Di Redazione PW83
-Codice Review fornito da NetherRealm Studios /WB Games
-Versione Testata: PlayStation 5, Xbox Series X
-Disponibile per: PlayStation 5, Xbox Series X|S, Nintendo Switch, PC
Il nuovo Mortal Kombat è un reboot dell’intera serie: nuovi alleati, nuovi nemici, nuove meccaniche, stessa ultraviolenza! Sarà in grado di conquistare gli appassionati?
Quest’anno i grandi sviluppatori di fighting games stanno mettendo sul tavolo da gioco i pezzi da novanta. A Giugno, giusto tre mesi fa, Capcom ha rivoluzionato l’intero panorama della FGC con l’immenso Street Fighter 6 (CLICCATE QUI per la review) ed ora NetherRealm e WB Games rilanciano con questo Mortal Kombat 1, un titolo potenzialmente in grado di mettere in difficoltà il capolavoro nipponico. Manca solo che SNK e Bandai Namco impazziscano di punto in bianco e lancino sul mercato anche Garou (Fatal Fury) – City of the Wolves e Tekken 8 prima della fine dell’anno, ed avremmo l’equivalente della “Terza Guerra Mondiale” videoludica nell’ambito della FGC. Vien da sè che noi saremmo ovviamente le persone più felici del mondo. Ad ogni modo, ricomponiamoci perché dobbiamo parlare di un MK nuovo di zecca, cominciando come di consueto dalla trama, un punto da sempre importantissimo per la saga dedicata a Scorpion, Sub-Zero, Reptile e compagnia.

Innanzitutto sappiate che MK1 è un reboot della serie, perlomeno in ambito narrativo: Non spaventatevi, Mortal Kombat non é nuovo a reset anche abbastanza brutali della sua trama. Nato nel 1992, proseguì con lo stesso arco narrativo fino a MK Armageddon (settimo capitolo, 2006). Arrivò poi Mortal Kombat vs DC Comics (tecnicamente ottavo capitolo, 2008), un titolo stand-alone su cui bisognerebbe spendere un intero articolo, dopodiché la saga venne reinizializzata nel 2011 con Mortal Kombat (nono capitolo, 2011) a cui seguirono lo stupendo nonché nostro preferito Mortal Kombat X, Mortal Kombat 11 (CLICCATE QUI per la recensione) e ora con questo Mortal Kombat 1, a far ripartire il tutto, come intuibile dal titolo. Alla fine di Mortal Kombat 11, Liu-Kang ha sconfitto Kronika ed è assorto al ruolo di Custode delle Sabbie del tempo e successivamente di Dio del Fuoco, prendendo il posto di Raiden come difensore del Piano Terrestre. Con questi nuovi poteri, decide di creare una nuova linea temporale, nel tentativo di porre fine ai millenni di conflitti che da sempre piagano i diversi Reami (Terra, Regno Esterno, Nether Realm, ecc). Lo stesso vale ovviamente per i personaggi: Sub-Zero e Scorpion sono ora fratelli (letteralmente, Bi-Han e Kuai Liang), Smoke é stato cresciuto dai membri del Lin-Kuei, Johnny Cage é un attore fallito che tenta di tornare sulla cresta dell’onda iscrivendosi al torneo, Baraka è un mercante vittima di una malattia degenerativa di nome Tarkat invece di “essere nato Tarkatan”, Mileena non è più un clone mostruoso di Kitana creato da Shang Tsung ma è ora la nuova principessa Edeniana, affetta segretamente dalla stessa malattia di Baraka, Raiden è ora il nuovo campione della Terra, Ashrah non è più una semi-divinità come Raiden ma è ora un Demone pentito a caccia di altri demoni, e così via. Sono tutti cambiamenti marginali che vanno però a modificare pesantemente la precedente iconografia del roster, cosa che contribuisce a cambiare la prospettiva del tutto.

