La più antica e potente emozione umana è la paura, e la più antica e potente paura è quella di ciò che è sconosciuto” (H.P. Lovecraft)

Yharnam. Una città Vittoriana un tempo famosa e avantgardista per aver scoperto la tecnica della “Cura del Sangue”. A prima vista una normale città, con elaborati edifici che come artigli si protendono verso il cielo, mani di pietra e metallo che anelano all’immortalità eterea, finestroni che guardano, con il loro sguardo allucinato e sbarrato, verso l’infinito, verso l’inenarrabile terrore cosmico, una città con guglie a strapiombo su stretti, tortuosi e soffocanti budelli di strade, vicoli e piazze. Una città dove la nobiltà, vestita in sfarzosi corsetti e giacche di velluto, indulge in sfrenati banchetti, in opulenti rinfreschi, e dove gli stessi Duchi, Conti, e Baroni si lasciano andare a ogni sorta di sfrenata perversione. A prima vista. Ma Yharnam ha due facce, come una terrificante replica in mattoni e calce della dualità del Dottor Jekill e di Mister Hyde. Una città dove la povertà vive ai limiti, sporca, malata, e spaventosamente vicina alla pazzia, sempre sull’orlo del dubbio, della paura, del timore di non vedere sorgere il sole. Yharnam è una città opaca, scura, dove raramente il sole riesce a bucare la perenne coltre di oscurità di quel dedalo architettonico, spaventato anch’esso dalla possibilità di scoprire, di mettere alla luce, qualcosa che andrebbe dimenticato, nascosto, proibito. Perché Yharnam è viva, ed è una predatrice.
E questa notte, ha sete di sangue.

“Qualunque cosa accada… puoi sempre pensare che sia stato un brutto sogno…” (Gehrman)

La trama di Bloodborne sarà il sogno di chiunque sia cresciuto leggendo i capolavori di Howard Phillips Lovecraft, sia come citazioni, che come contenuti veri e propri. Il giocatore impersonerà un Cacciatore, giunto a Yharnam per tentare di porre fine alla malattia senza nome che lo affligge mediante l’uso della sopramenzionata “Cura del sangue”. All’inizio del gioco infatti, verrà sottoposto a una trasfusione, elemento chiave dello sviluppo della storia, e altresì elemento importantissimo del gameplay (il sangue è l’equivalente delle fiaschette Estus dei precedenti titoli From, “la vita” del giocatore). Quello che troverà una volta risvegliatosi, però, sarà una Yharnam a sua volta impegnata in una battaglia contro una malattia che sta decimando e mutando la popolazione, trasformandone i cittadini in rabbiosi psicopatici armati di seghe e coltelli, e… molto peggio. Sappiate che come ogni gioco “Souls”, anche in Bloodborne From giocherà la carta della vaghezza, lasciando solo piccole briciole di informazioni al giocatore, che dovrà poi connettere i vari punti e farsi un’idea di cosa sta succedendo per conto proprio. E’ un approccio meraviglioso allo story-telling, moderno e fresco, un modo che lascia sì intuire il filone principale di dove si andrà a parare, ma che lascia anche una meravigliosa versatilità ai vari topic di discussione legati al gioco.

“Prepare to die?”

Decisamente. Bloodborne è un gioco diretto da Hidetaka Miyazaki, e come tale ripercorre i dettami imposti dalla software house che ha dato i natali ad alcuni tra i titoli più hardcore ad oggi disponibili sul mercato. Chi ha già giocato ai vari Demon’s e Dark avrà già il sentore che le cose non saranno per niente facili, mentre chi è nuovo a questo stile di gioco faticherà non poco per aver la meglio sulle sfide che costantemente il titolo porrà dinanzi al giocatore. Ma andiamo per ordine. Bloodborne, come i già citati Demon’s Souls e Dark Souls, è un action-rpg in terza persona. Ogni azione del giocatore, escluso il camminare, sarà condizionata dalla barra posta al di sotto di quella della “vita”. La stamina, o energia, infatti, gioca un ruolo cardine su tutto il gameplay: esauritela durante un combattimento e non sarete più in grado di attaccare o di effettuare schivate, lasciandovi esposti, indifesi e presumibilmente morti. Gestire la stamina durante i combattimenti sarà quindi fondamentale per sopravvivere, alla pari, se non di più, del recare danno al vostro nemico. Questa era già una cosa presente nelle meccaniche dei precedenti giochi, ma in Bloodborne è stata portata all’estremo: non saranno infatti presenti strumenti difensivi o scudi. La vostra incolumità sarà legata solo ed esclusivamente alle vostre capacità di evasione. Questa modifica all’apparenza di poco conto ha modificato radicalmente l’approccio verso i nemici rispetto ai precedenti titoli. Laddove prima l’ingaggio era metodico e studiato, con lo scudo alzato aspettando l’apertura nella difesa nemica, qui sarà tutto molto più brutale, frenetico, istintivo. Non importa se avete già giocato a Dark Souls, per giocare a Bloodborne dovrete fare tabula rasa di quanto avete appreso. Sempre in relazione al combattimento di gioco, le armi di Bloodborne sono una delizia: ogni arma ha infatti la possibilità di essere trasformata in una sua variante (anche durante le combo), aprendo così svariate e quasi infinite possibilità di sorprendere l’avversario: una accetta si potrà estendere, aumentando il suo raggio d’azione, una spada a una mano diventerà un terrificante martello da guerra, e così via. E’ tutto veramente squisito, ed una ventata d’aria fresca e innovativa per un qualcosa di così fondamentale come l’intero sistema di combattimento di un gioco. A tutto questo va aggiunto, inoltre, il fatto che nella mano secondaria si impugneranno armi da fuoco. Pistole, Archibugi, Schioppi, l’arsenale sarà vasto, ma sarà anche utilizzato in maniera non esattamente convenzionale. Sarà ovviamente possibile sparare a un nemico per danneggiarlo, ma i danni saranno irrisori: la vera utilità delle armi da fuoco è la possibilità di stordire i nemici, con un colpo sparato a bruciapelo al momento giusto. Una volta storditi, i nemici saranno suscettibili agli Attacchi Viscerali, colpi di una violenza inumana in grado di causare seri danni anche ai boss più coriacei.

