Di Redazione PW83
-Codice Review fornito da Warner Bros Games
-Testato su Xbox Series X
Turtle Rock Studios, i creatori del leggendario Left 4 Dead, tornano con il suo successore spirituale in questo Back 4 Blood. Scoprite tutti i segreti del nuovo titolo WB Games nella nostra recensione!
Da appassionati del leggendario Left 4 Dead e relativo sequel (per i quali ometteremo volutamente di enumerare le ore di gioco spese), alzammo le orecchie nel momento esatto in cui ci venne data conferma che Turtle Rock Studios, lo sviluppatore originario del titolo, fosse al lavoro sul suo sequel spirituale, questa volta sotto l’egida Warner Bros Games. Oggi, dieci mesi dopo aver ricevuto quella fatidica e-mail, siamo contenti di annunciare che Back 4 Blood è finalmente tra noi. Benvenuti su PW83, e benvenuti nell’apocalisse zombie di B4B!

In tempi non sospetti c’è stato sicuramente una sorta di rinascimento in quel genere che viene comunemente definito come Co-Op Shooter. Impossibile non menzionare titoli come il bel World War Z, basato sulla pellicola con Brad Pitt come protagonista e a sua volta basato sul fantastico “Manuale per Sopravvivere agli zombie” di Max Brooks, oppure ancora l’ottimo Aliens Fireteam Elite di Cold Iron Studios, una lettera d’amore verso uno dei franchise cinematografici più iconici di tutti i tempi (se volete leggere la nostra recensione, CLICCATE QUI). Tra gli altri esponenti, vanno sicuramente citati i due titoli su licenza Warhammer, Vermintide e relativo sequel, questa volta basati su mondi fantasy piuttosto che l’ormai canonico (per il genere) scenario post-apocalittico. Quello che mancava, come potete intuire, era proprio un prodotto creato dal team che si può considerare come il godfather del genere, ovvero Turtle Rock Studios. Ora, finalmente, tutti i tasselli sono andati al loro posto.

La trama che farà da background a quelle che diverranno le nostre ripetute scorribande per le diverse mappe di gioco sarà la seguente: Back 4 Blood è ambientato dopo che una catastrofica epidemia ha spazzato via la maggior parte dell’umanità o l’ha contagiata con un parassita chiamato Verme del Diavolo. Gli Infestati, come vengono chiamate queste creature simili a zombie, hanno distrutto la civiltà e hanno come unico obiettivo quello di spazzare via tutto ciò che ne rimane. Temprato da eventi inenarrabili e pronto a lottare per la salvezza dell’umanità, un gruppo di veterani dell’apocalisse noti come Sterminatori si è riunito a Fort Hope (il vostro hub pre-match) per combattere e riprendere il controllo di quel che rimane del mondo. O morire provandoci, come si suol dire. Prima di passare all’analisi vera e propria del titolo, vogliamo spendere due parole su una delle features per cui Turtle Rock è famosa sin dai tempi di L4D. Per quanto B4B abbia una sua sorta di arco narrativo che copre l’intera avventura, il gioco sarà comunque costellato di episodi di quello che in gergo viene chiamato environmental storytelling, l’arte di raccontare mini-storie semplicemente con gli asset a disposizione, senza nessun tipo di input esterno. Ne troverete a bizzeffe in B4B, ed alcune di esse saranno decisamente meritevoli del tempo speso ad analizzare le diverse ambientazioni.

Parlando del gameplay vero e proprio, chiunque abbia giocato Left 4 Dead o uno qualunque dei titoli menzionati qualche capitolo fa si ritroverà immediatamente a casa. Attenzione però, per quanto la ricetta sia quella originale, B4B porta con sè una serie di variazioni e (possiamo dirlo) miglioramenti in grado di potenziare ancor di più una esperienza già di per sè ottima. Il concept di base è quello canonico per il genere: il giocatore, aiutato da bot o da altre 3 persone, dovrà fondamentalmente partire dal punto A e raggiungere quello B, il tutto mentre raccoglie oggetti, sconfigge mutazioni speciali, svolge determinati compiti contestualmente alla missione in corso e in ultima analisi, sterminando qualunque cosa si frapponga tra il proprio gruppo e il rifugio di fine livello. Questa, come dicevamo, è la premessa base di ogni titolo sulla falsariga del solco lasciato da Turtle Rock quando venne acquisita da Valve.