Parlando del roster, oltre agli immancabili classici di cui abbiamo parlato poco sopra, é interessante notare come siano stati “ripescati” alcuni personaggi molto amati dai fan, provenienti prevalentemente da MK4 e dalla trilogia 3D della saga (Deadly Alliance, Deception, Armageddon), spesso fin troppo bistrattata. Ecco quindi il ritorno di Li Mei, la già citata Ashrah, Kenshi, Havik e l’amatissima Nitara (tra l’altro interpretata da Megan Fox) ed altri in forma di Kombattenti Kameo, come Darrius, Sareena e Shujinko. Cosa sono i Kombattenti Kameo? Lasciateci spiegare. In maniera similare alla leggendaria saga di Marvel VS Capcom, in cui si potevano richiamare all’azione gli altri componenti del vostro team per darvi una mano, MK1 adotterà un approccio simile. Premendo il tasto RB o R1 il vostro partner Kameo arriverà sulla scena con il suo arsenale di mosse, attivabili grazie a semplici combinazioni di tasti. L’introduzione dei Kombattenti Kameo è una importantissima modifica alla meccanica di gioco, in grado di ampliare la versatilità del titolo in maniera esponenziale. Potrete utilizzare i Kameo per allungare la vostra stringa di combo, usarli come strumenti di controllo dell’area di gioco, tenere sotto pressione l’avversario così come liberarvi a vostra volta, ed altro ancora. E’ oggettivamente fantastico e va a risolvere, o perlomeno mitigare, uno dei problemi legati al gameplay di MK11: La scarsissima libertà d’espressione.

Continuando con il gameplay, Mortal Kombat 1 apporta alcuni cambiamenti drastici rispetto a MK11. Per cominciare, riporta la gestione della “barra super” a un solo contatore che regola le mosse speciali migliorate (EX), i breakers e la possibilità di effettuare un cancel con il salto partendo dagli uppercut; i Fatal Blows sono ancora in circolazione, ma non sono più invincibili all’avvio; viceversa, i Krushing Blows sono scomparsi completamente; le variazioni dei personaggi sono state eliminate (mille volte grazie, erano terribili); sono scomparsi gli attacchi in wake-up così come le rotolate evasive in wake-up; ogni personaggio è ora in grado di fare molti più danni senza dover forzatamente spendere segmenti di barra grazie ad un nuovo sistema di combo aeree; e grazie a Dio, bloccare un colpo da accovacciati aprirà l’avversario ad essere punito a sua volta con un colpo basso, rendendoli molto meno spammabili di prima. Questi sono tutti cambiamenti positivi e intelligenti che rendono l’azione in MK1 fresca ma familiare, risolvendo al tempo stesso alcuni dei punti critici che la community dei giochi di combattimento, noi inclusi, aveva sviluppato con MK11. Vogliamo essere onesti. Dopo aver testato MK11 in versione Beta avevamo il sentore che il gioco, in termini di gameplay e meccaniche, non avesse più granché con cui sorprenderci. Con MK1, dopo essere stati invitati allo Stress Test Online, così come dopo la Closed Beta ed ora con il gioco completo finalmente tra le mani, abbiamo l’impressione di aver solamente scalfito la superficie delle meccaniche di gioco.
Una nota prima di passare oltre. Abbiamo testato il gioco sia su PlayStation 5 che su Xbox Series X, così da poter testare con mano il feeling del gioco utilizzando i controller delle rispettive console (Mortal Kombat è, da sempre, l’unico Fighting Game con cui preferiamo giocare utilizzando i controller rispetto agli arcade stick). Per una volta, abbiamo preferito giocarlo usando il DualSense di PlayStation 5 rispetto al pad di Series X, e il motivo è semplicissimo: MK non utilizza movimenti circolari o semi-circolare per gli input dei suoi comandi, e la “assenza” delle diagonali sul pad PS5 ci ha fatto realizzare movimenti più precisi e con più costanza. Non che su Series X sia ingiocabile o quant’altro, per carità, ma abbiamo preferito farlo presente. E’ una cosa che verrà percepita si e no dal 5 % dell’utenza del titolo, quella più hardcore/appassionata, per tutti gli altri non ci sarà assolutamente nessun problema nell’utilizzare un pad piuttosto che l’altro.

