Di Redazione PW83

-Codice Review fornito da Activision
-Versione Testata: Xbox Series X
-Disponibile per: Xbox One, Xbox Series X|S, PlayStation 4, PlayStation 5, PC (Steam)

Tutti i segreti del nuovissimo COD:BO6, il ventunesimo capitolo della fortunata saga FPS di Activision, nella nostra review!

Ciao, sono Pierre. Sono uno dei due fondatori di PowerWave e quello che manda avanti la baracca in diversi modi: mi occupo delle Pubbliche Relazioni, sono il caporedattore, ecc. ecc. Normalmente detesto scrivere articoli in prima persona, in primis perchè lo trovo estremamente poco professionale, in seconda analisi perchè mi piace vedere PowerWave come l’insieme di tanti elementi che lavorano in sinergia, ecco perchè i nostri articoli sono sempre scritti in terza persona plurale. Ognuno dei componenti di PW83 è fondamentale, ma anche intercambiabile. Ad ogni modo, se vi state chiedendo “ma allora perchè stai scrivendo questa recensione in prima persona?” il motivo è semplice. Così come Black Ops 6 ha sorpreso me, lo stesso volevo fare con voi. Tutto lì. Ogni tanto bisogna inventarsi qualcosa di nuovo, no? Non si diceva che la varietà è il sale della vita? Ecco, se PW83 fosse una pietanza, prima di tutto sarebbe deliziosa a prescindere (ça va sans dire), ma oggi proveremo a variare un po’ la ricetta classica. In più, nella mia testa, sarebbe stato simpatico se la recensione di un gioco in prima persona fosse stata scritta in prima persona. Divertente, vero?

Ad ogni modo, Call of Duty Black Ops 6? Wow. Altri aggettivi onestamente faccio fatica a trovarli, sono ancora carico di adrenalina dopo aver completato la campagna principale, che tra le altre cose è l’aspetto su cui ci focalizzeremo maggiormente in questa recensione. So benissimo che il multiplayer e Zombi sono modalità fondamentali nell’economia moderna di COD, ma sono un giocatore della vecchia scuola e molto onestamente, gioco agli FPS per godermi una trama interessante, non per farmi massacrare da orde di teenager con a disposizione intere giornate per allenarsi, passate davanti al monitor a litigare per le statistiche di K/D, assist, killstreak o qualunque altra cosa facciano i ragazzini oggigiorno.

La modalità Campagna di COD BO6

Proseguiamo, e guardiamo la trama che farà da sfondo al nuovo capitolo. Sin dall’originale del 2003, le campagne di COD sono state fortemente influenzate dai film d’azione militari, iniziando in modo logico con classici come Salvate il soldato Ryan, prima di passare a influenze più contemporanee, come Jarhead di Sam Mendes per l’ambientazione o Black Hawk Down di Ridley Scott per regia e direzione. Col tempo però, l’attenzione si è spostata dai teatri di guerra su vasta scala ai thriller di spionaggio sullo stampo delle serie Mission: Impossible e Bourne, iniziando con Black Ops del 2010 ed evolvendosi in una forma raffinata e avvincente con Black Ops 6. È sulla base di questa premessa che vediamo il ritorno di Adler e Woods assieme ad una nuova squadra di operatori qualificati, questa volta nel 1991, per combattere una nuova minaccia emergente chiamata Pantheon, tra le voci sulla creazione di un’arma biologica potenzialmente in grado di cambiare la storia. Certo, Call of Duty Black Ops: Cold War aveva la sua dose di missioni di spionaggio, ma la maggior parte delle missioni di Black Ops 6 non si svolgono sotto i riflettori della prima linea, bensì tra le ombre che si nascondono dietro ed attorno ad essa.

Due missioni in particolare ce lo hanno dimostrato brillantemente: l’infiltrazione di un gala politico in Most Wanted e la rapina al casinò di High Rollers. La prima presenta tre diverse opzioni su come volete procedere per completare il vostro obiettivo: io mi sono divertito molto a lavorare dietro le quinte per smascherare una tresca tra un governatore e la sua assistente, ma sono disponibili altri percorsi che metteranno alla prova le vostre abilità di spia e, sebbene la vostra scelta non avrà un impatto duraturo sulla storia, aggiunge un elemento di rigiocabilità a livelli altrimenti lineari. La rapina al casinò, al contrario, vi farà impersonare più membri del vostro team, ognuno dislocato in sontuosi ambienti pieni di slot machine o negli umidi corsi d’acqua sotterranei sottostanti. Va bene, non potrete scegliere liberamente chi impersonare e quando, ma gli astuti passaggi da un personaggio all’altro aggiungono un altro pizzico di stile cinematografico.

