Di Redazione PW83
-Codice Review fornito da Soft Source
-Versione Testata: PlayStation 5
-Disponibile per: PlayStation 5, Nintendo Switch
Digital Happiness e Soft Source portano su PlayStation e Switch i loro successi originali!
Da fan dell’horror in senso generale e ancor più di quello in formato videoludico, non appena il comunicato stampa relativo alla pubblicazione di questa DreadOut Remastered Collection è arrivato in redazione, abbiamo iniziato a salivare con anticipazione. Adoriamo gli horror, come già detto, ma ultimamente stiamo apprezzando molto quelli più sconosciuti, di nicchia, quelli che volano sotto al radar di tanti giocatori. E’ sicuramente più facile spaventare qualcuno con un gioco, quando lo stesso ha alle spalle team di centinaia di sviluppatori, scrittori, compositori e quant’altro (e a tal proposito, leggetevi la recensione del miglior horror del 2024 CLICCANDO QUI), ma la domanda è: quando vengono a mancare tutti questi fattori, e i team di sviluppo sono piccoli e con poche risorse, è possibile ottenere lo stesso risultato?

In linea di massima no, ma è comunque possibile andarci molto, molto vicino. Oggi come già detto andremo ad esaminare la DreadOut Remastered Collection, un titolo che tenevamo molto a recensire. Vedete, originariamente, i due titoli compresi in questa raccolta erano esclusiva PC, mentre per console venne pubblicato solamente il secondo, e nuovo di zecca, capitolo: DreadOut 2, che abbiamo recensito su queste pagine e di cui potete leggere la recensione CLICCANDO QUI. DO2 fu un gioco che ci piacque, ma che per forza maggiore non riuscimmo ad apprezzare appieno (da giocatori, sia chiaro) visto che non fummo in grado di giocare i due capitoli originali e, proprio per questo, colmare le lacune nella trama.
Oggi, finalmente, Soft Source, probabilmente alla luce del successo del secondo capitolo, ha deciso di graziare i giocatori su console con i primi due capitoli, per di più in una versione riveduta, corretta, e decisamente migliorata. Prima di partire con la disamina vera e propria, però, immaginiamo che vi stiate chiedendo perchè continuiamo a parlare di due capitoli quando DO2, il sequel vero e proprio, è già sul mercato: semplice, perché DreadOut, l’originale, venne fondamentalmente spaccato in due. Il DreadOut vero e proprio, e la seconda parte, DreadOut: Keepers of the Dark.

Vediamo la trama della prima metà di gioco. Innanzitutto prima del gioco vero e proprio, sarà possibile “farsi le ossa” in una sorta di scenario da incubo che fungerà da tutorial, dove imparerete le basi delle meccaniche di gioco. Successivamente, DreadOut comincerà come tante pellicole dell’orrore. Una gitarella in auto fra studenti in compagnia di una loro insegnante, tutti ovviamente declinati nelle varie sfumature di cliché che abbiamo imparato a conoscere in anni di pellicole e videogame horror: l’introverso, il burlone, il duro dal cuore d’oro, non manca nessuno all’appello. Ma va bene così, perchè il gioco si pone come tributo ai B-Movie degli anni 2000. Ad ogni modo, ad un certo punto il gruppo arriva ad un ponte solo per scoprire che è crollato. Dopo aver trovato un modo per aggirarlo, entrano in una cittadina apparentemente disabitata e trovano una vecchia scuola. Tutti gli altri decidono di dare un’occhiata lasciando Linda, la protagonista, e Ira, la sua migliore amica, fuori. Dopo diverse ore, le due ragazze decidono di andare a cercare i compagni. Successivamente, Linda si accorge che Ira è sparita e per di più tutte le porte si sono chiuse a chiave, lasciandola sola nella scuola.
Eviteremo di parlare della trama di DreadOut: Keepers of the Dark in quanto bizzarra: fondamentalmente un titolo standalone che va ad intersecarsi con quello principale, in cui Linda è stata trasportata dalla Misteriosa Signora in Rosso nel Regno dello Specchio. Un portale di mondi che lo collega a 8 domini infestati dove oltre 13 orribili fantasmi sono pronti ad accoglierla nel modo più terrificante possibile. Parleremo però delle meccaniche di gioco, fondamentalmente speculari in entrambi i titoli. DreadOut è un gioco horror in terza persona che utilizza meccaniche simili a quelle trovate nella serie Fatal Frame. Il giocatore utilizzerà però gadget moderni, come il proprio smartphone e una macchina fotografica digitale, per interagire con (o respingere) vari tipi di fantasmi mitologici indonesiani e per aiutare la protagonista a risolvere vari enigmi.

