Di Redazione PW83
-Codice Review fornito da 110 Industries
-Versione Testata: Xbox Series X
-Disponibile per: Xbox One, Xbox Series X|S, PlayStation 4, PlayStation 5, PC
Lo sviluppatore Soleil e 110 Industries ci portano in una Hong Kong ultraviolenta, illuminata al neon e distopica nel brutale Wanted: Dead!
Si, abbiamo volutamente e in maniera molto arrogante scritto che il gioco di cui abbiamo bisogno (noi tutti, inteso come videogiocatori) è qualcosa di simile a questo Wanted: Dead. Anzi, forse abbiamo proprio bisogno di Wanted: Dead nello specifico. Perché? Mettetevi comodi.

C’era un periodo, iniziato nell’era dei computer da gioco come i vari Amstrad, C-64, ZX Spectrum e compagnia briscola e terminato grossomodo a cavallo dell’avvento delle prime console next-gen (Xbox 360 e PlayStation 3), in cui gli sviluppatori non erano solo gruppi di formichine operaie capaci solamente di obbedire a quello che i piani alti gli imponevano. Nossignore, gli sviluppatori erano parte integrante di ogni progetto, dall’ideazione alla concettualizzazione, sino allo sviluppo vero e proprio. Questo tante volte portava a flop colossali, ma ogni tanto riusciva nel dare alla luce a vere e proprie perle, dove tutta la fantasia, l’estro e la creatività di queste persone poteva esprimersi liberamente. Wanted: Dead, il primo videogioco creato da Soleil (un team giapponese composto, tra gli altri, da ex sviluppatori del famosissimo Team Ninja) ha proprio quel sapore: un pot-pourri di idee, meccaniche, stili e tematiche che sulla carta dovrebbero avere come unico risultato il disastro ma che, joypad alla mano, hanno portato alla creazione di un gioco… particolare, senza dubbio.

Ci colpì immediatamente, Wanted: Dead. E non stiamo parlando di quando ci siamo effettivamente messi comodi e con il gamepad in mano, no no, ci stiamo riferendo letteralmente alle prime press-release che arrivarono in redazione, ormai più di un anno fa. Drizzammo immediatamente le orecchie osservando quell’accozzaglia di stili e generi, così come il non riuscire ad identificare che cosa effettivamente il gioco volesse essere, con il suo aggressivo sviare dall’umorismo alla ultraviolenza, dall’essere uno shooter in terza persona ed allo stesso tempo un hack ‘n slash alla Ninja Gaiden… beh, ça va sans dire, eravamo già smaniosi di testarlo.

Normalmente, parafrasando una delle frasi più celebri del mondo dei comics, “Da Grandi Aspettative Possono Arrivare Cocenti Delusioni” (siamo sicuri che fosse così? NdR), ma ogni tanto, solo qualche volta, proprio raramente, i pianeti si allineano, la cometa passa alla giusta distanza dalla Terra, Plutone va in sincronia con Nettuno e un piccolo miracolo accade, dove queste Aspettative sono effettivamente ripagate con un gioco godibile, divertente, assurdo, ben fatto, e che in ultima analisi, al netto di clamorosi difetti che analizzeremo più avanti, merita di essere giocato. Gioite, perchè Wanted: Dead (per la maggior parte) è proprio quel tipo di gioco. Questa sinergia di elementi parte già dalla trama, un miscuglio di concetti decisamente in voga tra la fine degli anni ’90 e l’inizio del nuovo millennio: Assumerete il ruolo di Hannah Stone, una ex-criminale di guerra ripescata dal carcere, in una Hong Kong futuristico-cyberpunk, alla guida della “Zombie Squad”, un’unità specializzata che si occupa dei lavori che le normali forze di polizia non possono svolgere. La vostra attuale indagine vi porterà attraverso una grande cospirazione aziendale, affrontando mercenari, mafiosi, androidi, ninja (!), carri armati dalle fattezze di aracnide (!!), e tanto altro ancora, in un crescendo di battaglie al fulmicotone che vi terranno attaccate allo schermo fino alla conclusione, quando tutto funziona come previsto. Tenete bene a mente questa premessa.

Perché queste battaglie vi terranno inchiodati allo schermo? Perchè il combat-system di Wanted:Dead è qualcosa di spettacolare, ecco perchè. E con spettacolare non intendiamo solamente in termini letterali, quello è scontato, è spettacolare anche e soprattutto perchè miscela l’azione da shooter in 3a persona con un un combat-system orientato verso le combo in puro stile Ninja Gaiden: come facciano a funzionare assieme due cose così differenti l’una dall’altra continuiamo a chiedercelo, ma passate 10 minuti a giocare con il titolo di Soleil, e vi troverete d’accordo con noi. Il tutto poi è amplificato dal personaggio principale, Hannah Stone. Con la sua katana, il suo fucile automatico e la sua pistola, vederla danzare sui campi di battaglia, affettando e crivellando i nemici in un mix tra le mosse di Ryu Hayabusa (il ninja più cool mai creato, inizio e fine della discussione. NdR) e John Wick sarà qualcosa di assolutamente… beh, spettacolare, appunto. Spettacolare e per la maggior parte soddisfacente, tra l’altro: combo di spada inframezzate da colpi di pistola a bruciapelo, colpi di katana caricati in grado di tagliare a metà i nemici, bullet-time in pieno stile Max Payne, parate, deviazioni, rotolate evasive… sono tutte pietanze prelibate in uno spettacolare buffet all-you-can-eat di stiloseria, ultraviolenza, bossoli e litri su litri di sangue versato.

