Di Pierre Coppi

-Codice Review fornito da Thunderful
-Versione Testata: Xbox Series X

-Disponibile per: Xbox Series X|S, PC

Image and Form, supportato da Thunderful e Microsoft, ci regalano quello che a conti fatti è uno degli indie più belli attualmente sul mercato. Benvenuti alla recensione di The Gunk!

Sappiamo già che il “titolo” di questa recensione vi avrà fatto alzare un sopracciglio. “Come può” direte voi “un gioco indie essere paragonato ad un Tripla A?” E’ molto semplice in realtà, e come tante cose nella vita, va visto secondo una certa prospettiva. E’ lampante che un titolo Tripla A sia qualcosa, a livello produttivo, di assolutamente inarrivabile per un gioco indipendente. Laddove un Tripla A sarà costruito sinergizzando il lavoro di centinaia di artisti, tester, programmatori, direttori di produzione e altro ancora, un indie sarà sovente sviluppato da una manciata di figure all’interno di minuscole aziende, spesso richieste a coprire più ruoli invece di focalizzarsi su un singolo aspetto, e spesso costrette a lavorare con mezzi limitati rispetto a creazioni con budget nei termini di milioni di dollari (o qualunque sia la valuta natia), in grado di risolvere i problemi semplicemente creando da zero i tool necessari. E qui entra il gioco il paragone fatto ad inizio articolo, nonché la vera potenza delle produzioni indipendenti, il loro cuore pulsante: L’inventiva.

Può quindi l’inventiva sopperire a carenze di fondi, budget ristretti, e materiale non necessariamente all’ultimo grido? Certo, se sfruttata propriamente. Gli studi indipendenti fanno esattamente quello: aggirano il problema, lavorano su soluzioni alternative, inventano, provano, si ingegnano. E’ vero, spesso faticano il doppio, no, almeno dieci volte quanto farebbe uno studio maggiore, ma tante volte questo processo riesce a dar vita a produzioni davvero speciali. Esattamente come questo The Gunk.

Sviluppato da Image and Form, studio svedese dietro alla serie di successo SteamWorld con un team composto da una ventina di invididui, The Gunk è il primo lavoro in 3D che lo studio abbia mai affrontato. Ora, 16 Dicembre 2021, andremo finalmente a vedere se questi sforzi hanno dato i loro frutti, iniziando come di consueto dalla trama.

In un lontano futuro, Rani e Becks sono una coppia di trasportatori spaziali che scavano nei pianeti dell’intera galassia per qualsiasi risorsa che possono vendere per sbarcare il lunario. Il loro business é… traballante, per usare un eufemismo. Un mutuo da pagare per la loro navetta spaziale, e l’ombra incombente delle grandi aziende pronte a soffiar loro via qualunque tipo di remunerazione possano ottenere. Di punto in bianco si imbattono in un pianeta apparentemente desolato, infestato però da una strana sostanza sconosciuta che decidono di battezzare “il gunk“. Avrà un qualche valore commerciale? Potrebbero finalmente aver trovato la soluzione a tutti i loro problemi economici? Rani è la prima delle due a partire a tutto gas, incuriosita dalle peculiarità del pianeta su cui sono atterrate. Becks, di natura più posata, tenterà, spesso con scarsi risultati, di tenere a freno l’esuberanza della collega/amica. Da qui partirà una trama in grado di tenere i giocatori incollati allo schermo per l’intera durata dell’avventura, grazie ad uno svolgimento costellato di colpi di scena, a dialoghi ben scritti, interazioni tra i personaggi assolutamente deliziose, un mondo di gioco interessante e per finire, una recitazione impeccabile da parte di ogni membro del team, tra cui spicca Fiona Nova, voce di Rani.

