Di Redazione PW83

-Codice Review fornito da From Software/Bandai Namco
-Versione Testata: Xbox Series X

-Disponibile per: PlayStation 5, Xbox Series X, PC

Dopo quasi dieci anni di attesa, quello che all’unanimità viene considerato come il più grandioso gioco sui mech di tutti i tempi é finalmente tra noi!

Nel Dicembre dell’anno scorso, subito dopo esserci dati un pizzicotto ed aver realizzato che no, non stavamo sognando e che From Software assieme a Bandai Namco avevano veramente appena annunciato un nuovo capitolo della nostra saga robotica preferita, ci ha assalito un dubbio: “Non è che“, abbiamo pensato “dopo Elden Ring adesso From fa diventare una specie di Soulslike anche Armored Core?!” Pensateci, il dubbio è legittimo: l’ultimo capitolo della saga mech di From (Armored Core V – For Answer) è arrivato nell’ormai lontano 2013, esattamente una decade e due generazioni di console fa, e nel frattempo la Casa nipponica non ha fatto altro che lavorare a nuovi capitoli di Dark Souls, a Sekiro, a Bloodborne, ed a sua maestà Elden Ring (potete leggere la review CLICCANDO QUI). Abbiamo sudato freddo. Fortunatamente, ora che il gioco è sul mercato e abbiamo potuto pilotare i nostri adorati Nuclei Corazzati, abbiamo anche potuto lasciarci andare in un liberatorio sospiro di sollievo. AC è rimasto decisamente AC.

Se non conoscete la saga di Armored Core, lasciateci spendere due parole in merito prima di iniziare la disamina di questo sesto capitolo principale (in realtà è il sedicesimo, considerando gli spin-off, le espansioni, e i sequel dei sequel). Originariamente pubblicato per la prima PlayStation nel 1997, la saga di Armored Core fu immediatamente in grado di ritagliarsi un suo zoccolo duro di appassionati: Era difficile, era discretamente simulativa ed aveva una particolarità decisamente grandiosa, ovvero quella di lasciare al giocatore la libertà di assemblare il mech dei propri sogni, mischiando parti come teste, toraci, gambe, braccia, CPU, e soprattutto una quantità pressoché infinita di armi come mitragliette, fucili da cecchino, fucili d’assalto, lanciarazzi, lanciagranate, raggi laser, railgun, lame ad energia per il corpo a corpo, reattori, booster… non per nulla, venne ribattezzato piuttosto velocemente come il “Gran Turismo dei giochi di Mech”. In GT si elaboravano le auto, in AC i robot. Equazione semplicissima. Dal 1997 al 2013 vennero quindi pubblicati 15 capitoli, 5 facenti parte della numerazione principale della saga, e 10 spin-off, che a loro volta ricevettero sequel, che generarono altri spin-off, e via discorrendo. La grande costante di tutto questo? La qualità complessiva: Armored Core era un pilastro del portfolio di From Software. Poi, dopo Armored Core V – For Answer, sequel del quinto capitolo, il nulla.

Il nulla fino ad oggi, fortunatamente, perché ora sul mercato é presente Armored Core 6 – Fires of Rubicon, ultimo capitolo di una delle nostre (no, non ci stancheremo mai di ripeterlo, mettetevi pure il cuore in pace) saghe preferite. Prima di lanciarci nell’esame del gioco in sé, guardiamo la trama che farà da sfondo alle incredibili battaglie che vivrete durante la lunga ed ardua (come vedremo in seguito) campagna in single-player. Armored Core 6 è ambientato nel lontano futuro, dove l’umanità ha sviluppato una civiltà interstellare. Sul pianeta di frontiera Rubicon 3 è stata scoperta una sostanza chiamata Coral che potrebbe essere utilizzata sia come fonte di energia che come conduttore di dati. Il Coral fu inizialmente acclamato come la chiave del progresso tecnologico dell’umanità, ma che successivamente causò un evento catastrofico noto come i Fuochi di Ibis, che avvolse il pianeta e il sistema stellare circostante in fiamme e lasciò dietro di sé un contaminante letale. Si pensava che tutto il Coral esistente fosse stato consumato dal disastro. Cinquant’anni dopo, tuttavia, tracce di Coral vengono nuovamente rilevate su Rubicon 3. Le corporazioni si accalcano per sfruttare il pianeta e controllare la preziosa materia, incuranti dei costi e dei danni per gli abitanti, e i mercenari li seguono per trarre profitto dal conflitto. Nel gioco impersoneremo un essere umano potenziato designato solamente come “C4-621” che è schiavo di un famigerato addestratore di nome Walter e combatte come pilota di Armored Core con la promessa di guadagnarsi una nuova vita accettando lavori più o meno leciti come pilota mercenario. Dopo essere atterrato illegalmente su Rubicon 3, C4-621 ruba la licenza di un mercenario deceduto e ne assume il nominativo: “Raven” (un nome importantissimo che riconosceranno tutti i fan della saga). Tranquilli, non abbiamo spoilerato nulla, tutto questo si svolgerà durante la missione iniziale che fungerà anche da tutorial.

