Di Redazione PW83

-Codice Review fornito da Bandai Namco
-Versione Testata: Xbox Series X
-Disponibile per: Xbox Series X|S, PlayStation 5, PC

Diciassette anni dopo Dragon Ball Budokai Tenkaichi 3, Bandai Namco ci regala finalmente un nuovo capitolo!

Eccolo qui“, abbiamo pensato appena ricevuti i primi comunicati stampa relativi a questo Dragon Ball: Sparking! Zero, “l’ennesimo Arena Fighter 3D dedicato ad un anime, fondamentalmente uguale alle centinaia di altri titoli dello stesso genere, dove l’unica differenza é la skin usata per rappresentare un anime rispetto ad un altro“. C’erano però due sostanziali variabili che ci hanno fatto alzare le orecchie, la prima relativa al mastodontico roster di personaggi disponibili, cento ottantuno, e la seconda relativa allo sviluppatore dietro al progetto, i nostri amati Spike_Chunsoft. Sarebbero bastati questi due punti a farci rivalutare l’ultima produzione Bandai Namco? Come potete vedere dal voto a fondo pagina, si.

Vedete, da appassionati di Fighting Games siamo sempre estremamente restii a mettere le mani su quelli che vengono classificati come “3D Arena Fighters”, per tutta una serie di motivi: mancanza di tatticità, strategia o qualsivoglia profondità nelle meccaniche di combattimento, produzioni spesso abbozzate e lanciate sul mercato in fretta e furia per seguire questo o quell’altro trend relativo al mondo degli anime (a tal proposito, CLICCATE QUI per leggere la recensione di Jujutsu Kaisen Cursed Clash), letteralmente l’antitesi di giochi come Street Fighter VI, The King of Fighters XV, Guilty Gear Strive, DNF Duel, GranBlue Fantasy Versus Rising e compagnia… capite bene quindi come, in un contesto post Dragon Ball FighterZ, ad oggi il miglior fighting game dedicato alla saga di Goku, Vegeta e compagnia mai realizzato, fossimo piuttosto scettici. Anche qui però, una terza, imprevista variabile si andava ad unire alle due menzionate poco sopra. Sparking Zero sarebbe stato il quarto capitolo della saga Budokai Tenkaichi, una serie riverita da milioni di fan ai tempi della PlayStation 2.

Dragon Ball: Sparking Zero è infatti un ritorno al vecchio formato dei Tenkaichi, in cui due combattenti si combattono in enormi arene aperte costellate di edifici, rocce, scogliere e altro ancora che aspettano solo di essere distrutti. Ogni combattente ha un mix di attacchi fisici e basati sul ki, evidenziati da attacchi speciali appariscenti e roboanti come la mitica Kamehameha, il Galick Cannon di Vegeta, il Kaioh-Ken e altre tecniche iconiche di Dragon Ball. Sparking Zero non è un gioco particolarmente complesso da imparare. Un pulsante sarà dedicato agli attacchi “deboli” concatenabili in brevi combo. Un pulsante sarà per gli attacchi a distanza. Questi due pulsanti, usati insieme ad alcuni input direzionali, possono essere combinati per creare delle combo relativamente semplici. Saranno presenti anche prese, attacchi alti/bassi e scatti, ma a differenza dei giochi menzionati nel capitolo precedente, non vi servirà un dottorato in terminologia dei giochi di combattimento per capire tutto.

