Di Redazione PW83
-Codice Review fornito da Activision Blizzard
-Versione Testata: Xbox Series X
-Disponibile per: Xbox One, Xbox Series X|S, PlayStation 4, PlayStation 5, PC
Il Male ritorna nell’ultima, grandiosa e più cupa creazione di Blizzard: DIABLO IV é finalmente tra noi! Siete pronti a sterminare migliaia di demoni e salvare Sanctuarium?
Non c’è proprio verso. A questo punto alziamo bandiera bianca, ed ammettiamo la sconfitta. Ogni volta che un titolo della serie Diablo irrompe sul mercato, noi veniamo immediatamente risucchiati nel suo vortice. Fondamentalmente questo iter si protrae dall’ormai giurassico 1998, quando il primo capitolo della serie venne pubblicato per la prima PlayStation, tra l’altro con una conversione ai limiti dell’imbarazzante. Eppure, al netto dei problemi di quel porting, il gameplay-loop del titolo Blizzard era talmente semplice, talmente immediato, talmente perfetto che riuscì a stregarci. Ora, ben venticinque anni dopo il nostro innamoramento verso la serie, Activision Blizzard pubblica il quarto capitolo. E il risultato, inevitabilmente, è stato lo stesso.

Vi chiederete: Ma qual è l’ingrediente segreto di Diablo? Qual è il motivo per cui noi, così come tantissimi (stiamo parlando di milioni) altri giocatori rimaniamo invischiati al punto da perdere decine, centinaia di ore in questo mondo virtuale apparentemente banale? Alla fine, é la solita battaglia tra forze del Bene e le armate del Maligno, no? Si, é proprio così. E in tutta onestà nemmeno noi abbiamo capito cosa riesce ad inchiodarci davanti allo schermo. Sarà il sottile piacere di guadagnare quel livello di esperienza in più, sbloccando magari una nuova abilità? O ancora riuscire finalmente ad ottenere quel tanto agognato pezzo di equipaggiamento leggendario? Chissà: tutte queste cose, così come nessuna, apparentemente. Fatto sta che il Diablo IV che stiamo per andare a recensire non solo è un signor gioco, ma potenzialmente il migliore Diablo mai realizzato.

Buona parte di questo successo, e questo lo possiamo dire tranquillamente e senza possibilità di smentita, deriva dalla trama e dalla cura riposta nel creare il mondo e la mitologia della saga. Diablo IV, nello specifico, si svolgerà cinquant’anni dopo gli avvenimenti di Diablo III. Sebbene Diablo IV probabilmente non vincerà alcun premio relativamente al suo comparto narrativo, è nondimeno un enorme passo nella giusta direzione rispetto al suo predecessore. La disperata missione per trovare e fermare Lilith, figlia di uno dei Primi Maligni dell’Inferno, dopo aver scatenato la sua furia su Sanctuarium sarà infatti in grado di rapirvi totalmente, specialmente perché questo nuovo Diablo abbraccia finalmente una realtà decisamente in linea con quanto promesso dai precedenti capitoli. Ora il mondo di Sanctuarium é un luogo ancor più tetro, cupo, disperato e deprimente di quanto visto nei precedenti capitoli, dove la popolazione vive di stenti e molto spesso muore, sconosciuta e impotente, tra le più indicibile carestie. Noi abbiamo adorato tutto questo: vuoi per la capacità di farci preoccupare per i vari NPC incontrati, vuoi perché oggettivamente, tolto il leggendario primo capitolo, D2 e soprattutto D3 (compreso quindi anche l’ottimo Diablo 2 Resurrected, di cui potete leggere la recensione CLICCANDO QUI) avevano preso una tangente stranamente luminosa e colorata che non ci aveva convinto del tutto. Parlando di Lilith, poi, da qui in poi sarà impossibile non inserirla nella lista dei più grandiosi nemici di tutti i tempi: la Regina delle Succubi è uno dei cattivi più complessi che la serie abbia mai visto, con motivazioni che ci hanno persino fatto dubitare della rettitudine della nostra stessa causa.

Come se fosse necessario calcare la mano sui trionfi di questo Diablo IV, ad accentuare quanto scritto poco sopra viene in aiuto il fatto che il gioco sia assolutamente superlativo in termini di grafica. Tra i rari ma mozzafiato filmati CGI e i più numerosi filmati realizzati con il motore di gioco che si verificano tra le principali missioni della storia, nonché gli ambienti dettagliati e disgustosamente corrotti che si trovano nei vari sotterranei e nel mondo, Sanctuarium è uno spettacolo meraviglioso da vedere. Non è un’impresa da poco, quindi, che Diablo 4 porti in dote un comparto audio se possibile ancora migliore di quello grafico, con una delle colonne sonore più memorabili della memoria recente, un’ottima recitazione vocale e dozzine di spettacolari ruggiti, urla di demoni, gorgoglii agonizzanti ed altri grandiosi effetti sonori.

