Di Redazione PW83
-Codice Review fornito da EASTASIASOFT
-Versione Testata: Xbox Series X
-Disponibile per: Nintendo Switch, PlayStation 4, PlayStation 5, Xbox One, Xbox Series X|S
Da EastAsiaSoft, un interessante avventura 3D che narra del ritorno a casa di un ragazzo, solo per trovare il suo villaggio totalmente deserto. Cosa è successo?
Abbiamo onestamente fatto fatica a stilare la recensione di questo The Dead Tree of Ranchiuna. Non tanto perchè il gioco fosse in qualche modo ostile verso di noi e quindi arduo da portare a termine, quanto per la sua… inconsistenza. No, forse non è il termine esatto perchè su molti degli argomenti trattati, il gioco di EAS e Tonguç Bodur si rivela decisamente inamovibile. Il termine che stiamo cercando è bipolare.

Andiamo però con calma e vediamo quelli che sono i lati positivi di questo Dr.Jekyll e Mr.Hyde videoludico, iniziando come di consueto dalla trama che fungerà da ingranaggio primario per quella macchina è il titolo testato. The Dead Tree of Ranchiuna (TDTOR da ora) narra le vicende di un ragazzo che, dopo aver terminato gli studi universitari, torna al suo villaggio natale. Niente di strano fin qui, non fosse che il suddetto villaggio è ora completamente deserto. Ad esacerbare la situazione, misteriose visioni iniziano ad apparire al ragazzo, visioni di (forse) qualcun’altro? (Forse) molto tempo fa? Sono tanti i quesiti che il gioco lancia al giocatore, e una delle (poche, tra l’altro) cose di cui il giocatore sarà responsabile sarà l’assemblare pezzo per pezzo questa trama, a volte narrata a mezzo della simbologia, a volte con l’utilizzo del surreale, a volte con lo storytelling ambientale e a volte, raramente, con la classica narrazione introspettiva. E’ un pout-pourri di diversi medium narrativi che non dovrebbe assolutamente funzionare, eppure ci ha piacevolmente sorpreso. La storia ed i temi trattati sono interessanti e piacevolmente scomodi, per quanto paradossale possa suonare una affermazione simile, come il “quanto ingiusta possa essere la società”: Il tuo migliore amico può trasformarsi nel tuo peggior avversario in un istante e trovare modi per ottenere i soldi di cui hai bisogno per mantenerti può essere una sfida tremenda. Se c’è una cosa che il gioco fa bene, è il comunicare come e quanto l’avarizia (inteso in senso lato, non necessariamente legato al mero possedimento monetario) possa nascere dall’odio, dall’invidia e dal senso di competizione.

Ed ora, veniamo al gameplay: La prima metà del nostro playthrough è stata davvero un’esperienza fantastica, estremamente rilassante e diretta. Tuttavia, quando il gioco ha iniziato a includere forzatamente una trama e un uso del concetto di “mistero” molto limitato, la pace si è gradualmente dissipata. Questo perchè i puzzle sono sullo stile del dover fare clic su oggetti finché non saranno stati selezionati nella sequenza corretta o abbastanza volte, con la sensazione di sereno rilassamento e gioia graduale che veniva inesorabilmente soppiantata dall’irritazione. Per il resto, è solo un simulatore di camminata (walking simulator), come suggerisce il nome. L’idea di base è quella di un racconto orientale che non è stato adeguatamente tradotto e presentato in inglese. Indubbiamente contiene alcuni componenti seri e intriganti, come la risposta adeguata ad abbandono, misfatti, sensi di colpa risalenti a molto tempo fa. Tuttavia, l’impressione è che non sia stata studiata a fondo.

Questo simulatore di camminata non è troppo lungo; ci vogliono circa 2 ore per finirlo, dopodiché il partecipante entra in una modalità “bis” in cui può viaggiare in diverse aree della mappa per esplorare ulteriormente il paesaggio incantevole e vedere luoghi che prima non erano disponibili. Capiamo l’obiettivo di tutta la conversazione e dei valori che lo sviluppatore cercava di trasmettere, ma il punto è che per quanto bene possa funzionare un gioco sotto il comparto della trama, semplicemente non può farlo se anche il resto dell’esperienza non è allo stesso livello. La recitazione è semplicemente disastrosa, così come il missaggio delle varie tracce audio, alcune registrate e riprodotte a livelli assordanti, altre ad un volume talmente basso che, non fosse per i sottotitoli, nemmeno vi accorgereste della loro presenza. Non che il comparto grafico sia in una situazione migliore: per ogni panorama evocativo ed oggettivamente ben fatto che troverete, o per ogni bell’effetto grafico, state pur certi che un qualche problema verrà a bilanciare il tutto: una volta può essere un gruppo di texture caricate in ritardo, un’altra un modello poligonale uscito direttamente dal 1996… tecnicamente, non ci sentiamo di consigliare questo TDTOR.

Eccoci alla fine. Come abbiamo detto ad inizio articolo, abbiamo oggettivamente fatto fatica a valutare questo gioco per via della sua partizione in misure uguale: una bella trama che però non viene approfondita, scenari evocativi con problemi tecnici, musiche fantastiche con un doppiaggio atroce… pare che per letteralmente qualunque cosa faccia di buono il titolo, debba forzatamente esistere una sua controparte negativa. Forse è proprio per questo che alla fine, anche noi abbiamo dovuto assestarci sullo stare in centro.
POWER RATING:
5.0/10
“Buono, cattivo, bello, brutto, funzionante, rotto: The Dead Tree of Ranchiuna aveva il potenziale per essere qualcosa di speciale.”
PRO:
+Interessanti temi trattati
+Alcuni panorami decisamente evocativi
+Colonna sonora ben fatta
CONTRO:
-I temi trattati non sono esplorati a fondo
-Tanti, troppi problemi tecnici
-Doppiaggio e missaggio scostanti