Finalmente disponibile per la prima volta per il mercato occidentale, il terzo capitolo di Seiken Densetsu si rifà il trucco ed approda sulle nostre console.

La saga da noi conosciuta come “Mana“, Seiken Densetsu, ha sempre avuto un passato particolare. Nata originariamente come spin-off del ben più famoso Final Fantasy (al punto da chiamarsi, per il titolo originale su Gameboy, “Final Fantasy Adventure” nel mercato Statunitense. NdSpike), ha poi acquisito una personalità e una presenza sempre più definita, col passare del tempo e dei capitoli. Questo Trials of Mana in particolare, è un prodotto ancora più particolare in quanto l’originale Seiken Densetsu 3, rilasciato nel 1995 per Super Famicom, non venne mai esportato fuori dalla terra del Sol Levante. Almeno fino ad ora!

Square-Enix, così come numerose altre software-house, è ben lanciata sull’onda del revival, ricostruendo e re-immaginando titoli che hanno fatto la storia. Trials of Mana è solo l’ultimo della serie, con il valore aggiunto che tecnicamente, per noi Occidentali è comunque una novità. Terzo capitolo della serie action-rpg, Trials presenta alcune peculiarità a livello di gameplay assolutamente apprezzabili che andremo presto a vedere, subito dopo aver capito quale sarà l’evento che darà il “la” alle nostre scorribande. La trama è, nel bene o nel male, quanto ci si può aspettare da un titolo della metà degli anni ’90, ovvero in bilico tra il pretestuoso e il funzionale: La “Dea del Mana” creò la potente “Spada del Mana” e sconfisse gli otto terribili “Benevodons” sigillandoli in altrettante “Pietre del Mana“, prima di trasformarsi nell’ “Albero del Mana” e cadere in un sonno centenario (…che dire, perlomeno fu coerente con il branding. NdSpike).
Il gioco si svolge in un periodo in cui il Mana inizia a svanire, la pace vacilla, e numerosi personaggi tramano per risvegliare i Benevodons nel tentativo di guadagnare il potere supremo. Come menzionato poco fa, la trama svolge il suo lavoro, ma non aspettatevi molto di più. Certo, le varie “origin story” dei personaggi sono sicuramente interessanti, ma alcune son fin troppo simili (tre principi/principesse su sei personaggi?), e alcuni di loro fungeranno principalmente da deus ex machina con il solo scopo di far progredire la trama.

Andiamo ora ad analizzare quelle che, come dicevamo, sono meccaniche piuttosto particolari per un action-rpg. Innanzitutto, contrariamente a quanto già visto in centinaia di altri giochi di ruolo, sceglierete i tre protagonisti della storia e del vostro party prima ancora di iniziare il gioco vero e proprio, così da poter osservare le origini dei singoli protagonisti. Fondamentalmente, un Dragon Age: Origins ante-litteram. E’ sicuramente una cosa molto interessante, e che come prevedibile porta a considerazioni sulla stessa: è vero che scegliendo da subito il party avrete sicuramente un motivo per rigiocare l’avventura in futuro, ma è altresì vero che nel caso di una scelta sbagliata, sarete bloccati con quei tre personaggi per tutto il gioco. Esempio pratico? Il nostro party era composto da Duran, classico guerriero corpo-a-corpo, Angela, la maga del gruppo, e Reisz, che erroneamente avevamo pensato fosse una unità simile a un chierico, in grado di lanciare qualche magia di attacco e qualche potenziamento ai compagni. Sbagliatissimo, Reisz è una amazzone, quindi fondamentalmente ci siamo trovati con due attaccanti corpo-a-corpo nel party, senza nessuno a ricoprire il ruolo di guaritore. Sicuramente, aver modo di capire chi è in grado di fare cosa aiuterebbe enormemente nella fase di scelta iniziale, seppur sacrificando la componente “sorpresa” della stessa.

E se ci pensate è un po’ un peccato visto che passerete la maggior parte del tempo combattendo. Fortunatamente però, il sistema di combattimento di Trials è ottimo, nonostante qualche scelta vagamente “ottusa”. Contrariamente a tanti altri action-rpg, ogni colpo inferto nell’ultima fatica di Square porta con sé un peso e un impatto quasi tangibili, assolutamente in grado di rendere onore ai colpi più devastanti. Saranno inoltre presenti anche alcune combo basilari, realizzabili alternando i tasti di attacco debole e forte. Non abbiamo veramente alcuna critica da muovere verso la fase più squisitamente “action” del titolo, al punto da poter quasi azzardare che verso la fine del gioco, dopo aver sbloccato combo ed attacchi sempre più potenti, sembrerà di giocare a un action game fatto e finito con alcune meccaniche RPG, piuttosto che il contrario. Lodi sperticate sulle fasi action, ma lo stesso non si potrà fare in relazione a molte delle già citate meccaniche RPG, purtroppo di difficile interpretazione o spesso non spiegate. Nel gioco sono ovviamente presenti le Magie, di attacco, difesa, supporto e via dicendo, come da “ABC del gioco Fantasy”. Peccato però che il gioco non menzioni nemmeno una volta il fatto che per utilizzare la tal magia (es. Holy Light +) bisognerà prima di tutto incontrare il relativo Elementale durante lo svolgimento della trama, fare in modo che ci conceda i suoi poteri, e solamente dopo tutto questo investire punti abilità nella suddetta magia. Peccato.