Veniamo ora al gameplay, il loop in grado di demolire o elevare all’immortalità qualunque videogioco. Innanzitutto apriamo il discorso dicendo che no, Diablo 4 non reinventa il genere, e anzi, se la gioca molto sul sicuro. Fattore negativo, quindi? Tutt’altro! Anche se potrebbero non esserci molte innovazioni o modifiche rivoluzionarie, la buona notizia è che la mancanza di sperimentazione ha portato a un gioco incredibilmente ben progettato e che risulta in un successo clamoroso in praticamente in tutto ciò che fa. Diablo 4 è l’esempio perfetto del concetto di “perfezionare la formula”. Quando si tratta di cose che contano davvero nel lungo termine come il combattimento, la creazione della build perfetta, la caccia all’equipaggiamento e soprattutto l’endgame, Diablo 4 non sbaglia un colpo. Le classi, ad esempio, pur se non sono perfettamente bilanciate, saranno tutte e cinque estremamente divertenti da interpretare. Il Tagliagole ad esempio, la classe che abbiamo scelto per il nostro playthrough, sfreccia in giro per la mappa per infliggere danni estremi sia in mischia con doppie spade e coltelli sia da lontano con arco o balestra in un esilarante compromesso tra alto rischio e alta ricompensa. Nel nostro caso specifico poi, abbiamo optato per quella che viene comunemente definita una build in stile “Glass Cannon”, un cannone di vetro. Infliggevamo danni critici assolutamente spaventosi e il nostro valore DPS era terrificante (DPS: Damage per Second, danni al secondo), ma avevamo la costituzione di un foglio di carta bagnato. Il risultato? Sudori freddi ed adrenalina, ma quanta soddisfazione! Il bello è che questa stupenda versatilità può essere ritrovata e ricreata anche nelle restante quattro classi (Druido, Barbaro, Stregone, Negromante), andando ad aumentare esponenzialmente la longevità del titolo.

Anche l’equipaggiamento può influenzare in modo sostanziale i percorsi che potreste scegliere nello sviluppare un personaggio. Ad esempio, dopo aver completato una missione secondaria, potreste essere ricompensati con un pezzo di armatura magico che vi guarisce nel tempo quando vi trovate vicino ai nemici, cosa che implicherà un cambiamento nella vostra build dall’uccidere i nemici da lontano al farlo in maniera molto più intima. Tutto questo ovviamente non andrà visto come un fastidio o un difetto, ma come l’ennesimo esempio della versatilità del sistema di creazione della build. Chiaramente, Diablo IV porta con sé una varietà assolutamente spaventosa in termini di questi effetti secondari, da fulmini che colpiranno il terreno a casaccio a buff a una o più delle vostre caratteristiche, passando per evocazioni, effetti elementali, e grossomodo qualunque cosa possa venirvi in mente. E’ un banchetto luculliano di meraviglie, e ve ne innamorerete.

La varietà di sistemi per ottimizzare il vostro personaggio sarà così numerosa che all’inizio potrà apparire scoraggiante anche per i veterani di Diablo, ma se padroneggiata correttamente, potenzialmente potrebbe essere uno dei migliori toolbox di tutti i tempi. Che si tratti dei densi alberi delle abilità, delle schede campione di fine gioco e dei potenti glifi che possono essere aggiornati e inseriti in queste ultime, la pletora di opzioni di bottino attraverso vari livelli mondiali e livelli di rarità, le gemme e gli aggiornamenti dei venditori che potrete utilizzare per rendere quell’equipaggiamento ancora migliore , o il fatto che i vantaggi dell’equipaggiamento possano essere modificati per ottimizzarli per una certa build, Blizzard sembra aver pensato praticamente a tutto. Sono innumerevoli i modi per interagire con la vostra build e fare un uso intelligente del vostro arsenale. Ad esempio, potrete estrarre il vantaggio chiave da uno dei vostri pezzi di equipaggiamento o armi preferiti e tenerli nell’ inventario così da poterli imprimere su nuovi e più potenti sostituti più avanti. Glorioso. E per fortuna, Blizzard ha fatto marcia indietro riguardo le sue precedenti promesse di rendere proibitivo il reset dell’albero delle abilità. Gioco alla mano, l’unico a soffrirne sarà semplicemente il vostro portafoglio di gioco. Farà sì che il passaggio di personaggi di alto livello a una nuova build sia una considerazione seria, ma non impossibile. Insomma, dopo quattro capitoli spesi a parlare di quanto bene funzioni il sistema di build/gameplay, il risultato è uno solo: farete dannatamente fatica a posare il vostro gamepad.