Parliamo ora delle modalità di gioco. Mortal Kombat, già dai tempi della sopramenzionata “trilogia 3D” é una serie che si è sempre distinta per la quantità di contenuti disponibili. Chiaramente, MK1 non fa eccezione. Oltre alla modalità storia cinematografica, le Torri (la modalità Arcade di MK) e la consueta offerta di modalità multiplayer e relative varianti disponibili, la nuova grande modalità per giocatore singolo di Mortal Kombat 1 è Invasioni, che combina gli ambienti a tema e le ricompense della Kripta, alcuni elementi di gioco di ruolo dalle vecchie modalità Konquest e le rapide battaglie delle Torri del Tempo, il tutto confezionato sotto forma di tabellone di gioco virtuale. In tutta onestà, è un miscuglio di idee che suonano bene sulla carta ma, sfortunatamente, cerca di essere troppe cose tutte insieme. La Kripta di MK11 era tutt’altro che perfetta, ma non riteniamo che la modalità Invasioni possa sostituirla. Certo, ci sono un sacco di meccaniche extra attive nella modalità Invasioni. Ogni personaggio e Kameo hanno un tipo di danno, con una complicata tabella dei vantaggi/svantaggi, ci sono talismani che possono essere aggiornati per fornire una varietà di diversi bonus di stato e reliquie che spesso hanno sia un bonus positivo che negativo di cui tener conto quando le si equipaggiano. Ma si tratta solo di una dose extra di “complicazione” che non aggiunge alcun valore al gameplay vero e proprio. Mortal Kombat 1 dà il meglio di sé quando non sono coinvolti espedienti. Ogni tanto è gradevole giocare all’occasionale match bizzarro, ma Invasions calca troppo la mano con questi combattimenti e si aspetta che li giochiate tutti per sbloccare molti dei migliori equipaggiamenti cosmetici per i vari personaggi. E detto molto apertamente, alla lunga diventa uno strazio, oltreché noioso. Avremmo preferito qualcosa di simile ai precedenti capitoli, dove la Krypta era una cosa, le Torri del Tempo un’altra, e l’eventuale modalità Konquest un’altra ancora. Ogni modalità lavorava nell’ottica di farvi guadagnare valuta da spendere nella Krypta, invece di questa accozzaglia di modi e generi che, nel tentativo di accontentare tutti, non riesce a far contento nessuno.

Tecnicamente siamo di fronte potenzialmente al più bel fighting game mai creato, perlomeno in termini puramente grafici. Street Fighter 6 sarà artisticamente ispirato e dotato di stile, Guilty Gear Strive è l’equivalente di guardare un anime, ma Mortal Kombat 1 è assolutamente su un altro livello. Pensavate che MK11 fosse graficamente impressionante? Aspettate di giocare alla modalità storia di MK1. Le animazioni, i modelli poligonali dei combattenti (pardon, Kombattenti), gli stage… tutto è creato con una cura per il dettaglio maniacale. A livello sonoro troviamo una colonna sonora funzionale e ben fatta, ma dovessimo puntare il dito su qualcosa che ci ha fatto storcere il naso, quello è sicuramente da ricercarsi sul doppiaggio italiano, come al solito decisamente altalenante in termini qualitativi: frasi recitate con enfasi fuori luogo, sbalzi di volume nella campionatura… il solito. Fatevi un favore e giocatelo in lingua originale.

Tirando le somme, abbiamo apprezzato Mortal Kombat 1. D’accordo, la modalità Invasioni è anonima e dimenticabile, ma tutto il resto del gioco è di alto livello, con una particolare menzione d’onore per il gameplay, ora rinfrescato e rinvigorito dall’introduzione dei Kombattenti Kameo. Eravamo onestamente dubbiosi su questo nuovo capitolo, anche dopo esser stati invitati più volte a testare con mano il gioco, ma ora, dopo aver letteralmente spolpato la versione retail, possiamo annunciare che MK1 è sicuramente tra i migliori Mortal Kombat mai pubblicati.
POWER RATING:
9.0/10
“Mortal Kombat 1 è una ventata d’aria fresca dopo il gameplay lineare di MK11. Magari non raggiungerà ancora la stupenda schizofrenia di MKX, ma rimane senza ombra di dubbio uno dei migliori Mortal Kombat mai creati, versatile e tecnicamente impressionante. Promosso!“
PRO:
+ Tecnicamente spaventoso: il più bel fighting game in circolazione
+ Gameplay profondo e versatile
+ I Kombattenti Kameo sono una ventata d’aria fresca
+ Modalità Storia fantastica: sembrerà di assistere ad un film d’azione anni ’90
+ Roster decisamente interessante. Ottimo il ripescaggio dei personaggi della trilogia a 128bit
+Tante modalità di gioco…
CONTRO:
– …ma Invasioni é una delusione su tutti i fronti
– Doppiaggio italiano pessimo, come da tradizione
– Necessità di essere costantemente connessi anche per il single-player





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