Vedete, una delle cose che più ci ha colpito durante il tempo speso con The Gunk è la sua… semplicità. Attenzione, non prendetela nel verso sbagliato, magari andandovi ad immaginare scenari inverosimili quali leggerezza dei temi trattati, gameplay sottotono o chissà cos’altro, no, forse il termine che avremmo dovuto usare poco fa avrebbe dovuto essere genuinità. Ecco, molto meglio, e rende l’idea di quello che vogliamo far trapelare in maniera molto più efficace: The Gunk è un gioco genuino. Dalla trama, colma di situazioni intime e di interazioni tra i personaggi sinceramente credibili (sempre secondo la prospettiva del visitare un pianeta alieno infestato da una melma pseudo-senziente) al gameplay, che andremo ad esaminare ora. Fondamentalmente il titolo di Image & Form sarà un action-platform 3D lineare: si arriverà in un livello, lo si percorrerà dall’inizio alla fine prendendo saltuariamente diverse deviazioni alla ricerca di materiali e aree segrete, e si arriverà poi nell’area successiva. Durante queste aree si dovranno affrontare leggeri puzzles ambientali (come il far cadere o lanciare bozzoli esplosivi su gruppi di macerie), combattimenti contro il gunk o altri nemici e ovviamente, diverse sezioni platform. Altra meccanica fondamentalmente del gioco sarà il dover rimuovere il gunk che infesta i livelli, e qui entrerà in gioco Pumpkin, il braccio robotico di Rani. Premendo il grilletto destro potrete infatti attivare la modalità “aspiratutto” e ripulire ogni angolo del mondo di gioco dalla nefasta sostanza. Immaginatevi una sorta di Luigi’s Mansion, non limitato a una sola magione, con più fasi platform, ed avrete una buona idea di come funzionerà il tutto. Proseguendo nell’avventura altre meccaniche entreranno in gioco (letteralmente!) come la possibilità di sparare globi di energia per attivare diversi macchinari unitamente a diversi potenziamenti per Rani e Pumpkin, ottenibili tramite la raccolta di diversi tipi di risorse (organiche, metalliche, etc.), che a loro volta apriranno le vostre opzioni esplorative. Come abbiamo già detto quindi, The Gunk è un titolo che fa delle sue meccaniche semplici ed intuitive un punto di forza, invece di una debolezza. Questo per dare spazio alla bella narrativa, che sarà così in grado di esprimersi mentre il gioco si focalizza su poche cose, ma fatte bene. Qualità contro quantità, signori e signore.

Tecnicamente, impossibile non elogiare il lavoro del team di sviluppo. D’accordo, sono stati sovvenzionati da Microsoft, ma è innegabile come il lavoro svolto, per essere la prima volta cui si cimentavano in un contesto interamente 3D, sia encomiabile. Modelli poligonali ben costruiti e dettagliati si uniscono ad un mondo di gioco spesso in grado di lasciare a bocca aperta con panorami e scorci di paesaggi alieni e tuttavia abbastanza riconoscibili da poter lasciare basiti i giocatori. Stesso discorso per quanto riguarda le animazioni di personaggi e nemici, create con una perizia sconosciuta a nomi molto altisonanti in quella che sta diventando un’industria dove purtroppo l’unica inventiva premiata e riconosciuta è quella legata al mondo indipendente. Un po’ come nell’editoria legata al mondo gaming, ma preferiamo non dilungarci in quello che si scoprirebbe essere un ginepraio da cui sarebbe ostico districarsi. Tornando al gioco, dicevamo come tutto sia coeso perfettamente, una miscela in grado di creare un mondo con una estetica ben distinta seppur coerente nel contesto di gioco, e come tale ci sentiamo di premiare il lavoro di Image & Form. Situazione non dissimile da quanto osservabile nel comparto audio, composto da temi orecchiabili e da un doppiaggio stellare (come già menzionato).

Difetti? Verrebbe da chiedersi se, effettivamente, il titolo ne abbia. Noi, per tutto il periodo di prova, abbiamo giocato senza il minimo problema. D’accordo, c’è stato il leggero calo di frame passando da un livello all’altro o la collisione tra poligoni ballerina che ci ha fatto precipitare in un crepaccio, ma stiamo parlando di una versione del gioco tecnicamente ancora non sul mercato, e come è prassi, molte di queste indecisioni verranno corrette da patch e aggiornamenti al dayone o poco dopo. Dovessimo proprio cercare il pelo nell’uovo, potremmo dire che si, effettivamente dopo qualche ora il dover risucchiare il gunk potrebbe venire a noia a certi giocatori, come a certi altri potrebbero non andar giù la linearità del titolo o i combattimenti non troppo difficili, ma staremmo comunque parlando di cose soggettive, e queste non sono le cose che tendiamo a prendere in esame in questa sede.

Tirando le somme, ma l’avrete già capito da soli, The Gunk è letteralmente una piccola gemma, creata con cura e perizia da un team appassionato. Se poi ci aggiungete che questa è la loro prima produzione completamente tridimensionale, abbiamo tra le mani un team che da qui a qualche anno sarà in grado (se lasciato libero di agire indisturbato) di regalarci innumerevoli altre primizie. Ad ogni modo, il futuro e cosa ci riserva non sono discorsi da fare in questa sede, ora l’unica cosa da fare è giocare a questo The Gunk, perchè ne vale veramente la pena. Promosso!

POWER RATING:
9.0/10
“The Gunk è una rivoluzione, l’anello mancante tra indie e Tripla A che nessuno sapeva di volere… fino ad oggi.”

PRO:
+Tecnicamente delizioso
+Mondo di gioco creato con gusto e coerenza
+Gameplay di facile assimilazione
+Fantastiche interazioni tra personaggi

CONTRO:
-Continuare a raccogliere Gunk potrebbe annoiare

Posted by:Powerwave83

4 risposte a "Recensione: #TheGunk – “L’indie più Tripla-A che ci sia!”"

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