Di Redazione PW83
-Codice Review fornito da Konami
-Versione Testata: Nintendo Switch
-Disponibile per: Nintendo Switch, PC
Ispirato nello stile al meraviglioso metodo giapponese noto come “ukiyo-e”, GetsuFumaDen ci catapulta in un mondo di gioco tanto bello quanto mortale. Siete pronti a combattere Demoni e Diavoli?
Qui in redazione seguivamo questo GetsuFumaDen: Undying Moon da un bel po’ di tempo, e più precisamente dal momento esatto in cui venne annunciato: era Maggio 2021. Nello stesso preciso istante, iniziammo anche a provare una fastidiosissima e (come vedremo poi) ben motivata invidia per i colleghi Pc-isti, che potevano iniziare a dilettarsi con il bel titolo di Konami. Ora, nove mesi dopo e dopo un quantitativo di Maalox digeriti difficilmente quantificabile, GetsuFumaDen é finalmente disponibile anche per Nintendo Switch. Venite con noi in questo viaggio popolato da ogni sorta di mostro derivato dal ricchissimo folklore giapponese: Benvenuti in GetsuFumaDen!

Prima di lanciarci nella recensione vera e propria però, pensiamo sia doveroso fare luce su questo titolo, dato che, a dispetto delle apparenze, ci troviamo di fronte a quello che può essere considerato ovviamente come un sequel (perchè a conti fatti lo è) ma allo stesso modo anche una sorta di remaster/remake. Sappiamo che state pensando: “Si, ma noi non abbiamo mai sentito parlare di questo gioco!” ed avreste oggettivamente ragione, perchè il titolo originale, denominato Getsu Fūma Den (la leggenda di Getsu Fuma) non varcò mai i confini del territorio nipponico. Pubblicato nel 1987 per Famicom (il nostro NES) da Konami, il gioco narrava le gesta di tale Fuma nella sua missione di vendetta per i fratelli caduti e nel tentativo di distruggere il Signore dei Demoni Ryūkotsuki. Il gioco ebbe un discreto successo, e venne paragonato ad un ipotetico “sequel spirituale di Castlevania”.

Oggi, ben trentacinque anni dopo la pubblicazione originaria, la serie di GetsuFumaDen sbarca fuori dal Giappone con un titolo che, senza tanto volerci girare attorno, abbiamo semplicemente adorato, al netto però di diverse concessioni e di alcuni lampanti idiosincrasie. Andiamo a vedere il perché di questa scioccante rivelazione iniziando, come di consueto, dalla trama che farà da premessa alle nostre scorribande, che vedrà ancora una volta Fuma, ora diventato capoclan tra le fila dei Getsu, impegnato in una ardua avventura per sconfiggere i demoni fuoriusciti dall’Inferno capeggiati ancora una volta da Ryūkotsuki e che, come da copione, mirano a conquistare il nostro mondo.

Andiamo ora a vedere cosa vorrà dire giocare a questo GetsuFumaDen, in quello che è il cuore pulsante dell’intera esperienza, ovvero il gameplay in ottica roguelike. GetsuFumaDen (GFD, da ora) verterà sui pilastri che rendono, de-facto, quello che ad una prima occhiata può sembrare un banalissimo platform in un roguelike, ovvero la generazione casuale dei livelli ed un gameplay basato sulla ripetizione degli stessi, in abbinamento a trovare la “build” perfetta con cui navigare l’intero titolo. Per quanto concerne il resto, dovrete esplorare livelli in 2D, sconfiggendo nemici di diversa difficoltà mediante attacchi primari, attacchi pesanti, mosse speciali e l’utilizzo di armi secondarie. Proprio relativamente a questo, va detto che GFD ha una marea di sub-meccaniche ad arricchire l’esperienza, o almeno, questo è quello che sarebbe dovuto accadere sulla carta. Purtroppo, a conti fatti, il gioco scricchiola terribilmente sotto il peso di tutte queste meccaniche, tra l’altro solamente accennate in fase di tutorial. Capiamo che parte del fascino dei roguelike sia nel capire e studiare il “come” funziona il gioco, ma quando c’è così tanta varietà nelle stesse, è obbligatorio per lo sviluppatore entrare più nel dettaglio: avrete a che fare con potenziamenti per ognuna delle armi trovate, a loro volta suddivise in primarie e secondarie, potenziamenti per il vostro personaggio principale, potenziamenti per le vostre abilità, raccolta di componenti per il crafting e il potenziamento… troppe, decisamente troppe cose tutte in volta. C’è inoltre un difetto non da poco da considerare, abbastanza clamoroso per uno sviluppatore di questo calibro: è possibile essere colpiti da nemici fuori dallo schermo. Immaginate di essere impegnati contro un demone, su una minuscola piattaforma che offre pochissimo spazio di manovra. Già questa è una situazione decisamente sconveniente, ma se venite uccisi da un proiettile vagante arrivato dal nulla perché in qualche modo siete entrati nell’area di attacco di un nemico che non potete nemmeno vedere, ecco che l’intera esperienza scade nel frustrante e “cheap”.

