisamente migliore rispetto alla versione sfocata e pixelata per PS1, ma siamo dell’idea che il comparto grafico ne abbia risentito. La musica è piuttosto buona, e potrete giocare utilizzando sia sonora originale che una nuova versione moderna rimasterizzata.

Infine, il problema più grande. L’uso di immagini realizzate ex-novo o ritoccate utilizzando la IA, potenzialmente il male maggiore di questi ultimi anni in ambito videoludico. Ora, tutte le immagini 2D del gioco, che siano i ritratti dei personaggi o del menu Network del gioco, sono state visibilmente filtrate ed “upscalate” con la IA. Parlando del Network, qui è dove FM3 racchiude moltissimo del suo worldbuilding, e i giocatori dell’originale potevano dedicare ore ad addentrarsi nella complessa tana del Bianconiglio che era questo mondo. Era un’interpretazione anni ’90 di cosa avrebbe potuto essere internet, usando il web design dell’epoca come punto di partenza. Non solo l’interfaccia utente e il testo sono ora generici, ma ogni singola immagine a bassa risoluzione sembra essere inserita in una sorta di modello di intelligenza artificiale per crearne una versione HD. Non si tratta solo del tipo di upscaling tramite IA che si vedrebbe usato in molte rimasterizzazioni per PlayStation, dove l’immagine originale viene presentata un po’ sfocata o nitida. In ogni singolo caso, qualsiasi IA abbiano usato ha creato allucinazioni di dettagli extra per rendere l’immagine completamente insensata. Le immagini utilizzate nella sezione Network di Front Mission 3 originale erano pixel art di personaggi dell’universo o fotografie reali a bassa risoluzione. Volete qualche esempio? Pronti. L’immagine di un uomo che parla al microfono è stata trasformata in quello che sembra un goffo cosplayer con una barba finta. Per qualche ragione, la IA si è inventata una fede nuziale al suo anulare. Un mech distrutto nascosto dalle ombre ora è diventato un mosaico composto da persone in piedi intorno a un elicottero. Il diagramma di un macchinario è stato trasformato in un pezzo di tecnologia incomprensibile, con il caratteristico testo distorto usato dalla IA per sostituire un testo che probabilmente non avrebbe mai dovuto essere letto. In alcuni casi, l’IA ha preso in esame una città normale e ne ha semplicemente inventata una nuova basandosi sulla sua vaga idea. Nell’esempio più divertente di tutti, una landing page per le Forze di Difesa Giapponesi sembra mostrare un soldato arrabbiato che ora impugna una pistola finta come una macchina fotografica. E’ oggettivamente terribile.
Tirando le somme, al netto di questa atroce implementazione della IA, fortunatamente il resto del gioco è in linea sia con i precedenti Remake, che soprattutto con l’originale. Il gioco era, e fortunatamente è rimasto, intrigante da seguire e divertente da giocare. Sicuramente chi non ha mai avuto l’opportunità di giocare l’originale lo apprezzerà enormemente di più dei veterani, ma come abbiamo scritto ad inizio recensione per noi questa era la “prova del 9”, il test finale basato su quello che ad oggi rimane uno dei nostri titoli preferiti non solo della generazione Playstation, ma di tutti i tempi. Se dobbiamo essere onesti, siamo contenti del risultato, ma anche consci che forse, con un po’ più di attenzione, si sarebbe potuto fare di più. Molto di più.
POWER RATING:
7.5/10
“Front Mission 3: REMAKE è fortunatamente solido sia nel gameplay che nella sua intrigante trama, ma una serie di errori abbastanza gravi va a ledere quella che era l’opportunità perfetta per far rivivere uno dei giochi migliori di tutti i tempi.”
PRO:
+Il mondo di gioco e le sue due trame sono sempre affascinanti
+Il sistema di combattimento rimane fantastico, il migliore della serie
+Presenti sia la OST originale che una sua versione rimaneggiata
CONTRO:
-L’uso della IA ha rovinato l’esperienza
-Al di là dell’essere ricostruito da zero, non offre molti miglioramenti





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