Tornando alle combo sappiate che, sebbene soddisfacenti, non saranno il punto di forza di Sparking Zero. Il vero nocciolo del gioco sarà da ricercarsi nel movimento e nel suo sistema di contromosse sorprendentemente profondo. Sul fronte del movimento, accorciare la distanza tra voi e il vostro avversario sarà facile, ma farlo in sicurezza no. Potrete teletrasportarvi dietro ai vostri nemici, potrete scattare per attaccarli dai lati e potrete volare direttamente verso di loro a velocità supersonica, ma farlo sarà quasi sempre rischioso e richiederà di spendere risorse. Risorse? Lasciateci spiegare. La vostra risorsa principale, il ki, si ottiene caricando (il che richiede di stare fermi in un punto della mappa, lasciandovi scoperti in difesa). Una volta caricato, lo potrete spendere usando i vostri attacchi a distanza o le spettacolari, appariscenti e dannosissime super mosse. In linea di massima, sarà sempre meglio caricare il Ki quando avrete già atterrato il vostro avversario, creando una forma di sotto-battaglia attorno a queste finestre di carica e premiandovi con un periodo di carica gratuita dopo aver messo a segno qualche attacco base.

Ora, parliamo per un attimo di uno dei punti cardine di questo Dragon Ball: Sparking! Zero, ovvero l’immenso roster di personaggi disponibile. Nelle partite standard, il numero di personaggi giocabili si attesta sulle tre cifre: 181, per l’esattezza. Tuttavia, come già visto grossomodo in qualunque altro fighting game dedicato a Dragon Ball, quel numero è artificialmente gonfiato dai volti che si trovano in alcuni di quegli slot. Per cominciare, ci sono 19 diverse versioni di Goku, tra cui quattro “forme base”, in cui Goku è nel suo stato normale, con i capelli neri. Ogni trasformazione da Super Saiyan a Ultra Istinto ha ricevuto il suo slot, così come le sue versioni da bambino da Dragon Ball GT e le trasformazioni di quella versione. Quella cifra di 19 non include tra l’altro Goku Black, la versione alternativa malvagia di Dragon Ball Super, o le sue varie forme, né include le varie fusioni di Goku con Vegeta e relative trasformazioni. Attenzione però, Goku non è il solo ad avere una rappresentazione eccessiva nel roster, dato che Vegeta occupa 14 slot (ancora, tutto questo senza includere le fusioni o Baby Vegeta, la sua versione malvagia da Dragon Ball GT ), Gohan ne occupa 11 e Trunks ne occupa nove. Anche i cattivi non sono immuni a queste tecniche di riempimento del roster, con Freezer, Cell e Bu che occupano almeno cinque slot ciascuno. Alcune di queste varianti possono persino trasformarsi in altre forme a metà partita, il che rende la sovrabbondanza di slot per personaggi “unici” ancora più arbitraria. Certo, in linea di massima é sempre una buona cosa avere tutte queste diverse forme rappresentate e, a merito del gioco, ogni forma non è identica al 100% all’altra. Le animazioni delle combo variano tra le forme, mentre le mosse speciali eseguite tenendo premuto R2 sono diverse: pensatele come gli Echo Fighters in Smash Bros. piuttosto che come personaggi unici. Tuttavia, poiché lo schema di controllo del gioco è fondamentalmente lo stesso per ogni personaggio, quelle animazioni uniche sembrano meno speciali quando vengono premuti gli stessi pulsanti per scatenarle. A conti fatti quindi, è vero che Sparking Zero propone uno dei roster più ampi mai visti, ma è anche vero che chiunque non sia un fan hardcore di Dragon Ball difficilmente riuscirà ad apprezzarlo.

La modalità storia, nel frattempo, è divisa in “episodi dei personaggi” in cui seguirete un personaggio di Dragon Ball mentre si fa strada attraverso parti della storia. E’ una modalità sicuramente rilevante, e completarla vi richiederà circa 15-20 ore. Ci sono anche diversi extra di contorno, come piccoli combattimenti bonus una tantum, ma gli episodi dei personaggi sono dove si trova il vero fanservice, in particolare con i momenti “what if” di Sparking Zero. Ogni tanto, un combattimento avrà percorsi ramificati, come un’opzione di dialogo che potrete selezionare durante una cutscene o una condizione speciale in un combattimento (come vincere rapidamente un combattimento o vincere usando una mossa specifica). Completare un obiettivo bonus qui innescherà una storia non canonica, che si dipanerà (temporaneamente) verso un percorso alternativo prima di tornare al filone principale. Alcune di queste vi premieranno con una scena extra, altre sono un’intera saga a sé stante. E’ un modo sicuramente interessante di premiare il giocatore, spronandolo a migliorare le sue performance o ad agire in maniera non ortodossa.