C’è anche una piacevole quantità di flessibilità nel modo in cui puoi affrontare altre missioni. La furtività è spesso incoraggiata, ma andare all’attacco caricando con le armi spianate è un’opzione che funziona altrettanto bene (e fortunatamente, a parte un paio di situazioni, non esistono sequenze stealth in cui venire scoperti porta al game over). Rimanere nell’ombra o nascosto sott’acqua mi ha fatto sentire come un assassino silenzioso, ma quando le cose mi sono sfuggite di mano ho dovuto passare rapidamente a uno stile più combattivo. Il gunplay, fortunatamente, funziona in entrambe le aree, con colpi alla testa silenziati estremamente soddisfacenti, e tonanti fucili a pompa che danno una bella sensazione quando si entra e esce freneticamente dalla copertura grazie al nuovo entusiasmante sistema “omnimovement”. Questa meccanica di movimento completamente rinnovata consente di scattare in qualsiasi direzione, nonché di saltare in aria lateralmente mentre sparate per realizzare alcune acrobazie degne di Matrix. C’è anche un grande senso di improvvisazione. Le armi devono essere costantemente scartate e sostituite con qualsiasi arma si abbia a portata di mano, perché le munizioni a volte saranno scarse. Ciò vale anche per i metodi più “rustici” per eliminare i nemici disponibili, come afferrare i coltelli dai taglieri per poi farli volare tra le scapole dei nemici. Di nuovo, evoca quella sensazione da film d’azione di spionaggio, anzi, quasi da ninja, ed è terribilmente esaltante.

La varietà dei suoi livelli e la presentazione di alto livello assicurano che la Campagna di Black Ops 6 non sia mai noiosa, e tutto questo nonostante la sua lunghezza: secondo gli standard storici delle campagne di Call of Duty, Black Ops 6 è una delle più lunghe, con una durata di circa una decina di ore (per me, la durata perfetta per una compagna FPS: anche perchè fisicamente non avrei tempo di giocarla di più…). Non saremo di fronte a qualcosa di rivoluzionario, ma come ho già scritto, per me è la durata perfetta. Se poi ci aggiungete la possibilità di rigiocare le missioni per sbloccare skin per le armi ed altri bonus, ancora meglio.

Parlando dei livelli, sono rimasto piacevolmente, molto piacevolmente sorpreso. La maggior parte di questi saranno lineari come da tradizione, ma uno, grossomodo a metà campagna, cambierà le carte in tavola, presentando qualcosa di totalmente alieno alla serie. Ambientato durante la Guerra del Golfo, e più precisamente nella Operazione Tempesta Nel Deserto, il gioco improvvisamente vi proporrà una mappa enorme, totalmente esplorabile e punteggiata da diverse icone: Black Ops 6 ad un certo punto diventa Open-World! Certo, non aspettatevi una mappa enorme e fitta di eventi quanto quella di Dragon’s Dogma II, ma per un Call of Duty, lasciatemelo dire, è qualcosa di sensazionale.

Tra una missione e l’altra, sarete liberi di ciondolare per il vostro quartier generale improvvisato, una lussuosa magione nelle campagne Bulgare nonchè ex-rifugio del KGB. Qui potrete parlare con i vostri compagni, espandendo quindi il gioco in termini di trama, e potrete anche allestire (con i soldi che troverete durante le missioni) nuove attrezzature come un banco per le armi, un poligono ed un banco per le vostre attrezzature, andando così ad aprire un elemento di customizzazione delle abilità altrimenti sconosciuto. Non è finita, perchè in quanto ex-KGB, la magione sarà ricca di segreti da scoprire e puzzle da risolvere, e mi è piaciuto veramente un sacco girovagare per la casa in cerca di indizi e segreti. E’ fondamentalmente una versione evoluta di quanto visto in Black Ops Cold War, e funziona benissimo oggi come allora.

Campagna perfetta, quindi? No. Ormai Call of Duty si è fossilizzato su un singolo espediente per aumentare il livello di sfida nei suoi livelli, ed é quello di introdurre negli scontri a fuoco soldati super-corazzati armati di Gatling e/o altre abilità (una variante, in BO6, lascerà cadere mine elettrificate in grado di stordirvi) in grado di A- farvi a brandelli molto velocemente e B- incassare interi caricatori prima di cadere. Certo, come meccanica funziona sempre, ma mi sarebbe piaciuto vedere qualcosa di nuovo, specialmente se si considera la varietà implementata in altre sezioni del gioco, come abbiamo visto nel paragrafo precedente. Ci sarebbe poi da menzionare il fatto che, pur trattando temi come la Guerra del Golfo e l’Operazione Tempesta Nel Deserto, COD non si soffermi mai a espandere i vari concetti della guerra in sè: si accontenta di volare basso e rimanere nella sua comfort-zone. Peccato, perchè giochi come il leggendario Spec-Ops: The Line ne hanno fatto un cavallo di battaglia, e anche COD potrebbe beneficiarne.

