-Codice Review fornito da KONAMI
-Versione Testata: Xbox Series X

-Disponibile per: Xbox Series X|S, PlayStation 5, PC (Steam)
-Sviluppatore: KONAMI
-Publisher: KONAMI

Uno dei giochi più influenti di tutti i tempi è stato ricostruito in un sontuoso Remake: Bentornati nelle foreste di Snake Eater!

Metal Gear Solid Delta: La leggenda del serpente torna a mordere

Amici di PowerWave83.com, eccoci qui, a recensire un titolo che per noi, e per intere generazioni di giocatori, non è semplicemente un videogioco, ma un pezzo di storia. La nostra attesa per questo remake è stata un’odissea fatta di speculazioni e speranze, ma fin dal primo trailer, abbiamo capito che Konami aveva intenzione di non tradire un’eredità così sacra. Come abbiamo già detto nella recensione della Metal Gear Solid Master Collection Vol. 1, non è un caso se dietro alla nostra postazione l’unico Amiibo che non è direttamente collegato ai Fighting Games o a eroi dell’universo Nintendo è la statuetta di Solid Snake. Per noi, la saga di Metal Gear Solid non è solo un’icona, ma un pilastro portante dell’industria videoludica. Quando Konami ha annunciato il ritorno di uno dei suoi capitoli più amati, il nostro cuore ha fatto un salto, e un altro ancora quando abbiamo visto che non si trattava di una semplice rimasterizzazione, ma di un vero e proprio remake. E ora, dopo aver passato ore immersi nella giungla russa, possiamo dirlo senza mezzi termini: il serpente è tornato, e non è mai stato così vivo.

Via il dente, via il dolore

Iniziamo subito togliendoci un peso dallo stomaco, e parlando di quello che, per nostra onestà intellettuale, si può definire l’unico, seppur minimo, neo dell’esperienza. Durante alcune delle sequenze più concitate, specie in aree con una vegetazione particolarmente densa e dettagliata, abbiamo notato un impercettibile, ma presente, calo di frame rate. Non si tratta di un problema che inficia il gameplay o rovina l’immersione, ma è un piccolo fastidio che, in un’esperienza altrimenti così pulita e rifinita, non ci aspettavamo. Un altro piccolo neo, se proprio vogliamo essere pignoli, è la telecamera che, in un paio di occasioni, in spazi estremamente ristretti, ha mostrato qualche leggero tentennamento, un piccolo inciampo che scompare quasi subito, ma che merita comunque una menzione in un’analisi così approfondita. Sono piccole sbavature, quasi inevitabili in progetti di questa portata, ma che non riescono a scalfire la monumentale bellezza del titolo. Ed è proprio per questo che vogliamo parlarne subito: per poter celebrare tutto il resto senza remore. Ora che lo abbiamo detto, possiamo finalmente concentrarci sul vero cuore di Metal Gear Solid Delta: Snake Eater e su quanto questo titolo sia una meraviglia.

Una nuova pelle, un’anima eterna

La prima cosa che salta all’occhio, ovviamente, è il comparto tecnico. Questo remake, sviluppato con Unreal Engine 5, è un salto generazionale mostruoso rispetto all’originale per PS2. La giungla russa è finalmente un ecosistema vivo e pulsante, non una serie di corridoi verdi. Ogni foglia, ogni ramo, ogni tronco d’albero è ricreato con un’attenzione maniacale al dettaglio. L’illuminazione volumetrica, poi, rende le sequenze di gameplay e le cutscene dei veri e propri capolavori cinematografici. Le ombre si muovono in modo realistico, i raggi del sole filtrano tra le fronde degli alberi e la pioggia si abbatte a terra in modo credibile, riflettendosi sul fango e sulle pozze d’acqua. Le performance sono, come detto, quasi sempre impeccabili, e la qualità visiva in generale è un qualcosa che ci ha lasciato a bocca aperta, con i personaggi e i boss che non sono più semplici modelli poligonali, ma opere d’arte tridimensionali ricreate con una fedeltà incredibile. Vedere The End con i suoi occhi così dettagliati, o The Fear muoversi tra i rami con un’agilità incredibile, è un’esperienza che ci ha fatto rivivere il fascino del titolo originale in un modo nuovo e potente. I modelli dei personaggi, da Snake a The Boss, sono stati ricreati da zero con un livello di dettaglio che fa impallidire qualsiasi altro remake in circolazione. Le loro espressioni facciali, così ricche e dinamiche, riescono a trasmettere un’emozione che l’originale, per ovvi limiti tecnici, poteva solo suggerire. In poche parole, il lavoro svolto sulla grafica è un’autentica opera d’arte.

Il gameplay: Il serpente si evolve

Parlando di gameplay, questo è forse l’aspetto in cui Metal Gear Solid Delta brilla di luce propria, dimostrando il rispetto per l’originale pur introducendo significative migliorie. La scelta di adottare controlli moderni, che prendono ispirazione da The Phantom Pain, è stata per noi vincente. Il movimento è fluido, il CQC (Close Quarters Combat) è reattivo e le sparatorie sono precise e appaganti. I sistemi di Sopravvivenza e di Cura, il Cure System e il Survival Viewer, sono stati preservati e resi ancora più accessibili grazie a una UI rivista e più intuitiva. Ogni ferita, ogni frattura, ogni morso di serpente ora sembra avere un peso ancora maggiore, e l’atto di curarsi è parte integrante della sfida. La caccia e la raccolta del cibo, così come l’uso delle mimetiche, sono ancora il cuore pulsante dell’esperienza, ma sono state rese più intuitive, senza perdere nulla della loro complessità. Questo, in poche parole, rende il gioco accessibile a chi si approccia alla saga per la prima volta, pur mantenendo intatta la sua natura profonda e strategica che ha reso l’originale un capolavoro. E il bello è che, per i puristi più irriducibili, è possibile optare per i controlli originali, un tocco di classe che dimostra la cura e l’attenzione dello sviluppatore per l’eredità che sta gestendo.