Ed ora, sbrigate le formalità “narrative” dell’articolo, dedichiamoci al gameplay, il fattore che inizialmente ci aveva fatto sudare freddo. Come abbiamo accennato poco sopra, AC è rimasto AC, limando quello che agli occhi di tanti non funzionava, rimuovendo inutili complicazioni e più in generale rendendo l’esperienza infinitamente superiore. AC offre un’ampia varietà di obiettivi che favoriscono ciascuno uno stile di gioco diverso, che successivamente va ad alimentare gli eccellenti elementi di personalizzazione che costituiscono il cuore di Armored Core 6 e della saga. Prima di partire per una missione, potrete equipaggiare il vostro mech con quattro armi – una per ciascun braccio e una attaccato a ciascuna spalla – testa, corpo, gambe, generatore, booster e sistema di controllo del fuoco unici. E fidatevi, ci sono un sacco di fattori diversi da considerare mentre decidete su cosa spendere i vostri fondi duramente guadagnati. Le parti esterne del vostro mech hanno tutte il proprio peso, valore difensivo, AP (armor point, la salute) e il valore di ondeggiamento (Attitudine di stabilità), che influisce sulla velocità con cui il vostro mech inizierà a barcollare dopo aver subito colpi consecutivi. Le parti con statistiche difensive più elevate pesano naturalmente molto di più e richiedono gambe più robuste ma più lente per sostenere il peso, mentre le armi che pesano molto richiedono braccia più grandi, più forti e più pesanti. Pensate sia finita qui? Alcune armi richiedono anche una tonnellata di energia per essere utilizzate, ed avranno bisogno di generatori con grandi capacità EN (energia) anche per equipaggiarle. Dopodiché dovrete bilanciare questo fattore con il fatto che la vostra rigenerazione energetica potrebbe risentirne, il che significa che la gestione dell’energia diventerà molto più difficile una volta che sarete effettivamente in missione. Prima ancora di iniziare a prendere queste decisioni, poi, dovreste considerare a quale distanza vi aspettate che il vostro mech combatta, in modo da poter ottimizzare le vostre parti interne per quel ruolo… e l’elenco potrebbe continuare all’infinito. Se tutto questo vi spaventa prima ancora di aver preso in mano il pad, lasciate perdere. Se invece la cosa vi stuzzica, benvenuti nel club.

Il risultato di tutta questa personalizzazione è far sembrare ogni missione un soddisfacente puzzle di combattimento. Anche se ci saranno sicuramente equipaggiamenti con cui vi troverete più a vostro agio, non c’è mai stata una soluzione unica per ogni missione, il che è una testimonianza del design e della varietà delle missioni stesse. Non farete mai la stessa cosa due volte. Una missione ci ha fatto indagare su un avamposto apparentemente abbandonato, solo per subire un’imboscata da parte di AC dotati di camuffamento stealth che dovevamo scansionare per poter prendere di mira; un’altra ci ha fatto scendere in una struttura sotterranea, scendendo con attenzione da una piattaforma all’altra per evitare di essere disintegrati dal cannone laser sul fondo; un’altra ancora ci ha fatto infiltrare in una grotta per distruggere un generatore, solo per poi dover fuggire a gambe levate per evitare di rimanere coinvolti nell’esplosione risultante. Assolutamente fantastico.

