Di Redazione PW83
-Codice Review fornito da Modus Games
-Versione Testata: Xbox Series X
-Disponibile per: PlayStation 4, PlayStation 5, Xbox One, Xbox Series X|S, PC
Modus Games e lo sviluppatore italiano Reply Game Studios ci regalano un interessante hack ‘n slash ispirandosi ai capisaldi del genere. Benvenuti in Soulstice!
La premessa è la seguente: Soulstice è un frenetico titolo in terza persona basato sul combattimento che trae chiaramente ispirazione da titoli iconici come Devil May Cry, Bayonetta, Metal Gear Rising, la trilogia originale di God of War e se vogliamo Ninja Gaiden. Sviluppato dagli italianissimi Reply Game Studios e pubblicato da Modus Games, il punto focale ruoterà attorno alla domanda “funziona davvero bene come DMC?“
Si e no, ci vien da dire dopo aver testato il gioco esaustivamente, ma andiamo con ordine e vediamo la trama che farà da pretesto per mettere in moto gli eventi di gioco. L’equilibrio del Sacro Regno di Keidas viene compromesso quando i feroci “Spettri” squarciano il Velo, portando morte e distruzione. Gli Spettri corrompono le proprie vittime e possono persino impossessarsi dei loro corpi, trasformandosi in mostri inarrestabili che danno la caccia alla gente comune. Le “Chimere”, guerrieri ibridi forgiati dall’unione di due diverse anime, rappresentano l’unica speranza dell’umanità. Briar e Lute, le nostre protagoniste, sono due sorelle che sono state trasformate in una Chimera. Briar ha acquisito una forza e una resistenza sovrumane, mentre Lute, che è stata sacrificata per legare la sua anima a quella della sorella, è diventata uno Spirito dai poteri mistici. Doppiate entrambe da Stefanie Joosten (la Quiet di Metal Gear Solid V e la Hannah Stone del prossimo Wanted: Dead), Briar e Lute vengono inviate in missione per riconquistare una città in rovina che è stata invasa dagli Spettri. L’Ordine a cui appartengono, però, ha in serbo un piano più complesso… e qui tagliamo corto, evitando di raccontare più del dovuto per non rovinarvi i colpi di scena che la trama di questo Soulstice avrà tra i suoi assi nella manica.

Andiamo ora a vedere il gameplay di questo Soulstice, vero punto nevralgico di ogni esperienza relativa a questo genere di giochi, dove mosse complicate quasi quanto quelle dei fighting games esigono una realizzazione spesso dettata da strette tempistiche e assolutamente nessun tipo di ritardo negli input. Ovviamente, torniamo alla domanda di poco sopra: Funziona? Andiamo con ordine. Il combattimento sarà una lenta scalata verso la massima potenza distruttiva, poiché gli aggiornamenti richiederanno sfere rosse (Hey! Come in DMC!) per sbloccare nuove abilità. Tuttavia, ottenere sfere richiederà ai giocatori di esplorare ogni centimetro della mappa per trovare stanze segrete e distruggere ogni sedia e cassa incontreranno negli scenari. Anche i nemici fortunatamente rilasceranno queste sfere e potranno essere acquisite ottenendo buoni voti durante gli scontri con i nemici e nelle missioni opzionali in cui dovrete combattere contro un timer e un’ondata di nemici. L’unico problema è che questo lavora oggettivamente contro l’azione frenetica di un titolo come questo, perché il ritmo di gioco sarà costantemente interrotto dal doversi fermare a distruggere casse, tavoli e via discorrendo. Tra l’altro, Lute avrà anche bisogno delle sue sfere (blu) per potenziare le sue abilità, e saranno decisamente rare da incontrare. Avete notato un certo tema ricorrente con blu e rosso come protagonisti? Bene, perché ora andremo a toccare proprio questa bicromia.

Questo dualismo si estende al combattimento, dove Briar e Lute devono lavorare insieme per superare i combattimenti. Ciò è evidenziato nell’aspetto unitario del combattimento, in cui si avrà accesso a maggiori abilità combattive migliore sarà la vostra performance. Inoltre, l’accesso a una nuova potente forma è solo la ciliegina sulla torta quando Lute si unisce al combattimento rivelandosi fondamentale nel contrastare ed interrompere gli attacchi nemici. Lute potrà anche cambiare il campo con il Campo di Evocazione e quello di Esilio. Mostrato come una sorta di campo di forzas blu o rossa attorno a Briar, alcuni nemici non possono essere colpiti senza il campo corretto. Il succo di tutto questo? Lo abbiamo odiato. Soulstice non è Ikaruga (storico e stupendo shooter in cui si doveva cambiare il colore della propria navetta e del proprio sparo in baso ai proiettili in arrivo), e in tutta onestà il dover costantemente tener traccia di chi ci stava attaccando e regolare di conseguenza il colore del nostro campo ci ha fatto storcere il naso (oltre che morire diverse volte senza nemmeno accorgercene). La goccia che ha fatto traboccare il vaso? Quando questa feature ci è stata imposta non solo durante i combattimenti, ma anche durante l’esplorazione, e soprattutto nelle fasi platform del titolo. Siamo fermamente convinti che Soulstice sarebbe stato un gioco migliore, senza questa meccanica.

