Di Redazione PW83

-Codice Review fornito da Bethesda
-Versione Testata: PlayStation 5

-Disponibile per: Xbox One, Xbox Series X|S, PlayStation 4, PlayStation 5, PC (Steam, Windows)

Indagate sul ritorno di Ithelia, una principessa daedrica mai vista prima: scoprite gli intrighi dei suoi seguaci più devoti e proteggete Tamriel dal caos del cambiamento sfrenato in Gold Road, l’ultima espansione di The Elder Scrolls Online!

Per cominciare, leggetevi la recensione di Greymoor, il primo DLC che abbiamo testato su PowerWave83: https://powerwave83.com/2020/06/22/the-elder-scrolls-online-greymoor-xbox-one-review/

Dopodiché, proseguite con la recensione di Markarth: https://powerwave83.com/2020/11/13/the-elder-scrolls-online-markarth-xbox-series-x-xbox-one-review/

Infine, leggete la recensione di Blackwood: https://powerwave83.com/2021/06/11/the-elder-scrolls-online-blackwood-xbox-review/

The Elder Scrolls Online (ESO) è l’esempio da manuale per cui qualcosa, anche se non partita col piede giusto, può rimettersi in carreggiata e anzi, continuare a marciare imperterrita per anni e anni. Inizialmente annunciato nel 2012 e pubblicato per PC nel 2014, ESO ha visto diverse difficoltà durante il lancio iniziale. Bug, exploit per duplicazione di oro e oggetti, uniti ad un abbonamento mensile da sottoscrivere per poter giocare (pratica comunque comune nel mondo degli MMORPG. NdR), portarono Bethesda a decidere di ripartire da zero, questa volta con The Elder Scrolls Online: Tamriel Unlimited, versione tutt’ora in auge e di cui andremo a recensire l’ultima espansione: Gold Road.

Prima di iniziare però, un minimo di background. Con la versione di ESO denominata Tamriel Unlimited, Bethesda ha stravolto l’ESO originale: addio al dover pagare un abbonamento mensile, il gioco si acquistava solo una-tantum e, in caso si volesse avere quel qualcosa in più, si poteva usufruire di ESO-Plus, che garantiva l’accesso a tutti i contenuti, passati e futuri. E quanti aggiornamenti! Ad oggi, a 10 anni dal lancio originale, il gioco ha visto espansioni di dimensioni generose, unite un paio di dozzine di aggiornamenti e DLC più o meno importanti. Andiamo quindi ad esaminare la quarta espansione finalmente disponibile, Gold Road!

La trama di Gold Road

Dovessimo riassumere in poche parole la storia di The Elder Scrolls Online: Gold Road, potremmo dire che sarebbe l’equivalente di inquadrare Star Wars dal punto di vista dell’Impero, solo con la differenza che George Lucas vuole davvero convincervi che l’Impero sia composto dai buoni. Il tutto mentre cancella Alderaan dall’orbita, massacra l’Alleanza Ribelle a sangue freddo e tortura a morte i vari protagonisti come Luke, Leia, Han Solo, Chewbacca e via discorrendo. Ne siamo rimasti un po’ perplessi, onestamente.

Andiamo a vedere la trama. Gold Road vi porterà nel West Weald di Cyrodil per due motivi: la principessa daedrica Ithelia, la cui stessa esistenza è una minaccia per la realtà, e una fazione di elfi dei boschi chiamata Recollection che sta evocando delle giungle (no, sul serio. NdR) nel tentativo di riportare in vita la loro perduta cultura Ayleid.

Recollection poteva essere un’opportunità per affrontare la storia di Tamriel e di come i vari Imperi umani abbiano mano a mano eclissato la storia degli Elfi, affrontando la cruda storia della loro colonizzazione che permea ogni singolo gioco della serie. Invece, sono raffigurati come un altro semplice gruppo di malfattori, che si insediano nella cultura Bosmer come spie e voltagabbana. Il loro re, un “cattivo” da cliché, è l’ennesimo codardo che evoca Daedra e scappa a ogni opportunità dopo aver evocato portali per spingervi contro i boss, riducendo una causa condivisibile ad una dolorosamente bidimensionale. Per tutta la storia principale, non saranno altro che carne da macello, con il finale che addirittura liquida le loro idee come un “sogno folle”. Tuttavia, questo presunto “sogno folle” era quello di ripristinare la cultura Ayleid che sia Hermaeus Mora che l’Impero avevano strappato loro, e di riportare in vita le giungle di Valenwood che erano state abbattute per far posto alla civiltà umana (queste giungle sollevano persino le rovine Ayleid dalla terra, il che sarebbe una bella immagine se la narrazione non cercasse di indebolire il concetto ad ogni battuta. NdR).

