Di Redazione PW83
-Codice Review fornito da Forever Entertainment
-Versione Testata: Nintendo Switch
-Disponibile per: Nintendo Switch
Forever Entertainment si lancia ancora una volta nella ricostruzione di una importante IP del passato: Benvenuti alla recensione di Front Mission 1st: Remake!
Gli amici di Forever Entertainment sicuramente hanno una particolare inclinazione per le vecchie IP. Come biasimarli, però, dato che noi stessi siamo i primi a collegare le nostre vecchie console, scalette giornalistiche permettendo, per rivivere i fasti di quelle che per molti, moltissimi versi potevano considerarsi “ere videoludiche” ben migliori della presente? Tra l’altro, pare proprio che in Forever conoscano i nostri gusti, perché dopo l’ottimo Panzer Dragoon Remake (CLICCATE QUI per la recensione), ed il mai dimenticato House of the Dead Remake (CLICCATE QUI) tocca ora ad una ulteriore pietra miliare del mondo dei videogiochi: Front Mission della allora Squaresoft, universalmente riconosciuta come una delle migliori saghe strategiche mai concepite.

Forever Entertainment ha inoltre annunciato che non si limiterà al remake di questo primo capitolo, ma dei primi tre capitoli (Front Mission 3 è senza dubbio il nostro preferito). Chi si occuperà di questo lavoro titanico? I talentuosi ragazzi di MegaPixel Studio, già responsabili dello sviluppo dei titoli menzionati nel paragrafo precedente nonché del divertente Hollow 2 (CLICCATE QUI). Ora, dopo questo breve excursus esplicativo, torniamo con i piedi per terra e andiamo a vedere se questo remake è qualitativamente in linea con il prodotto originale e con i precedenti lavori di MegaPixel.
La prima cosa che ci ha colpito, appena iniziato il test del gioco, è che pur essendo ricostruito da zero, lo sviluppatore ha avuto la decenza di conservare gli incredibili portrait ed artwork del maestro Yoshitaka Amano (per quei due o tre che non lo conoscono, sappiate che è l’artista che disegna i concept art relativi al brand di Final Fantasy, tra le altre cose). Sarebbe stata una perdita incommensurabile non ritrovarli in questa produzione. Detto questo, è anche interessante notare come lo stile del sensei sia ben diverso da quello attuale (vi ricordiamo che Front Mission uscì nel lontano 1995 per SNES). Potremmo disquisire per ore sull’evoluzione dello stile di Amano, ma abbiamo una recensione da scrivere.

Innanzitutto, prima di parlare del perché e del percome relativo a questo Front Mission 1st Remake (FM1R, da ora), lasciateci spiegare una cosa. Tranquilli, ci vorrà pochissimo tempo. Front Mission 1st: Remake è un remake del primo Front Mission, Front Mission 1st. Tecnicamente però, Front Mission 1st non è il primo Front Mission; era infatti un porting per PS1 del 2003 del gioco per Super Famicom del 1995, Front Mission. Quindi Front Mission 1st è tecnicamente un remake di un remake, ma entrambi i remake sono in realtà remaster. Front Mission 1st: Remake è un remaster di un remaster, ma a differenza del primo remaster, questo remaster ricostruirà da zero la grafica del remaster. Capito tutto? Semplice no? Bene, iniziamo.
Front Mission racconta la storia dell’OCU e dell’UCS, due superpotenze militari. Stanno combattendo per un’isola nel Pacifico chiamata Huffman, ed è chiaro che le cose sono ben lontane dal risolversi. Dalla parte dell’OCU, Royd Clive (voi) vede la sua fidanzata perdere la vita mentre indaga su una fabbrica di armi. Bandito dall’esercito, si ritroverà a combattere al fianco del suo vecchio datore di lavoro attraverso il gruppo di mercenari conosciuto come Canyon Crows. FM ha sempre presentato una prospettiva piuttosto grintosa sulla guerra. L’intero vettore “war is hell” non è certamente nuovo per i videogiochi o anche per il genere mecha in generale. Nemmeno l’intera faccenda della ragazza morta. È una bella cornice, ma non è certo una novità. Detto questo, ha un buon ritmo e funge da ottima premessa per mettere in moto gli eventi del gioco.