“Benvenuto, buon Cacciatore”

In termini di level-design, Bloodborne è un capolavoro architettonico, un mondo di gioco interconnesso così come già lo era la Lordran del Dark Souls originale. Come scritto in apertura, il mondo di gioco sarà costantemente pervaso da un sentimento di tristezza, oppressione e malinconia, rischiarata solamente dalle varie Lanterne che si scopriranno durante il nostro peregrinaggio, e che avranno una duplice funzione: offrire un check-point ai giocatori (alla pari dei Falò della serie Souls), e trasportarli al Sogno del Cacciatore, hub dove il nostro personaggio incontrerà due personaggi: il paraplegico Gehrman, anch’esso con un passato da Cacciatore, e la Bambola. Cosa più importante, potrà trovare un minuto di riposo dalla carneficina del gioco, aumentare di livello, comprare nuovo equipaggiamento, e potenziare armi e oggetti mediante le Gemme di sangue, oltre ovviamente a selezionare i vari check-point da dove riprendere l’avventura. Ultimo ma non meno importante, potrà offrire Calici alle varie lapidi, cosa che renderà disponibile una serie di dungeons generati proceduralmente, da poter affrontare da soli o con l’aiuto di altri giocatori. E’ un buon metodo per allungare artificialmente la durata del titolo dopo il suo completamento, fermo restando che come nei precedenti lavori From Software, anche in Bloodborne sarà presente il classico NG+ (stavolta con un cap massimo di scaling +6, mentre i cicli saranno infiniti).

Multiplayer Asincrono, un marchio di fabbrica

Come Demon’s e Dark, anche Bloodborne fa parte di quella schiera di giochi con un multiplayer particolare. La Co-op potrà essere avviata facendo suonare una delle due campane in vostro possesso (la grande, ovvero una richiesta di aiuto), cosa che a sua voltà lavorerà in tandem con i giocatori che hanno fatto suonare la campana piccola (ovvero chi vuole aiutare il prossimo). Se tutto rientra nei parametri (da sempre il tutto funziona mediante un calcolo di -10/+10 livelli di scarto), l’evocazione avrà successo e l’aiutante verrà trasportato nel mondo dell’host. Tutto rose e fiori? Decisamente no, perché suonare la campana Grande ha anche la peculiarità di aprire la vostra partita agli invasori, giocatori che vogliono uccidere l’host per guadagnare echi di sangue (la valuta di gioco). Tutto questo si chiama multiplayer Asincrono, ed è in grado di regalare emozioni intensissime: Suonare la campana in cerca di aiuto solo per ritrovarsi tra i piedi un Invasore assetato di sangue, sbilancia e varia moltissimo il gameplay, rendendolo emozionante come pochi.

Tirando le somme
Bloodborne non è un gioco per tutti, ma è altresì vero che tutti dovrebbero perlomeno provarlo, vista sia la qualità generale del prodotto, sia la sua particolarità. Se siete fan dei Souls, sarà una ventata d’aria fresca, grazie a poche, mirate, modifiche al gameplay, mentre se siete nuovi all’esperienza, potreste aver trovato il vostro nuovo genere preferito.

POWER RATING:
9.0/10

(Con) Bloodborne, […] potreste aver trovato il vostro nuovo genere preferito.”

PRO:
-Tecnicamente sontuoso
-Level-Design incredibile
-Livello di sfida gratificante…

CONTRO:
-…ma non per tutti
-Potenzialmente frustrante

Posted by:Powerwave83

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