Poi, e qui viene il bello, ci saranno le attività secondarie, il settore dove il già bizzarro gioco di Soleil parte definitivamente per la tangente. Vi piace collezionare gadget? Fatevi sotto, e cominciate a spendere monetine nei due diversi cabinati dedicati al gioco della gru disponibili: in uno potrete collezionare statuette del cast di gioco, nell’altro… potrete trovare di tutto, sinceramente. Tracce audio da ascoltare nel juke-box della stazione di polizia, nuove canzoni per il Karaoke (già, c’è anche quello), e nuove ricette per sfondarvi lo stomaco ingollando ciotole su ciotole di ramen. Questi ultimi due minigiochi sono in realtà piuttosto simili, in quanto si ridurranno all’essere dei rythm-game dove premerete i tasti indicati a tempo, ma come al solito l’assurdità del tutto ripaga in pieno la potenziale ripetitività. Per finire, che ne dite di una partita ad uno shoot ‘em up a scrolling laterale old-school? Vi va di lusso, perché in Wanted: Dead sarà presente Space Runaway, un titolo nuovo di zecca creato appositamente per il gioco! Tornando al juke-box menzionato poco fa, è bene far notare come tra le tracce presenti ci siano anche quelle cantate da Stephanie Joosten, già famosa per aver interpretato Quiet nel sempre glorioso Metal Gear Solid V e che qui vestirà i panni di Gunsmith (Vivienne Niemantsverdriet: ex-medaglia d’oro olimpica, ex-cantante, ex-chef, che ora assembla armi per la polizia di Hong Kong). Già che siamo in tema, l’attrice che presta le sembianze alla bella protagonista Hannah Stone è la attrice svizzera Fee Marie Zimmermann.

Difetti? Beh, si, e non pochi, purtroppo. Tecnicamente dobbiamo ammettere che il gioco non entrerà negli annali come nuova pietra miliare tecnologica. Le animazioni sono eccellenti, ma i livelli appaiono piuttosto basilari nella realizzazione e scevri di dettagli. Sotto un certo punto di vista, decisamente romantico, si potrebbe quasi pensare che la cosa sia stata fatta apposta per non confondere i giocatori durante le sessioni più concitate, ma la realtà è diversa, fatto esacerbato dalle performance del gioco: spesso il framerate subirà decisi rallentamenti, mandando in malora qualunque combo steste provando a realizzare. Anche gli assurdi minigame, per quanto ci abbiano divertito, a conti fatti lasciano un po’ il tempo che trovano, in primis il karaoke e il Ramen. Abbiamo poi avuto lo spiacere di imbatterci in diversi bug e glitch: dobbiamo farli notare, così come dobbiamo far notare che il gioco è andato in totale crash diverse volte nel corso del nostro playthrough ed addirittura un giorno si è rifiutato di partire. Speriamo vivamente che Soleil e 110 Industries trovino una soluzione via patch quanto prima. Prima di chiudere, abbiamo da spendere due parole sullo skill-tree di Hannah. Per quanto l’idea di guadagnare nuove abilità sia interessante, quanto offerto risulta a conti fatti fondamentalmente… inutile. Vuoi per la totale inutilità dei vostri compagni (in tutto il gioco avranno ucciso, a stare larghi, forse 4 nemici), vuoi per l’incongruenza di suddette abilità: a cosa serve poter portare più granate, se le stesse sono fondamentalmente inutili, dato che non c’è verso di lanciarle con precisione o di farle esplodere a comando? Lo stesso dicasi delle vostre armi da fuoco, o meglio dei nemici che fungeranno da obiettivo per i vostri proiettili: cercare di effettuare headshot sarà solo marginalmente più utile che crivellarli di colpi, dato che ogni singolo nemico sarà fondamentalmente l’equivalente di una spugna.

Tirando le somme, abbiamo tra le mani quella che potenzialmente poteva essere una piccola perla, un titolo che se ne infischiava altamente dei trend attuali creati solo ed esclusivamente per generare profitto e scommettendo sul sicuro, ma che alla resa dei conti lascia trasudare da ogni poligono che, seppur gli sviluppatori coinvolti nella sua creazione si stessero divertendo nel lavorare a questo progetto, il risultato finale non convince appieno. Non è perfetto, e non è disastrosamente brutto: Wanted: Dead avrebbe potuto essere una delle migliori esperienze a graziare il panorama videoludico recente, ma ora come ora ci sentiamo di consigliarlo solo ai fan hardcore degli hack-and-slash.
POWER RATING:
7.1/10
“Folle, ultraviolento, popolato da personaggi carismatici ed in egual misura assurdi, e dotato di un gameplay variegato e versatile, Wanted: Dead è però tempestato di difetti, cosa che lo rende un acquisto obbligato solo per i fan hardcore di action game.”
PRO:
+Gameplay variegato, un mix tra sparatutto in 3a persona e hack ‘n slash
+Un miscuglio di stili e generi fantastico
+Cast di personaggi eclettico
+Ultra-violento, ultra-soddisfacente
+Colonna sonora godibilissima
+Tantissimi contenuti extra
CONTRO:
-Tecnicamente si poteva fare qualcosa in più
-Alcuni minigiochi sono variazioni sullo stesso tema
-Totale inutilità della IA dei compagni
-Abilità pressoché irrilevanti