Tecnicamente parlando, Trials of Mana è assolutamente delizioso. Il gioco ha uno stile grafico ben distinto e con tanto carattere, peculiarità che sarà in grado di farci affezionare ai protagonisti scelti ben più che le loro storie individuali. Anche i nemici, piuttosto che i vari NPC che incontrerete nel gioco, saranno ben definiti e subito riconoscibili. Variegata anche la quantità di luoghi visitabili, per quanto per la maggior parte riconducibili ai clichè dell’ High-Fantasy: Castelli, villaggi popolati da creature più o meno umanoidi, terre desertiche, terre perennemente innevate, il canonico villaggio elfico… sa tutto un po’ di già visto, ma lo stile di Trails of Mana riuscirà a far chiudere un’occhio. Molto buona anche la colonna sonora che fa da sfondo al titolo, con una propensione a motivetti allegri ed orecchiabili. Gradevole aggiunta, sarà possibile ascoltare sia la versione riarrangiata ad hoc per questo remake, che quella originale. Discorso diverso invece relativamente al doppiaggio (il gioco è disponibile solo in inglese o giapponese): nella versione inglese, gli attori spesso non manifestano le stesse emozioni riportate su schermo dal personaggio, con una dissonanza in grado di rompere l’immersione. Molto meglio il doppiaggio giapponese, senza ombra dubbio, in quanto estremamente più coerente.

Tirando le somme, valutare Trials of Mana è un affare più complicato del previsto. Da una parte c’è un comparto tecnico assolutamente delizioso, dalla grafica alla colonna sonora, così come un sistema di combattimento veramente divertente. Dall’altra, di contro, lo stesso sistema di combattimento è minato da meccaniche oscure e ottuse, il comparto tecnico da un doppiaggio sottotono e da locations già viste, e per finire una delle caratteristiche più peculiari di Trials of Mana, quella di scegliere i propri eroi prima di iniziare l’avventura, rischia di essere anche la più pericolosa.
Abbiamo quasi avuto la sensazione che per ogni singola cosa buona, ce ne fosse un’altra, negativa, a cercare di bilanciare il tutto.

Nonostante tutto, per tutte le 40 ore di gioco, noi ci siamo comunque divertiti con questo Trials of Mana. Sicuramente avrà i suoi difetti, ma abbiamo apprezzato il fatto che Square-Enix non abbia stravolto le meccaniche del gioco originale, provenienti da un era, quella a 16-bit, in cui tutto era un po’ ingenuo e forse, proprio per questo, migliore. In certe situazioni, con un po’ di fantasia, riuscirete a immaginarvi l’area in cui state giocando, inquadrata dall’alto, e con piccoli sprites.
E forse a ben vedere, è proprio questa la vera magia di Trials of Mana.

Nota Bene: Il gioco non è disponibile in italiano. La lingua parlata sarà Inglese o Giapponese, mentre i sottotitoli potranno essere in Inglese, Francese, Spagnolo o Tedesco.

POWER RATING:
7.5/10
“Un gioco non perfetto ma con un gran cuore, che strizza l’occhio al materiale originale.”

PRO:
– Sistema di combattimento divertente e ben fatto
– Stile grafico distinto e riconoscibile
– Colonna sonora ben fatta (disponibile anche l’originale)
– Rigiocabilità
– Fedele al materiale originale

CONTRO:
– Alcune meccaniche di combattimento mal integrate
– Trama poco ispirata
– Scegliere il party prima del gioco può portare a scelte sbagliate

-Codice review fornito dal Publisher
-Testato su PS4Pro

5 risposte a “Trials of Mana – PS4, Switch Review”

  1. […] Trials of Mana è ora disponibile per Nintendo Switch, sistema PlayStation®4 e su Steam. Per leggere la recensione di PowerWave83, cliccate qui: https://powerwave83.art.blog/2020/05/10/trials-of-mana-ps4-switch-review/ […]

    "Mi piace"

  2. […] la prima volta sbarca sulle coste occidentali. Se volete leggere la recensione, questo è il link (Clicca). Proseguendo nella lista, vogliamo citare anche Sakura Wars, reboot della serie nata nella lontana […]

    "Mi piace"

  3. […] Se dopo questo nostro speciale siete interessati ad entrare nel mondo di “Mana”, date uno sguardo alla nostra recensione, cliccando QUI. […]

    "Mi piace"

  4. […] Trials of Mana è disponibile per Nintendo Switch, PlayStation®4 e Steam®. La nostra recensione è disponibile a questo link: https://powerwave83.art.blog/2020/05/10/trials-of-mana-ps4-switch-review/ […]

    "Mi piace"

  5. […] capitolo ufficiale della serie, sequel del bellissimo Trials of Mana (che potete trovare recensito CLICCANDO QUI). L’approccio verso il titolo da parte di Square per questo nuovo capitolo é però […]

    "Mi piace"

Scrivi una risposta a News: Trials of Mana supera il MILIONE DI COPIE! – PowerWave83 Cancella risposta

In voga