Di Redazione PW83
-Codice Review fornito da Bandai Namco
-Versione Testata: PlayStation 5
-Disponibile per: PlayStation 4, PlayStation 5, Nintendo Switch
Bandai Namco libera dalla “prigione videoludica” uno dei più intriganti giochi mai pubblicati per PlayStation Vita!
Negli anni, vennero lanciate sul mercato console come il Wii-U, il SEGA 32-X, l’Atari Jaguar, il Panasonic 3DO o la PlayStation Vita: prodotti che, sfortunatamente, vennero bollati come “flop commerciali” e, indipendentemente dalle loro qualità, fossero esse ricercabili in prodezze tecniche, innovazioni o altro ancora, in virtù della loro scarsa profittabilità vennero purtroppo dimenticati in una sorta di sgabuzzino virtuale dove saranno ricordati come piccole note a margine nella pagine de La Grande Storia Videoludica. Oltre ad essere una cosa estremamente triste di per sè, questo comporta qualcosa di ancora peggiore, ovvero la perdita della libreria di suddette console. Fortunatamente, in questo periodo di remake, remaster e riedizioni varie ed eventuali, le Case stanno ripescando perle finora date per perse.

A tal proposito, oggi è la volta di Bandai Namco con questo Freedom Wars Remastered, originariamente pubblicato per la sfortunata console portatile di Sony (la PlayStation Vita) nel 2014 e sviluppato da Dimps, un nome che sicuramente farà alzare le orecchie agli appassionati di fighting game. Dimps infatti è lo studio fondato dal maestro Takashi Nishiyama dopo l’abbandono di SNK, nonché lo studio dietro a gemme come i due The Rumble Fish , nonchè il co-sviluppatore di giochi del calibro di Street Fighter IV e Street Fighter x TEKKEN. Quindi, cosa aspettarsi da uno sviluppatore di questo tipo, così fermamente radicato nel mondo dei giochi di combattimento 1vs1?
Lo vedremo tra poco, prima vogliamo soffermarci su uno degli aspetti che più ci ha colpito riguardo questa produzione: la sua trama, o meglio, la sua premessa. Freedom Wars ruota infatti attorno ad un singolo concetto fondamentale che guiderà tutto il gioco. Centomila anni nel futuro, le risorse della Terra sono state più o meno esaurite, con un’ombra della popolazione umana rimasta, rintanata in città fortificate e pesantemente sorvegliate chiamate Panopticon. A causa della situazione disperata in cui si trova la specie, i regimi autoritari che controllano queste città-stato condanneranno e sentenzieranno all’istante chiunque sia anche lontanamente accusato di un crimine; il solo atto di nascere, ad esempio, è di per sé considerato un peccato gravissimo. Come tale, quasi tutti nascono in questa società con una condanna a 1 milione di anni di prigione e vengono etichettati come “Peccatori”. Per ottenere la vostra libertà, dovrete combattere per proteggere le poche risorse del vostro Panopticon di appartenenza, inclusi i Cittadini, con le loro abilità che si riveleranno una delle risorse più preziose di tutte. E’ una premessa innegabilmente avvincente, specialmente per i fan della fantascienza più distopica. Non vi nascondiamo che ne siamo rimasti assolutamente rapiti.

Ed ora, veniamo al gameplay. Per rispondere alla domanda posta due capitoli fa, potremmo riassumerla con un perentorio “niente”, e non mancheremmo il bersaglio di molto. Freedom Wars è fondamentalmente qualcosa di simile ad un Monster Hunter. Una specie di gioco di azione di caccia; ma solo in parte. Sebbene molte missioni includeranno mostri giganti chiamati Rapitori, il vero nocciolo del gioco ruoterà attorno alla messa in sicurezza e al salvataggio dei cittadini. Questi possono essere tenuti prigionieri dentro ai Rapitori (letteralmente), ma potranno anche essere il bersaglio di scaramucce con i Panopticon rivali e i loro stessi Peccatori che dovrete intercettare mentre tentano di rapire i vostri cittadini. Raggiungerli non sarà sufficiente; indipendentemente dal fatto che siate contro un Rapitore o una squadra di Peccatori, dovrete scortare tutti i cittadini a una RRU (una Resource Retrieval Unit) per rimandarli a casa.
A un livello base, le missioni di Freedom Wars saranno notevolmente più veloci rispetto a quelle affrontabili in un qualsiasi Monster Hunter. Infatti, quando si affronta un Rapitore l’obiettivo non sarà sempre quello di abbatterlo; spesso, se possibile, il vero obiettivo sarà mettere in sicurezza tutti i cittadini che ha catturato. La sua distruzione dovrà essere solo una preoccupazione secondaria. Il modo in cui affronterete queste situazioni sarà anche la caratteristica più unica di Freedom Wars. Potrete avere più armi equipaggiate contemporaneamente (un mix di armi da mischia e armi da fuoco a vostra scelta) ma in più i giocatori avranno anche accesso a 3 varietà di Rovi (“Thorns”, nel gioco). I Rovi consentono di utilizzare una varietà di abilità a seconda del tipo, ma l’uso principale sarà quello di lasciarvi aggrappare più o meno a qualunque cosa, offrendo un punto di osservazione per colpire i nemici. Potrete persino aggrapparvi direttamente ai Rapitori, per prendere di mira armi e scudi attaccati al loro corpo, tentare di rovesciarli per un colpo diretto ai compartimenti che contengono i Cittadini rapiti ed altro ancora. I Rovi hanno anche una serie di effetti secondari a seconda del tipo e usi aggiuntivi che dipendono dal prendersi un momento per caricare quelle azioni speciali. I giocatori possono anche equipaggiare e personalizzare i propri guardiani, gli “Accessori” come vengono chiamati in-game, ovvero androidi che vi scortano durante le missioni e possono persino ricevere l’ordine di completare compiti specifici durante il combattimento, come consegnare un Cittadino mentre voi continuate ad eliminare i nemici.

