Di Pierre Coppi

Dopo 8 lunghi anni, il titolo di CD PROJEKT RED è finalmente disponibile. Sarà valsa la pena aspettare così tanto, o il gioco verrà schiacciato dal peso dell’hype generato, come già successo ad altri titoli illustri? Scoprite tutti i retroscena dell’ultimo lavoro CDPR nella nostra recensione!

CD PROJEKT RED, il team polacco dietro alla meravigliosa trilogia di The Witcher, ha finalmente lanciato sul mercato Cyberpunk 2077, il titolo che molti già all’epoca consideravano come quello che avrebbe definito una intera generazione. Ora, otto anni dopo quel fatidico annuncio, abbiamo avuto la possibilità di testarlo con mano sull’ammiraglia di casa Microsoft, la potentissima Xbox Series X. Successo annunciato? Parole al vento? Scopriamolo assieme nella nostra recensione di Cyberpunk 2077!

Non tutto è metallo e silicio, in Cyberpunk 2077

Benvenuti a Night City.

E’ incredibile come CDPR sia riuscita a creare un mondo di gioco così dannatamente fantastico. Night City, ve lo spoileriamo da subito, è per noi di PW83 il personaggio principale di tutta l’odissea che è stata Cyberpunk 2077. Night City, California, è un mostro: un mostro nichilistico, malsano, dai denti d’oro e vestito bene, ma anche putrido, disgustoso e opportunista. I quartieri, la moda, i dettagli, il design, l’atmosfera, tutto concorre a rendere la città che farà da teatro alle vostre avventure nei panni di V il vero protagonista. Luci al neon si riflettono su strade bagnate da una pioggia torrenziale, mentre l’auto che guidiamo scorre lungo viali dove vediamo alberi di ciliegio fare da cornice a castelli in stile Giappone feudale. Un tramonto ci accompagna mentre girovaghiamo per i budelli della città, con strutture monolitiche tempestate di insegne pubblicitarie che cercano l’una di sovrastrare l’altra. Ci sono stati momenti in cui siamo stati contenti di non aver nulla da fare in-game, così da poter perdere tempo e bighellonare per le strade, esplorando, respirando a pieni polmoni (aumentati ciberneticamente, sia chiaro) l’atmosfera di quello che, e non abbiamo timore di scriverlo, è uno dei migliori mondi esplorabili mai concepiti in ambito videoludico. Abbiamo perso tempo guardando albe e tramonti sanguinare la loro luce cremisi dentro alla baia di Night City, abbiamo perso tempo passeggiando per le strade e guardando come gli abitanti vivono, si vestono, come si approcciano a venditori, prostitute, papponi, negozianti, e businessmen. Abbiamo perso tempo curiosando tra le vetrine dei negozi dei quartieri più disparati, da quelli altolocati della “Night City bene” dove ci siamo sentiti vagamente a disagio, a quelli più infimi, sporchi e peccaminosi dei bassifondi, quelli dove uno sguardo sbagliato o una parola di troppo possono causare una infinità di problemi. Abbiamo perso tempo. Forse però, se una ambientazione è in grado di rapire a questo modo il giocatore senza fare assolutamente nulla di particolare, a ben vedere questo tempo perso non è stato buttato.

Night City, mon amour

V per Vendetta.

La trama del gioco ruota attorno a voi, il personaggio conosciuto come V, e dopo aver armeggiato con l’editor ed aver scelto uno dei tre possibili inizi della trama (Nomade, Strade di città e Corporativo, ognuno dei quali avrà un risvolto nelle possibili risposte che potrete dare durante le fasi di dialogo) sarete catapultati nel lungo prologo che farà da trampolino di lancio all’avventura vera e propria. Senza voler rovinare la sorpresa, sappiate che il vostro viaggio nel mondo di gioco sarà, azzardando un paragone musicale, un crescendo sincopato ed emozionante. Momenti da prender a cuor leggero saranno accompagnati da momenti di assoluta intimità e dotati di una sensibilità decisamente marcata, giusto contraltare all’ambiente di gioco, dove V a conti fatti altro non è se non l’uomo qualunque in versione futuristica, un mercenario che non ne può più del sistema e che si ritrova, come tutti, a sopravvivere, a sbracciarsi per rimanere a galla, che vorrebbe abbandonare quel buco infernale di Night City e, come tanti altri prima di lui, si ritrova costantemente attratto da essa, come una falena verso la luce. Non è un mistero che CDPR si sia fortemente ispirata (oltre ovviamente all’rpg classico da cui prende il nome, ideato da Mike Pondsmith) a classici sci-fi e cyberpunk senza tempo come Blade Runner, Ghost in the Shell e addirittura il distopico Robocop di Paul Verhoeven nel creare Cyberpunk 2077, e tutto questo si potrà tastare con mano per tutta la durata dell’avventura.