Analizzando la struttura base del titolo, c’è di che gioire: in primis, rispetto all’originale, il vostro arsenale sarà estremamente variegato: pistole, Magnum, mitragliette, fucili d’assalto, fucili a pompa, fucili da cecchino, armi per il corpo a corpo, sarà impossibile non trovare qualcosa che vada incontro ai vostri gusti. Per la cronaca, noi siamo innamorati del fucile a pompa AA12, un mostro full-auto equipaggiato con un caricatore a tamburo in grado di sparare cartucce cal.12 senza la necessità di dover caricare ogni singolo colpo. Per una rappresentazione visiva, è quello utilizzato dal protagonista di Predators (2010). Non è ovviamente finita qui. In primis, per ogni arma potrete trovare ed equipaggiare diversi potenziamenti nella forma di mirini, caricatori maggiorati, calci/impugnature e bocche di fuoco dalle diverse proprietà, ed in più, disseminati per i livelli potrete raccogliere bombole di propano, taniche di benzina e rotoli di filo spinato da utilizzare strategicamente per gli scontri contro l’Orda. Successivamente troverete altri gustosi dispensatori di morte nei vari esplosivi che potrete lanciare: dalla classica pipe-bomb (dispositivo esplosivo munito di un cicalino che attrarrà i mostri verso di esso) alle molotov, passando per la canonica granata a frammentazione. In B4B sono stati aggiunti anche i petardi, che seppur non in grado di danneggiare i nemici, saranno utilissimi per attirarli verso un punto specifico, solitamente il più possibile lontano da voi.

E qui, possiamo tracciare una linea sulle features base che il gioco si porta dietro. Passiamo alle novità, iniziando dai personaggi disponibili. Laddove in L4D il quartetto di sopravvissuti fungeva solamente da scelta estetica, il cast di B4B sarà molto più attivo. Lasciateci spiegare. Ognuno degli 8 (inizialmente 4) personaggi di B4B non sarà semplicemente il vostro avatar per la missione, ma porterà in dote diverse skill passive che andranno a lavorare in sinergia l’una con le altre. Evangelo, ad esempio, donerà all’intero gruppo un 5% aggiuntivo alla velocità di movimento, mentre le sue skill dedicate riguardano il riuscire ad evadere più velocemente dalle grinfie dei nemici. Holly d’altro canto darà al team 25 punti stamina in più (utilizzata per correre e colpire con armi da mischia), con l’abilità specifica di recuperare 10 punti stamina ogni volta che ucciderà un Infestato. Come potete vedere, ogni singolo personaggio di B4B possiede skill passive applicabili al gruppo così come skill attive dedicate, in grado di aggiungere un ulteriore velo di strategia a uno sparatutto che di base fa della cooperazione uno dei suoi punti saldi.

Proseguendo con le novità, eccoci arrivati a quella più importante, in grado di dare a B4B quello che mancava a L4D ed alla maggior parte degli eventuali concorrenti: un pizzico di imprevedibilità roguelite. In B4B infatti, un ruolo fondamentale del gameplay sarà rivestito dai vari mazzi di carte assemblabili dal giocatore, in grado di donare svariati bonus al gruppo o al personaggio scelto: dalla possibilità di guadagnare punti vitalità uccidendo nemici mentre si è in stato critico ad un maggior velocità di movimento o di ricarica delle armi, passando per una maggior capacità nel trasportare munizioni o aumentare la canonica barra della vita, le opzioni disponibili saranno tantissime, ed aumenteranno ancora una volta acquistate nuove carte da quella che il gioco chiama Linee di Rifornimento (per cui guadagnerete valuta completando missioni). Attenzione però perchè non tutto sarà a vostro favore, e sarà bilanciato dalle carte Corruzione, modificatori (in malus) che la CPU giocherà contro di voi all’inizio di ogni missione. Il ruolo di queste carte sarà fondamentalmente quello di rendervi la vita difficile: dai cambiamenti climatici (terribili i livelli nebbiosi) a mostri con coperture metalliche sui loro punti deboli, passando per gruppi di uccelli in grado di richiamare l’Orda se disturbati, ognuna di queste carte sarà fondamentalmente una sfida a sé stante.

C’è poi il discorso valuta in-game. E non intendiamo per micro-transazioni o altre nefandezze simili, parliamo proprio di un qualcosa che si può raccogliere nelle mappe di gioco ed utilizzare durante la partita per svariati motivi, come ricaricare completamente un arma, comprarne una nuova, acquistare parti premium e altro ancora, come nuove carte utilizzabili immediatamente. Sommando tutte queste aggiunte alla formula base, si scopre che B4B non è solamente il sequel spirituale di Left 4 Dead e nemmeno Left 4 Dead 3, bensì un titolo che seppur rifacendosi alla natura del genere, si evolve e si crea una sua personalità ben definita. Ovviamente, non possiamo che lodare qualcosa di simile.