Ciò che ci ha sorpreso, però, è la profonda intelligenza artificiale dei nemici. Le guardie reagiscono ora in modo più organico e realistico non solo al nostro campo visivo, ma anche ai rumori, ai passi e agli spostamenti d’aria. Questo rende il sistema di mimetizzazione e l’uso dell’ambiente una parte ancora più cruciale del gioco. Il gusto di pianificare un’infiltrazione, di studiare i percorsi di pattuglia e di muoversi come un fantasma nella giungla è un piacere tattico che poche altre esperienze riescono a eguagliare. Inoltre, la fluidità del nuovo CQC ci ha permesso di affrontare ogni singola situazione con un’eleganza mai vista prima, sia che si tratti di un’infiltrazione non letale, sia che si decida di affrontare i nemici a viso aperto. È una sensazione di controllo totale che fa sentire ogni singola azione ponderata e appagante.

Sonoro e atmosfera: Il cuore pulsante della giungla

Il comparto sonoro è un’altra perla di questa riedizione. La colonna sonora, sebbene in parte rimasterizzata e riarrangiata, mantiene il suo fascino iconico, e brani come “Snake Eater” o “The Boss Theme” colpiscono nel segno con la stessa potenza dell’originale. Il vero trionfo, tuttavia, è il sound design. Ogni scricchiolio di un ramo, ogni fruscio di foglie, ogni passo nel fango sembra provenire dal mondo circostante in modo organico e realistico. La giungla russa è un luogo rumoroso, pieno di vita e di pericoli, e l’audio contribuisce in modo decisivo a creare quell’atmosfera di tensione e isolamento che ha reso MGS3 un’esperienza indimenticabile. E, ovviamente, non possiamo non parlare del fatto che le voci originali sono rimaste le stesse. Sentire nuovamente la voce di David Hayter nei panni di Snake e di Lori Alan in quelli di The Boss è stato come tornare a casa, un atto di rispetto verso un’icona che ha contribuito a rendere immortale la serie. Il doppiaggio, anche dopo anni, mantiene una qualità e un’intensità ineguagliabili, e la sua integrità preserva l’anima profonda e melodrammatica della storia.

La Trama e i Temi: Un’opera immortale

Se il gameplay ci ha conquistato e la grafica ci ha sbalordito, è la narrativa a sigillare il verdetto di capolavoro. La storia di Metal Gear Solid 3 non è un’avventura come le altre; è un’opera senza tempo che esplora temi complessi e dolorosi come la lealtà, il tradimento, il patriottismo e il vero significato di essere un soldato. La narrazione del conflitto tra Big Boss e The Boss è una tragedia shakespeariana moderna, intrisa di emozioni e colpi di scena che riescono a commuovere e a sorprendere anche chi la conosce a memoria. Il remake, con la sua fedeltà alla trama originale, ci permette di rivivere questi momenti chiave con un’intensità mai vista prima. La nuova veste grafica amplifica la drammaticità di ogni cutscene, rendendo i dialoghi e le espressioni dei personaggi ancora più potenti e memorabili. È una storia che continua a insegnare, a far riflettere e a emozionare, dimostrando che un grande videogioco, al pari di un grande film o un grande romanzo, può essere un’opera d’arte destinata a non tramontare mai.

Il nostro verdetto

In poche parole, Metal Gear Solid Delta: Snake Eater è il remake che tutti i fan sognavano. È un atto di riverenza verso uno dei capitoli più importanti della storia dei videogiochi, che riesce a modernizzare le meccaniche e il comparto tecnico senza snaturare l’anima dell’originale. Nonostante un piccolo difetto tecnico, l’esperienza è talmente travolgente, emozionante e coinvolgente da renderlo un capolavoro a sé stante. È il modo definitivo per vivere una delle storie più affascinanti e commoventi mai scritte per il medium videoludico. Se avete amato l’originale, tornerete a innamorarvi. Se non lo avete mai giocato, beh, siete pronti per l’esperienza che vi cambierà per sempre.

POWER RATING:
9.5/10
Metal Gear Solid Delta: Snake Eater non è solo un remake, ma un capolavoro moderno. Un atto di amore e di rispetto per l’originale che porta a nuova vita una delle più grandi storie dei videogiochi, rendendola un’esperienza definitiva.”

PRO:

  • Grafica e comparto tecnico di altissimo livello
  • Controlli moderni che rendono il gameplay fluido e accessibile
  • Atmosfera e sound design incredibili
  • Trama e personaggi iconici
  • Profonda e toccante narrativa

CONTRO:

  • Piccoli, rari, cali di frame rate
  • Leggeri tentennamenti della telecamera in spazi ristretti

4 risposte a “METAL GEAR SOLID Δ: SNAKE EATER – Recensione”

  1. Avatar Gabriele Angelini
    Gabriele Angelini

    Amore e passione per un’opera d’arte videoludica, quello che tutti ci aspettavamo. Ottimo lavoro ragazzi.

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    1. Grazie mille per i complimenti! 🙂

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  2. Che bella recensione! Già ero curioso di provarlo, dopo questa recensione lo compro immediatamente visto che il terzo capitolo è uno dei miei preferiti in assoluto.

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    1. Grazie mille per i complimenti! Se ti è piaciuta, condividila, così ci darai una mano! 🙂

      Piace a 1 persona

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