In termini di feeling, Armored Core 6 si lascia giocare meravigliosamente, con comandi semplici ed intuitivi. I grilletti destro e sinistro sparano con le armi delle braccia rispettive, LB ed RB sparano con le armi della spalla destra e sinistra, salterete con A, con X attiverete una schivata d’emergenza, con B attiverete/disattiverete i vostri jet booster. Cliccando sullo stick di sinistra potrete lanciarvi in un assalto simile a uno sprint modalità burst e facendo clic sulla levetta destra cambierete la modalità di blocco sui nemici. Sembra complicato, ma in pochi minuti piloterete il vostro mech come se non aveste fatto altro da anni. Più di ogni altra cosa, però, il combattimento in Armored Core 6 è semplicemente piacevole. Il vasto assortimento di armi è già soddisfacente di per sé, sia che si tratti di usare un colpo caricato di railgun su un nemico ignaro per ucciderlo con un colpo solo, sia che si tratti di correre agilmente in giro imbracciando doppi fucili e devastare un’intera base militare, o comandare una sorta di coltellino svizzero alto quanto una piccola palazzina con quattro lanciarazzi tra le braccia e le spalle. Onestamente a volte le cose possono sembrare decisamente simili a quelle degli anime considerando quanti missili potete sparare contemporaneamente e quanti missili vi verranno sparati addosso. Erano anni che non godevamo di qualcosa di anche lontanamente paragonabile, ed avevamo quasi dimenticato quanto fosse galvanizzante. E’ una danza mortale tra colossali strumenti di morte, e ne diventerete dipendenti missione dopo missione: dovrete danzare e combattere, danzare e combattere, danzare e combattere. Meraviglioso.

Tecnicamente, Armored Core 6 è un gran bel gioco sotto qualunque aspetto si vada a prendere in esame. Graficamente non possiamo che toglierci il cappello, ogni elemento è realizzato con una cura borderline maniacale, che si tratti dei vari livelli di gioco o che si tratti di esplosioni, effetti speciali e quant’altro. Lo stesso si può dire del doppiaggio, degli effetti sonori e della (sparuta) colonna sonora che vi accompagnerà. Dove però AC6 eccelle, a nostro avviso, é nella narrativa. Tralasciate per un momento la premessa del tutto, AC6 ha dalla sua un tipo di narrazione di cui From Software è maestra. Voi, Raven, siete il protagonista senza volto, silenzioso, condiscendente e passivo di questa opera, illuso dal miraggio di una nuova vita e per questo costantemente strattonato da superpotenze e ribelli per questo o quell’altro motivo. E’ un modo di raccontare una storia differente dal solito e differente da come la racconterebbe la stessa From Software, e l’abbiamo adorata. Se ormai ci leggete da qualche tempo saprete che adoriamo i giochi che ci danno l’opportunità di rimuginare su quanto abbiamo giocato, ed Armored Core 6 ci ronza in testa ormai da un bel po’ di tempo.

Tirando le somme, siamo contenti che Armored Core 6 non rivoluzioni la formula, ed è forse la prima volta che lo leggerete su queste pagine. Dovete crederci quando vi diciamo di non lasciarvi spaventare da quanto letto poco sopra, e di infilarvi nel cockpit del vostro mech. Avrete tra le mani una delle esperienze più soddisfacenti di questo 2023, e sapete benissimo quanti bei giochi siano usciti quest’anno. Fidatevi, non ve ne pentirete.

POWER RATING:
9.2/10

“Il re dei giochi di mech è tornato. Armored Core 6 è una esperienza sublime, con un gameplay intuitivo ed inebriante, ed in grado di offrire una sfida che vi regalerà un senso di soddisfazione raramente provato altrove. Senza dubbio un potenziale candidato a GOTY 23.”

PRO:
+Gameplay superlativo
+Livello di sfida elevato
+Tecnicamente superlativo
+Missioni variegate
+Customizzazione fantastica: totale libertà

CONTRO:
-Un paio di missioni in particolare sono decisamente frustranti

4 risposte a “#Review: #ArmoredCore6 Fires of Rubicon – Il ritorno del miglior gioco sui mech di sempre”

  1. […] QUI per la review) e, in tempi non sospetti, quella meraviglia di Armored Core 6: Fires of Rubicon (CLICCATE QUI per la review) o, proprio dagli amici di Forever Entertainment, il divertente Armed to The Gears […]

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  2. […] un gioco di mech, vi possiamo consigliare titoli come lo stupendo Armored Core 6: Fires of Rubicon (CLICCATE QUI per la recensione), o ancora il divertente e scanzonato SD Gundam Battle Alliance (CLICCATE QUI per […]

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  3. […] di Horizon: Forbidden West (CLICCATE QUI per la review) o Armored Core VI: Fires of Rubicon (CLICCATE QUI per la review), ma al netto di una evidente semplicità costruttiva perlomeno rendono l’idea. […]

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