-Codice Review fornito da Devolver
-Versione Testata: Xbox Series X
-Disponibile per: Xbox One, Xbox Series X|S, PlayStation 4, PlayStation 5, Nintendo Switch, PC
Dalle geniali e distorte menti di Devolver, un sinistro e parimenti adorabile titolo in cui avrete finalmente l’opportunità di creare la setta dei vostri sogni (o incubi): SIA LODATO L’AGNELLO!
Che Devolver Digital abbia un particolare e morboso interesse verso tutto quello che è strano o fuori dall’ordinario, non è sicuramente un segreto: basti vedere i suoi deliranti (ed oggettivamente esilaranti) video di presentazione per avere un’idea di quanto possano essere fuori di testa. Capite bene quindi che quando un titolo come Cult of the Lamb viene annunciato, il primo pensiero in redazione è “Devolver, garantito”. Anche questa volta ci abbiamo visto lungo, ed ora siamo qui per mostrarvi, per filo e per segno, i pro ed i contro del gestire una setta/culto dedicata ad un orrore Lovecraftiano mentre si combattono mostruosità innominabili, si costruiscono statue da venerare e si sacrificano (oppure no?) proseliti… il tutto nei panni dell’agnellino videoludico più carino mai creato.

Dicevamo: Il culto dell’agnello vi mette nei soffici zoccoli di un leader di un culto, appena resuscitato da una divinità imprigionata chiamata Colui Che Aspetta. Toccherà a voi liberare il vostro padrone reclutando nuovi seguaci nel gregge, costruendo una base in cui vivere e conducendo sanguinose crociate contro le entità ultraterrene che lo hanno intrappolato. Quel ciclo composto dal raccogliere rifornimenti, prendersi cura dei vostri adoratori, migliorare sia il vostro personaggio che la vostra fattoria, e poi uscire per farlo di nuovo è estremamente soddisfacente, con uno stile artistico affascinante e animazioni espressive che portano un po’ di gioia in ogni spietato angolo del mondo di gioco.

Per quanto Cult of the Lamb sia un dungeon crawler roguelite che randomizza i layout dei livelli e gli oggetti che incontrerete ad ogni run, rendendovi progressivamente più potenti ad ogni ciclo, confrontarlo direttamente con giochi simili come The Binding of Isaac o Rogue Legacy 2 sarebbe un po’ fuorviante. Ogni crociata è randomizzata e ripetibile allo stesso modo, ma sono anche molto più brevi: la maggior parte richiede circa 10 minuti in totale. Potrete anche scegliere tra una delle quattro aree disconnesse in cui combattere all’inizio di ogni run, con un boss che aspetta di essere sconfitto alla fine di ciascuna per completare la storia: Cult of the Lamb manca della familiare tensione da roguelike del “vedere fin dove posso arrivare”. Ah, sia chiaro, la longevità di quelle brevi sortite non sono necessariamente una cosa negativa, ça va sans dire, e anzi, potrebbero invogliare i giocatori all’ormai classico “una partita e smetto”.

Parliamo del sistema di combattimento: Non è eccessivamente complesso, con poco più di un singolo pulsante di attacco, una mossa speciale (una maledizione dai vari effetti) ed una schivata a vostra disposizione, ma ciascuno di questi elementi è affinato in modo efficace. La schivata in particolare è deliziosamente reattiva, in grado di offrire un modo pressoché istantaneo per eludere gli attacchi ben telegrafati dei nemici mentre vi muovete attraverso stanze piene di cultisti e mostri. I diversi tipi di armi, maledizioni e buff basati sui tarocchi che potrete trovare lungo il percorso possono anche aiutare a variare ogni nuova uscita mentre vi avvicinate inesorabilmente verso la fine della campagna.

Ed ora passiamo alla parte più “manageriale”: Nonostante l’aspetto orribile dei nemici del Culto dell’Agnello, molti di loro si trasformeranno in adorabili amici dopo la sconfitta, amici che potranno poi essere reclutati nel vostro culto una volta tornati a casa. Le sezioni d’azione possono essere il modo in cui si avanza nella trama, ma la vostra base è dove si trova tutta la vera progressione meccanica. Convertire le persone che trovate sul campo di battaglia vi consentirà di metterle al lavoro raccogliendo risorse come legno e pietra, o ancora farle pregare una vostra statua per generare una risorsa chiamata devozione o ripulendo la… ehm… popò con cui cospargeranno generosamente il vostro campo base.

Inizialmente sarete voi a dovervi occupare della maggior parte di queste faccende pseudo-domestiche, ma è immensamente soddisfacente vedere crescere la vostra base, sia tecnologicamente che visivamente, mentre reclutate sempre più adepti. Il vostro quartier generale e il vostro malvagio agnellino hanno ciascuno diversi skill-tree su cui lavorare, sbloccando rispettivamente nuove strutture da costruire o nuove abilità e armi da trovare. Ciò significa che cose come l’irrigazione manuale dei vostri campi potrà alla fine essere gestita dai vostri seguaci, cosa che aprirà gradualmente opzioni più interessanti che vi consentiranno di inviare seguaci in spedizioni per risorse o addirittura trasformarli temporaneamente in demoni in grado di supportarvi in battaglia.

Tecnicamente, gran parte di ciò che rende Cult of the Lamb così impressionante è il modo in cui si appoggia all’assurdità del suo tema e all’eccellente estetica che accompagna tutto il suo caos. E’ assolutamente perfetto nel gestire l’equilibrio tra le sue simpatiche vibrazioni da cartone animato e il suo lato demoniaco, con dozzine di affascinanti forme di animali da trovare: elefanti, giraffe, unicorni o strani ragni… per non parlare di altre amenità ancor più bizzarre. Anche la colonna sonora è probabilmente una delle più orecchiabili dell’anno; un mix frizzante ma spettrale che vi rimarrà impresso per moltissimo tempo.

Tirando le somme, Cult of the Lamb è tanto adorabile quanto inquietante, un eclettico mix di generi e temi che si uniscono estremamente bene. Il suo combattimento è immensamente soddisfacente anche se le sue brevi run e la relativa mancanza di varietà tra di loro non gli conferiscono il fascino duraturo di altri roguelike, mentre costruire e gestire il nostro culto e occuparci di uno stormo di seguaci è stato divertente quanto qualsiasi oscillazione dell’ascia. Cult of the Lamb è qualcosa di assolutamente delizioso.
POWER RATING:
9.0/10
“Cult of the Lamb ha tutte le carte in regola per vincere premi su premi. Un prodotto assolutamente eclettico in grado di offrire una esperienza di gioco assolutamente fresca. Imperdibile.”
PRO:
+Artisticamente sublime
+Meccaniche di gioco semplici ed efficaci
+Gestire la base/culto è uno spasso
+Colonna sonora stupenda
CONTRO:
-I boss avrebbero potuto offrire un po’ di sfida in più