Tornando al combattimento, durante l’avventura troverete nuove armi che potranno essere scambiate al volo durante il combattimento. Alcuni nemici hanno un punto debole per abilità specifiche, cosa che lavora in sinergia con l’unità dei personaggi. Sarà presente anche una funzione di lock-on, fortunatamente aggiungiamo noi, in quanto rende più facile inseguirli per continuare una combo di follow-up. Anche schivare sarà possibile, ma dopo tre schivate si attiverà un leggero tempo di recupero, che renderà Brair indifesa per un secondo.

Tecnicamente, siamo di fronte a quello che oggettivamente può definirsi un gioco ben fatto. Graficamente Soulstice regge meravigliosamente. Il gioco è bello nel senso più gotico, cupo e deprimente del termine. Ci sono state però diverse volte in cui siamo rimasti piuttosto confusi dalla telecamera. Più volte siamo entrati e usciti dallo stesso corridoio perchè la telecamera non voleva collaborare. Succedeva nei giochi di azione e avventura a cui questo gioco è ispirato, ma è anche vero che da quegli stessi giochi sono passati ormai due decenni, quindi un lavoro migliore sarebbe stato gradito. Menzione d’onore per il comparto audio, con una colonna sonora assolutamente sopraffina ed un doppiaggio di prim’ordine.

Veniamo ora alle note negative, parlando proprio della telecamera menzionata poco sopra. Inutile girarci attorno, non funziona. Alle volte inchioderà la visuale senza darvi possibilità di manovra, alle volte vi permetterà di ruotare a 360° attorno al personaggio ed altre volte ancora si piazzerà esattamente nel mezzo, facendovi spostare la visuale giusto un pochino. Perché? Non è finita. Sempre la telecamera sarà fondamentalmente il vostro peggior nemico per l’intera durata del gioco, poiché avrà la tendenza di incagliarsi e scegliere spesso l’angolo peggiore durante i combattimenti, ovvero proprio dove servirebbe maggiormente. Per chiudere questo angolino dei dispiaceri, purtroppo abbiamo anche notato un certo lag tra input ed esecuzione dei comandi, anche in modalità Performance.

Tirando le somme, al netto dei difetti menzionati nel capitolo precedente, Soulstice ci è piaciuto. Trae chiara ispirazione da diversi giochi e altri media (ragazzi, va bene citare e rendere omaggio, ma Briar è palesemente la versione femminile del Gatsu di Berserk: occhio malandato, cicatrici, armatura della Bestia, la possibilità di perdere il controllo e se vogliamo dirla tutta, addirittura la spada è visibilmente un clone della Ammazzadraghi vista nell’opera di Kentaro Miura) ma ripaga con un gameplay alle volte fin troppo complicato per il suo bene ma sempre divertente, con un mondo di gioco interessante e concettualmente ottimo. Onestamente, speriamo con tutto il cuore che le avventure di Briar e Lute non finiscano qui, e che i difettucci di questo Soulstice vengano corretti in un ipotetico sequel perché il potenziale c’è tutto.
POWER RATING:
7.0/10
“Se sarete in grado di scendere a patti con una telecamera bizzosa e con alcune meccaniche legate al gameplay che faticano a trovare una raison d’être nel 2022, Soulstice vi ripagherà con un sistema di combattimento gradevole ed un mondo di gioco interessantissimo. Bravi Reply!”
PRO:
+Artisticamente evocativo: il mondo di Soulstice è innegabilmente affascinante
+Sistema di combattimento (meccanica rosso/blu esclusa) solido
+Comparto audio (OST, effetti, doppiaggio) fantastico
+Trama interessante, così come i personaggi
CONTRO:
-Briar avrebbe potuto godere di una più spiccata identità: così è semplicemente un gender-swap del Gatsu di Berserk
-Il costante switch tra aura rossa e aura blu vi infastidirà dopo pochissimo tempo
-Telecamera fondamentalmente rotta