Linda, da buona protagonista, possiede alcune abilità che possono aiutarla. Innanzitutto, ha un senso spirituale e non solo è in grado di rilevare gli spiriti nelle vicinanze, ma anche oggetti di interesse, come una nota o una chiave. Il bordo dello schermo si illuminerà di rosso se c’è un fantasma e di blu se c’è un oggetto nelle vicinanze. Non solo, Linda possiede anche il buon vecchio dono dell’immortalità. Se Linda dovesse mai venire sconfitta, che si tratti di attacchi fisici o mentali, verrà spedita in quello che il gioco chiama Limbo. Qui dovrà correre verso la luce per venire riportata in vita. Il Limbo aumenterà di 100 m di lunghezza ogni volta che “morirete”, il che significa che ci vorrà ovviamente più tempo per tornare in vita. Il Limbo fornisce anche suggerimenti sulla situazione attuale, come ad esempio come sconfiggere un certo nemico se siete “morti” a causa di un attacco fantasma. Ovviamente, più il Limbo diventa lungo, più aiuto offrirà. Questo è un bel modo per aiutare i giocatori in difficoltà con una certa area.
Non sempre morirete, e qui entrerà in gioco il sistema di combattimento, che fortunatamente è ben realizzato. Combattere contro i fantasmi è abbastanza agevole. Nella maggior parte dei casi, non potete semplicemente stare immobili a scattare foto del fantasma fino alla sua sconfitta; tutto ciò che accadrà è che li renderete sempre più infastiditi. Molti fantasmi hanno un punto debole, e dovrete sia trovarlo che attaccarlo per sconfiggerli agilmente. Questo rende i combattimenti dinamici e addirittura vagamente strategici.

Abbiamo parlato anche di puzzle. Il telefono sarà la soluzione a quasi tutti gli enigmi di DreadOut, ed è qui che purtroppo il gioco inciampa. Usare il telefono sarà gravoso perché vi muoverete così lentamente, che diventerà fastidioso da usare. Ciò significa che in fase di test abbiamo usato il telefono solo quando ci veniva chiesto direttamente di farlo o quando appariva un fantasma. Molti degli enigmi erano abbastanza oscuri, ma quando lo strumento principale per risolverli è così doloroso da usare, non è un buon mix.
Il gioco presenta sia schemi di controllo in terza persona che in prima persona, con il giocatore che navigherà negli ambienti con una prospettiva standard dietro alle spalle. Se il giocatore deciderà di usare la sua macchina fotografica digitale per fotografare qualcosa, entrerà in una prospettiva in prima persona per vedere gli ambienti attraverso la macchina fotografica di Linda. Tutti i fantasmi che verranno fotografati o con cui si interagirà in qualsiasi modo verranno registrati in una “Ghostpedia” nel taccuino di Linda. Non solo, ma la protagonista potrà anche trovare articoli e voci di diario che descriveranno ed amplieranno gran parte della storia del gioco.

Tirando le somme, DreadOut Remastered Collection è un buon prodotto. Sicuramente non privo di difetti, ma con molti più lati positivi che negativi. Gli spaventi ad esempio, fondamentali per un gioco horror, sono molto buoni e il gioco sfrutta molti modi per metterli in pratica, come l’ambiguità e terrore. Avere una donna spaventosa e urlante che vi insegue è orrore. Avere una donna misteriosa, teletrasportata, invisibile, spaventosa e urlante che vi insegue è terrore, terrore e ambiguità. Il gioco usa queste tecniche in modo efficace ed intelligente. Non ne abusa fino al punto di non funzionare più, ma sempre in modo da tenere il giocatore sulle spine. E a ben vedere, è quello che importa davvero in un gioco horror.
POWER RATING:
7.0/10
“DreadOut Remastered Collection è un prodotto indubbiamente interessante, minato però da alcuni difetti concettuali. Tuttavia, rimane comunque ben strutturato e darà sicuramente soddisfazione ai fan dei survival horror.”
PRO:
+Una storia inquietante
+Ottima ambientazione
+Audio curato
+L’operazione di Rimasterizzazione è ben riuscita
CONTRO:
-Lo smartphone risulta goffo da utilizzare, sicuramente più che in DreadOut 2
-Alcuni enigmi abbastanza ottusi/oscuri





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