Sebbene Monster Hunter: Rise si avvicini alla velocità vertiginosa con cui i giocatori possono combattere in Freedom Wars, quest’ultimo rimane comunque una bestia a sé stante, con solo il lavoro dello sviluppatore, Dimps, su Sword Art Online: Fatal Bullet in grado di reggere un confronto diretto. Eppure, anche lì, non è esattamente la stessa cosa rispetto all’IP originale più popolare di PlayStation Vita. C’è un fascino nel modo in cui il gioco gestisce i suoi temi mantenendo una faccia seria; le battute come “So-Chlo”, una delle poche sostanze che i Peccatori possono usare, che è ovviamente solo “cloruro di sodio”; sale da cucina. Le varie infrazioni in cui i giocatori incorreranno ed allungheranno la vostra condanna saranno in egual misura frustranti e divertenti. C’è un motivo per cui Freedom Wars ha mantenuto i suoi fan e il suo status di cult classic, e per cui questa rimasterizzazione abbia ricevuto il via libera in primo luogo.
Quindi, in virtù della sua natura di prodotto Rimasterizzato, come si comporta questa versione di Freedom Wars? Dal punto di vista prettamente visivo, il gioco è indubbiamente più bello da vedere rispetto all’originale, e le prestazioni e la risoluzione migliorate sono una aggiunta molto apprezzata. Tuttavia, i maggiori miglioramenti probabilmente riguardano i controlli. La PlayStation Vita aveva ovviamente una selezione limitata di input; anche i controlli predefiniti per questa Remastered sono piuttosto diversi rispetto allo standard a cui siamo abituati oggigiorno, ma sono senza dubbio molto meno scomodi rispetto a quelli originali per la console portatile di Sony. Ci sono anche alcune modifiche aggiuntive che aiutano con la costruzione e il potenziamento dell’equipaggiamento; i moduli sono stati revisionati, con il cambiamento più notevole da ricercarsi nel fatto che possono essere aggiunti e rimossi dall’equipaggiamento a piacimento, piuttosto che essere spesi durante l’uso. C’è anche una nuova modalità di difficoltà più elevata a cui i giocatori possono accedere, che non era presente nella versione originale.

Detto questo, ci sono almeno alcune piccole avvertenze che riguardano questa versione rispetto alle versioni originali della Vita occidentale; i Panopticon disponibili a cui potrete affiliarvi saranno solo quelli che si trovavano nella versione giapponese originale, quindi nessuno dei Panopticon al di fuori delle prefetture giapponesi sarà disponibile nel gioco. Non è un gran problema, onestamente, ma va comunque fatto notare. C’è poi un altro aspetto vagamente fastidioso: almeno inizialmente, ovvero prima di ottenere i vari diritti per poterlo fare, muovervi tra le varie sezioni del vostro Panopticon sarà un affare decisamente tedioso. Tutto si risolverà, ovviamente, ma sappiate che le prime ore di Freedom Wars Remastered si svolgeranno “a singhiozzi”, in mancanza di un termine migliore.
Tirando le somme, Freedom Wars è ancora molto simile all’originale per PlayStation Vita, con tutti i suoi pregi e i suoi difetti. Ha lo stesso ritmo frustrante, la stessa storia che, sebbene concettualmente fantastica, forse non mantiene pienamente quella promessa nella pratica. Per quanto divertente possa essere il combattimento ad alta velocità, rimane comunque vagamente limitato in ciò che si può effettivamente fare; e la portata delle missioni e le aree in cui si svolgono tradiscono sicuramente la natura di gioco portatile di un decennio fa. Tuttavia, anche se fosse solo una capsula del tempo, siamo comunque contenti che Freedom Wars sia stato ricordato. È una vera gioia, quindi, che questa rimasterizzazione abbia fatto un lavoro ammirevole nel rifinire un gioco che per molti fanatici di Vita è stato uno dei picchi qualitativi del sistema. In virtù di questo Remaster, sarebbe davvero bello se Bandai Namco o Dimps decidessero di dare vita ad un sequel vero e proprio. Incrociamo le dita!
POWER RATING:
8.0/10
“Siamo davvero contenti che Bandai Namco abbia riportato alla luce questo Freedom Wars. Divertente e concettualmente interessante, si rivela un’ ottima operazione nell’ottica della preservazione videoludica ma, soprattutto, un gioco ancora più che meritevole di essere giocato.”
PRO:
+Premessa decisamente interessante
+Sistema di combattimento insospettabilmente profondo e soddisfacente…
+Operazione di rimasterizzazione di qualità
CONTRO:
-E’ pur sempre un gioco concepito per console portatile
-Problemi di “ritmo” nello svolgimento della trama





Lascia un commento