Parliamo ora delle mappe di gioco, e non della loro realizzazione artistica. Percorrere sale oscure sarà significativamente più snello ed agile rispetto ai precedenti capitoli, con molto meno backtracking e tempo perso. Ciò mantiene le cose in movimento a un ritmo eccezionale e fa rende visitare le sale crivellate di demoni caduti una gioia costante. Indipendentemente dalla classe che sceglierete, farvi strada tra mucchi di miserabili demoni è un divertimento senza sforzo che vi consentirà di mostrare il vostro potere senza rivali, anche se alcune delle attività più difficili come i Nightmare Dungeons sono destinate a mettere alla prova queste abilità in maniera abbastanza brutale. C’è anche una buona possibilità di imbattersi in un evento casuale che potrebbe farvi salvare alcune povere anime che si ritrovano perse in una cripta, o essere attaccato da The Butcher, un demone decisamente familiare a cui piacciono i ganci da carne in maniera abbastanza morbosa.

Certo, i nemici regolari hanno pochissime meccaniche uniche che abbiamo potuto discernere nei pochi secondi che ci sono voluti per rimandarli all’Inferno. La maggior parte si limiterà a correre verso di voi mentre urla o vi scaglia contro un oggetto appuntito da vicino, il che non li fa sentire così diversi da combattere anche quando fanno parte di una fazione nemica distinta e dall’aspetto accattivante. Eppure, di tanto in tanto riceverete una boccata d’aria fresca, come gli sciamani che evocano nuovi nemici sul campo di battaglia, rendendo le loro esecuzioni sommarie una priorità assoluta, o scheletri che si trascinano lentamente verso di voi con scudi grandi e robusti finché non sarete in grado di squarciare i loro difese ed eliminarli. I boss dei sotterranei soffrono di una incoerenza simile: C’è un limite al numero di maghi demoniaci fluttuanti chiamati “Il curatore” o qualche assurdità del genere prima che tutto perda di individualità e si fonda in un enorme calderone di “miniboss” generici. Fortunatamente, altri saranno molto più memorabili, come quello in cui un cultista ridente ha ripetutamente evocato ondate di mostri finché non si è esaurito ed è stato rapidamente trasformato in una ciotola di purè di patate da noi e dal gruppo con cui stavamo giocando.

Ora, veniamo alla parte di Diablo IV che creò più mormorii di disappunto in fase di annuncio. Il gioco è costruito, contrariamente ai capitoli precedenti, su un concetto Live-Service che consentirà al mondo, al meta e alle attività di evolversi nel tempo. Resta da vedere se quel modello verrà aggiornato con nuovi contenuti abbastanza frequentemente da mantenere le persone interessate, ma anche senza di esso, l’esperienza di endgame allo stato attuale è piuttosto solida. Possiamo solo immaginare quanto sarà eccitante quando verranno aggiunte nuove esperienze al parco giochi di Diablo 4 che metteranno alla prova i vostri personaggi al massimo in nuovi modi entusiasmanti ed espanderanno la storia o le classi di personaggi disponibili. Al giorno d’oggi i giochi Live-Service ricevono decisamente molto odio e capiamo benissimo il perché, ma quel modello può anche infondere vita senza fine in un gioco se fatto a regola d’arte: non sappiamo ancora se Blizzard gli renderà giustizia, ma in questo momento sono state gettate solide basi per Diablo 4 e potenzialmente potrà solo prosperare andando avanti.

Tirando le somme, Diablo 4 è uno straordinario sequel con un design di progressione che rende assolutamente straziante poggiare il gamepad. La storia è un notevole miglioramento rispetto a Diablo 3 e ci sono alcuni fastidiosi bug che devono essere eliminati, ma il combattimento, il bottino e sia le immagini che i suoni di questo mondo sono abbastanza impressionanti da appianare quelli spigoli vivi. Diablo IV adotta la strategia del perfezionare le cose che la serie ha già fatto bene piuttosto che lanciarsi in una revisione/rivoluzione più sostanziale, e quel percorso attento e riverente ha plasmato questo imponente sequel in uno degli ARPG più raffinati mai creati.
POWER RATING:
9.5/10
“Diablo IV non reiventa il genere, ma lo perfeziona fino a renderlo un diamante splendente. Al momento, è letteralmente il miglior ARPG sul mercato: storia, ambientazione, combattimento, loot, build, tutto è semplicemente allo stato dell’arte.”
PRO:
+Trama fantastica, Lilith è un villan eccezionale e scritto divinamente
+Infinite opzioni per personalizzare la vostra build
+Atmosfera a mille: Sanctuarium non è mai stata così cupa e deprimente
+Le 5 classi disponibili sono tutte ottime ed estremamente divertenti
+Il vero sequel di Diablo II
CONTRO:
-Qualche bug da eliminare





Scrivi una risposta a #GOTY2023 – PowerWave’s Game of the Year – Power Wave 83 Cancella risposta