Onore al merito, questa è ben lungi dall’essere una storia in bianco e nero di male e bene, poiché proseguendo scoprirete che la Recollection è stata fondata per scoprire ricordi che sono stati letteralmente rubati ai loro antenati. Ma la missione principale non svela mai chi sono, riducendo persino gli ultimi resti del loro gruppo a semplici “ritardatari” che devono essere indiscutibilmente spazzati via. Ad un certo punto della narrazione il loro obiettivo si trasforma dal ripristino della civiltà Ayleid alla distruzione dell’intero West Weald, una continuazione davvero poco credibile dei temi impostati all’inizio e più una scusa per sradicarli completamente. L’intera narrazione è fragile, con persino Ithelia, l’onnipotente Principessa Daedrica, che passa dall’essere un personaggio simpatico e affascinante che chiaramente non ha cattive intenzioni a un cattivo determinato a distruggere tutto. Le motivazioni che guidano questi antagonisti sono costruite su fondamenta traballanti che non reggono il loro peso e, tralasciando la politica insensibile della storia, il tutto é reso in maniera dolorosamente semplicistica. Il re di The Recollection è una rivisitazione della trama di Veiled Heritance del gioco base, e il ripristino dei ricordi di Ithelia si trasforma rapidamente in un altro combattimento con un boss contro un principe daedrico scatenato che cerca di distruggere tutto in modo da poter rifare l’universo a sua immagine. Ci siamo già passati.

Le promesse di un principe che riesce a vedere i molti possibili futuri come diversi percorsi che si frammentano dalla strada principale sono un concetto incredibilmente interessante, che si avvicina molto al suo pieno potenziale quando visitiamo una locanda al crocevia del destino. Tuttavia, l’esplorazione di questa idea equivale ad avventurarsi nel seminterrato, attraversare portali e incontrare diverse Ithelia nella stessa caverna generica: una malinconica, una arrabbiata e una contenta. Non proprio la prospettiva eccitante di un futuro fratturato in cui quella stessa Principessa può fare qualsiasi cosa.

Il Gameplay di Gold Road

Dal punto di vista del gameplay, Gold Road è ricco di idee interessanti che ravvivano il tipico formato di missione. A un certo punto, vi verrà chiesto di difendere una fortezza da ondate di Daedra, usando una balista per trattenerle. Ma è chiaro che ESO sta spingendo i suoi limiti dopo un decennio, non riuscendo a eguagliare l’ambizione della visione dei suoi sviluppatori. In questo caso specifico, se non riuscirete ad eliminare i Daedra, rimarranno semplicemente sulla barricata finché non sparerete di nuovo. Anche se non fossimo impegnati a sradicare uno dei “cattivi” più empatici di tutto ESO, la storia non riesce mai a salire all’altezza del suo potenziale.

È un peccato perché Gold Road è altrimenti uno dei migliori capitoli di ESO finora. La mappa è varia e bella, ogni angolo un’esperienza diversa, rendendo l’esplorazione un piacere come mai prima. I boss sono tra i più meccanicamente densi e coinvolgenti al di fuori dei dungeon, portando finalmente la zona del mondo alla pari con il resto dei contenuti PvE. E la nuova meccanica di Scribing, un precursore della creazione di incantesimi, cambierà radicalmente il modo in cui create le build, completata dall’Ordine della Lampada che ha una delle estetiche più sorprendenti tra tutte le fazioni del gioco.

Considerazioni finali

Tirando le somme, Gold Road é un prodotto… bipolare. Da una parte l’ottimo gameplay che abbiamo imparato a conoscere in questi ultimi 10 anni, rinvigorito da nuove meccaniche interessanti, da stuzzicanti variazioni sullo svolgimento delle missioni e soprattutto da una delle mappe, il West Weald, meglio create dal lancio di ESO. Dall’altra, una trama che purtroppo non convince, con premesse (e promesse) spettacolari che faticano a stare in piedi o crollano completamente.

POWER RATING:
7.0/10
“Arrivati a questo punto, Gold Road é consigliabile solo ai fan più sfegatati di ESO, un bacino di utenza che, in ogni caso, lo avrebbe comunque giocato. I contenuti ci sono e saranno in grado di intrattenere i giocatori per lungo tempo, ma sfortunatamente il comparto narrativo é decisamente debole, questa volta.”

PRO:
-Mappa di gioco affascinante, forse la migliore
-Alcune missioni secondarie decisamente ispirate
-Tanti nuovi contenuti
-Il sistema di Scribing

CONTRO:
-Main Quest decisamente sotto tono, con personaggi stereotipati, e tematiche che si ritorcono contro loro stesse

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