Tecnicamente B4B funziona e convince. Graficamente vanno sicuramente menzionati i livelli di gioco, tutti dotati di una loro identità (unitamente al superbo environmental storytelling menzionato poco sopra). Chiese abbandonate, cimiteri, cittadine di periferia, siti di scavi, avrete di che divertirvi per i 4 atti, suddivisi a loro volta in svariati capitoli, che compongono la campagna principale. Anche i modelli poligonali di personaggi principali, secondari e nemici mostrano un bel dettaglio. B4B non sarà il titolo che riscriverà la storia a livello grafico, ma non è sicuramente da buttare. Il gameplay è superbo, supportato da un gunplay con armi ben caratterizzate, ognuna dotata della propria “voce” e sufficentemente differente l’una dalle altre. La longevità è uno dei punti di forza di B4B, vuoi per il sistema di carte in grado di modificare l’esperienza quel tanto che basta per renderla sempre “fresca”, e dal concept di base del gioco, che punta tutto sulla rigiocabilità. Punti extra per i tanti livelli disponibili. Infine il sonoro, altro punto forte del titolo: dal timbro delle varie armi (il tuonare del fucile da cecchino è qualcosa di superlativo, così come l’iconico “boom – clack, clack” del fucile a pompa) al doppiaggio dedicato ai protagonisti, passando per le tetre musiche di sottofondo che accompagneranno le vostre macabre avventure, tutto funziona, e lo fa bene.

Note negative? A onor del vero non abbiamo notato nulla di talmente grave che valga la pena menzionare, perchè come abbiamo già ripetuto ad nauseam nel corso della recensione, tutto quello che c’è, fondamentalmente, funziona. Dovessimo proprio cercare il canonico pelo nell’uovo, non ci è piaciuto (per niente, a dire il vero) il fatto che giocare in modalità solitaria, con Bots al posto di giocatori umani, fondamentalmente vi impedirà di sbloccare qualunque cosa: dai progressi verso i traguardi in-game (es. uccidi X nemici con l’arma Y) alla possibilità di guadagnare punti per le Linee di Rifornimento, per arrivare alla totale impossibilità di sbloccare i tanto famigerati Achievements/Trofei. Siamo sicuri che a tante persone questa cosa non andrà giù. Ci sarebbe anche da parlare della situazione dei server di gioco attualmente “traballanti”, ma siccome abbiamo testato il gioco in early-access non è nulla di cui stupirsi, sicuramente verranno sistemati poco dopo il lancio ufficiale.
La versione PC di Back 4 Blood
PC di prova: CPU Ryzen 5 5600g, MB b450, RAM 32gb ddr4 3200mhz CL16,
NVMe PCIe 3.0×4 1.0 Tb, GPU AMD Radeon RX 6750 XT, monitor BenQ
EX2710R 27” 165hz
Vi piace massacrare orde di zombie? Con la versione Steam di Back 4 Blood di certo vi divertirete a scorrazzare nelle molteplici mappe di gioco, supportati da una fluidità veramente invidiabile. Le impostazioni grafiche, infatti, cercano di adattarsi un pò a tutti gli hardware disponibili attualmente anche se c’è da segnalare che l’FSR è nella versione 1.0. Noi lo abbiamo testato a 1440p senza nessun tipo di tecnologia di Upscaling a dettagli massimi ed il risultato è stato ottimo. Si ottengono medie oltre i 120 fps senza problemi ed addirittura, ritoccando il livello di dettaglio grafico verso il ribasso, si arriva facilmente ai 165fps massimi supportati dal nostro monitor. Consigliamo inoltre l’utilizzo del V-Sync dato che, se disattivato, portava il gioco a prodursi in sgradevoli artefatti grafici.

Tirando le somme ci è veramente, veramente piaciuto questo Back 4 Blood. E’ in grado di prendere qualcosa di già ottimo (i due Left 4 Dead originali) e, pur mantendo il feeling di queste icone del multiplayer, riesce a reinventarle con meccaniche intelligenti ed in grado di rendere ogni partita differente dalla precedente. Ogni volta che iniziavamo a sentirci annoiati dalla classica formula di Left 4 Dead, Back 4 Blood faceva qualcosa come introdurre un livello stealth o chiederci di costruire la nostra stanza sicura. Left 4 Dead 2 aveva un livello in cui si doveva riempire di benzina un’auto da corsa in un centro commerciale in modo da poter scappare, ed è ancora quello che ricordiamo più vividamente. La serie Left 4 Dead aveva altre sequenze simili, ma erano per lo più riservate ai grandi finali dei capitoli. Back 4 Blood ci ha stupito regolarmente con quella varietà e ci ha tenuti impegnati anche quando giocavamo con giocatori umani o Bots casuali. Giocatelo, non ve ne pentirete.
POWER RATING:
9.0/10
“Left 4 Dead rivive nella sua forma migliore in Back 4 Blood, con nuove meccaniche interessanti ed in grado di mantenere l’interesse sempre alto.”
PRO:
+Tecnicamente ben fatto
+Le nuove meccaniche sono in grado di offrire una sfida sempre differente
+Divertente
+Altissima rigiocabilità
+Campagna con missioni sempre differenti
CONTRO:
-Se vi piace giocare da soli, preparatevi a NON sbloccare assolutamente nulla

2 risposte a "#Review: #Back4Blood – Left 4 Dead 4 Back 4 Blood?"