Tecnicamente, le prestazioni di Sparking Zero sono brillanti. A parte qualche momentaneo pop-in di texture quando sono iniziate le partite, non possiamo criticarlo in alcun modo. Non c’è stato nemmeno un accenno di perdita di frame nel multigiocatore a schermo condiviso mentre sullo schermo esplodevano migliaia di effetti particellari, frammenti di rocce, fuoco e quant’altro. Sparking Zero è un gioco davvero bello da vedere. Sono gli effetti di luce in Sparking Zero che tengono alta l’intera esperienza. Niente si avvicina a quanto sia sbalorditivo uno scontro di raggi di energia in questo gioco. Esattamente come quando guardavamo l’anime originale da bambini, con gli occhi sgranati per la meraviglia.

Difetti? Purtroppo si: il tutorial è orribile. Innanzitutto, non è esaustivo e ve ne accorgerete quando realizzerete per sbaglio in battaglia cose mai nemmeno menzionate durante il tutorial. È anche estremamente poco maneggevole. I prompt nell’allenamento sono divisi in sezioni separate, ma non c’è un’opzione per passare automaticamente alla sezione successiva. Passerete più tempo a navigare nei menu di quanto ne passerete effettivamente ad imparare (e a dirla tutta, i menu di Sparking Zero sono generalmente macchinosi da navigare, e per di più soffrono di input lag, una cosa che non ci é mai successa). Inoltre, per qualche bizzarra ragione, il vostro avversario nel tutorial può morire, anche questa una cosa mai vista e francamente stupida. Anche alcuni dei 182 personaggi di Sparking Zero sembrano solo degli scambi di palette cromatiche. Trunks e Tapion, per esempio, sono delle vere e proprie copie uno a uno: a parte i loro super attacchi, sia le loro mosse che le loro animazioni sono identiche. Ci sono solo circa 5 o 6 di questi scambi di palette nel roster, ma bisogna anche tenere a mente che alcuni di quei personaggi sono semplicemente versioni potenziate l’uno dell’altro, come per esempio Cabba e Super Saiyan Cabba. In questo senso, probabilmente solo metà del roster è composta da personaggi completamente unici, ma in linea di massima, aspettarsi che ognuno di quei 181 personaggi fosse realmente unico sarebbe stato onestamente da ingenui.

Tirando le somme, Dragon Ball Sparking! Zero è fanservice allo stato puro racchiuso in un pacchetto visivamente magnifico, ma non è necessario amare Dragon Ball per apprezzarlo. A differenza di innumerevoli altri esempi recensiti su queste pagine, Sparking Zero è un’esperienza decisamente più raffinata della media. Certo, ha i suoi difetti, ma si riesce a percepire come sia il publisher che lo sviluppatore avessero a cuore questo progetto. Di riflesso, anche i giocatori apprezzeranno.

POWER RATING:
8.0/10
“Per anni i fan della serie Budokai Tenkaichi hanno richiesto un sequel, e sono stati accontentati. Con un gameplay semplice ma soddisfacente e una realizzazione tecnica sopra la media, questo nuovo titolo dedicato alla saga ideata da Akira Toriyama è… Sparking!”


PRO:

+ Sistema di combattimento semplice, ma con sfumature di profondità
+ Tecnicamente ottimo
+ Modalità Storia robusta
+ 181 personaggi sono una cifra immensa…

CONTRO:
– … ma tanti saranno ripetizioni e copie
– Le modalità disponibili si riducono a Storia, Versus Offline, e Online
– Uno dei peggiori tutorial mai visti in un Fighting Game

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