Potevano mancare i riferimenti a The Witcher?

Innesti sub-cutanei e sinapsi ottiche potenziate: Le meccaniche di gioco.

Cyberpunk 2077, come da tradizione CDPR è un action-rpg open-world, dove completerete missioni suddivise tra principali, secondarie ed occasionali, fino al completamento dell’avventura. Quello in cui cambia CP77 rispetto alle precedenti produzioni CDPR sta nella visuale, che ora sarà in prima persona, e nel sistema di combattimento, ora più simile ad un FPS (first-person-shooter) con meccaniche RPG integrate (aumenti di livello, potenziamenti, abilità, ecc.). A livello di gameplay dobbiamo ammettere che eravamo scettici di fronte alla scelta di impostare il tutto su armi da fuoco come pistole, fucili, mitra e via discorrendo, ma dopo aver testato il gioco possiamo tranquillamente affermare che il gunplay di CP77, pur non arrivando agli apici di titoli dedicati come Halo, Destiny, e DOOM, è assolutamente solido. Ogni arma, ed espandendo il concetto anche ogni categoria delle stesse, è ben definita e perfettamente riconoscibile. Anche la sensazione di sparare è gradevole e soddisfacente. Menzione d’onore per l’audio, in grado di trasmettere la potenza dei colpi così come la voce di ogni arma da fuoco.

Interessanti le modifiche apportabili al personaggio del giocatore, in piena sintonia col tema di gioco: sarà quindi possibile installare vari potenziamenti come scheletri rinforzati, impianti neurali, sistemi cardiovascolari, impianti respirativi migliorati… volendo, potrete trasformare il vostro V in un cyborg. Ogni modifica installata andrà a plasmare il vostro personaggio cambiando i vari attributi o aggiungendo abilità, siano esse attive o passive. Sotto questo punto di vista, Cyberpunk non delude.

Panam Palmer, nomade degli Aldecados

Abbiamo scritto poco sopra che la fase action sarà fondamentalmente quella di uno Shooter in prima persona, ma attenzione, perché non tutto si ridurrà al premere un grilletto e fare una strage di tutto quello che respira. Cyberpunk, così come il godfather di questo stile di giochi, il leggendario Deus Ex, offrirà ai giocatori un’ampia gamma di opzioni per approcciare i problemi che andrete ad affrontare. Potrete ovviamente giocarlo come un normale FPS, ma potrete anche giocarlo totalmente in modalità stealth (potenziando le relative abilità) oppure come net-runner, individui in grado di collegarsi praticamente a qualunque cosa abbia una scheda madre: potranno disabilitare telecamere, mandare in scompiglio gli impianti cibernetici dei nemici, far esplodere da remoto serbatoi di carburante e ovviamente hackerare qualunque tipo di terminale. CP77 si lascerà giocare ottimamente qualunque stile voi scegliate.

Il resto del gioco funzionerà in buona misura come ogni altro titolo open world già visto. E, va detto, qui inizieremo anche a vedere i primi problemi che il titolo porta con sè. In primis, va citato il modello di guida. Passerete molto, molto tempo guidando per le vie di Night City e, dobbiamo ammetterlo, guidare potrà essere un problema, sia su quattro che su due ruote. Il problema di fondo è la generale inconsistenza del tutto: le auto passeranno dall’ essere docili e tranquille all’essere dei mostri imbizzarriti passata una certa velocità, lanciando il giocatore contro altre vetture, pali, cartelli e purtroppo anche pedoni, con tutto quello che comporta. Ci siamo ridotti a continuare ad utilizzare l’auto ricevuta a inizio gioco, visto che la sua non esagerata potenza ci permetteva perlomeno di arrivare a destinazione senza l’intero esercito della NCPD alle nostre costole. Le moto, se possibile, soffrono ancora di più: vuoi per il raggio di sterzata degno di un semi-articolato, vuoi perché tutto quello di negativo detto per le auto viene elevato alla N. Toccate il freno per più di mezzo secondo e la vostra moto inchioderà sbandando. Pessimo.