Il Multiplayer e la modalità Zombie

Il mio rapporto con l’intera componente online di COD è sempre stato abbastanza… tumultuoso, per usare un eufemismo. Ci ho giocato, ci gioco e probabilmente ci giocherò, ma in tutta onestà sono sempre stato un fan del diretto competitor, Battlefield (non necessariamente di Battlefield 2042, però). Gameplay più strategico, più ragionato, più lento e metodico, mi sono sempre immedesimato più con lo shooter di DICE che non con il correre come galline impazzite che si vedeva nei vecchi Call of Duty. Questi ultimi però, sono cambiati, e adesso non vi nascondo che mi diverto un sacco anche con la serie di Activision. Come? Paradossalmente con un ulteriore strato di mobilità e frenesia: l’ “omnimovement” di cui abbiamo già parlato nella sezione dedicata alla Campagna.

È grazie a questa nuova feature che potrete saltare in stile Matrix in qualsiasi direzione, sparando a tutto spiano, per poi atterrare nel modo più drammatico possibile per ridurre al minimo i colpi e massimizzare la mira dopo esservi esposti, ed è un punto di svolta nella modalità multigiocatore di Call of Duty: Black Ops 6. Certo, potrei criticare tutto il giorno piccole cose che altri giochi fanno meglio, ma di fronte a una competizione online così divertente, veloce e fluida, sembrano insignificanti. Black Ops 6 non è certamente una reinvenzione e probabilmente se la gioca un po’ troppo sul sicuro, ma le sue funzioni fondamentali (muoversi e sparare) sono a un livello così alto da elevare l’esperienza ben al di sopra di quella degli anni passati. Considerati tutti i Call of Duty che ho giocato, posso dire di aver trascorso centinaia di ore a sparare e venire massacrato a mia volta, ma dopo alcuni giorni spesi con Black Ops 6 e il suo omnimovement, non riesco ad immaginare come potrei tornare indietro. Nel complesso, il multigiocatore di Call of Duty: Black Ops 6 brilla perché, per quanto in molte cose se la giochi in modo sicuro, eccelle nei fondamentali del combattimento (muoversi e sparare) in un modo che sembra migliore di quanto non abbia mai fatto prima. Mi sto divertendo un mondo. Ed ora, gli zombie.

Prima che lo chiediate, si, ho sempre avuto un rapporto che definire “conflittuale” sarebbe eufemistico, con la modalità Zombie, sin dal suo esordio nel 2008, quando altro non era se non una sorta di modalità-extra/easter egg nascosto in Call of Duty World at War. Detto molto terra-terra, non mi è mai piaciuto granchè. E’ anche vero però che mi ha molto divertito la sua incarnazione in Call of Duty Vanguard, dove era stato reso più accessibile, e di conseguenza più immediato e divertente per i giocatori meno hardcore (come me).

La versione 2024 di Zombie si conferma in linea con il resto del gioco, ovvero ottima. Ok, la storia potrebbe essere un po’ confusa, ma il gameplay è quello che salva tutto. Anche qui, il cambiamento più grande è legato all’ omnimovement. Potrete scattare, scivolare e tuffarvi in ogni direzione, persino concatenando queste mosse insieme. Avrete anche un movimento completo di 360 gradi, il che significa che potrete fare cose fantastiche come scattare all’indietro, eseguire un tuffo in ritirata, falciare gli zombi che si avvicinano da ogni angolazione e poi rialzarvi e continuare a muovervi prima ancora che si avvicinino. Mi piace molto, e quest’anno mi sono piaciute anche le mappe disponibili.

Tirando le somme, il pacchetto offerto da Call of Duty Black Ops 6 è qualcosa di veramente interessante. E’ divertente, è programmato con cura, e finalmente quello che mi è sempre interessato maggiormente (la Campagna) è sia ben fatta che più longeva dei precedenti, andando quindi ad annullare i difetti che mi avevano fatto storcere il naso per tanti (troppi) anni di fila. Brava Activision, quest’anno hai davvero centrato il bersaglio.

POWER RATING:
9.0/10
“Black Ops 6 è senza dubbio il miglior Call of Duty moderno. Ognuna delle sue tre parti funziona egregiamente, e il filo conduttore è la nuova e spettacolare meccanica di movimento introdotta quest’anno. Brava Activision, continua così!”

PRO:
+ La Modalità Campagna è interessante, spettacolare e, finalmente, adeguatamente lunga
+ L’ Omnimovement migliora enormemente un gameplay già più che buono
+ Tra Multiplayer e Zombie, avrete di che divertirvi per mesi
+ Tecnicamente solido
+ Graficamente ottimo

CONTRO:
– Bisognerebbe trovare nuovi modi per sottolineare le fasi più ardue della modalità single player

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