Front Mission 1st riesce a combinare alcune delle parti migliori dei sottogeneri tattici e mech. Avremo quindi mappe basate su griglia e anche una intera sotto-sezione del gioco dedicata alla costruzione dei nostri robot (chiamati, nell’universo di FM, “Wanzers”). Il gameplay sarà semplice, eppure profondissimo. Muoverete le vostre unità sulla griglia, e da lì deciderete chi attaccare, come attaccarlo, difendervi, come difendervi, e via dicendo. Utilizzando un termine del nostro genere preferito (i fighting games), FM è da considerarsi un gioco easy to learn, hard to master. Dovrete poi farvi mille domande durante gli scontri: meglio attaccare da lontano, o a corto raggio? Spostando il mio Wanzer su questa altura, avrò un vantaggio tattico o verrò bersagliato dal fuoco a lungo raggio? Meglio concentrare le mie unità su una singola unità nemica o posizionarle a ventaglio cercando di intercettare tutti? Riuscirò a far convergere il mio nemico in questo canyon? Fidatevi, il gameplay di FM era perfetto nel 1995, e 27 anni dopo continua a non sentire il peso dell’età.
I combattimenti poi avranno una loro particolarità, dato che esattamente come potrete costruirli, potrete anche demolire i Wanzers a suon di proiettili e missili. Un colpo fortunato riesce a distruggere il braccio dove il nemico regge il fucile? Ottimo, non potrà più spararci! Una sventagliata di proiettili gambizza il nemico? Fantastico, ora il suo raggio d’azione sarà limitato e potremo distanziarlo… Vedete? Ogni nemico potrà essere invalidato a seconda di dove cadranno i vostri colpi, una cosa apparentemente di poco conto ma che può far ribaltare l’esito di una missione in un paio di turni.

I Wanzer potranno essere assemblati partendo da una varietà di parti, a cui poi dovrete abbinare armi o scudi. Come abbiamo già visto, in battaglia, le gambe, le singole braccia o il corpo possono essere danneggiati. Starete costantemente bilanciando armature, HP e altre statistiche. Questo significa due cose: in primo luogo, mettere insieme i robot è sempre divertente. Tuttavia, la seconda cosa è che crea molto lavoro di preparazione. Ogni Wanzer andrà infatti configurato manualmente. Nuove parti possono essere rilasciate ogni paio di missioni, quindi se volete mantenere tutto al top, preparatevi a spendere molto tempo nell’officina. Potrebbe risultare un po’ troppo per i giocatori meno hardcore, e avremmo voluto che ci fosse una sorta di opzione di ottimizzazione automatica.

Tecnicamente, l’aggiornamento grafico moderno di Front Mission 1st è decisamente buono. I modelli poligonali e le varie mappe sfoggiano un livello di dettaglio chiaramente alieno all’opera originale, ma anche coerente con essa. Ci sono poi diversi dettagli che ci hanno fatto estremamente piacere, come la pioggia che scivola sulle armature dei nostri Wanzers o i solchi nel terreno lasciati dagli stessi dopo un attacco corpo a corpo. Anche il sonoro non delude, con un comparto audio completamente riarrangiato (è presente anche la colonna sonora originale).

Tirando le somme, questo Front Mission 1st Remake è sicuramente un ottimo titolo. Non è perfetto, sia chiaro (navigare tra alcuni menu è assolutamente noioso e avrebbe avuto bisogno di una svecchiata), ma il gioco base continua a rimanere una pietra miliare dei giochi strategici. Se a questo aggiungete la possibilità di giocare sia con le meccaniche che con quelle moderne, le due campagne disponibili e la presenza di ben due colonne sonore… Non vediamo l’ora di giocare ai prossimi due capitoli!
POWER RATING:
8.0/10
“Nel 1995 così come in questo 2022, Front Mission 1st: Remake è un titolo assolutamente immancabile nella libreria di ogni appassionato di giochi strategici.”
PRO:
+Gameplay soddisfacente, tra i migliori della classe
+Modalità moderna e classica
+Modelli poligonali ottimamente realizzati
+Due campagne disponibili (OCU/UCS)
+Rigiocabilità
CONTRO:
-Progettare ogni singolo Wanzer testerà la vostra pazienza
-Navigare tra i menu avrebbe avuto bisogno di una modernizzazione