Ci sono inoltre cose che non ci hanno convinto del tutto: il discorso armi ed equipaggiamento si ridurrà solamente al raccogliere l’oggetto con le statistiche (DPS per le armi, Armatura per l’equipaggiamento) più alte, ed il gioco sarà fatto. Non vi è nessuna meccanica di potenziamento attualmente disponibile, escluse le mod applicabili (che per la maggior parte hanno comunque percentuali di aumento ridicole). Perché è un problema? Perché in ottica di role-playing, essere in grado di “disegnare” un personaggio e portarlo da inizio a fine avventura avrebbe dato quell’extra in più.

Keanu Reeves nei panni di Jhonny Silverhand

Errore critico… Errore critico… Errore critico…

Ed ecco il capitolo che mai avremmo voluto o pensato di scrivere in merito a una produzione CD PROJEKT RED, quello dedicato ai problemi del gioco. E, va detto, allo stato attuale il gioco ne è letteralmente invaso. Premessa: il titolo è stato da noi testato solo ed unicamente su Xbox Series X, e confrontandoci con altri colleghi che hanno avuto modo di testare le versioni “base” (PS4, PS4Pro, XOne S, XOne X) ci è andata decisamente meglio. Via il dente via il dolore. Bug e glitch saranno una costante delle vostre scorribande. Si passerà da animazioni mancate nelle scene più scripted, a glitch come telefoni cellulari ed armi volanti. Ancora, personaggi bloccati nella tristemente famosa “posa T” a cose più fastidiose come messaggi del tutorial che non se ne vogliono andare dalla schermata di gioco, oppure ancora l’impossibilità di cambiare visuale mentre si guida quando fino a un minuto prima tutto funzionava alla perfezione. Potremmo andare avanti per almeno altri due capitoli, tanto è disastrosa la situazione. “Sono errori di distrazione“, come dicevano le nostre maestre a scuola, sciocchezze, ma che forse erano bandiere rosse sullo stato del gioco, ad indicare che altri mesi di preparazione sarebbero stati necessari. CDPR ha comunque rassicurato i giocatori, annunciando che risolvere questi problemi sarà la loro priorità. Staremo a vedere, noi abbiamo fiducia nel team polacco (vi ricordiamo anche che il tanto lodato The Witcher 3, al lancio, non era esente da problematiche simili).

Lasciarsi la città alle spalle: Conclusioni

E’ oggettivamente una situazione difficile da gestire. Da una parte CDPR 8 anni fa ci faceva aumentare la salivazione con loghi e teaser trailer, con un hype (fondamentalmente la nemesi della maggior parte delle produzioni tripla-A) che è cresciuto a dismisura fino ai giorni nostri, dove quello che abbiamo fisicamente per le mani è un gioco che, oggettivamente, aveva bisogno di altro tempo prima di essere pubblicato. Dall’altra parte però, al netto di tutti gli errori di programmazione, i problemi, il disastro mediatico che sta accompagnando il titolo e Dio solo sa cos’altro, abbiamo un titolo che ci ha letteralmente tenuti incollati allo schermo dall’inizio alla fine, con una bella trama, missioni accattivanti, e personaggi scritti ottimamente, il tutto supportato da un design e una direzione artistica assolutamente di prim’ordine.
Noi vogliamo dare fiducia a CD PROJEKT RED e premiarli per questa faccia della medaglia: Quando il polverone online si sarà finalmente posato e le prime patch inizieranno ad arrivare, potrete godervi uno dei giochi migliori di questa generazione, come promesso.

POWER RATING:
9.0/10
“Al netto dei tanti problemi a livello tecnico, Cyberpunk 2077 si rivela l’esperienza immersiva promessa da CDPR. Un titolo in grado di rapire il giocatore e di portarlo in un mondo realizzato con cura nel minimo dettaglio. “


PRO:

-Night City è qualcosa di meraviglioso
-Personaggi scritti ottimamente
-Missioni (primarie e secondarie) interessanti e variegate
-Ottimo gunplay
-Art-design stellare

CONTRO:
-Bug e glitch a non finire
-Alcune meccaniche di gioco solo abbozzate

5 risposte a “Cyberpunk 2077 – Xbox Series X Review”

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  3. […] difficile, troppo lungo, troppo tutto. Si, fondamentalmente é vero, ma a differenza di Horizon, di Cyberpunk 2077, dei vari Assassin’s Creed, degli Elder Scrolls (o altri giochi open-world, escluso forse il […]

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  4. […] “di ruolo”. Ci sono molti bellissimi mondi là fuori: The Witcher 3, Cyberpunk 2077 (CLICCATE QUI per la review) o, ovviamente, Red Dead Redemption (CLICCATE QUI per la review). Sono mondi aperti, […]

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