Dove il gioco fortunatamente si risolleva è nel comparto tecnico, anzi, a meglio vedere, in quello artistico. Senza troppo girarci attorno, GFD é oggettivamente uno dei più bei giochi 2D che ci sia capitato di vedere, con una fortissima caratterizzazione e “presenza scenica”. Ogni nemico, paesaggio, e livello è realizzato secondo il metodo tradizionale giapponese denominato Ukiyo-e, un genere di arte giapponese che fiorì dal 17° al 19° secolo e che aiutò attivamente a far percepire l’arte giapponese nel resto del mondo. Un esempio tra i più famosi è sicuramente La grande onda al largo di Kanagawa, nota anche come La grande onda o L’onda, una xilografia dell’artista giapponese Hokusai che venne pubblicata tra il 1829 e il 1833 nel tardo periodo Edo come prima stampa nella serie Trentasei vedute del Monte Fuji. Impossibile poi non menzionare la superlativa colonna sonora che vi accompagnerà durante il gioco, con temi dal sapore orientale suonati utilizzando strumenti classici come shamisen, tamburi taiko, archi biwa e accompagnati da cori in grado di farvi venire la pelle d’oca. Tornando al discorso principale, lo ribadiamo: concettualmente GetsuFumaDen è superlativo.

Per quanto meravigliosa sia la componente concettuale del titolo Konami però, lo stesso non si può dire in merito alle sue performance sul piano tecnico, specificatamente nel caso vogliate giocare in modalità portatile. Se in modalità docked vi crogiolerete nel guardare queste fantastiche rappresentazioni, ecco che in modalità portatile il gioco calerà vistosamente in risoluzione, presentando una grafica granulosa e per di più, soggetta a cali di framerate. Come possa accadere una cosa simile su una console che, non dimentichiamolo, riesce a far girare giochi come DOOM (2016) e Zelda Breath of the Wild, ci è sconosciuto. Peccato.

Tirando le somme, é difficile valutare un titolo come questo GetsuFumaDen: Undying Moon. Da una parte abbiamo una componente concettuale ed artistica assolutamente superlativa (non ci stancheremo mai di ripeterlo), mentre dall’altra abbiamo un comparto tecnico assurdamente in difficoltà ed un gameplay che, per quanto godibile nei suoi concetti base, si perde in errori che non sapremo descrivere se non utilizzando: “da principianti”. Considerata la mole di roguelike, roguelite, metroidvania attualmente in commercio e soprattutto prendendo in esame il fatto che Konami stessa è l’inventrice di quel capolavoro che è la serie di Castlevania, non riusciamo a capire come certe cose possano essere sfuggite a chiunque fosse a capo del controllo qualità. Ora, al di là di queste magagne, vogliamo però dare il beneficio del dubbio a Konami, sperando che questo GetsuFumaDen venga, col tempo, corretto, migliorato e perfezionato. Non dimentichiamoci che fondamentalmente il gioco è appena uscito dall’early access su Steam, quindi potenzialmente c’è ancora il tempo per lavorarci un po’ su. Il gioco ha oggettivamente un potenziale spaventoso, ma ora come ora, ci sentiamo di raccomandarlo solamente ai fan hardcore di questo genere di giochi.
POWER RATING:
6.5/10
“GetsuFumaDen: Undying Moon è un titolo dal potenziale enorme, con uno stupendo comparto artistico. Peccato solo che l’esperienza sia minata da problemi di carattere tecnico e da sviste inconcepibili nel gameplay.”
PRO:
+Artisticamente incredibile
+Gameplay fondamentalmente infinito
+Livello di sfida gratificante
CONTRO:
-Tecnicamente traballante in modalità portatile
-Minato da errori amatoriali nel gameplay
-Troppe meccaniche con spiegazioni abbozzate
Siano lodare le recensioni 😉, peccato, un titolo da cui tutti ci aspettavamo tanto. Konami negli ultimi anni ha fatto tanti errori, nella speranza che la situazione migliori ti faccio i complimenti per la recensione.👌
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Grazie mille per i complimenti! Si, purtroppo era un titolo su cui, anche noi, puntavamo tanto. Non è brutto o ingiocabile, tutt’altro, ma si perde in sciocchezze che la competizione ha già risolto da tempo. Speriamo venga supportato a dovere, perché ha un potenziale altissimo.
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